Quando sul forum impazzano i chiacchieroni che scrivono solo di comprare-vendere vino e mai di vini bevuti, la cosa migliore è passare a cose concrete: tradotto in pratica, sedersi intorno ad un tavolo, stappare, bere, parlare dei vini, confrontarsi con i vini nel calice, ridere (ma anche alzare la voce, discutere, criticare i disturbatori, ecc.
)... insomma tornare a fare quello per cui è veramente nata questa comunità; far incontrare persone che abitano a centinaia di km le une dalle altre e condividere per alcune ore la propria grande passione.
L'incontro di sabato per me è stato bellissimo [ancorchè inserito in giornataccia nera per eventi precedenti ma soprattutto posteriori all'incontro], dal sapore antico, in mezzo a vecchi amici di cui sento sempre di più la mancanza. Netta maggioranza al gruppo veneto che ringrazio per l'inossidabile passione per il vino e per gli incontri didattici: ragazzi fantastici che non si stancano mai da 15 anni di imparare e bere, bere e imparare e...soprattutto BERE!
Quella che segue è la mia personalissima valutazione sui vini che si discosta da quella di Aldo e sicuramente anche da quelle di Fabio videodrome. Le preferenze di gusto non hanno cancellato l'ottima performance generale dei vini (a parte Pegau) che hanno dimostrato che anche i vini "carichi" come gli CdP reggano bene il tempo (qualcuno ne avrebbe avuto ancora per qualche anno) e che soprattutto migliorino nettamente diventando più fini e leggibili rispetto alla modalità "blockbuster" iniziale.
1. Chateau de Beaucastel - Chateauneuf du Pape (Grenache noir 30% Mourvèdre 30% Counoise 10% Syrah 10% Cinsault 5% Vaccarèse, Terret Noir, Muscardin, Clairette, Picpoul, Picardan, Bourboulenc, Roussanne 15%)
Un vino che mi è rimasto impresso perchè incarnava il mio prototipo ideale: scuro, compatto, balsamico, con tannino ancora virile ma anche con tanta suadenza e lunghezza. Inizialmente qualcuno lo ha scambiato per il ringer perchè molto diverso dagli altri 4 in batteria (sono state servite 2 batterie da 5); quello che mi è rimasto impresso nell amemoria anche nei giorni successivi.
2. Janasse - Chateauneuf du Pape Chaupin (100% Grenache)
Al nadir del primo: quasi trasparente, profumato di fragoline, dolcissimo e carezzevole al palato, un vino che "rasaysseggiava", termine orribile, lo so, ma che rende l'idea dello stile e della bontà incredibile di questo campioncino di Chateauneuf. La preferenza fra il primo ed il secondo: solo una questione di preferenze sul palato, entrambi eccellenti.
3. Caillou, Domaine du Clos du Chateuaneuf du Pape Les Quartz (85% Grenache, 15% Syrah)
In prospettiva, un top assoluto, oggi molto buono ma ancora compresso. Stiamo parlando di un vino che avrebbe potuto stare anche nella batteria dei grandissimi che berremo fra 3-4 anni (stando lo stato dei fratellini). Non è il vino base dell'azienda e si sente (ma non è nemmeno la cuveé top!): anche questo scuro ma non del tutto compiuto, un filo di dolcezza che non viene dal tannino disciolto e qualche nota ancora leggermente olivosa al naso. E' stato utile compararlo con i fratelli minori per capire lo stato di quelli vicini ai 100pt. RP (questo era un 99pt.)
4. Charvin, Domaine Chateauneuf du Pape rouge (85% Grenache, 5% Syrah 5% Mourvèdre and 5% Vaccarèse)
Come ha già spiegato Aldo, il miglior rapporto Q/P della giornata: sorprendente per struttura tannica, per lunghezza ed equilibrio di una materia tutt'altro che secondaria. Me lo aspettavo più fragile ma sono rimasto piacevolmente sorpreso. Io avevo il vino della parte finale della bottiglia quindi l'ho dovuto sentire dal bicchieredi altri per poterne apprezzare tutte le qualità. Decisamente uno "strong buy".
5. Cailloux - Chateuaneuf du Pape rouge (Grenache 70%, mourvèdre 17%, syrah 10%, cinsault 3%)
Poteva essere anche questo un vino "fragile": invece era bello "in carne", un po' meno composto di Charvin, con uno stile più "boteriano" (come tutti i vini di Brunel) ma aveva il suo perchè. Diciamo il più gastronomico di tutti.
6. Vieille Julienne - Chateauneuf du Pape rouge (70% Grenache and 10% Syrah, 10% Cinsault and 10% Mourvèdre)
Un buon vino, molto territoriale, con tante spezie al naso ma anche molto "pettinato". Mi è piaciuto ma non emozionato. Anche qui è emerso lo stile pulitissimo della cantina che però mette tutte le uve migliori nella cuveé Vieilles Vignes. Ne riparliamo fra 4 anni con il fratellone.
7. Clos des Papes - Chateauneuf du Pape rouge (65% Grenache, 20% Mourvedre, 10% Syrah and 5% others)
Non era difettato ma aveva un alcool decisamente fuori registro. Con molto ossigeno stava alla fine migliorando (parliamo di oltre 5 ore dall'apertura) ma troppo poco da un vino da cui ti aspetti sempre il top. Da risentire.
8. Vieux Telegraphe - Chateau Chateauneuf du Pape La Crau (65% Grenache, 15% Mourvedre, 15% Syrah and 5% of other varieties)
Naso leggermente brettato, poi nel complesso niente male anche se meno a fuoco dei colleghi.
Ringer: Trevallon Vin de Pays des Bouches du Rhone 1999 (50% Syrah, 50% Cabernet Sauvignon)
Una bottiglia che ha diviso: tutti hanno capito che aveva qualcosa di strano, con quella bella oliva verde che troneggiava al naso ma la bocca era troppo salina, il tannino fine ma cazzuto, e senza la dolcezza della grenache. A me è piaciuta un casino ma ai miei dirimpettai poco. In realtà la maggioranza era d'accordo che fosse un grande vino, una perfetta intersezione (anche geografica) fra Rodano e Bordeaux.
N.C. Pegau - Chateauneuf du Pape Cuvée Réservee (80% Grenache, 6% Syrah, 4% Mourvedre and 10% other varieties)
Bottiglia stranissima: naso tutto dominato dal mou, come se fosse stata conservata male. In realtà la sua prima parte della vita l'ha trascorsa in una cantina perfetta, insieme alle altre aperte sabato e come le altre, nella seconda parte dela vita, nella mia cantina. Propendo per una bottiglia che ha incamerato un poì di ossigeno. Ne ho una gemella che proverò presto per capire meglio i problemi di questa. Io non sarei così drastico verso la cantina ed il suo CdP base.