de magistris ha scritto:ps il rischio di non capirsi quando si fanno discorsi "generali" è alto: se si ragiona su quei 30-40 Brunello che vengono presi in considerazione qui, è un conto, se come nel mio caso si prova a fare una riflessione sugli oltre 150 recentemente riassaggiati, è un altro. Perché lo "zoccolo duro" di questi è fatto da vini non semplicemente fuori fuoco aromaticamente o "delicati" in senso buono, ma da vini affaticati olfattivamente ed estremamente fragili, crudi, immaturi, gustativamente.
Inoltre, anche le prove a bottiglia aperta dopo un paio di giorni lasciano diverse perplessità, anche con vini sulla carta "importanti".
Per quella che è la denominazione italiana forse più famosa nel mondo (e che meno sente la crisi, considerando anche i prezzi dello sfuso), forse non è proprio un segnale bellissimo... Ma non dico niente di nuovo rispetto ai discorsi che tante volte abbiamo fatto sull'allargamento delle zone dove si è piantato, sull'opportunità di un disciplinare forse non più adeguato alla nuova base territoriale, specialmente per quanto riguarda i tempi minimi di affinamento, eccetera eccetera.
Secondo me, questo è il perno del discorso.
Sono magari argomenti dei quali si è trattato più volte, ma secondo me il problema è quello delle maturazioni che sono chiaramente più anticipate rispetto a quando fu stilato il disciplinare originale.
Una volta si raccoglieva a fine ottobre, si diceva che al Passo del lume spento (testuali parole di Lamberto Fattoi) non si poteva piantare perchè mai avrebbe raggiunto la maturazione. Oggi si vede che non è così (Pudepu ce lo può confermare
), il problema sono i vini fatte con uve che si raccolgono a fine Agosto come è capitato in certi angoli della denominazione in annate come il 2011 o il 2012.
Se fino agli anni 2000 i vini avevano bisogno di affinamenti lunghi perchè spesso le uve non erano mature perfettamente, oggi il problema è forse opposto.
Inoltre, e lo dico da agronomo, i cloni stessi di sangiovese di recente selezionati, non aiutano in questo senso...
...si è ricercata la concentrazione, la maturazione precoce, il maggior accumulo di antociani, la non eccessiva acidità...sulla tendenza delle mode anni '90, inizio 2000 quando le selezioni furono fatte.
Io stesso ho una vigna vecchia dove il sangiovese spesso non arriva nemmeno tutto a completa invaiatura (clone propagato negli anni '60), mentre le nuove danno vini che in gioventù hanno la stessa tonalità e il carico antocianico di un MErlot o di un Cabernet Sauvignon (fatti qua da noi).
Ecco che, probabilmente, tempi di afinamento più brevi gioverebbero, IMHO...e forse, i prezzi potrebbero calare un pochino.
E, senza voler aprire un abisso, dico che alcuni di quei vini che abbiamo bevuto sabato, non avevano un rapporto q/p eccellente...