gianni femminella ha scritto:
Non era un critica.
Era solo per rimarcare che ( se non sbaglio ) uno dei criteri per aggiudicare i tre bicchieri sia ( anche ) la continuità qualitativa.
E' così?
Ad ogni modo, per come conosco le annate indietro delle etichette di Verdicchio premiate, sono buoni prodotti. Tre bicchieri o meno non lo so, ma sono buoni vini.
Ciao Gianni,
non ti preoccupare, puoi criticare quanto vuoi. Lecito, lecitissimo.
Troppi pochi rossi? Capovolto 15 meritava il massimo premio? Quel Pecorino è meglio di questo?
Possiamo non esser d'accordo sulle cose ma ne parliamo.
Quello che non va fatta è la diffamazione, la maldicenza, la chiacchiera da bar "mio cuggino mi ha detto che la moglie di quello lì gli mette le corna, la vedi che va in giro sempre in minigonna". Questo no, mi fa incazzare.
Detto questo torniamo al seminato: no, la coerenza produttiva non è una qualità necessaria per il tre bicchieri. Né aziendale né tantomeno sulla singola etichetta. Il vino è un prodotto umorale, ci sta che un anno sia buono e l'anno successivo meno.
Certo, esperienza e capacità permettono di ridurre i salti da un'annata all'altra. Ma per alcune aziende che lavorano in bio stretto e hanno un'esperienza "relativamente" corta ci sta che i sobbalzi siano più bruschi.
Capovolto 10 fu Tre bicchieri, 11 e 12 no e non furono neanche così memorabili poi arrivò di nuovo Tre bicchieri per il 13.
Ti ho fatto l'esempio su La Marca perché penso sia calzante.
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]