Diario economico

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Timoteo
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Re: Diario economico

Messaggioda Timoteo » 04 ott 2018 11:05

beluga ha scritto:
zampaflex ha scritto:Ultimi dati di bilancio nazionale ancora sotto l'azione del precedente governo, pubblicati dall'ISTAT.

Nel secondo trimestre deficit/Pil a 0,5%

I secondi tre mesi dell’anno, fa sapere l’Istat, hanno fatto registrare una diminuzione del rapporto deficit/Pil che è passato dal 2,1% dello stesso periodo del 2017 allo 0,5%. Anche considerando l’incidenza dello scorso anno dell’intervento dello Stato sulla crisi delle banche venete per l’1,1%, il dato risulta in calo dello 0,5%.
Pareggio per i primi sei mesi dell’anno in corso escludendo l'intervento sulle banche: da gennaio a giugno 2018, il rapporto deficit/Pil è stato pari all’1,9% rispetto al 3% rilevato nello stesso semestre dell’anno precedente.
[Attenzione che una gran parte degli incassi tributari si concentra nella seconda metà dell'anno]
Positivi anche il saldo primario e il saldo corrente delle Amministrazioni pubbliche: l’incidenza sul Pil del primo è del 3,5%, per il secondo del 2,9%. Entrambi i dati sono in aumento a fronte rispettivamente del 2,3% e del 2,8% dello stesso periodo del 2017.

Buone notizie anche sul fronte della pressione fiscale, che nel secondo trimestre 2018 si porta al 40,8%, migliorando di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando si era attestata al 41,4%.
Nello stesso periodo di riferimento, l’Istat rileva anche un aumento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, una variazione positiva dell’1,3% rispetto a primi 3 mesi dell’anno.
Ma a fronte di questo dato, non si smuovono i consumi, che crescono di appena lo 0,1%, mentre migliora la propensione al risparmio che guadagna l’1,1% rispetto al trimestre precedente, balzando all’8,6%.


Si è ormai creato un bipolarismo micidiale.
Chi ragiona sul medio-lungo termine cercando di far diminuire il debito e relativi interessi viene massacrato dai demagoghi.
Costoro vincono le elezioni promettendo manna dal cielo e cappuccino a letto per tutti.
Creano nuove voragini facendo salire il debito. I disillusi non li votano più una volta che le impossibili promesse cadono nel vuoto.
Arrivano governanti più responsabili che impongono sacrifici per non arrivare al fallimento.
Debito e interessi cominciano a diminuire.
Ritornano i demagoghi.


quel comunista di mario monti camperà fino al prossimo governo?
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pumpkin
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Re: Diario economico

Messaggioda pumpkin » 04 ott 2018 11:30

beluga ha scritto:
zampaflex ha scritto:Ultimi dati di bilancio nazionale ancora sotto l'azione del precedente governo, pubblicati dall'ISTAT.

Nel secondo trimestre deficit/Pil a 0,5%

I secondi tre mesi dell’anno, fa sapere l’Istat, hanno fatto registrare una diminuzione del rapporto deficit/Pil che è passato dal 2,1% dello stesso periodo del 2017 allo 0,5%. Anche considerando l’incidenza dello scorso anno dell’intervento dello Stato sulla crisi delle banche venete per l’1,1%, il dato risulta in calo dello 0,5%.
Pareggio per i primi sei mesi dell’anno in corso escludendo l'intervento sulle banche: da gennaio a giugno 2018, il rapporto deficit/Pil è stato pari all’1,9% rispetto al 3% rilevato nello stesso semestre dell’anno precedente.
[Attenzione che una gran parte degli incassi tributari si concentra nella seconda metà dell'anno]
Positivi anche il saldo primario e il saldo corrente delle Amministrazioni pubbliche: l’incidenza sul Pil del primo è del 3,5%, per il secondo del 2,9%. Entrambi i dati sono in aumento a fronte rispettivamente del 2,3% e del 2,8% dello stesso periodo del 2017.

Buone notizie anche sul fronte della pressione fiscale, che nel secondo trimestre 2018 si porta al 40,8%, migliorando di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando si era attestata al 41,4%.
Nello stesso periodo di riferimento, l’Istat rileva anche un aumento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, una variazione positiva dell’1,3% rispetto a primi 3 mesi dell’anno.
Ma a fronte di questo dato, non si smuovono i consumi, che crescono di appena lo 0,1%, mentre migliora la propensione al risparmio che guadagna l’1,1% rispetto al trimestre precedente, balzando all’8,6%.


Si è ormai creato un bipolarismo micidiale.
Chi ragiona sul medio-lungo termine cercando di far diminuire il debito e relativi interessi viene massacrato dai demagoghi.
Costoro vincono le elezioni promettendo manna dal cielo e cappuccino a letto per tutti.
Creano nuove voragini facendo salire il debito. I disillusi non li votano più una volta che le impossibili promesse cadono nel vuoto.
Arrivano governanti più responsabili che impongono sacrifici per non arrivare al fallimento.
Debito e interessi cominciano a diminuire.
Ritornano i demagoghi.


Infatti è sorprendente vedere come la vulgata dia la colpa di tutti i disastri al governo Monti, ormai sinonimo di catastrofe. Governo che non ha certo brillato per simpatia e comunicatività, ma è stato la diretta conseguenza dei dieci anni disastrosi dei governi di Berlusconi e Lega (2001-06 e 2008-11), a cui ha cercato di mettere qualche pezza e di cui paghiamo ancora le conseguenze.
Ma questo non interessa a nessuno.
La colpa non è solo di chi ci governa, ma di un popolo a cui non frega nulla di vivere di debiti e che allo stesso tempo cerca di metterlo in quel posto a compatrioti e allo stato appena può (riempiendosi allo stesso tempo la bocca di 'prima gli italiani').
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 ott 2018 12:42

pumpkin ha scritto:
beluga ha scritto:
zampaflex ha scritto:Ultimi dati di bilancio nazionale ancora sotto l'azione del precedente governo, pubblicati dall'ISTAT.

Nel secondo trimestre deficit/Pil a 0,5%

I secondi tre mesi dell’anno, fa sapere l’Istat, hanno fatto registrare una diminuzione del rapporto deficit/Pil che è passato dal 2,1% dello stesso periodo del 2017 allo 0,5%. Anche considerando l’incidenza dello scorso anno dell’intervento dello Stato sulla crisi delle banche venete per l’1,1%, il dato risulta in calo dello 0,5%.
Pareggio per i primi sei mesi dell’anno in corso escludendo l'intervento sulle banche: da gennaio a giugno 2018, il rapporto deficit/Pil è stato pari all’1,9% rispetto al 3% rilevato nello stesso semestre dell’anno precedente.
[Attenzione che una gran parte degli incassi tributari si concentra nella seconda metà dell'anno]
Positivi anche il saldo primario e il saldo corrente delle Amministrazioni pubbliche: l’incidenza sul Pil del primo è del 3,5%, per il secondo del 2,9%. Entrambi i dati sono in aumento a fronte rispettivamente del 2,3% e del 2,8% dello stesso periodo del 2017.

Buone notizie anche sul fronte della pressione fiscale, che nel secondo trimestre 2018 si porta al 40,8%, migliorando di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando si era attestata al 41,4%.
Nello stesso periodo di riferimento, l’Istat rileva anche un aumento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, una variazione positiva dell’1,3% rispetto a primi 3 mesi dell’anno.
Ma a fronte di questo dato, non si smuovono i consumi, che crescono di appena lo 0,1%, mentre migliora la propensione al risparmio che guadagna l’1,1% rispetto al trimestre precedente, balzando all’8,6%.


Si è ormai creato un bipolarismo micidiale.
Chi ragiona sul medio-lungo termine cercando di far diminuire il debito e relativi interessi viene massacrato dai demagoghi.
Costoro vincono le elezioni promettendo manna dal cielo e cappuccino a letto per tutti.
Creano nuove voragini facendo salire il debito. I disillusi non li votano più una volta che le impossibili promesse cadono nel vuoto.
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Infatti è sorprendente vedere come la vulgata dia la colpa di tutti i disastri al governo Monti, ormai sinonimo di catastrofe. Governo che non ha certo brillato per simpatia e comunicatività, ma è stato la diretta conseguenza dei dieci anni disastrosi dei governi di Berlusconi e Lega (2001-06 e 2008-11), a cui ha cercato di mettere qualche pezza e di cui paghiamo ancora le conseguenze.
Ma questo non interessa a nessuno.
La colpa non è solo di chi ci governa, ma di un popolo a cui non frega nulla di vivere di debiti e che allo stesso tempo cerca di metterlo in quel posto a compatrioti e allo stato appena può (riempiendosi allo stesso tempo la bocca di 'prima gli italiani').



La percezione, l'ignoranza, le fake news...cocktail micidiale se si aggiunge la genetica tendenza, molto cattolica e per nulla calvinista, all'imbroglio ed alla fannulloneria.
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 04 ott 2018 14:20

zampaflex ha scritto:La percezione, l'ignoranza, le fake news...cocktail micidiale se si aggiunge la genetica tendenza, molto cattolica e per nulla calvinista, all'imbroglio ed alla fannulloneria.

Finalmente parole " sante " ! :wink:
(e mi sfugge se i calvinisti hanno i loro santi, ma fa lo stesso)
Ultima modifica di maxer il 04 ott 2018 14:22, modificato 1 volta in totale.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 ott 2018 14:22

UniCredit prevede per il Tesoro italiano esigenze di funding a medio lungo termine per 260 miliardi di euro nel 2019, 25 in più rispetto a quest'anno.
In un report dedicato al funding dell'Italia, pubblicato questa mattina, la banca calcola che ai poco più di 200 miliardi di titoli a medio lungo in scadenza da rifinanziare l'anno prossimo (di cui circa un 15% stimato in mano alla Bce), si aggiungeranno esigenze per circa altri 57 miliardi, se verrà confermato un deficit/Pil al 2,4%.
Partendo da tali cifre, UniCredit ipotizza alcuni scenari su come la dinamica dei tassi di mercato potrebbe impattare sul costo del debito del Tesoro.

SCENARI TASSI E COSTO FUNDING
Assumendo che la curva dei tassi italiani si mantenga sui livelli di questi giorni, UniCredit calcola quindi che a fine 2018 il costo medio del funding calerebbe al 2,70% pur nell'attuale situazione di stress, rispetto al 2,79% di fine 2017, mentre a fine 2019 il costo si porterebbe al 2,78%. L'effetto, secondo il report, sarebbe un aggravio di 3 miliardi dei costi sostenuti per il pagamento degli interessi.
Un secondo scenario, definito "molto negativo", prevede uno slittamento verso l'alto di tutta la curva dei rendimenti italiani di 150punti base rispetto alla situazione attuale. In questo caso UniCredit calcola un costo del funding al 2,74% a fine 2018 e al 3,06% a fine 2019, che si tradurrebbe in 8 miliardi in più di tassi di interesse a carico dello Stato.
Uno scenario infine più favorevole, basato sui tassi medi dei governativi italiani osservati nella prima metà di quest'anno, porterebbe a un costo del debito in discesa al 2,66% a fine 2018 e al 2,53% a fine 2019, garantendo risparmi sugli interessi passivi di un miliardo.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 ott 2018 17:14

Mai letto niente di simile, sembra fantascienza.
NB: è ovviamente in inglese, ma è interessantissima.

https://www.bloomberg.com/news/features/2018-10-04/the-big-hack-how-china-used-a-tiny-chip-to-infiltrate-america-s-top-companies

Impressionante.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 05 ott 2018 11:21

Il peso della burocrazia al Sud è insopportabile, e limita qualsiasi prospettiva di sviluppo economico. A rivelarlo è l’indagine condotta da Confartigianato e presentata oggi a Palermo.
Secondo il sindacato degli artigiani, le inefficienze del pubblico al Sud sono molto più accentuate che al Nord: la pressione della burocrazia infatti colpisce il Mezzogiorno con un’intensità doppia rispetto al resto della Penisola (circa il 48,2% in più). A cominciare dai tempi della giustizia civile: nel meridione per arrivare a sentenza ci vogliono 1.734 giorni, 452 in più rispetto al Centro-Nord. Ancora peggio va per il contenzioso tributario, che richiede 701 giorni in più rispetto al resto d’Italia.
E poi i ritardi, nel mezzogiorno, si pagano.
I fornitori della P.A. devono aspettare 17 giorni in più che nel resto del Paese per essere pagati, mentre per ottenere un servizio agli sportelli degli uffici pubblici ci vuole pazienza: i tempi sono più lunghi del 9.8% che dalle altre parti. Su quest’ultimo dato incidono i ritardi nella digitalizzazione della P.A. : la quota di pratiche gestite interamente on-line dai Comuni meridionali è del 2% a fronte del 3.6% nei Comuni dell’Italia Centro-settentrionale.
Ancora, per costruire un’opera pubblica al Sud ci vogliono 5 anni in media, 7 mesi in più rispetto al Nord.
Senza contare l’assenteismo nel pubblico impiego: le assenze per malattia superano dell’11.9% quelle registrate nel resto d’Italia.
Per quanto riguarda le performance delle società partecipate, al Sud sono pessime.
Se nel Nord la creazione di valore di questi enti si attesta al + 147.2%, nel Mezzogiorno segnano un -55.1%. Ma non solo. Anche il credito costa di più al Sud. Alle piccole imprese meridionali le banche applicano tassi di interesse a breve dell’8,21% rispetto al 6,50% del Centro-Nord e al 5,16% previsto per le aziende meridionali medio-grandi.
Confartigianato ha anche elaborato un indice che misura il peso della burocrazia. Il valore più alto si registra in Sicilia (802,6), seguita dal 786,5 della Calabria, dal 725,4 della Campania, dal 678,1 della Basilicata, dal 673,9 della Puglia e dal 673,3 della Sardegna.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 05 ott 2018 22:48

qui Mario Seminerio spiega abbastanza bene come stanno le cose

https://phastidio.net/2018/10/05/i-deficienti/
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 06 ott 2018 00:30

Volevo assolutamente condividere con voi questo articolo, mai sentito niente di simile.

https://www.tomshw.it/limpianto-mangia-co2-arriva-in-italia-produrra-metano
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 06 ott 2018 01:36

zampaflex ha scritto:Volevo assolutamente condividere con voi questo articolo, mai sentito niente di simile.

https://www.tomshw.it/limpianto-mangia-co2-arriva-in-italia-produrra-metano

All' Eni stanno brindando e faranno di tutto per promuoverne gli impianti :?
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 08 ott 2018 12:34

Infografica ben fatta per rappresentare l'export delle nazioni nel mondo

http://www.visualcapitalist.com/visualizing-worlds-biggest-exporters-2017/
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 09 ott 2018 16:35

Sono oltre 758.372 gli assegni pensionistici messi in pagamento dall'Inps (e dall'ex Inpdap) da più di 37 anni: lo si legge in uno studio di Itinerari previdenziali che spiega che nel conto ci sono tutte le pensioni previdenziali: vecchiaia, anzianità, prepensionamenti, superstiti e invalidità. Sono esclusi gli assegni di invalidità civile e le altre forme di assistenza.

"La durata media delle prestazioni erogate dal 1980 o prima - si legge - è di circa 38 anni per i dipendenti del settore privato e, nel caso del settore pubblico, rispettivamente di 41 anni e 41,5 anni per lavoratori e lavoratrici: prestazioni corrette sotto il profilo attuariale non dovrebbero superare i 25 anni".

"Un'attenta analisi delle decorrenze pensionistiche - prosegue lo studio - evidenzia un sistema previdenziale reso oggi eccessivamente rigido dalla riforma Monti-Fornero, ma sin troppo generoso tra 1965 e 1980: è saltata la relazione contributi e prestazioni, con effetti che gravano tuttora sul bilancio del welfare".

[che è poi una delle travi nell'occhio di chi adesso ciancia di pensioni d'oro e di debito accumulato negli ultimi anni: prima le pensioni facili, poi il deficit monstre e la prima repubblica a gestione DC-PSI ci ha consegnato questo sfacelo]

"Ci vorranno diversi anni, spiega Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, per ridurre le anomalie che tuttora appesantiscono il bilancio del welfare italiano. Nel nostro Paese - precisa - sono in pagamento 3.806.297 prestazioni che hanno superano la durata di 25 anni" (il limite di durata che non dovrebbe essere superato perchè sia corretto sotto il profilo attuariale il rapporto tra contributi e durata dell'assegno, ndr), pari al 24% circa dei pensionati (circa 16 milioni nel 2017 ma alcuni hanno più assegni). "Si potrebbe dire - prosegue - che è una sorta di reddito di cittadinanza ante litteram, anche se mascherato da pensione.

Tra le categorie maggiormente favorite ci sono le donne, cui spetta l'80% delle prestazioni in pagamento da 37 anni e più e il 67% di quelle oltre i 25 anni; le tipologie di prestazioni prevalente sono le pensioni di invalidità, superstiti e vecchiaia. A gennaio 2018, nel settore privato - si legge nello studio - risultano ancora in essere circa 250.000 pensioni dovute a prepensionamenti avvenuti anche con 10 anni di anticipo rispetto ai requisiti allora vigenti. Questi prepensionamenti "gravano sul bilancio pensionistico- si legge - anziché essere considerati delle vere e proprie misure di sostegno al reddito".

Analoga è la situazione delle invalidità previdenziali: all'1 gennaio 2018 ne risultano in pagamento oltre 948.000 (il 6,8% del totale delle pensioni), di cui con oltre 37 anni ben 328.000 e con 25 e più anni 490.000.

Una parte consistente di questi assegni è costituito dalle baby pensioni dei lavoratori del pubblico impiego, erogate alle donne con figli anche dopo 14 anni sei mesi e un giorno di lavoro. In questo caso, le prestazioni pensionistiche erogate da oltre 37 anni sono quasi 75.000.

Purtroppo, l'Italia - dice Brambilla - preferisce spostarsi sempre sulle estreme anziché mantenersi in un centro "equilibrato" e tutto questo ne è il risultato. Pensiamo ad esempio al dibattito sulle pensioni che, nelle ultime settimane, si è concentrato sul "ricalcolo" delle pensioni oltre i 4.000/4.500 euro, senza invece considerare tutte quelle prestazioni che, pur magari inferiori come importo, sono in pagamento da tempi lunghissimi e senza essere sostenute da un adeguato versamento di contributi.
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Re: Diario economico

Messaggioda Tex Willer » 09 ott 2018 17:03

Non ricordo chi propose aluni anni orsono la legge "Luci spente,tombini aperti" che combinava le esigenze legate al risparmio energetico a quelle dell'INPS. Come al solito in Italia non se ne fece nulla...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 11 ott 2018 11:54

Scrive oggi Roberto Perotti, stimato economista bocconiano:

Il governo ha annunciato aumenti di spesa pubblica per almeno 25 miliardi, e riduzione di entrate per almeno 15 miliardi, come ha calcolato Massimo Bordignon su lavoce.info.

Servono quindi 40 miliardi. Circa 20 miliardi verranno dall'emissione di debito pubblico addizionale, cioè dall'aumento del disavanzo al famoso 2,4 per cento. Su quest'ultimo numero c'è stato un dibattito infuocato; ma il vero problema, di cui pochi parlano, è che anche con questo disavanzo mancano ancora 20 miliardi, non esattamente noccioline. Il governo non ha detto praticamente niente su come ottenerli, se non il solito richiamo al taglio delle spese superflue e delle agevolazioni fiscali. C'è una leggenda bipartisan, che circola da anni anche tra affermati economisti, che in Italia vi siano decine di miliardi di agevolazioni fiscali che aspettano solo di essere eliminate in poche settimane con un tratto di penna.

Quando ero consigliere economico di Palazzo Chigi preparai un rapporto sulle agevolazioni fiscali, con la collaborazione di molti valenti funzionari del ministero dell'Economia (nessuno di loro è responsabile di quanto segue). Presi in esame tutte le agevolazioni, e finii con un elenco di 40 voci, scelte in base a diversi criteri. Un minimo di percorribilità politica, prima di tutto. A seguire: effetti distributivi perversi (agevolazioni che beneficiano i più abbienti); mancanza di una ratio economica cogente; esistenza di una ratio economica iniziale, che è venuta meno con il tempo; evidente azione di lobby alla base dell'agevolazione; accumulazione storica di molteplici agevolazioni in un solo settore; inapplicabilità pratica dell' agevolazione.

Il risultato è il documento (opportunamente editato rispetto alla versione originale) che può essere consultato online http://download.repubblica.it/pdf/2018/economia/agevolazioni-fiscali.pdf

Il dossier risale a fine 2015, quindi alcune voci sono sicuramente cambiate. Ma a grandi linee i numeri saranno gli stessi, e il rapporto rimane utile per illustrare le difficoltà tecniche e politiche che si incontrano nell'addentrarsi in questo terreno.

Il risparmio totale calcolato allora era di circa 1,6 miliardi, e di 2,2 miliardi con un intervento più coraggioso su alcune detrazioni. Sembrerebbero cifre irrisorie, facilissime da scovare nel mare magnum delle nostre agevolazioni: dopotutto, se non si riesce a tagliare 1,6 miliardi su centinaia di miliardi, allora meglio abbandonare ogni speranza di risanare il bilancio di questo paese. E nessuna delle proposte avrebbe colpito i meno abbienti. Eppure vidi parecchi politici sbiancare in volto nel leggere le prime pagine di questo dossier (nessuno arrivò neanche a metà). Ovviamente non se ne fece niente.
Forse non fui un buon venditore; forse non scelsi le agevolazioni giuste; forse quei politici erano particolarmente pavidi o svogliati. Forse i politici di questo governo saranno più abili, più coraggiosi, più fortunati. Ma basta una rapida scorsa al documento per rendersi conto che è una pia illusione pensare di poter trovare anche solo dieci miliardi in poche settimane.

Alcune agevolazioni sono tecnicamente complicate, e ci vuole tempo e attenzione per riformarle. Altre hanno lobby potentissime alle spalle. Altre ancora, se toccate, rischiano di paralizzare letteralmente il paese, come le agevolazioni per gli autotrasportatori. Altre ancora si prestano a facili strumentalizzazioni: è insensato che persone con un reddito di 100 mila euro possano detrarre le spese veterinarie, ma quale governo avrà il coraggio di mettersi contro i milioni di amanti di animali per risparmiare pochi milioni di euro?

Per motivi che nessuno ha mai saputo spiegarmi (quasi certamente perché non esistono) le pompe funebri sono esenti da Iva. Quando trapelò che esisteva una proposta di eliminare questa esenzione, un noto quotidiano titolò a caratteri cubitali in prima pagina "Ora tassano pure i morti". Quale governo vorrà correre il rischio di questa accusa infamante per risparmiare 250 milioni?

Nel paese in cui "dieci miliardi si devono poter trovare sempre" è naturale pensare che sia facile scovarli tra le centinaia di miliardi di agevolazioni fiscali. Faccio tanti auguri ai funzionari che avranno questo ingrato compito, con poche settimane per portarlo a termine. E tanti auguri anche ai capi del governo e ai loro consiglieri: al loro risveglio l'impatto con la realtà sarà molto duro e, cosa ben più importante per il paese, continueranno a mancare 20 miliardi. Ma non c'è da preoccuparsi: il governo potrà sempre risolvere tutto con un altro aumento delle previsioni di crescita per il 2019, grazie anche all'aiuto del modello econometrico del Tesoro.

Con la giusta configurazione delle centinaia di parametri, e un po' di tempo per fare centinaia di tentativi, quel modello riuscirebbe a dire che l'acqua è asciutta; figuriamoci se non riuscirà a dirci che la crescita, grazie alle miracolose misure in programma, sarà ancora superiore a quella che il governo si è inventata nella Nota di aggiustamento, e già scandalosamente superiore a quella prevista da ogni altra organizzazione pubblica o privata. Ma, si sa, con un po' di crescita in più tutto si aggiusta: basta solo essere ottimisti.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 11 ott 2018 12:11

ho la sensazione che le agenzie di rating non saranno contagiate da questo ottimismo
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 11 ott 2018 14:20

tenente Drogo 2 ha scritto:ho la sensazione che le agenzie di rating non saranno contagiate da questo ottimismo


https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-10/jp-morgan-resta-fedele-btp-lo-spread-non-andra-oltre-400-215837.shtml?uuid=AEYbxvKG

Intervista del Sole24 a Nick Gartside, capo della divisione commodities di JP Morgan

Domanda: Non vi preoccupa la decisione del governo di portare il deficit al 2,4%?

Risposta: Non eccessivamente. Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l’Italia faccia altrettanto. È una tendenza che andrà ad aumentare nei prossimi anni. Per compensare la riduzione dello stimolo monetario si utilizzerà sempre di più la leva fiscale
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 ott 2018 12:42

harmattan ha scritto:
tenente Drogo 2 ha scritto:ho la sensazione che le agenzie di rating non saranno contagiate da questo ottimismo


https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-10/jp-morgan-resta-fedele-btp-lo-spread-non-andra-oltre-400-215837.shtml?uuid=AEYbxvKG

Intervista del Sole24 a Nick Gartside, capo della divisione commodities di JP Morgan

Domanda: Non vi preoccupa la decisione del governo di portare il deficit al 2,4%?

Risposta: Non eccessivamente. Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l’Italia faccia altrettanto. È una tendenza che andrà ad aumentare nei prossimi anni. Per compensare la riduzione dello stimolo monetario si utilizzerà sempre di più la leva fiscale


Ma non hanno il nostro debito e non subiscono lo stigma negativo dai mercati.
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Re: Diario economicoy

Messaggioda tenente Drogo 2 » 13 ott 2018 11:08

vi consiglio per chiarezza, sintesi, lucidità e - presumo, poi vedremo - lungimiranza l'articolo di Luciano Capone sul Foglio di oggi
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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zampaflex
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 ott 2018 11:12

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Re: Diario economico

Messaggioda Kalosartipos » 13 ott 2018 20:50

Quando riusciremo a chiuderla, non sarà mai troppo presto.. :roll:
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 13 ott 2018 22:42

Non stravedo per questa linea editoriale, di parte, ma in questo caso non posso fare a meno di condividerne l'analisi.
Buona lettura.

http://noisefromamerika.org/articolo/propaganda-pentastellata-come-asfalto-video-sovranista-sul-debito
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 14 ott 2018 09:54

harmattan ha scritto:Non stravedo per questa linea editoriale, di parte, ma in questo caso non posso fare a meno di condividerne l'analisi.
Buona lettura.

http://noisefromamerika.org/articolo/propaganda-pentastellata-come-asfalto-video-sovranista-sul-debito



Sono arrivato a leggere un po' di messaggi sotto ai video di quel cane di Messora. Vomito, nausea e travaso di bile. L'ignoranza assoluta al potere. Gente manipolata con una estrema facilità contro bersagli ignari e innocenti. Storia stravolta.

Voglio il voto per censo e una dittatura stile Singapore. La plebe deve mantenere un solo diritto, quello di respirare!
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 14 ott 2018 18:24

harmattan ha scritto:Non stravedo per questa linea editoriale, di parte, ma in questo caso non posso fare a meno di condividerne l'analisi.
Buona lettura.

http://noisefromamerika.org/articolo/propaganda-pentastellata-come-asfalto-video-sovranista-sul-debito


ohhh, grande!
l'ho postato anche io questo link su facebook
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 15 ott 2018 00:45

Diciamo che l'Italia esce dall'euro (purtroppo un'ipotesi che non mi sembra più remota). Supponiamo che uno abbia investito in un fondo obbligazionario AAA. Teoricamente non dovrebbe rischiare nulla.

... eppure ... sicuro che non si rischia nulla?
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 15 ott 2018 00:57

Spesso nelle Condizioni Contrattuali esiste un articolo che, in determinate e specificate situazioni straordinarie, riserva al gestore del Fondo la possibilità di liquidare le quote in una moneta diversa dall' Euro (Lira o Salvino o Giggino o quel che potrebbe esserne la denominazione).
Almeno in campo assicurativo era così : credo lo sia tuttora :?
carpe diem 8)

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