Degustazione molto difficile per me, a causa di un lancinante mal di denti che mi ha obbligato ad imbottirmi di antidolorifici ed antibiotici, praticamente non ho bevuto nulla, o quasi.
A spanne mi è comunque parso:
- un Cascina Francia in pieno stile 2007, buonissimo pronto e goloso, ma indubbiamente anche assai puttanone, forse eccessiva l'anguria che per me ne diventa un piccolo limite (similmente, in piccolo, a quanto riscontrato inizialmente su Monfortino 2001).
- Una versione assolutamente straordinaria (relazionata all'annata) di Monprivato 2007, conferma che se sono risolti i problemi di tappo siamo di nuovo di fronte ad un grande di Langa. Bene, bene e speriamo...
- Clamorosa sorpresa, Aldo Bianco, vino di rara finezza, molto pulito, certo non ha una materia impressionante, ma basta ed avanza. Complimentissimi.
- Era da un pezzo che non bevevo Conterno Fantino, ma l'ho comuqnue beccato alla cieca

Sono ormai in pochi ad usare in quel modo il legno. Inizialmente mi sembrava coperto, ma interessante, nel bicchiere è però peggiorato, da risentire in futuro, ma non sono più molto ottimista.
- Bartolo Mascarello non mi ha convinto per un anso non perfetto, mi pare fosse quello leggermente smaltato, dissi comunque che forse era un "mio" vino in bottiglia no, od aggiungo ora in fase difficile.
- Fenocchio mi ha un tantinello deluso, frutto un po' troppo maturo rispetto ad altre volte, comunque lo perdono
- Palladino molto problematico al naso
- Porro anche lui mi è parso non così preciso olfattivamente, lo avevo preso per Burlotto, ma pensando che erano in batteria assieme e che abbiamo fatto tutti quest'errore mi sovviene or, ora un dubbio.
- Cà del Baio continua a piacermi, non sempre, ma spesso.
- Rinaldi è evidentemente un animale da competizione, in questi contesti va sempre alla grande, comunque gran bella interpretazione dell'annata e vino di rara serietà.
- Altra buona prova di Schiavenza e chi l'ha detto che i 2007 hanno poco tannino
- Piaciuto il Dom Ruinart 1998 (pur non essendo la sua versione migliore) e continuo a non capire le tante critiche a questo Champagne.
- L'Amarone 2003 Dal Forno ha diviso la platea (e te pareva) con alleanze anche strane. Colore impenetrabile, struttura monstre, giovanissimo e scontroso, forse addirittura troppo secco, a me è piaciuto proprio e penso che il 2004 possa davvero regalare qualche emozione seria, altri lo hanno apprezzato meno. Aperto da Vittorio alla fine per farsi perdonare il Conterno Fantino, avrebbe meritato molto più tempo.