Incontri Vino a Venezia '15 Bistrot de Venise: Marco Buvoli!

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Alberto
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Incontri Vino a Venezia '15 Bistrot de Venise: Marco Buvoli!

Messaggioda Alberto » 03 dic 2010 16:24

Ieri pomeriggio degustazione dei vini dell'azienda Montenidoli di San Gimignano, ospiti del Bistrot de Venise (Calle dei Fabbri, a due passi da Rialto ed a tre da San Marco). A condurre la produttrice Maria Elisabetta Fagiuoli, veronese di nascita, ma trapiantata dal '65 a San Gimignano.

Apertura con:

Rosato Canaiuolo, 2009 (13,5%)
Mosto fiore di canaiolo in purezza vinificato in acciaio, dal colore pallidissimo. Sottile sottile ed un po' verdino, acidità furiosa, ancora scomposta e pungente, latita il fruttino, non è corto però. Fra un paio d'anni chissà cosa vien fuori...


E poi, via coi bianchi:

Vernaccia Tradizionale, 2008 (13%)
Soffice, lievitoso, quasi soffuso l'attacco al naso, poi pera matura, al palato una suggestione di lievissimo residuo zuccherino, e sensazioni quasi grasse. Manca di un guizzo di freschezza da metà bocca in poi, peccato.

Vernaccia Tradizionale, 2005 (12,5%)
Bella evoluzione verso il frutto giallo, con sensazioni bucciose più accentuate, e bocca di maggiore tensione, asciutta, piacevolmente ruvida. Bel vino, direi al suo apice.

La vinificazione della Tradizionale vede una macerazione pre-fermentativa a bassa temperatura che può arrivare, in base alle annate, anche ad una settimana, poi svinatura e fermentazione in acciaio, seguito da un periodo di affinamento contrassegnato da più travasi per evitare tendenze riduttive.


Vernaccia Fiore, 2007 (13%)
Gioca subito su un floreale molto nitido e preciso al naso, tutto in eleganza, impatta asciutto e quasi sottile al palato, ma poi compare una certa sensazione di grassezza, via via crescente, da metà bocca in avanti. Un po' semplice?

Vernaccia Fiore, 2006 (13%)
Florealità ancora più intensa, più lungo e persistente, complesso e definito nel frutto, più giallo che bianco. Note fumé (di origine minerale, evidentemente) di bella finezza nel tempo al naso. Sicuramente un vino "tecnico", ma non è un difetto che gli si può imputare, visto l'ottimo risultato.

Vernaccia Fiore, 2004 (13%)
Primi cenni terziari, frutto ancor più maturo e giallo a discapito della florealità dei due fratellini, accenna ad una buona progressione in bocca, senza però ingranare una marcia superiore. Leggermente amarognolo in finale. Il 2006 sembra aver maggior potenziale.

Come suggerisce il nome, la Fiore è ottenuta dal mosto fiore fermentato ed affinato in acciaio, rimane circa un anno nelle vasche sulle fecce fini con batonnage periodico, ma senza travasi, fino all'imbottigliamento.


Vernaccia Carato, 2006 (14%)
Naso molto fine nella modulazione tra legno e frutto, con quella sensazione di morbidezza difficilmente definibile, che sembra proprio essere una cifra aziendale, bocca sapida e con buon allungo, marcata ancora dal rovere, ma la materia per consentire un buon assorbimento sembra esserci tutta. Non si sente l'alcol, ed è una cosa importante. Interessante risentire questo ed il Fiore pari annata fra 4-5 anni.

Vernaccia Carato, 2002 (13,5%)
Qui ahimè la presenza del legno è decisamente più ingombrante, su toni affumicati insistiti al naso e burroso-vanigliosi in bocca, a discapito di un frutto meno nitido e integro, è chiara la percezione della struttura complessivamente inferiore dell'annata. Alla fine al naso sembrava aprirsi un po' verso altro, ad ogni modo. In beva ora, ovviamente per i non legnofobici.

Ricetta borgognona semplicissima, fermentazione ed affinamento in barriques, o imbottigliato dopo un anno di permanenza in legno.


IGT Il Templare, 2006 (13%)
Ecco, qui il boisé non lo vorrei definire pacchiano o paludato, però è sicuramente è ben altra cosa rispetto all'eleganza misurata del Carato pari annata. C'è anche meno corpo, meno frutto, e meno tensione acida e sapida in bocca a far da contrasto. Giovane è giovane, di sicuro, ma vini legnosi così a sensazione (spero di sbagliarmi) difficilmente sono in grado di rientrare nei ranghi col tempo...

IGT Il Templare, 1999 (13%)
Buona integrità complessiva, non ha digerito ed integrato completamente il legno, ma è inutile attendere ancora perché è chiaramente all'apice, se non un paio d'anni oltre. Togliendo la sovrastruttura determinata dalla vinificazione, rimane a parer mio una base per così dire più "neutra", di minor personalità, rispetto alla vernaccia in purezza.

Lavorazione in cantina analoga al Carato, ma con presenza di un 20% di trebbiano e di un 10% di malvasia ad affiancare la vernaccia.


Attenzione attenzione...KEEP OUT rieslingomani, chablisomani e amanti della mineralità rocciosa e tagliente in genere! E però, a parte la questione apporti del legno più o meno discutibili, che è un altro capitolo, non ho trovato assolutamente vini molli.
Ultima modifica di Alberto il 06 mar 2015 12:04, modificato 12 volte in totale.
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Re: Degustazione Montenidoli (San Gimignano) a Venezia 2/12/2010

Messaggioda nonsolodivino » 04 dic 2010 21:23

Mi spiace vedere che questo post abbia suscitato poco interesse e poche visite. I vini di Elisabetta Fagiuoli sono strepitosi e di assoluta personalità. Ho portato più volte il Carato 2004 a Meursault da amici produttori e ne sono rimasti stupiti per il grande carattere di questo vino. Un vino che non ha assolutamente paura del tempo, ricordo ancora uno eccellente '98.

Per non parlare del Sono Montenidoli mi stò ancora godendo il '98.
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Re: Degustazione Montenidoli (San Gimignano) a Venezia 2/12/2010

Messaggioda Alberto » 05 dic 2010 17:01

nonsolodivino ha scritto:Mi spiace vedere che questo post abbia suscitato poco interesse e poche visite. I vini di Elisabetta Fagiuoli sono strepitosi e di assoluta personalità. Ho portato più volte il Carato 2004 a Meursault da amici produttori e ne sono rimasti stupiti per il grande carattere di questo vino. Un vino che non ha assolutamente paura del tempo, ricordo ancora uno eccellente '98.

Per non parlare del Sono Montenidoli mi stò ancora godendo il '98.

Eh, pazienza dai... :)

Devo dire che dei vini proposti non mi ha convinto soltanto il Templare, tutti gli altri mi sento di definirli come molto centrati nella loro categoria, e sono sicuro che quel Carato 2002 sentiva davvero l'annata storta e faceva poco testo (poi invece magari in zona San Gimignano e/o per Montenidoli nello specifico è stata stepitosa, chi lo sa...bisognerebbe averlo bevuto all'uscita).
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda Alberto » 04 feb 2011 23:05

Altro "incontro col vino" ieri al Bistrot de Venise ieri pomeriggio, con ospite Ivan Rapuzzi dell'azienda Ronchi di Cialla.

In assaggio una verticalina di quattro annate del vino "bandiera", più storico ed importante dell'azienda, il Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Cialla. Varietà difficile da coltivare, che va monitorata strettamente nelle rese, e suscettibile ai colpi di caldo, ma che nei luoghi di elezione è in grado di dare vita a vini eleganti e dalla personalità molto spiccata...proverbiale, evidentissima la sua nota di pepe nero!

Nell'ordine:

2006 (13%)
Colore rubino medio, chiaramente dai toni giovanili "freddi". Inizio nettamente floreale, di viola; il pepe arriva, deciso, solo dopo un paio di minuti. La florealità vira nel tempo verso il geranio, e compare anche un tocco ferroso. Già dall'impatto in bocca capisci che è ancora un bimbo in fasce, ancora tutto da formarsi nel carattere, ma ugualmente colpisce per l'imprinting decisamente sulla freschezza e sull'eleganza. Acidità elevata e tannino maturo, smussato. Vino verticale, dalla bella droiture. 89 con ampie prospettive.

2001 (13,5%)
Colore leggermente più carico del 2006, all'apparenza poco evoluto. Un tocco animale leggermente evoluto all'esordio, ma è una cosa passeggera; più che il pepe, al naso qui si ritrovano toni polverosi, assieme a ricordi di radici e sottobosco. Il pepe tuttavia letteralmente esplode al palato, nel complesso c'è un salto in su in termini di materia e densità, è più largo e dalla trama più estrattiva, pur essendo tutt'altro che un vino "palestrato". Non manca anche qui la spina acida. Il naso alla lunga tende un po' a chiudersi su sè stesso, e la bocca ad "asciugarsi", con una scodata tannica sul finale. Ancora molto giovane...ad oggi 90 pieni, con possibilità di incremento di un paio di punticini.

1997 (12,5%)
Colore rubino screziato di toni granati, limpido, luminoso, splendido. Il naso si esprime sull'immancabile nota pepata, su toni rugginosi, e su un frutto rosso ben presente, anche se dai connotati un po' "caldi"; la bocca, di contro, è nettamente più sottile, per non dire magra, con l'acidità che gioca un ruolo leggermente sopra le righe, col risultato di un piccolo squilibrio complessivo. Pulito ma non molto mobile nei profumi, aggiunge anche in questo caso una nota di sottobosco umido, senza dare però l'impressione di aprirsi completamente. Maturo. Un bel gradino sotto, seppur rimandendo un buon vino: 86

1995 (12,5%)
Millesimo storico, la prima vendemmia come sottozona riconosciuta Cialla, ed una grande annata in Friuli. Colore simile al 1997, ma meno brillante. Qui, finalmente, ci siamo: la terziarizzazione c'è, su toni cuoiosi, ma con garbo e compostezza notevoli. Naso ampio, profondo, terroso all'inizio, poi su una speziatura dal ventaglio più ampio, che comprende anche il chiodo di garofano. Pienezza e fittezza di bocca pari, se non superiori, al 2001 (con più tannino però, e forse pure con un magggiore allungo) ed un frutto integro senza esitazioni. Un rosso di gran classe, maturo, ma che durerà ancora moltissimo tempo. 92

Alla prossima! :D
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda diego » 05 feb 2011 00:47

Che invidia, bella degustazione e belle note Alberto, grazie!
Anche io ho un debole per questo vino e per questa azienda...
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda arnaldo » 07 feb 2011 14:39

Peccato solo mancasse la 2004, che forse forse le passa tutte. Ricordo memorabile. Comunque bell'evento.Il problema ogni volta di raggiungere il centro storico di venezia, fa' passare la voglia. :D
follow my tasting notes and pics on http://instagram.com/ARNALDO2262/
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda Alberto » 07 feb 2011 16:05

arnaldo ha scritto:Peccato solo mancasse la 2004, che forse forse le passa tutte. Ricordo memorabile. Comunque bell'evento.Il problema ogni volta di raggiungere il centro storico di venezia, fa' passare la voglia. :D

Eh, dai...dalla stazione al Bistrot è una ventina di minuti, e quattro passi non hanno mai fatto male a nessuno...anzi! :wink: Sempre che uno abbia il Giovedì pomeriggio libero, chiaramente.

Anche secondo Ivan Rapuzzi la 2004 è stata una delle migliori annate per lo schioppettino, ma si è detto contento anche della 2005 (sulla carta una vendemmia meno felice) perché in genere lo schioppettino viene bene più nelle annate fresche che in quelle calde.
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda vinogodi » 07 feb 2011 16:37

Alberto ha scritto:Ieri pomeriggio degustazione dei vini dell'azienda Montenidoli di San Gimignano, ospiti del Bistrot de Venise (Calle dei Fabbri, a due passi da Rialto ed a tre da San Marco). A condurre la produttrice Maria Elisabetta Fagiuoli, veronese di nascita, ma trapiantata dal '65 a San Gimignano.

Apertura con:

Rosato Canaiuolo, 2009 (13,5%)
Mosto fiore di canaiolo in purezza vinificato in acciaio, dal colore pallidissimo. Sottile sottile ed un po' verdino, acidità furiosa, ancora scomposta e pungente, latita il fruttino, non è corto però. Fra un paio d'anni chissà cosa vien fuori...


E poi, via coi bianchi:

Vernaccia Tradizionale, 2008 (13%)
Soffice, lievitoso, quasi soffuso l'attacco al naso, poi pera matura, al palato una suggestione di lievissimo residuo zuccherino, e sensazioni quasi grasse. Manca di un guizzo di freschezza da metà bocca in poi, peccato.

Vernaccia Tradizionale, 2005 (12,5%)
Bella evoluzione verso il frutto giallo, con sensazioni bucciose più accentuate, e bocca di maggiore tensione, asciutta, piacevolmente ruvida. Bel vino, direi al suo apice.

La vinificazione della Tradizionale vede una macerazione pre-fermentativa a bassa temperatura che può arrivare, in base alle annate, anche ad una settimana, poi svinatura e fermentazione in acciaio, seguito da un periodo di affinamento contrassegnato da più travasi per evitare tendenze riduttive.


Vernaccia Fiore, 2007 (13%)
Gioca subito su un floreale molto nitido e preciso al naso, tutto in eleganza, impatta asciutto e quasi sottile al palato, ma poi compare una certa sensazione di grassezza, via via crescente, da metà bocca in avanti. Un po' semplice?

Vernaccia Fiore, 2006 (13%)
Florealità ancora più intensa, più lungo e persistente, complesso e definito nel frutto, più giallo che bianco. Note fumé (di origine minerale, evidentemente) di bella finezza nel tempo al naso. Sicuramente un vino "tecnico", ma non è un difetto che gli si può imputare, visto l'ottimo risultato.

Vernaccia Fiore, 2004 (13%)
Primi cenni terziari, frutto ancor più maturo e giallo a discapito della florealità dei due fratellini, accenna ad una buona progressione in bocca, senza però ingranare una marcia superiore. Leggermente amarognolo in finale. Il 2006 sembra aver maggior potenziale.

Come suggerisce il nome, la Fiore è ottenuta dal mosto fiore fermentato ed affinato in acciaio, rimane circa un anno nelle vasche sulle fecce fini con batonnage periodico, ma senza travasi, fino all'imbottigliamento.


Vernaccia Carato, 2006 (14%)
Naso molto fine nella modulazione tra legno e frutto, con quella sensazione di morbidezza difficilmente definibile, che sembra proprio essere una cifra aziendale, bocca sapida e con buon allungo, marcata ancora dal rovere, ma la materia per consentire un buon assorbimento sembra esserci tutta. Non si sente l'alcol, ed è una cosa importante. Interessante risentire questo ed il Fiore pari annata fra 4-5 anni.

Vernaccia Carato, 2002 (13,5%)
Qui ahimè la presenza del legno è decisamente più ingombrante, su toni affumicati insistiti al naso e burroso-vanigliosi in bocca, a discapito di un frutto meno nitido e integro, è chiara la percezione della struttura complessivamente inferiore dell'annata. Alla fine al naso sembrava aprirsi un po' verso altro, ad ogni modo. In beva ora, ovviamente per i non legnofobici.

Ricetta borgognona semplicissima, fermentazione ed affinamento in barriques, o imbottigliato dopo un anno di permanenza in legno.


IGT Il Templare, 2006 (13%)
Ecco, qui il boisé non lo vorrei definire pacchiano o paludato, però è sicuramente è ben altra cosa rispetto all'eleganza misurata del Carato pari annata. C'è anche meno corpo, meno frutto, e meno tensione acida e sapida in bocca a far da contrasto. Giovane è giovane, di sicuro, ma vini legnosi così a sensazione (spero di sbagliarmi) difficilmente sono in grado di rientrare nei ranghi col tempo...

IGT Il Templare, 1999 (13%)
Buona integrità complessiva, non ha digerito ed integrato completamente il legno, ma è inutile attendere ancora perché è chiaramente all'apice, se non un paio d'anni oltre. Togliendo la sovrastruttura determinata dalla vinificazione, rimane a parer mio una base per così dire più "neutra", di minor personalità, rispetto alla vernaccia in purezza.

Lavorazione in cantina analoga al Carato, ma con presenza di un 20% di trebbiano e di un 10% di malvasia ad affiancare la vernaccia.


Attenzione attenzione...KEEP OUT rieslingomani, chablisomani e amanti della mineralità rocciosa e tagliente in genere! E però, a parte la questione apporti del legno più o meno discutibili, che è un altro capitolo, non ho trovato assolutamente vini molli.
... i voti? 8) ...
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Re: Incontri Bistrot de Venise (Schioppettino Ronchi di Cialla)

Messaggioda Alberto » 07 feb 2011 20:55

Alla degustazione di Montenidoli in Dicembre non avevo dato voti, però diciamo che Fiore 2006 e Carato 2006 (soprattutto il Carato) si collocavano molto vicini alla soglia fatidica dei 90 punti.
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Re: Incontri "Vino a Venezia" 2012 al Bistrot de Venise: BIO

Messaggioda Alberto » 20 gen 2012 10:30

Inizio d'anno in grande stile al Bistrot de Venise: dopo il primo incontro della nuova stagione lo scorso Novembre (al quale ho accennato brevemente qui), ieri pomeriggio primo appuntamento del 2012 incentrato sui vini variamente ispirati alle scuole di pensiero "bio", o meglio "naturali"; presenti i produttori euganei Alfonso Soranzo (Monteforche) e Mariagioia Rosellini (Ca' Orologio).

Nell'ordine:

Cassiara, Monteforche, 2010 (garganega, malvasia istriana, traminer e moscato)
VCJ Riserva Villa Bucci, Bucci, 2007
Trebbiano d'Abruzzo, Valentini, 2009
Ribolla Gialla, Il Carpino, 2008

Cabernet Franc, Monteforche, 2010
Merlot, Le Due Terre, 2009
Calaone, Ca' Orologio, 2009 (merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon e barbera)
Dogliani, San Fereolo, 2006
Barbaresco Pajè, Roagna, 2005
Vigna del Vento, Monteforche, 2008 (cabernet franc, merlot)

A dopo per qualche nota! :D
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Re: Incontri "Vino a Venezia" 2012 al Bistrot de Venise: BIO

Messaggioda vinogodi » 20 gen 2012 15:13

Alberto ha scritto:Inizio d'anno in grande stile al Bistrot de Venise: dopo il primo incontro della nuova stagione lo scorso Novembre (al quale ho accennato brevemente qui), ieri pomeriggio primo appuntamento del 2012 incentrato sui vini variamente ispirati alle scuole di pensiero "bio", o meglio "naturali"; presenti i produttori euganei Alfonso Soranzo (Monteforche) e Mariagioia Rosellini (Ca' Orologio).

Nell'ordine:

Cassiara, Monteforche, 2010 (garganega, malvasia istriana, traminer e moscato)
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Ribolla Gialla, Il Carpino, 2008

Cabernet Franc, Monteforche, 2010
Merlot, Le Due Terre, 2009
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Dogliani, San Fereolo, 2006
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A dopo per qualche nota! :D
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Re: Incontri "Vino a Venezia" 2012 al Bistrot de Venise: BIO

Messaggioda Alberto » 22 gen 2012 21:48

Qualche nota sui vini di Giovedì scorso, ma niente punteggi (per lo sconforto di Vinogodi :wink: ):

Veneto Bianco Cassiara, Monteforche, 2010 (13%)
Glicine e mandorla cruda al naso, leggermente pungente all'inizio, con l'aria si ingentilisce; attacca al palato con una suggestione di residuo zuccherino, il frutto bianco si mescola ad una banana non troppo matura, si asciuga verso il finale di una corsa non troppo lunga in bocca, ed esce pure un gran bel sale. Già in beva, gustoso.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Villa Bucci, Bucci, 2007 (13,5%)
Più espressivo in gioventù, soprattutto nel registro fruttato, rispetto ad altre annate: un bonus di prontezza che gli fa stemperare un po' dell'aura sempre così compassata e "british" di questo ottimo vino. Per il resto, la solita finezza della tostatura, soprattutto al naso, ed il solito ottimo controllo dei toni amari, pur presenti nella nota saliente di pompelmo che lo contraddistingue in bocca.

Trebbiano d'Abruzzo, Valentini, 2009 (12%)
Prima bottiglia indecifrabile, al naso bloccata per tutto il tempo su note di matita bagnata, ed in bocca chiusa a riccio su una marinità iodata quasi sferzante; seconda bottiglia "carbonata" invece più aperta al naso sul melone bianco e sul pepe (sempre bianco), e sensazioni nel complesso meno scorbutiche. Non disturbare.

Venezia Giulia Ribolla Gialla, Il Carpino, 2008 (13%)
Bel naso dalla balsamicità sottile, molto garbato (al limite del "pettinato", a dirla tutta) nel suo profilo macerativo, poi anche toni cerosi, meno bene al palato dove soffre un passaggio a vuoto a centro bocca, sembrando come a corto di energia e spinta; finale marcato da una nota di cocco ceduta forse dai legni da 20hl ancora non completamente neutri. Una ribolla discreta, ma non eccezionale: preferisco in genere altri vini di questa cantina, malvasia in primis.

Veneto Cabernet Franc, Monteforche, 2010 (13,5%)
Frutto rosso pulito, ed anche di una certa maturità e golosità, lascia trasparire solo in bocca la sua dimensione erbacea intrinseca (c'è pur sempre un po' di carmenère dentro); i tannini non sono verdi però, e c'è anche una bella nota di cenere sul finale, che riconduce abbastanza chiaramente al territorio. Un piccolo vino vispo.

Colli Orientali del Friuli Merlot, Le Due Terre, 2009 (13,5%)
Questo è una bomba, senza mezzi termini. Intensissimo il naso di lampone, mora, prugna, ma anche humus, tabacco, cemento bagnato; il frutto al palato è onnipresente quasi, ma come in un gioco di rimpalli è sempre contrastato e rintuzzato da una mineralità vivida, irradiante, davvero splendida. Estrazione tannica molto misurata, cosa che rende non complicata la beva nonostante la massa di frutto, gran freschezza complessiva e legno dosato davvero bene: la mano in cantina è tutta lì da apprezzare. Bravi!

Colli Euganei Rossi Calaone, Ca' Orologio, 2009 (15%)
Lavanda e rosmarino, alcol e più di un cenno di bruciacchiatura del frutto; la materia in bocca per "coprire" certamente c'è, ma la beva onestamente non è priva di spigoli alcolici. Il momento (è stato appena imbottigliato, quindi una certa disarmonia complessiva è da mettere in preventivo) e la gioventù certo non aiutano, mi sembra però che in vigna sia forse un po' scappata la mano con le maturazioni, in quest'annata.

Dogliani, San Fereolo, 2006 (14,5%)
Frutto scuro privo di grandi caratterizzazioni al naso, sembra molto molto giovane ancora; bocca a cui non mancano di certo estratti, acidità e tannini, mi è parso però un vino che, oltre all'ambizione materica, non cercasse particolari finezze o sfaccettature. Considerata la fama dell'azienda, mi aspettavo qualcosa di diverso, ed invece mi pare sia un etichetta che si possa inserire nella categoria dei "dolcettoni", anche se per quanto riguarda la gestione del legno, va detto che si tratta di un vino ineccepibile. Ma a me il dolcetto non piace a prescindere, per cui non faccio testo... :lol:

Barbaresco Pajè, Roagna, 2005 (13,5%)
Chez Roagna, la lettura dell'annata del loro Barbaresco più di base ha dato vita ad un'interpretazione tutta in punta di fioretto: frutto dai toni chiari (spicca un durone croccante, non troppo maturo), una rosa molto pulita e precisa (assieme ad una nota di paglia...sarà forse la suggestione del nome?), una tannicità sottile e sfumata, ed una sensazione generale di immediata fruibilità. Durerà lo stesso certamente, ma non sembra un vino particolarmente bisognoso di altro tempo di bottiglia.

Veneto Rosso Vigna del Vento, Monteforche, 2008 (14,5%)
Caratterizzazioni fumé e resinose al naso, gran corpo ed estratti ma anche ottimo equilibrio nonostante la gioventù; la carica di frutto (amarena, mora) è notevole, ma oltre a non difettare della giusta acidità a contrasto, il vino nel complesso mantiene un coté quasi ombroso, boschivo, che lo rende davvero intrigante. Alfonso Soranzo qui ha fatto un gran lavoro di sicuro sulle rese, ma sopratutto sulla maturità delle uve; manca quel pizzico di allungo del campione, ma il risultato è comunque ottimo.
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda Alberto » 06 mar 2012 15:26

Quinto incontro "Vino a Venezia", ed ultimo per quest'anno, al Bistrot de Venise lo scorso Giovedì 1° Marzo, con ospite l'azienda Foradori di Mezzolombardo.

Un po' di disappunto per il forfait dato last-minute da Elisabetta: sarebbe stato bello che i vini fossero spiegati direttamente dalla loro creatrice... Cionostante, il sostituto al tavolo del produttore, ovverosia Luca Grinzato storico agente di zona dell'azienda, ha tenuto egregiamente botta.

Quattro i vini in assaggio, equamente divisi tra etichette "storiche" e nuove produzioni (o rinnovate, come nel caso dello Sgarzon) nate sotto il crisma della viticoltura naturale:

Manzoni Bianco Dolomiti IGT Fontanasanta, 2010 (13%)
Colore paglierino medio-carico, velato. Naso poco intenso, tra il vegetale ed il floreale bianco, che nel tempo tende pure a sporcarsi leggermente; meglio al palato, coerente sul glicine e su un frutto bianco non molto dettagliato, un discreto sale, emergenza del legno (dopo una macerazione di 8 giorni, è passato in botti di acacia per 12 mesi) da metà bocca in poi. Non cattivo, ma mi aspettavo un vino più grintoso, oltre che più profumato.

Teroldego Dolomiti IGT Foradori, 2009 (13%)
Un plauso per il colore, rubino scuro brillante, vivissimo, deliziosamente non saturo. Viola e ciliegia, con dietro perfino qualcosa di salmastro, non male come primo naso...ma l'entusiasmo iniziale non ha seguito, perché da lì poi non si muove molto, purtroppo. In bocca, dopo la rasoiata tannica iniziale, fa la sua comparsa una vena tra il balsamico ed il verde/tabaccoso a far compagnia ad un frutto dalla decisa vena acidulata, il vino nonostante l'annata sulla carta calda sembra come mancare un po' di "base" per così dire. Non perfettamente a fuoco.

Teroldego Dolomiti IGT Sgarzon, 2010 (13%)
Colore meno brillante e limpido, più saturo, quasi impenetrabile. Si ritrova qui una materia di base più matura ed una maggiore estrazione, in grado di "integrare" meglio l'acidità; il tannino è sempre mordace (ma da un 2010 che macera 8 mesi in anfora, non si ha da aspettarsi grandi delicatezze), c'è una piccola nota amara sul finale; a suo vantaggio, rispetto al Foradori, gioca però la capacità di muoversi e progredire nel bicchiere, infatti esce nel tempo anche una nota floreale bianca ed un che di fragoloso, e la severità tannica tende un po' a stemperarsi. Più profondo.

Rosso Dolomiti IGT Granato, 2008 (13%)
Colore simile allo Sgarzon, solo un filo meno giovanile chiaramente. Difficile inquadrarlo in quest'annata, mi verrebbe quasi da definirlo "mezzo Paul Cézanne, mezzo Teomondo Scrofalo": naso intenso e ricco, ma in qualche modo incupito e addirittura con un sospetto di evoluzione precoce (sembra un vino di 6-7 anni, per dire), bocca dal sospetto di residuo zuccherino, un frutto che si mostra fitto, pieno, fortunatamente più fresco e goloso, sensazioni tattili alquanto "carnose"...sembra di mangiare una costata al sangue, ben caramellata in superficie... Per tutto il sorso ti viene da pensare: "mah, a questo vino manca di un pizzico di tensione"...ma alla fine ti sorprende con un guizzo di sapidità insperato. Ed il bicchiere, tra alterne vicende, finisce.

E col Bistrot, siamo all'arrivedeci a questo Autunno... :D
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda Bistrot de Venise » 29 giu 2012 10:02

Grazie per i bei apprezzamenti sulle degustazioni che si fanno qui da noi al Bistrot! Ormai sono incontri fissi ogni anno da ottobre a maggio circa e anche quest'anno stiamo preparando qualche nuova chicca da presentare...speriamo che possiate venire numerosi e che rimaniate contenti e soddisfatti! Intanto se vi va potete dare un'occhiata ala nostra nuova carta vini http://www.bistrotdevenise.com/ita/vino.html non è ancora finita ma ci stiamo lavorando alacremente anche grazie al nostro nuovo acquisto come sommelier, Flavio Parolin, che viene direttamente da un periodo a Londra presso il Maze di Gordon Ramsey...commenti e suggerimenti sono chiaramente molto ben accetti! Vi aspettiamo, a presto!
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda Sydney » 29 giu 2012 10:08

Bistrot de Venise ha scritto:Grazie per i bei apprezzamenti sulle degustazioni che si fanno qui da noi al Bistrot! Ormai sono incontri fissi ogni anno da ottobre a maggio circa e anche quest'anno stiamo preparando qualche nuova chicca da presentare...speriamo che possiate venire numerosi e che rimaniate contenti e soddisfatti! Intanto se vi va potete dare un'occhiata ala nostra nuova carta vini http://www.bistrotdevenise.com/ita/vino.html non è ancora finita ma ci stiamo lavorando alacremente anche grazie al nostro nuovo acquisto come sommelier, Flavio Parolin, che viene direttamente da un periodo a Londra presso il Maze di Gordon Ramsey...commenti e suggerimenti sono chiaramente molto ben accetti! Vi aspettiamo, a presto!


il primo consiglio che nasce spontaneo è: abbassate i prezzi dei vini. :shock: :mrgreen:
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda vinbell » 29 giu 2012 12:04

Sydney ha scritto:
Bistrot de Venise ha scritto:Grazie per i bei apprezzamenti sulle degustazioni che si fanno qui da noi al Bistrot! Ormai sono incontri fissi ogni anno da ottobre a maggio circa e anche quest'anno stiamo preparando qualche nuova chicca da presentare...speriamo che possiate venire numerosi e che rimaniate contenti e soddisfatti! Intanto se vi va potete dare un'occhiata ala nostra nuova carta vini http://www.bistrotdevenise.com/ita/vino.html non è ancora finita ma ci stiamo lavorando alacremente anche grazie al nostro nuovo acquisto come sommelier, Flavio Parolin, che viene direttamente da un periodo a Londra presso il Maze di Gordon Ramsey...commenti e suggerimenti sono chiaramente molto ben accetti! Vi aspettiamo, a presto!


il primo consiglio che nasce spontaneo è: abbassate i prezzi dei vini. :shock: :mrgreen:

Ma i prezzi si intendono per cartone? :mrgreen:
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda Bistrot de Venise » 29 giu 2012 12:21

Direi che i prezzi sono rapportati ai vini, al locale e al posto...per bere dei vini particolari dietro piazza San Marco in un ristorante di alto livello (che tra l'altro è un punto di riferimento per il vino a Venezia e non solo) assicuro che non sono alti...basta vedere altri ristoranti della stessa categoria nella zona.
Ad ogni modo se si vuole iniziare con un assaggio si possono bere anche a bicchiere per valutarli o in alternativa partecipare alle degustazioni che facciamo al Bistrot, sono gratuite e si può venire tranquillamente ad assaggiare e valutare se vale la pena tornare, secondo noi e (fortunatamente) per i nostri ospiti si :-)
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '12 al Bistrot de Venise: Foradori

Messaggioda arnaldo » 29 giu 2012 12:25

Cristian....su daiiii....non fare sempre il criticone.... :D :D sei in centralissima Venezia....che cavolo vuoi ???? :D :D Eh,dai....su........a proposito...sai quando apre Fasolato ???? 8) 8)
follow my tasting notes and pics on http://instagram.com/ARNALDO2262/
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: PN Trentino

Messaggioda Alberto » 27 gen 2013 11:25

L'ultimo degli usuali incontri del Giovedì al Bistrot de Venise (un "bravi!" a loro, come al solito :D ) si è focalizzato su una selezione di pinot neri trentini, con la conduzione di Gianpaolo Girardi patron di Proposta Vini, assieme al produttore Tiziano Tomasi (azienda La Cadalora di Ala).

Testati, nell'ordine:

Alfio Nicolodi, 2011 (12,5%)
Un vinino tutto -ino, pallidino, asciuttino, lamponcino, vegetalino. Nei panni di una schiava...ma allora è meglio una schiava. :roll:

Maso Cantaghel, 2009 (13,5%)
Un bel ruffiano, a parer mio più negli esiti che non negli intenti, ed in ogni caso fatto nel complesso decisamente bene: frutti di bosco declinati in yogurt (il legno, presumo) e speziatura molto ben misurata, in bocca il tocco vellutato maschera una trama non troppo fitta, ma ha il pregio di un discreto allungo. Il più "borgognone" (banalità, vabbè) dei 5, ha eleganza anche se con un minus di un piccolo tocco alcolico nell'evoluzione.

Dalzocchio, 2008 (13%)
Evviva!: il naso di questo vino fa nascere il nuovo descrittore "pesca affumicata". Ha il fascino dell'accennata decadenza, come un bel fiore che inizia ad appassire, infatti non ci vedo chiare prospettive temporali a lungo termine, anzi. Ma è bello così com'è: in bocca c'è anche una fragolina splendidamente gourmand, non ha grande spalla ma nemmeno lo si può dire diluito. Meglio rispetto all'ultimo assaggio, ad ogni modo...anche se il 2009 resta un bel gradino sopra.

Vigneto Ventrat, Vallarom, 2008 (13%)
Prima bottiglia marcata da una nota acre piuttosto sgraziata, c'è chi dice riduzione, io la leggo come volatile; la seconda bottiglia va decisamente meglio, con maggior complessità in bocca dove si coglie un fondo salmastro alquanto interessante, rispetto ad un naso fresco e dal legno beneauguratamente poco invadente, ma piuttosto "stretto" sui fruttini rossi maturi. Ma ha polpa, equilibrio e margini di miglioramento.

Vignalet, La Cadalora, 2008 (13%)
Interpretazione austera, quasi "cerebrale", ma convincente, in quanto non rigida: infatti il frutto, inizialmente un po' in secondo piano, va in crescendo nel bicchiere; il naso si esprime in maniera direi territoriale, su una bella nota affumicata; la bocca è densa e di ottimo allungo (qui si sente che si è lavorato molto sugli estratti) ed il tannino grintoso; "bel" boisé sul finale (ma non è più di una punta). Da un vigneto a pergola ultra-fitta (sesto 3,20 x 0,30 :shock: ), una gran bella scoperta.

Interessante il terzetto dei 2008 finali...un soldino sul Vallarom per il futuro lo metterei, sarà al massimo fra 3-4 anni, mi è parso un vino molto "serio" al palato. Non conoscevo La Cadalora, e come detto è stata una positiva sorpresa, tanta grinta e sostanza.
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: PN Trentino

Messaggioda Bistrot de Venise » 28 gen 2013 10:28

Alberto ha scritto:L'ultimo degli usuali incontri del Giovedì al Bistrot de Venise (un "bravi!" a loro, come al solito :D ) si è focalizzato su una selezione di pinot neri trentini, con la conduzione di Gianpaolo Girardi patron di Proposta Vini, assieme al produttore Tiziano Tomasi (azienda La Cadalora di Ala).

Testati, nell'ordine:

Alfio Nicolodi, 2011 (12,5%)
Un vinino tutto -ino, pallidino, asciuttino, lamponcino, vegetalino. Nei panni di una schiava...ma allora è meglio una schiava. :roll:

Maso Cantaghel, 2009 (13,5%)
Un bel ruffiano, a parer mio più negli esiti che non negli intenti, ed in ogni caso fatto nel complesso decisamente bene: frutti di bosco declinati in yogurt (il legno, presumo) e speziatura molto ben misurata, in bocca il tocco vellutato maschera una trama non troppo fitta, ma ha il pregio di un discreto allungo. Il più "borgognone" (banalità, vabbè) dei 5, ha eleganza anche se con un minus di un piccolo tocco alcolico nell'evoluzione.

Dalzocchio, 2008 (13%)
Evviva!: il naso di questo vino fa nascere il nuovo descrittore "pesca affumicata". Ha il fascino dell'accennata decadenza, come un bel fiore che inizia ad appassire, infatti non ci vedo chiare prospettive temporali a lungo termine, anzi. Ma è bello così com'è: in bocca c'è anche una fragolina splendidamente gourmand, non ha grande spalla ma nemmeno lo si può dire diluito. Meglio rispetto all'ultimo assaggio, ad ogni modo...anche se il 2009 resta un bel gradino sopra.

Vigneto Ventrat, Vallarom, 2008 (13%)
Prima bottiglia marcata da una nota acre piuttosto sgraziata, c'è chi dice riduzione, io la leggo come volatile; la seconda bottiglia va decisamente meglio, con maggior complessità in bocca dove si coglie un fondo salmastro alquanto interessante, rispetto ad un naso fresco e dal legno beneauguratamente poco invadente, ma piuttosto "stretto" sui fruttini rossi maturi. Ma ha polpa, equilibrio e margini di miglioramento.

Vignalet, La Cadalora, 2008 (13%)
Interpretazione austera, quasi "cerebrale", ma convincente, in quanto non rigida: infatti il frutto, inizialmente un po' in secondo piano, va in crescendo nel bicchiere; il naso si esprime in maniera direi territoriale, su una bella nota affumicata; la bocca è densa e di ottimo allungo (qui si sente che si è lavorato molto sugli estratti) ed il tannino grintoso; "bel" boisé sul finale (ma non è più di una punta). Da un vigneto a pergola ultra-fitta (sesto 3,20 x 0,30 :shock: ), una gran bella scoperta.

Interessante il terzetto dei 2008 finali...un soldino sul Vallarom per il futuro lo metterei, sarà al massimo fra 3-4 anni, mi è parso un vino molto "serio" al palato. Non conoscevo La Cadalora, e come detto è stata una positiva sorpresa, tanta grinta e sostanza.


Grazie Alberto! ormai sono quasi 20 anni che portiamo avanti una ricerca seria sul vino con un calendario annuale di incontri (sempre free e aperti a tutti) e varie collaborazioni con l'AIS, l'Istituto di Conegliano, Slow Wine ed esperti enologi e siamo contenti che siano apprezzati dal nostro pubblico! per quest'anno il calendario "Vino e Gastronomia" riserva ancora qualche sorpresa che puoi trovare sul nostro blog http://blog.bistrotdevenise.com/ita/cat ... tronomia/# Speriamo di veder crescere sempre il nostro pubblico e i nostri amici, grazie!
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: PN Trentino

Messaggioda vinogodi » 28 gen 2013 20:48

...bella iniziativa: complimenti. Ce ne fossero, in giro... 8)
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: PN Trentino

Messaggioda il chiaro » 28 gen 2013 21:59

La Cadalora ha anche una gamma di bianchi di tutto rispetto, soprattutto il pinot grigio Gazzi davvero longevo e buonerrimo.
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: PN Trentino

Messaggioda Bistrot de Venise » 29 gen 2013 10:12

vinogodi ha scritto:...bella iniziativa: complimenti. Ce ne fossero, in giro... 8)

Grazie!
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: Malvasie!!!

Messaggioda Alberto » 31 mar 2013 10:55

Ultimo incontro per questa stagione 2012-2013 al Bistrot de Venise, focalizzato principalmente sulla malvasia istriana, con divagazione finale. I vini in assaggio:

Veneto Malvasia d'Istria, Toni Bigai, 2011 (13,5%)
E' un imbottigliamento sui lieviti, che si è scelto (condivisibilmente o meno, ma tant'è...) di servire torbido, ovverosia con il fondo mandato completamente in sospensione, agitando la bottiglia prima di stapparla. Forte impatto del lievito ovviamente, poi pera e pesca bianca; grezzo ma non sporco, la spina acida c'è. Una simpatica "ombra" agreste, da pane e soppressa.

Collio Malvasia, Casa Zuliani, 2011 (14,5%)
Naso molto preciso di fiori bianchi, agrumi chiari ed erba tagliata, in cui appare una lontana eco salmastra-marina; palato molto tipico dell'annata, ovverosia maturo e un po' caldo all'ingresso con una lieve carenza di freschezza complessiva che tende ad accorciare il sorso. Si sente la mano "navigata" in cantina (come per il vino seguente), quella dell'ottimo Gianni Menotti (ex di Villa Russiz).

Carso Malvasia Dileo, Castelvecchio, 2011 (14,5%)
Meno intenso del vino precedente al naso, pur ripercorrendone la vena floreale; in bocca invece mostra una carica glicerica notevole, con leggero calore alcolico nel tempo. Salino, grasso e piacevolmente "quadrato", pur senza lampi di classe assoluta mi sembra un vino di maggior personalità e concretezza rispetto ai vecchi Castelvecchio, che mi lasciavano sempre piuttosto freddo.

Zapadna Istra Malvazija, Kabola, 2011 (13,8%)
Produttore importante dell'Istria "Bianca" (Momiano, per la precisione). Vino per me ancora molto indietro, con un naso quasi abbozzato, tutto sulla vegetalità, ed un'irrequietezza giovanile testimoniata anche da un netto residuo di carbonica; interessanti le connotazioni d'altura, direi più prettamente e puramente saline che salmastre/marine, ed una silhouette di bocca verticale ed asciutta, con un bel mascheramento dell'alcol. Se uno non cerca l'eleganza, una bella espressione "a briglia sciolta".

Carso Malvasia, Skerk, 2010 (13,5%)
E qui scatta l'applauso: la compiutezza dell'interpretazione più "sottrattiva" della macerazione sembra infatti essere raggiunta. E il bello è che è chiaramente un vino fermentato sulle bucce, e lo riconosci appena avvicini il naso al bicchiere, ma con la caratteristica di possedere una leggerezza ed una nettezza di espressione davvero eclatanti. I colori sulla tavolozza non sono molti, se vogliamo, ma colpiscono per la loro freschezza: un mazzetto di erbe aromatiche appena colte, un pompelmo giallo maturo appena tagliato, un ammandorlato che è solo un'impressione lontana, e l'onnipresente venticello del mare. Vino "sulle punte", di grana finissima.

Congedo inusuale da questa bella panoramica e da quest'anno di incontri al Bistrot, con una malvasia che non è istriana, ed è pure tagliata con una quota di lambrusco: Emilia Malvasia Rosa, Camillo Donati, 2010 (12,5%). Ovviamente rifermentata in bottiglia ed ovviamente secchissima, al naso ricorda nemmeno tanto vagamente una Kriek Lambic (marasca e toni lattici) a suo modo di buona pulizia, in bocca si sporca decisamente su toni di salamoia. Difficile da capire, almeno per me.

La degustazione è stata preceduta da un'interessante cronistoria sulle "Malvasie" veneziane, ovverosia le rivendite di vino al minuto proveniente dai territori del Mediterraneo orientale della Serenissima: vere e proprie istituzioni cittadine, tanto da lasciar traccia fino ad inizio '900 in ben 13 toponimi (sopravvissuti ai giorni nostri solo in parte) tra calli, campi e rive.

Alla prossima! :D
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Re: Incontri "Vino a Venezia" '13 Bistrot de Venise: Hofstätter!

Messaggioda Alberto » 20 nov 2013 16:51

Ripresa degli incontri col botto per il nuovo anno al Bistrot de Venise, con un paio d'ore ieri pomeriggio in compagnia dei vini di Joseph Hofstätter (cantina che non ha molto bisogno di presentazioni... :wink: ).

L'enologo aziendale di sempre Franz Oberhofer ha proposto le 5 etichette di punta, con anche un paio di excursus su annate passate (in formato magnum, per giunta). Nell'ordine, si è bevuto:

Barthenau Vigna S. Michele, 2011 (13,5%)
Da qualche anno ha abbandonato il vecchio uvaggio con chardonnay e sauvignon ed è invece proposto come pinot bianco in purezza, vinificato in botte grande senza lieviti selezionati. Paglierino-verdolino chiaro. Naso iniziale con una mela verde netta e paradigmatica, poi affiancata da una nota nocciolata (arachide?), da un floreale bianco fresco e da lontani ricordi autunnali, di champignon e di mallo di noce, più evidenti con l'alzarsi della temperatura; una certa finezza complessiva, comunque. La sottigliezza apparente del naso è contraddetta da un attacco di bocca piuttosto grassoccio e maturo, più sul frutto giallo, con l'acidità un pelino nascosta. Non corto, però. Buona riuscita "di tecnica" in un'annata potenzialmente così-così, gli lascerei una porta aperta per un'evoluzione positiva nei prossimi 3-4 anni perché è senz'altro un vino equilibrato.

Kolbenhof, 2012 (14,5%)
Gewurztraminer storicamente di classe top, qui in annata secondo me piuttosto carica. Color oro chiaro. Naso non molto definito, nel senso che la florealità varietale è affiancata da note agrumate piuttosto vaghe, ma c'è più che altro una sensazione di compressione e sfuocatura aromatica data secondo me dall'estrema gioventù. Attacco di bocca molto grasso, segnato da una vena di carbonica residua, sviluppo leggermente "pomatato", con note floreali di lavanda (in continuità col naso) piuttosto intense. Ci sono comunque l'acidità giusta per bilanciare (Oberhofer dice poco sopra i 5 g/l, che non è poco per la tipologia), e soprattutto una vena minerale e salina sotterranea che allunga bene il sorso, e che penso possa uscire pienamente fuori nei prossimi anni con la sosta del vino in bottiglia; attualmente è davvero troppo giovane e magmatico per poterlo giudicare al meglio.

Steinraffler, 2008 (13,5%) - Da magnum
Lagrein in purezza. Rubino piuttosto chiaro con tenui riflessi violacei giovanili. Naso nitido, preciso, vagamente "distaccato", sul frutto scuro con una punta di dolcezza; assenti del tutto note animali o terrose. Ingresso di bocca quasi sottile e prosecuzione sul tema agilità piuttosto che muscoli (anche se l'acidità non è che sia particolarmente in evidenza), col frutto che prima si schiarisce verso una ciliegia di bella succosità, poi ridiventa scuro, quasi prugnoso, e dei tannini nel complesso parecchio arrotondati; nel frattempo con un po' d'aria esce a latere un discreto coté affumicato, sia al naso che al palato. Finale di cacao amaro in polvere. Un lagrein un po' "furbetto"?

Yngram, 2005 (13,5%) - Da magnum
Maggioranza dei due cabernet (con più franc che sauvignon), con saldo di petit verdot e syrah. Rubino scuro e compatto. Naso che parte con una scissione tra note verdi e maturità del frutto scuro che ci mette un po' a ricomporsi; nel tempo il primo aspetto si fà da parte a vantaggio di frutto sicuramente ben definito e vivace, sebbene sempre molto scuro. Anche flebili tocchi olivosi. Palato muscoloso, balsamico e leggermente tabaccoso, non eccessivamente vegetale; liquirizia netta sul finale e in retro-olfattiva. Vino solido, quasi squadrato, anche nei tannini che alla fine risultano abbastanza rigidi. Molto giovane nel complesso, complice anche il formato.

Barthenau Vigna S. Urbano, 2010 (13,5%)
Finalmente col più celebre (forse) dei blauburgunder altoatesini arriva l'atteso cambio di passo e di registro: gran vino, ora e per un futuro prevedibilmente non breve. Rubino brillantissimo, un colore davvero da manuale per un pinot nero giovane. Il naso è onestamente perfettibile, nel senso che ha già una certa ampiezza di spunti (partenza con una netta nota di argilla umida e tocchi di sottobosco, poi arancia sanguinella e cola, poi in terza battuta si impone la fragolina) ma l'intensità in questa fase non è al massimo, diciamo che i profumi non saltano fuori dal bicchiere, ma li devi un po' cercare. La bocca però è qualcosa di clamoroso e mai sentito in un BB giovane: tesa, nervosa, lunghissima, agrumatissima, con un tannino fine fine ma ben "grippante"; sono il primo (e lo dico) a non gradire i paragoni esterni, ma qui si nebbioleggia alla grande. Magnifici l'equilibrio e nitidezza delle sensazioni. Annata di grazia!

Nota di merito generale: legni di affinamento molto ben gestiti (un piccolo esubero boisé, peraltro portato con estrema eleganza, a ben vedere c'è solo sul giovanissimo BB Barthenau).

Alla prossima! :D
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