Degustazioni in Romagna

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giodiui
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 06 mag 2022 08:19

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Ieri sera simpatica degustazione di champagne tra amici con le cuvées entrata di gamma portati a casa nel mio ultimo tour.

Ancora una volta la dimostrazione che si può bere bene champagne a cifre molto ragionevoli.

Il premio della giuria va al Grande Reserve di Taisne Riocour, fuori concorso semplicemente perchè in una fascia di prezzo leggermente più alta (domani lo rimetto alla cieca contro rivali di pari 'peso').

Sul podio salgono
1. André Texier, Carte Perlé, assemblaggio 60% Pinot Meunier, 20% Chardonnay, 20% Pinot Nero, annata 2017 più vino di riserva.
2. Liebart-Regnier, Les Sols Bruns, assemblaggio 60% Pinot Meunier, 20% Chardonnay, 20% Pinot nero
3. Serge Pierlot, Extra-Brut Tradition, 75% Pinot Nero, 25% Chardonnay

Menzione speciale al rosé di macerazione di Chardonnet et fils (50% Pinot Meunier, 50% Pinot Nero), dal colore ciliegia intensamente ipnotico, con note speziate e chinate. Nonostante un dosaggio a soli 8gr ha accompagnato alla perfezione una tenerina al cioccolato.


Scrivetemi se siete interessati a partecipare alle prossime serate, i posti si esauriscono sempre in fretta ma si possono sempre moltiplicare le serate 8)
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda Trabateo » 06 mag 2022 19:13

Di Liebart-Regnier mi piace molto il millesimato Excelia :wink:
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 07 mag 2022 09:28

Trabateo ha scritto:Di Liebart-Regnier mi piace molto il millesimato Excelia :wink:


Si molto buono anche quello, e poi ancora di più tutta la linea dei parcellari, soprattutto quello a base di Petit Meslier, una vera chicca.
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 14 mag 2022 15:07

Ancora un appuntamento di degustazione, resta qualche posto disponibile.

Sempre a Brisighella, sempre max 10 persone, sempre setting conviviale.

Quando: Sabato 28 maggio a pranzo
Cosa: verticale di Riesling d’Alsazia.
Partiremo dal 2015 e torneremo indietro nel tempo fino al 1999. Solo Grand Cru, e una sorpresa per il dolce (ancora più vecchia)-

Prezzo: 50 euro cibarie incluse.
info wa 3485709792
giodiui
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 31 mag 2022 21:47

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Verticale Riesling 1985-2015

La degustazione ha permesso di osservare l’evoluzione nel tempo di questo straordinario vitigno, che opera come un sensibilissimo sensore geologico-climatico. Al cuore della degustazione c’erano i Grand Cru di due produttori, Eric Rominger e Domaine Moritz, affiancati da alcune altre bottiglie. Organizzati in batterie di due bottiglie, di solito della stessa annata, per poter distinguere in modo più preciso l’effetto ‘terroir’ dall’effetto produttore, tenendo fissa la variabile climatica.
11 bottiglie per 8 partecipanti, pronti partenza via!

Vini di apertura
Domaine Régin, Crémant d’Alsace, Brut.
Un raro Crémant da 100% uve Pinot Bianco. Molto fine al naso, perlage equilibrato, elegante e discreto. Non particolarmente complesso ma di grande piacevolezza.

Josmeyer, Riesling, Les Pierrets 2019
Se fossimo in un concorso musicale o cinematografico sarebbe il classico ‘fuori concorso’. I vini di Josmeyer affascinano sempre per la loro composta eleganza. Tutto è dove deve essere, c’è precisione, pulizia, e al tempo stesso un certo non so cosa che stupisce sempre.

Prima Batteria
Domaine Eric Rominger, Riesling Grand Cru Zinnkoepflè, 2011
Un produttore dall’impianto molto classico, che gioca sul filo del rasoio nell’equilibrio tra residuo zuccherino e acidità, e che in annate calde paga un po’ pegno alle sue scelte di vinificazione. Il naso è ricco opulento e decisamente appagante, ma in bocca

Agathe Bursin, Riesling Dirstelberg 2011
Anche in annate calde come la 2011 Agathe riesce a mantenere un perfetto equilibrio tra materia e acidità. Ero molto curioso di vedere come evolvono i suoi vini, e ho avuto la conferma che cercavo. Forse meno intenso al naso del precedente, ma con uno scheletro tattile più rigoroso. Si apre con decise note di cumino che sorprendono, per poi distenersi su note speziate più discrete. Non c’è traccia dei prevedibili idrocarburi. In bocca non c’è nessuno spazio per residui zuccherini, tutto scorre via con agilità.


Seconda Batteria
Domaine Eric Rominger, Riesling Grand Cru, Saering, 2007
Rominger nelle annate fredde riesce a trovare la quadra del cerchio tra il suo stile e ciò che la natura offre: note iodate e di idrocarburi, naso intenso e persistente, e una bella presenza in bocca, lunga e minerale, non infastidita da residui zuccherini.

Domaine Moritz, Riesling Grand Cru, Kastelberg, 2007.
Il Kastelberg è un Grand Cru molto particolare. Il terreno di scisti neri dà ai vini una trama estremamente eterea e al tempo stesso minerale. L’associazione ricorrente è con l’acqua di roccia, e questo 2007, da annata fresca, esprime al meglio questa cifra stilistica fatta di eleganza, finezza, e di una certa ‘rocciosità’ fredda. Quasi tutti hanno convenuto che si sarebbe sposato perfettamente con un piatto di pesce crudo o ostriche. Vi invito a riflettere: un Riesling del 2007 con le ostriche? Siamo su un altro pianeta.


Terza Batteria
Domaine Moritz, Riesling Grand Cru, Kastelberg, 2003.
Qui anche Moritz paga pegno all’annata calda. La magia nordica della 2007 scompare, e rimane un vino solare molto piacevole, di una freschezza spaventosa se consideriamo i quasi 20 anni passati, e le condizioni climatiche del 2003. Alla cieca non gli daresti più di 8-10 anni. Però ovviamente non c’è più la fresca acqua di roccia, ma profumi intensi di frutti gialli, quasi di ginestra, e un equilibrio in bocca più spostato verso la presenza materica.

Domaine Eric Rominger, Riesling Grand Cru, Saering, 2000.
Un tappo trafilato ha purtroppo degradato questa bottiglia, con rammarico di tutti.

Quarta Batteria
Domaine Moritz, Riesling Grand Cru, Kastelberg, 1999.
Probabilmente il vino della serata. Per equilibrio, per finezza, per incredibile capacità di sfidare il tempo. Un’annata fresca che permette al riesling di esprimere al meglio le caratteristiche uniche del Kastelberg.

Domaine Eric Rominger, Riesling Grand Cru Zinnkoepflè, 1999
Anche in questa batteria è risultato estremamente interessante confrontare gli stili di due produttori con impostazioni diverse. Con Rominger c’è sempre un po’ più di materia, più intensità, più concentrazione e persistenza.
Le mie preferenze vanno al Kastelberg, ma la platea qui è stata decisamente più divisa.


Bottiglia di chiusura
Benedict Loosen-Erben, Riesling Auslese, 1985
Qui ci spostiamo dall’altra parte del Reno.
Un Riesling tedesco con quasi quarant’anni sulle spalle ha chiuso la giornata. Alcuni hanno riscontrato tracce di TCA che però non hanno raggiunto la mia soglia percettiva. Il vino era comunque perfettamente integro, con note di frutta candita, mele cotte, e un’acidità oramai molto attenuata, ma dotato ancora di un’incredibile freschezza.
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda M.Sangiorgi » 01 giu 2022 08:16

Ci sono in programma altre serate? Magari di domenica o lunedì
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Alberto
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda Alberto » 02 giu 2022 08:25

giodiui ha scritto:Benedict Loosen-Erben, Riesling Auslese, 1985
Qui ci spostiamo dall’altra parte del Reno.

Ma anche no. :lol:

Comunque, due domaines alsaziani che assolutamente non conoscevo, grazie per l'approfondimento! :D
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 12 giu 2022 14:22

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Bel sabato a pranzo con amici in esplorazione di Meursault.
Questa è la prima di una serie di degustazioni dedicate a tutti i comuni della Borgogna.


Il Poggerino Metodo Classico, Millesimo 2013
Iniziamo con una bolla a dir poco inusuale. 100% sangiovese, da vigne a Radda in Chianti, affinato 8 anni sui lieviti.
Il colore è buccia di cipolla dorato, i profumi sono subito spiazzanti. Alla cieca disorienta tutti: ci sono note di petali di rosa, mandarino, poi un accenno di arancia sanguinella. Il naso è intenso, voluttuoso e persistente.
In bocca sorprende per lunghezza e sapidità. È un vino molto goloso, ampio e persistente.
Gli sono stati rimproverati un lieve eccesso di alcol e una bolla non finissima. Per il resto, chapeau a questo produttore che è stato capace di vinificare il sangiovese in questo modo.
Da notare che tutto il processo di spumantizzazione è interamente effettuato in azienda.


Prima batteria: village
Una batteria di ingresso che stupisce tutti per l’altissimo livello qualitativo e per la spiccata territorialità di tutti e tre i vini, che pur in stili diversi parlano in modo inequivocabile del luogo da cui provengono. Tre Meursault eleganti e slanciati.


Domaine Bernard Millot, Meursault Cuvée Augustin, 2017
Complice l’annata abbastanza fresca e i tre anni in bottiglia è un vino di grandissima piacevolezza. Alla cieca ricorda più Puligny che Meursault. La lunghezza in bocca lascia forse un po’ a desiderare, ma il naso è tutto un susseguirsi di agrumi e roccia.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault Cuvée Fernand Boyer, 2019
Il colore è giallo oro brillante, il naso evoca agrumi canditi e frutti a pasta gialla. L’élevage non è ancora perfettamente integrato.
In bocca è straordinariamente lungo, intenso, persistente, dominato da una matrice profondamente salina e minerale. Esprime in modo coerente l’annata solare. C’è un’energia che ancora non si è del tutto stabilizzata ma che anticipa un futuro tutto in crescita. Un vino che ha bisogno di ancora un po’ di tempo per poter essere apprezzato in pieno.

Domaine Fabien Coche, Meursault, 2019
E’ senza dubbio il vino della batteria che ha convinto di più. Prontissimo da bere, coniuga la finezza del primo con la potenza del secondo. Il legno è perfettamente integrato, la bocca e il naso parlano la stessa lingua. È slanciato, fine, complesso. Semplicemente una bellissima bottiglia.



Seconda batteria: En la Barre
Una batteria sfortunata, con due bottiglie non in forma, e che è dunque giusto non valutare. Peccato perché sulla carta le aspettative erano molte.

Terza batteria: Les Narvaux
Les Narvaux è uno dei lieux-dits più prestigiosi di Meursault e la batteria non ha deluso.

Domaine Rémi Jobard, Maursault, Les Narvaux, 2018

Colore giallo paglierino brillante, profumi di agrumi e leggera pietra focaia, è il più fine e tenue della batteria. Anche in bocca rimane delicato, quasi sussurrato. Molto preciso, ben fatto, fine. Senza diluizione.

Domaine Ballot Millot & Fils, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro chiaro, i profumi virano più decisamente verso agrumi maturi, la bocca si ispessisce appena ma resta sempre ben sorretta da una trama acida adeguata.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro brillante, nello stile del Village bevuto all’inizio ma con una stoffa leggermente più complessa. Élevage integrato meglio rispetto al primo, naso non particolarmente espressivo che denota una bottiglia non del tutto performante rispetto ad altre della stessa annata bevute da poco.


Quarta batteria: fuoriclasse

Michel Bouzereau et fils, Meursault Les Tessons, 2016.
Un eccesso di legno al naso all’apertura svanisce poco dopo lasciando emergere un vino raffinatissimo in cui iniziano a sentirsi le prime note di terziarizzazione (burro, noccioline). La trama è fitta e fine, in bocca è lungo pur senza essere particolarmente intenso.
Verrebbe da dire: eleganza, eleganza, eleganza.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault-Perrière 1er cru, 2018
La conclusione perfetta di questa bellissima degustazione. Un premier cru che non delude per complessità, finezza, ricchezza, eleganza.
Una riconferma non solo del grande livello qualitativo di questo produttore, ma anche dell’annata 2018. Malgrado non abbia l’energia e la materia della 2019 o della 2020, dove i produttori hanno lavorato bene c’è tanta tanta eleganza e finezza.
Sono vini la cui cifra stilistica sono la precisione e il dettaglio. Vicino ad un 2018 possono forse sfigurare, ma presi da soli ammaliano per finezza.

Due conclusioni generali a valle di questa degustazione:
la prima batteria ha mostrato che anche in zone così prestigiose si può bere straordinariamente bene a cifre che restano tutto sommato accettabili;
l’effetto annata emerge in modo prepotente. È stato notato da molti che soprattutto la 2019 tende ad imporre in modo netto la sua impronta. Forse anche a causa del fatto che sono vini relativamente giovani, forse troppo giovani;
due anni sono il tempo minimo di attesa per poter davvero apprezzare vini di questo tipo. Con l’eccezione di Fabien Coche, tutti gli altri 2019 erano decisamente troppo giovani, mentre i 2018 e 2017 hanno chiaramente mostrato che basta un po’ di pazienza perché le caratteristiche più tipiche che rendono il Meursault celebre nel mondo si esprimano.
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda littlewood » 12 giu 2022 17:39

giodiui ha scritto:Immagine

Bel sabato a pranzo con amici in esplorazione di Meursault.
Questa è la prima di una serie di degustazioni dedicate a tutti i comuni della Borgogna.


Il Poggerino Metodo Classico, Millesimo 2013
Iniziamo con una bolla a dir poco inusuale. 100% sangiovese, da vigne a Radda in Chianti, affinato 8 anni sui lieviti.
Il colore è buccia di cipolla dorato, i profumi sono subito spiazzanti. Alla cieca disorienta tutti: ci sono note di petali di rosa, mandarino, poi un accenno di arancia sanguinella. Il naso è intenso, voluttuoso e persistente.
In bocca sorprende per lunghezza e sapidità. È un vino molto goloso, ampio e persistente.
Gli sono stati rimproverati un lieve eccesso di alcol e una bolla non finissima. Per il resto, chapeau a questo produttore che è stato capace di vinificare il sangiovese in questo modo.
Da notare che tutto il processo di spumantizzazione è interamente effettuato in azienda.


Prima batteria: village
Una batteria di ingresso che stupisce tutti per l’altissimo livello qualitativo e per la spiccata territorialità di tutti e tre i vini, che pur in stili diversi parlano in modo inequivocabile del luogo da cui provengono. Tre Meursault eleganti e slanciati.


Domaine Bernard Millot, Meursault Cuvée Augustin, 2017
Complice l’annata abbastanza fresca e i tre anni in bottiglia è un vino di grandissima piacevolezza. Alla cieca ricorda più Puligny che Meursault. La lunghezza in bocca lascia forse un po’ a desiderare, ma il naso è tutto un susseguirsi di agrumi e roccia.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault Cuvée Fernand Boyer, 2019
Il colore è giallo oro brillante, il naso evoca agrumi canditi e frutti a pasta gialla. L’élevage non è ancora perfettamente integrato.
In bocca è straordinariamente lungo, intenso, persistente, dominato da una matrice profondamente salina e minerale. Esprime in modo coerente l’annata solare. C’è un’energia che ancora non si è del tutto stabilizzata ma che anticipa un futuro tutto in crescita. Un vino che ha bisogno di ancora un po’ di tempo per poter essere apprezzato in pieno.

Domaine Fabien Coche, Meursault, 2019
E’ senza dubbio il vino della batteria che ha convinto di più. Prontissimo da bere, coniuga la finezza del primo con la potenza del secondo. Il legno è perfettamente integrato, la bocca e il naso parlano la stessa lingua. È slanciato, fine, complesso. Semplicemente una bellissima bottiglia.



Seconda batteria: En la Barre
Una batteria sfortunata, con due bottiglie non in forma, e che è dunque giusto non valutare. Peccato perché sulla carta le aspettative erano molte.

Terza batteria: Les Narvaux
Les Narvaux è uno dei lieux-dits più prestigiosi di Meursault e la batteria non ha deluso.

Domaine Rémi Jobard, Maursault, Les Narvaux, 2018

Colore giallo paglierino brillante, profumi di agrumi e leggera pietra focaia, è il più fine e tenue della batteria. Anche in bocca rimane delicato, quasi sussurrato. Molto preciso, ben fatto, fine. Senza diluizione.

Domaine Ballot Millot & Fils, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro chiaro, i profumi virano più decisamente verso agrumi maturi, la bocca si ispessisce appena ma resta sempre ben sorretta da una trama acida adeguata.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro brillante, nello stile del Village bevuto all’inizio ma con una stoffa leggermente più complessa. Élevage integrato meglio rispetto al primo, naso non particolarmente espressivo che denota una bottiglia non del tutto performante rispetto ad altre della stessa annata bevute da poco.


Quarta batteria: fuoriclasse

Michel Bouzereau et fils, Meursault Les Tessons, 2016.
Un eccesso di legno al naso all’apertura svanisce poco dopo lasciando emergere un vino raffinatissimo in cui iniziano a sentirsi le prime note di terziarizzazione (burro, noccioline). La trama è fitta e fine, in bocca è lungo pur senza essere particolarmente intenso.
Verrebbe da dire: eleganza, eleganza, eleganza.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault-Perrière 1er cru, 2018
La conclusione perfetta di questa bellissima degustazione. Un premier cru che non delude per complessità, finezza, ricchezza, eleganza.
Una riconferma non solo del grande livello qualitativo di questo produttore, ma anche dell’annata 2018. Malgrado non abbia l’energia e la materia della 2019 o della 2020, dove i produttori hanno lavorato bene c’è tanta tanta eleganza e finezza.
Sono vini la cui cifra stilistica sono la precisione e il dettaglio. Vicino ad un 2018 possono forse sfigurare, ma presi da soli ammaliano per finezza.

Due conclusioni generali a valle di questa degustazione:
la prima batteria ha mostrato che anche in zone così prestigiose si può bere straordinariamente bene a cifre che restano tutto sommato accettabili;
l’effetto annata emerge in modo prepotente. È stato notato da molti che soprattutto la 2019 tende ad imporre in modo netto la sua impronta. Forse anche a causa del fatto che sono vini relativamente giovani, forse troppo giovani;
due anni sono il tempo minimo di attesa per poter davvero apprezzare vini di questo tipo. Con l’eccezione di Fabien Coche, tutti gli altri 2019 erano decisamente troppo giovani, mentre i 2018 e 2017 hanno chiaramente mostrato che basta un po’ di pazienza perché le caratteristiche più tipiche che rendono il Meursault celebre nel mondo si esprimano.

Bravi ragazzi però come hai detto trooooppo giovini! Sono forse al 50%del potenziale! Pazienza ci vuole pazienza!
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 12 giu 2022 22:46

littlewood ha scritto:
giodiui ha scritto:Immagine

Bel sabato a pranzo con amici in esplorazione di Meursault.
Questa è la prima di una serie di degustazioni dedicate a tutti i comuni della Borgogna.


Il Poggerino Metodo Classico, Millesimo 2013
Iniziamo con una bolla a dir poco inusuale. 100% sangiovese, da vigne a Radda in Chianti, affinato 8 anni sui lieviti.
Il colore è buccia di cipolla dorato, i profumi sono subito spiazzanti. Alla cieca disorienta tutti: ci sono note di petali di rosa, mandarino, poi un accenno di arancia sanguinella. Il naso è intenso, voluttuoso e persistente.
In bocca sorprende per lunghezza e sapidità. È un vino molto goloso, ampio e persistente.
Gli sono stati rimproverati un lieve eccesso di alcol e una bolla non finissima. Per il resto, chapeau a questo produttore che è stato capace di vinificare il sangiovese in questo modo.
Da notare che tutto il processo di spumantizzazione è interamente effettuato in azienda.


Prima batteria: village
Una batteria di ingresso che stupisce tutti per l’altissimo livello qualitativo e per la spiccata territorialità di tutti e tre i vini, che pur in stili diversi parlano in modo inequivocabile del luogo da cui provengono. Tre Meursault eleganti e slanciati.


Domaine Bernard Millot, Meursault Cuvée Augustin, 2017
Complice l’annata abbastanza fresca e i tre anni in bottiglia è un vino di grandissima piacevolezza. Alla cieca ricorda più Puligny che Meursault. La lunghezza in bocca lascia forse un po’ a desiderare, ma il naso è tutto un susseguirsi di agrumi e roccia.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault Cuvée Fernand Boyer, 2019
Il colore è giallo oro brillante, il naso evoca agrumi canditi e frutti a pasta gialla. L’élevage non è ancora perfettamente integrato.
In bocca è straordinariamente lungo, intenso, persistente, dominato da una matrice profondamente salina e minerale. Esprime in modo coerente l’annata solare. C’è un’energia che ancora non si è del tutto stabilizzata ma che anticipa un futuro tutto in crescita. Un vino che ha bisogno di ancora un po’ di tempo per poter essere apprezzato in pieno.

Domaine Fabien Coche, Meursault, 2019
E’ senza dubbio il vino della batteria che ha convinto di più. Prontissimo da bere, coniuga la finezza del primo con la potenza del secondo. Il legno è perfettamente integrato, la bocca e il naso parlano la stessa lingua. È slanciato, fine, complesso. Semplicemente una bellissima bottiglia.



Seconda batteria: En la Barre
Una batteria sfortunata, con due bottiglie non in forma, e che è dunque giusto non valutare. Peccato perché sulla carta le aspettative erano molte.

Terza batteria: Les Narvaux
Les Narvaux è uno dei lieux-dits più prestigiosi di Meursault e la batteria non ha deluso.

Domaine Rémi Jobard, Maursault, Les Narvaux, 2018

Colore giallo paglierino brillante, profumi di agrumi e leggera pietra focaia, è il più fine e tenue della batteria. Anche in bocca rimane delicato, quasi sussurrato. Molto preciso, ben fatto, fine. Senza diluizione.

Domaine Ballot Millot & Fils, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro chiaro, i profumi virano più decisamente verso agrumi maturi, la bocca si ispessisce appena ma resta sempre ben sorretta da una trama acida adeguata.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault, Les Narvaux, 2019
Colore giallo oro brillante, nello stile del Village bevuto all’inizio ma con una stoffa leggermente più complessa. Élevage integrato meglio rispetto al primo, naso non particolarmente espressivo che denota una bottiglia non del tutto performante rispetto ad altre della stessa annata bevute da poco.


Quarta batteria: fuoriclasse

Michel Bouzereau et fils, Meursault Les Tessons, 2016.
Un eccesso di legno al naso all’apertura svanisce poco dopo lasciando emergere un vino raffinatissimo in cui iniziano a sentirsi le prime note di terziarizzazione (burro, noccioline). La trama è fitta e fine, in bocca è lungo pur senza essere particolarmente intenso.
Verrebbe da dire: eleganza, eleganza, eleganza.

Domaine Boyer-Martenot, Meursault-Perrière 1er cru, 2018
La conclusione perfetta di questa bellissima degustazione. Un premier cru che non delude per complessità, finezza, ricchezza, eleganza.
Una riconferma non solo del grande livello qualitativo di questo produttore, ma anche dell’annata 2018. Malgrado non abbia l’energia e la materia della 2019 o della 2020, dove i produttori hanno lavorato bene c’è tanta tanta eleganza e finezza.
Sono vini la cui cifra stilistica sono la precisione e il dettaglio. Vicino ad un 2018 possono forse sfigurare, ma presi da soli ammaliano per finezza.

Due conclusioni generali a valle di questa degustazione:
la prima batteria ha mostrato che anche in zone così prestigiose si può bere straordinariamente bene a cifre che restano tutto sommato accettabili;
l’effetto annata emerge in modo prepotente. È stato notato da molti che soprattutto la 2019 tende ad imporre in modo netto la sua impronta. Forse anche a causa del fatto che sono vini relativamente giovani, forse troppo giovani;
due anni sono il tempo minimo di attesa per poter davvero apprezzare vini di questo tipo. Con l’eccezione di Fabien Coche, tutti gli altri 2019 erano decisamente troppo giovani, mentre i 2018 e 2017 hanno chiaramente mostrato che basta un po’ di pazienza perché le caratteristiche più tipiche che rendono il Meursault celebre nel mondo si esprimano.

Bravi ragazzi però come hai detto trooooppo giovini! Sono forse al 50%del potenziale! Pazienza ci vuole pazienza!


Ovvio, ma l'idea appunto era di fare una panoramica didattico-esplorativa sul comune, e farsi un'idea delle ultime annate, e soprattutto farlo a prezzi umani.
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 18 giu 2022 16:22

Sempre in Romagna, sempre Brisighella, una serie di serate disimpegnate:

Aperiwiki del vino: 6 vini per raccontare un produttore, un vitigno o una regione.

Dove: a Brisighella da me
Quando: il mercoledì sera
Costo: 30 euro
Posti sempre limitatissimi

29 giugno: champagne rosé
6 luglio: Chablis
20 luglio: Loira in bianco
3 agosto: a sorpresa

Ulteriori info qui: https://latorrewines.it/2022/06/18/rito ... -del-vino/

per prenotazioni al solito whatsapp: 3485709792
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Degustazione il Pinot nero nel mondo

Messaggioda giodiui » 11 ago 2022 09:28

In attesa del programma autunnale partiamo con questa

Il Pinot Nero nel mondo. 10 vini provenienti dalle principali aree viti-vinicole dove si coltiva pinot nero: Oregon, Nuova Zelanda, Australia, Argentina, Sud Africa, e un paio di posti in Europa dove non ti aspetti di trovarlo.
Quando: martedì 6 settembre, ore 20
Dove: Brisighella/Faenza (sede in corso di definizione)

Info & prenotazioni WA 3485709792
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda mennella » 11 ago 2022 12:25

giodiui ha scritto:6 luglio: Chablis
20 luglio: Loira in bianco

Per curiosita' che vini avete bevuto?
grazie
gm
Ultima modifica di mennella il 11 ago 2022 19:24, modificato 1 volta in totale.
mavis59 [ agosto 2003 ]
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Re: Gruppo alcolico romagnolo?

Messaggioda giodiui » 11 ago 2022 17:08

mennella ha scritto:
giodiui ha scritto:6 luglio: Chablis
20 luglio: Loira in bianco
Per curiosita' che vini avete bevuto?
grazie
gm



Chenin Blanc recensione completa della degu qui: https://latorrewines.it/2022/07/21/20-l ... nin-blanc/

Chablis invece qui: https://latorrewines.it/2022/07/08/degu ... is-giugno/
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Re: Gruppo alcolico romagnolo

Messaggioda giodiui » 11 set 2022 19:34

Martedi scorso bellissima degustazione di Pinot Nero provenienti dai quattro angoli del mondo. Anche per chi è un grande fan della Borgogna come me, la varietà e ricchezza, ma soprattutto l’elevato livello qualitativo dei vini degustati sono stati fonte di piacevole stupore.
Mi ha particolarmente colpito l’estrema freschezza e pulizia di alcuni vini, in particolare quelli neo-zelandesi e argentini, mentre una menzione speciale va alla cantina morava (Repubblica Ceca) Krasna Hora, i cui due vini in degustazione hanno davvero incantato tutti i partecipanti.
Un'esperienza che fa riflettere quanto il clima a volte possa più del terroir.
Tutti vini con gradazione alcolica tra i 12° e i 13°.
Cose che oggi succedono più facilmente dall'altra parte del mondo.


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Erikohlsson
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Re: Gruppo alcolico romagnolo

Messaggioda Erikohlsson » 14 ott 2022 02:00

Ciao, sono relativamente nuovo del forum, vivo a Ravenna e lavoro a Faenza, mi interesserebbe molto essere aggiornato su quello che organizzate, avevate creato un gruppo whatsapp o una mailing list? Esiste ancora ?
Federico 3333612589
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Re: Gruppo alcolico romagnolo

Messaggioda giodiui » 16 ott 2022 08:54

Si il gruppo è attivo! Ti ho mandato WA
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Re: Gruppo alcolico romagnolo

Messaggioda giodiui » 07 gen 2023 18:37

Ciao a tutti e buon anno, qui il programma del gruppo romagnolo, posti pochi e in rapido esaurimento.

Le degustazioni si tengono sempre tra Faenza e Brisighella, il format è 10-12 bottiglie per 10-12 persone. Sempre alla cieca.
Martedi sempre alla sera, sabato sempre a pranzo.


Martedi 24 gennaio. La Borgogna comune per comune 2: Pernand-Vergelesses

Sabato 4 febbraio. Barolo: i grandi interpreti del Monvigliero

Venerdi 17 febbraio. La viticultura tra vigneti eroici e vignaioli eroici

Sabato 4 marzo. Barbaresco 10 anni dopo: l’annata 2013

Martedi 14 marzo. Il Pinot Nero in Francia oltre la Borgogna classica

Martedi 28 marzo. Pelaverga, il gioiello di Verduno


WA 3485709792 per info e prezzi
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Degustazioni in Romagna

Messaggioda giodiui » 18 mar 2023 19:26

Nuova programmazione del gruppo alcolico romagnolo, sempre Brisighella-Faenza, sempre max 12 persone. Scrivetemi per info aggiuntive. WA 3485709792

Martedi 11 aprile: Languedoc-Roussillon in rosso e bianco

Sabato 29 aprile: Le grandi MGA del Barolo: Monvigliero

Martedi 9 maggio: Retrospettiva sul Fiano di Villa Diamante 2000-2017

Martedi 16 maggio: Montevetrano, il Sassicaia del sud

Sabato 27 maggio: La Borgogna comune per comune 4: Saint Aubin

Martedi 6 giugno: Vini ambrati: tradizioni europee a confronto
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Re: Degustazioni in Romagna

Messaggioda giodiui » 21 mar 2023 10:29

Posti in esaurimento.
Ne resta 1 per Villa Diamante, un paio per Monvigliero e un paio per Saint Aubin, poi stop.

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