Racconto di un pomeriggio in Langa
Di recente mia madre se n'è uscita con sta storia che le piace il dolcetto, più della Barbera o di qualsiasi altro vino.
Boh.. comunque per me è una buona scusa per farmi un giretto in langa per cantine.
Chiamo un po' di nomi noti, chiaramente molti in ferie, altri (Bartolo) con "tutto prenotato fino a settembre".. e parlo di visite in cantina, non certo di vini. Per quelli "ci sono richieste undici volte superiori alla disponibilità" e " se vuole mettersi in lista, va bene, ma consideri che la lista scorre solo se muore qualcuno
. Chiarissimo. Passo oltre.
Sento Accomasso al telefono, simpatico e arzillo, mi invita a passare ma dice che fino a dicembre non avrà i baroli 2011 e ora non ha molto da vendermi. Ringrazio, ci si rivedrà in inverno..
Trovo alla fine
Roddolo e Chionetti, col primo fisso nel primo pomeriggio e arrivo, puntuale, trovando il signor Flavio ad aspettarmi sull'uscio. Aria un po' malinconica e poche parole all'inizio, poi non abbiamo più smesso di chiacchierare, e infatti ho fatto tardi all'appuntamento da Chionetti, non trovando più nessuno (ero stato avvisato, mea culpa).
Veniamo al posto: Bricco Appiani si stacca (e si staglia in altezza) verso sud dalla dorsale che collega Monforte con Roddino. È attualmente fuori dalla docg Barolo, mentre in passato vi apparteneva. La casa è una vecchia cascina in cima al bricco, ordinata e pulita come la mia stanza quando avevo quindici anni, ma con una vista stupenda, quasi a 360°. La terra è se possibile ancora più bianca di quanto normalmente si trova in langa. Le viti recano i segni di qualche grandinata e purtroppo non sono pochi i disseccamenti di mal dell'esca, distribuiti a macchia di leopardo nelle vigne attorno a casa. Mi mostra in lontananza la sua parcella sulla Ravera di Monforte, tra Principiano e Vietti.
La cantina, su due livelli, ha vasche in acciaio per i dolcetti, qualche botte grande e molte barriques esauste (nessuna scelta di stile, soluzione più pratica e versatile logisticamente). Ovviamente, nessuna minima traccia di legno è rintracciabile nei suoi vini.
Arriviamo a quelli, appunto.
Dolcetto base 2014 (sì, esatto.. la stessa annata di uscita del Barolo nel resto della Langa...). Colore rubino-violetto intenso, promette struttura, e infatti.. nulla da spartire con il resto dei dolcetti '14: naso bellissimo, tra frutti rossi aciduli (lamponi, ribes) e un floreale-balsamico che illumina e riscalda. In bocca la polpa non manca, chiede carni o sughi da sgrassare, perché l'acidità scalpita e il tannino tira legnate ai denti. Da tenere ancora un po'. Pur negli eccessi, notevole.
Dolcetto superiore 2013Stessa vigna, affina un anno in più in vasca. Simile al precedente, ma con un profilo olfattivo più chiuso, acidità, pur spiccata, più controllata rispetto al fratello minore, necessita tempo.
Barbera d'Alba 2010Ah, nella degustazione Flavio te ne versa mezzo bicchiere, e se vagamente avete in mente il tipo capirete che non ho avuto il cuore di chiedergli una sputacchiera, né di avanzare il vino. Comunque la Barbera, che esce con un anno in più del monfortino, è, ovviamente, freschissima (non attua mai correzioni di acidità: credo che dovrebbe, in certi casi..), insolitamente terrosa e cupa. Forse il suo vino che mi ha convinto meno.
Langhe Nebbiolo 2011Dalle vigne attorno a casa. Bel floreale classico, profilo austero, serio nonostante l'annata calda. Coi minuti si apre e viene fuori qualcosa di molto bello, più caldo e conciliante. Da riprovare con calma.
Barolo Ravera 2011Stesso vitigno, stessa annata, stessa vinificazione, stesso produttore. Ma vigne due colline più in là.
Che roba deliziosa!
Veramente un colpo al cuore. Intensissimo di fragolina e rosa rossa (si, sembra Giacosa, giuro), più morbido e aperto rispetto al nebbiolo, ha una dolcezza riequilibratrice che lo mette un gradino sopra tutti gli altri. Meraviglioso.
Bricco Appiani (Cabernet Sauvignon) 2008Non sono esperto di Cab. , ma questo non ha nulla di varietale: anche qui viene fuori uno sfondo terroso, fumé, frutti blu appena accennati, brace. Pochi punti di riferimento.
Bricco Appiani 2004Per il Cabernet ci va tempo, dice lui, questo è pronto adesso. Più aperto del 2008, qualche nota balsamica in più, ma sinceramente avevo il palato troppo brasato per capirci ancora qualcosa.
Intanto arrivano altri clienti, noi continuiamo a parlare di flavescenza, di vivaisti, di manodopera... Il tempo passa e mi rendo conto che ho perso Chionetti, provo a chiamare ma non c'è più nessuno.
(Segue...)