The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda Wineduck » 28 mag 2016 20:08

Graie a tutti i ragazzi che sono intervenuti, come dico sempre i vini possono essere più meno buoni ma è la compagnia a rendere gli incontri unici ed indimendicabili.
Abbiamo bevuto:

1a batteria (con mortadellina e salame rosa di Pasquini & Brusiani accanto a prosciutto, salcicce e soppressata di maiale di cinta senese dell'allevamento Casamonti di Castellina in Chianti):
- Champagne Rosé de Saignée Premier Cru extra brut Blanc de Rose J.B. Geoffrey
- Champagne Rosé de Saignée extra brut Les Maillons Ulysse Collin

2a batteria
- Champagne Blanc de Blancs Millésime 1995 vintage Balnc des Millénaires C. Heidesek
- Champagne Sir Winston Churchill 1996 Pol Roger

3a batteria
- Chambertin Grand Cru 2001 Domaine A. Rousseau
- Barbaresco Riserva Asili di Barbaresco 2004 B. Giacosa
- Chateauneuf du Pape Reserve 2001 Chateau Rayas

4a batteria
- Vin Santo 1987 Avignonesi
- Vin San Giusto 1995 Fattoria San Giusto a Rentennano

Giornata indimenticabile, bottiglie tutte perfette, più tardi qualche nota veloce.
Per adesso anticipo che nel mio tabellino personale il rosé di Geoffroy, il Winston Churchill e Rayas sono stati vini veramente difficili da dimenticare. Rayas in particolare vino intorno ai 98/100 uno di quelli che ti resetta, ti annichilisce e ti cambia completamente i parametri di valutazione di tutti i vini bevuti in passato. Standing ovation!
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda Wineduck » 29 mag 2016 01:21

1a batteria
Geoffroy più elegante tutto sui toni agrumati, fresco e di grande bevibilità. Collin un rosso con le bolle dominato dai sentori di melograno.

2a batteria
Heideseck molto buono, incredibilmente fresco per avere 20 anni ma SWC eccezionale, uno champagne di livello top con un finale salato e croccante e succoso di frutta rossa che ti stimolava la beva malgrado la PAI infinita.
Accompagnavano la versione destrutturata del risotto porri e salsiccia: tortino di riso ai porri e salsiccia di cinta saltata su salsa di pecorino.

3a batteria
Con cinghiale in umido affiancato da primizie primaverili dell'orto.
Chambertin eccellente ma non top a causa di un vicino mostruoso che l'ha ridimensionato nel confronto. Ho avuto anche il sospetto che il precedente possessore della bottiglia, comprata qui sul forum alcuni anni or sono, non l'avesse trattata proprio benissimo. In realtà non aveva alcun difetto, anzi era buonissima ma Rayas gli ha fatto mangiare un tale polverone che è stato difficile, almeno per me, capire dove iniziassero i meriti di una e dove i demeriti dell'altra. Giacosa buono, anche molto, ma troppo giovane, bottiglia indietrissimo, telefonare fra 10 anni minimo.
Rayas, come ho già detto, stra-to-sfe-ri-co! Uno di quei vini che ti resettano, ti cambiano i parametri del gusto, ti catapultano ad un livello superiore nella degustazione dei vini di alto livello.
Avevo bevuto altre bottiglie di 2001 ma mai a questo livello: qui c'era il solito corredo di spezie orientali ma anche una salinita, un volume, una setosità ed un'avvolgenza come pochi altri vini al mondo. PAI infinita e applausi.

4a batteria
Avignonesi terribilmente buono e pronto, San Giusto con una volatile iniziale altissima e fastidiosa, si è poi ripulito facendo emergere gran classe e gran giovinezza.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda alì65 » 29 mag 2016 08:56

Wineduck ha scritto:1a batteria
Geoffroy più elegante tutto sui toni agrumati, fresco e di grande bevibilità. Collin un rosso con le bolle dominato dai sentori di melograno.

2a batteria
Heideseck molto buono, incredibilmente fresco per avere 20 anni ma SWC eccezionale, uno champagne di livello top con un finale salato e croccante e succoso di frutta rossa che ti stimolava la beva malgrado la PAI infinita.
Accompagnavano la versione destrutturata del risotto porri e salsiccia: tortino di riso ai porri e salsiccia di cinta saltata su salsa di pecorino.

3a batteria
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Chambertin eccellente ma non top a causa di un vicino mostruoso che l'ha ridimensionato nel confronto. Ho avuto anche il sospetto che il precedente possessore della bottiglia, comprata qui sul forum alcuni anni or sono, non l'avesse trattata proprio benissimo. In realtà non aveva alcun difetto, anzi era buonissima ma Rayas gli ha fatto mangiare un tale polverone che è stato difficile, almeno per me, capire dove iniziassero i meriti di una e dove i demeriti dell'altra. Giacosa buono, anche molto, ma troppo giovane, bottiglia indietrissimo, telefonare fra 10 anni minimo.
Rayas, come ho già detto, stra-to-sfe-ri-co! Uno di quei vini che ti resettano, ti cambiano i parametri del gusto, ti catapultano ad un livello superiore nella degustazione dei vini di alto livello.
Avevo bevuto altre bottiglie di 2001 ma mai a questo livello: qui c'era il solito corredo di spezie orientali ma anche una salinita, un volume, una setosità ed un'avvolgenza come pochi altri vini al mondo. PAI infinita e applausi.

4a batteria
Avignonesi terribilmente buono e pronto, San Giusto con una volatile iniziale altissima e fastidiosa, si è poi ripulito facendo emergere gran classe e gran giovinezza.


bellissima Ale!!
ti chiedo un paio di cose:
WC lo hai trovato scarico di legno e ben equilibrato? essendo io sensibile al fatto dei legni in evidenza WC lo trovo sempre sgraziato sotto questo aspetto dando una sensazione leggermente amaricante e asciugante che non mi invoglia la bevuta

è vero che Chambertin di Rousseau è un grandissimo vino ma hai confrontato un millesimo felice con un millesimo strafelice per Rayas
due tipologie con nessun punto in comune, dove il primo è eleganza pura mentre il secondo forza bruta
non ti sembra imparagonabile questo confronto?
non che voglia difendere Rousseau ma prova Clos de Beze stesso millesimo e ne riparliamo
infine sono contento che Rayas abbia riacquistato quella qualità che non avevo più trovato dopo la 95, forse condizionato dalla impostazione diversa che non mi aggradava come negli anni 90

la mia è tutta invidia, sia chiaro.... :wink:
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda vinogodi » 29 mag 2016 13:48

Wineduck ha scritto:1a batteria
Geoffroy più elegante tutto sui toni agrumati, fresco e di grande bevibilità. Collin un rosso con le bolle dominato dai sentori di melograno.

2a batteria
Heideseck molto buono, incredibilmente fresco per avere 20 anni ma SWC eccezionale, uno champagne di livello top con un finale salato e croccante e succoso di frutta rossa che ti stimolava la beva malgrado la PAI infinita.
Accompagnavano la versione destrutturata del risotto porri e salsiccia: tortino di riso ai porri e salsiccia di cinta saltata su salsa di pecorino.

3a batteria
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Chambertin eccellente ma non top a causa di un vicino mostruoso che l'ha ridimensionato nel confronto. Ho avuto anche il sospetto che il precedente possessore della bottiglia, comprata qui sul forum alcuni anni or sono, non l'avesse trattata proprio benissimo. In realtà non aveva alcun difetto, anzi era buonissima ma Rayas gli ha fatto mangiare un tale polverone che è stato difficile, almeno per me, capire dove iniziassero i meriti di una e dove i demeriti dell'altra. Giacosa buono, anche molto, ma troppo giovane, bottiglia indietrissimo, telefonare fra 10 anni minimo.
Rayas, come ho già detto, stra-to-sfe-ri-co! Uno di quei vini che ti resettano, ti cambiano i parametri del gusto, ti catapultano ad un livello superiore nella degustazione dei vini di alto livello.
Avevo bevuto altre bottiglie di 2001 ma mai a questo livello: qui c'era il solito corredo di spezie orientali ma anche una salinita, un volume, una setosità ed un'avvolgenza come pochi altri vini al mondo. PAI infinita e applausi.

4a batteria
Avignonesi terribilmente buono e pronto, San Giusto con una volatile iniziale altissima e fastidiosa, si è poi ripulito facendo emergere gran classe e gran giovinezza.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda Wineduck » 07 giu 2016 20:47

alì65 ha scritto:bellissima Ale!!
ti chiedo un paio di cose:
1) WC lo hai trovato scarico di legno e ben equilibrato? essendo io sensibile al fatto dei legni in evidenza WC lo trovo sempre sgraziato sotto questo aspetto dando una sensazione leggermente amaricante e asciugante che non mi invoglia la bevuta

è vero che Chambertin di Rousseau è un grandissimo vino ma hai confrontato un millesimo felice con un millesimo strafelice per Rayas
due tipologie con nessun punto in comune, dove il primo è eleganza pura mentre il secondo forza bruta
2) non ti sembra imparagonabile questo confronto?
non che voglia difendere Rousseau ma prova Clos de Beze stesso millesimo e ne riparliamo
infine sono contento che Rayas abbia riacquistato quella qualità che non avevo più trovato dopo la 95, forse condizionato dalla impostazione diversa che non mi aggradava come negli anni 90

la mia è tutta invidia, sia chiaro.... :wink:


1) legno assolutamentenon pervenuto, è un vino di volume e di densità, è chiaro che il passaggio in legno ci sia stato ma ora è tutto fuso in un equilibrio mirabile: Al tavolo avevamo il "principe sul pisello di legno" più sensibile del creato. Stai tranquillo che se ci fosse stato un filo di legno lo avrebbe percepito anche a bottiglia chiusa... :mrgreen:

2) avevo bevuto altre due bottiglie di Rayas 2001 e mi era parsa annata buona ma non stratosferica. Questa bottiglia era fuori registro, veramente una cosa fuori dalla grazia di Dio (o meglio al centro....). Ad ottobre scorso con Alessio Hag e Luca Percarlo1992 avevamo bevuto un CSJ 2001 di Rousseau che era al culmine della maturità ma proprio per questo stupendo, il miglior CSJ mai sentito. Per questo ritenevo le due bottiglie confrontabili: era logico aspettarsi di più da Chambertin. Addirittura pensavo che Rayas soffrisse in confronto. A bottiglie coperte avevo scambiato l'abbinamento bicchieri-bottiglie, ero convinto che quello a dx fosse Chambertin. Invece.... :oops:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda paperofranco » 08 giu 2016 09:18

Wineduck ha scritto:
alì65 ha scritto:bellissima Ale!!
ti chiedo un paio di cose:
1) WC lo hai trovato scarico di legno e ben equilibrato? essendo io sensibile al fatto dei legni in evidenza WC lo trovo sempre sgraziato sotto questo aspetto dando una sensazione leggermente amaricante e asciugante che non mi invoglia la bevuta

è vero che Chambertin di Rousseau è un grandissimo vino ma hai confrontato un millesimo felice con un millesimo strafelice per Rayas
due tipologie con nessun punto in comune, dove il primo è eleganza pura mentre il secondo forza bruta
2) non ti sembra imparagonabile questo confronto?
non che voglia difendere Rousseau ma prova Clos de Beze stesso millesimo e ne riparliamo
infine sono contento che Rayas abbia riacquistato quella qualità che non avevo più trovato dopo la 95, forse condizionato dalla impostazione diversa che non mi aggradava come negli anni 90

la mia è tutta invidia, sia chiaro.... :wink:


1) legno assolutamentenon pervenuto, è un vino di volume e di densità, è chiaro che il passaggio in legno ci sia stato ma ora è tutto fuso in un equilibrio mirabile: Al tavolo avevamo il "principe sul pisello di legno" più sensibile del creato. Stai tranquillo che se ci fosse stato un filo di legno lo avrebbe percepito anche a bottiglia chiusa... :mrgreen:

2) avevo bevuto altre due bottiglie di Rayas 2001 e mi era parsa annata buona ma non stratosferica. Questa bottiglia era fuori registro, veramente una cosa fuori dalla grazia di Dio (o meglio al centro....). Ad ottobre scorso con Alessio Hag e Luca Percarlo1992 avevamo bevuto un CSJ 2001 di Rousseau che era al culmine della maturità ma proprio per questo stupendo, il miglior CSJ mai sentito. Per questo ritenevo le due bottiglie confrontabili: era logico aspettarsi di più da Chambertin. Addirittura pensavo che Rayas soffrisse in confronto. A bottiglie coperte avevo scambiato l'abbinamento bicchieri-bottiglie, ero convinto che quello a dx fosse Chambertin. Invece.... :oops:[/quote]

:mrgreen:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2016

Messaggioda Wineduck » 08 giu 2016 11:59

paperofranco ha scritto:
Wineduck ha scritto:
alì65 ha scritto:bellissima Ale!!
ti chiedo un paio di cose:
1) WC lo hai trovato scarico di legno e ben equilibrato? essendo io sensibile al fatto dei legni in evidenza WC lo trovo sempre sgraziato sotto questo aspetto dando una sensazione leggermente amaricante e asciugante che non mi invoglia la bevuta

è vero che Chambertin di Rousseau è un grandissimo vino ma hai confrontato un millesimo felice con un millesimo strafelice per Rayas
due tipologie con nessun punto in comune, dove il primo è eleganza pura mentre il secondo forza bruta
2) non ti sembra imparagonabile questo confronto?
non che voglia difendere Rousseau ma prova Clos de Beze stesso millesimo e ne riparliamo
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la mia è tutta invidia, sia chiaro.... :wink:


1) legno assolutamentenon pervenuto, è un vino di volume e di densità, è chiaro che il passaggio in legno ci sia stato ma ora è tutto fuso in un equilibrio mirabile: Al tavolo avevamo il "principe sul pisello di legno" più sensibile del creato. Stai tranquillo che se ci fosse stato un filo di legno lo avrebbe percepito anche a bottiglia chiusa... :mrgreen:

2) avevo bevuto altre due bottiglie di Rayas 2001 e mi era parsa annata buona ma non stratosferica. Questa bottiglia era fuori registro, veramente una cosa fuori dalla grazia di Dio (o meglio al centro....). Ad ottobre scorso con Alessio Hag e Luca Percarlo1992 avevamo bevuto un CSJ 2001 di Rousseau che era al culmine della maturità ma proprio per questo stupendo, il miglior CSJ mai sentito. Per questo ritenevo le due bottiglie confrontabili: era logico aspettarsi di più da Chambertin. Addirittura pensavo che Rayas soffrisse in confronto. A bottiglie coperte avevo scambiato l'abbinamento bicchieri-bottiglie, ero convinto che quello a dx fosse Chambertin. Invece.... :oops:[/quote]

:mrgreen:


Vi traduco la faccina: "io invece avevo capito subito che in quel bicchiere c'era Rodano..."
In effetti lui quando a casa mia sente un vino buono dice subito "Rodano"e si sente un fenomeno: grazie ar ca'....pensa che genio! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2016-17

Messaggioda Wineduck » 01 gen 2017 14:14

I miei migliori (30) vini del 2016 (in ordine cronologico):

- lynch bages 1989
- sassicaia 1988 (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- amarone dal forno 2008
- taurasi riserva 1968 mastroberardino (premio speciale della giuria)
- champagne vieilles vignes francaises 2002 bollinger
- chambertin clos de bize 2008 rousseau
- bdm riserva 1961 biondi santi
- cote rotie 2001 ogier
- champagne fidèle vouette & sorbèe
- champagne orizeaux 2008 chartogne-taillet
- champagne rosé de saignée les mailleus ulysse collin
- champagne sir winston churchill 1996 pol roger
- cdp 2001 chateau rayas (vino dell'anno 2016 ex equo)
- cote rotie cote brune 2001 jamet
- cote rotie 1999 clusel-roch
- condrieu les chailles de l'enfer 2008 georges vernay
- champagne freur de passion 2002 diebolt vallois
- cote rotie la landonne 1994 rostaing
- cdp réserve des célestins 1995 h. bonneau (vino dell'anno 2016 ex equo)
- hermitage 1995 j.l. chave (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- cote rotie cote brune 1998 jamet
- clos de la roche 2003 rousseau
- barolo brunate 1998 g. rinaldi
- cote rotie blonde du seigneur 2009 georges vernay
- champagne ozanne michel fallon (vino medaglia di bronzo 2016)
- meursault charmes 1999 comtes lafon
- chambolle-musigny les fremieres 2008 leroy
- champagne grande année 1996 bollinger
- gevrey-chambertin clos saint jacques 2007 rousseau
- champagne brut fallet-prevostat
Ultima modifica di Wineduck il 01 gen 2017 23:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2016-17

Messaggioda zampaflex » 01 gen 2017 18:21

Ohibò, Ale, già così leggibile Dal Forno?
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2016-17

Messaggioda Alberto » 01 gen 2017 18:33

Wineduck ha scritto:- sassicaia 1988 (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- cdp 2001 chateau rayas (vino dell'anno 2016 ex equo)
- cdp réserve des célestins 1995 (vino dell'anno 2016 ex equo)
- hermitage 1995 j.l. chave (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- champagne ozanne michel fallon (vino medaglia di bronzo 2016)

Di quante medaglie è composto il tuo podio Alessandro...5? :wink: :lol:

Auguri!!! :D
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2016-17

Messaggioda Wineduck » 01 gen 2017 23:55

Alberto ha scritto:
Wineduck ha scritto:- sassicaia 1988 (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- cdp 2001 chateau rayas (vino dell'anno 2016 ex equo)
- cdp réserve des célestins 1995 (vino dell'anno 2016 ex equo)
- hermitage 1995 j.l. chave (vino medaglia d'argento ex-equo 2016)
- champagne ozanne michel fallon (vino medaglia di bronzo 2016)

Di quante medaglie è composto il tuo podio Alessandro...5? :wink: :lol:

Auguri!!! :D


Ciao Alberto, considerando quanto sono grandi i podi direi, ad occhio, che almeno cinque bottiglie per medaglia ci starebbero, per un totale di 15 bottiglie premiate. In questo caso mi sono fermato a cinque, giusto un trerzo: mica sono iscritto al CIO, Io... :mrgreen:
Auguri anche a te.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2016-17

Messaggioda Wineduck » 02 gen 2017 00:00

zampaflex ha scritto:Ohibò, Ale, già così leggibile Dal Forno?


Dopo 3 ore dall'apertura, malgrado l'estrema giovinezza sicuramente percepibile, si godeva un grande vino. Forse l'unico amarone in cui arriva prima il vino e molto più tardi l'amarone. E che vino... :shock:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2017

Messaggioda Wineduck » 08 lug 2017 17:24

Ieri sera un energico Champagne Empreinte 2009 René Geoffroy
È un vino che nei mesi scorsi mi ha suscitato sentimenti contrastanti: qualcosa mi affascinava e qualcosa mi lasciava dubbioso. Adesso che siamo a due anni dalla sboccatura il vino si sta esprimendo decisamente meglio, è più leggibile, la potenza della materia si sta finalmente calmando. Al naso dominano i frutti neri e rossi, quasi un Pinot di Borgogna ma di quelli dei produttori più controversi e amati/odiati del forum. La nota di china adesso è solo sullo sfondo ma è abbastanza chiaro che questi sono vini lavorati in modo completamente diverso dalla maggioranza degli altri champagne. C'è una densità inusuale ed anche il frutto è pieno, succoso, ampio: la grande acidità è totalmente integrata, niente lame scisse e taglienti come piacciono a tanti forumisti ma che a me deludono sempre per la poca struttura del vino che c'è sotto.
Lo stile è molto simile a quello di Egly Ouriet anche se i vigneti tutti premier cru pagano un po' di pegno rispetto alla superiore materia degli Ouriet. Il finale di bocca è quello che lascia più interdetti: lunghissimo, pieno di rimandi fruttati di mirtillo, prugna, salvia ma anche una punta di liquirizia che lo rende un vino più da pasto (anche con carni rosse, specialmente grigliate) che da leggiadro aperitivo.
Ultima modifica di Wineduck il 15 lug 2017 11:30, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...spring-summer 2017

Messaggioda Wineduck » 15 lug 2017 11:29

Approfittando di un calo termico di quasi 10 gradi, ho potuto finalmente aprire un rosso ...e che rosso!
Barbera d'Alba 2007 Mauro Molino (La Morra) [affinamento in serbatoi d'acciaio]
Bellissimo fin dal colore, un rosso traslucido ancora sostanzialmente rubino che sfuma in piacevoli riflessi granata. Il naso dopo poco si schiude lasciando emergere un po' di confettura di lamponi, vampate di melograno, un fondo di anguria (andava e veniva) e un bellissimo strato di camino spento e relativa legna arsa. Sul palato, dopo circa mezz'ora dall'apertura è una vera goduria: il concetto di cremosità del vino si concretizza a livelli altissimi, come normalmente capita solo con vini di ben più alto lignaggio. Si espande sul palato morbidissima, densa ma finissima, fresca e scorrevole come può solo un vino che negli anni ha integrato magistralmente la proria spiccatissima acidità giovanile. Le sensazioni sul palato sono coerenti con i sentori olfattivi e la PAI è lunga e piacevole tanto da invogliare ancora la beva.
Chi pensa che Langhe significhi solo nebbiolo, nelle sue varie declinazioni, si perde una fetta enorme di piacevolezza enologica.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Wineduck » 15 gen 2018 00:43

Ieri a pranzo nuovo bellissimo incontro con i soliti sbevazzoni toscani con cui faccio combriccola ormai da qualche anno a cui si è aggiunto il grande chicco76 che si muove ormai come una scheggia fra nord e sud... :wink:
Si è bevuto:

- Champagne Blanc de Blancs Fleur de Passion 2007 Diebolt-Valloise
- Champagne Brut Ambonnay 1996 André Beaufort
- Savagnin Vignes de mon Pere 2004 JF Ganevat
- Hermitage 1996 JL Chave
- Cote Rotie La Mouline 1996 E. Guigal

A domani per i commenti
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Wineduck » 15 gen 2018 15:15

Fleur de Passion 2007 è uno champagne giovanissimo ma già molto buono. I ragazzi di Diebolt- Valloise con lo chardonnay ci sanno veramente fare: io sono tendenzialmente più un pinottista quando si parla di bolle ma loro ed Agrapart (citando il buon Riccardone), fanno veramente storia a sè, non sbagliano mai un prodotto ed un millesimo. L'annata 2007 non è particolarmente polposa anzi al limite dello scarno ma l'interpretazione è magistrale: vino gessoso, dritto, mineralissimo ma tutt'altro che scheletrico. La qualità dei loro vigneti emerge tutta ed in prospettiva può diventare una bottiglia di livello medio-alto.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Ziliovino » 17 gen 2018 13:25

Wineduck ha scritto:- Champagne Brut Ambonnay 1996 André Beaufort
- Savagnin Vignes de mon Pere 2004 JF Ganevat


due noticine su questi? grazie
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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Wineduck » 17 gen 2018 14:43

Champagne Brut Ambonnay 1996 André Beaufort
Jacques è un personaggio fantastico: quando andai a trovarlo appariva più come un anonimo contadino della zona piuttosto che una delle stelle più brllanti del panorama champagnistico della Montagna. Lui è il mago del dosaggio, nessuno riesce a dare ai suoi champagne quella dolcezza particolare che li rende suadenti senza che siano mai stucchevoli o sgraziati. Infatti rimani sempre con il dubbio che quella dolcezza dipenda più dalla maturità del frutto piuttosto che dal dosaggio finale, talmente è ben integrata e calibrata. In alcune annate può spiccare un po' troppo ma non in questo '96 che era invece di una grazia veramente regale: raramente ho sentito uno champagne tanto equilibrato fra dolcezza, freschezza, polposità del vino, finezza del perlage e lunghezza post deglutizione. Il sorso è pieno e croccante come in certi Selosse ma in totale assenza delle tipiche ossidazioni di Anselme (che a me non dispiacciono affatto, beninteso). Al contrario la pulizia del frutto e la mineralità cristallina caratterizzano il sorso in maniera sorpredente. Tanto più sorpredente se confrontato con un colore ramato, con riflessi d'oro antico, che non fa onore alla freschezza pimpante del vino sia al naso che in bocca.
Con le acciughe sott'olio del Cantabrico sul burro di Peppino Occelli si davano i bacini d'amore, non avremmo mai smesso di berlo: sarebbe servito un formato magnum per togliere la sete a tutti! :lol:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Biavo » 17 gen 2018 15:36

Wineduck ha scritto:Champagne Brut Ambonnay 1996 André Beaufort
Jacques è un personaggio fantastico: quando andai a trovarlo appariva più come un anonimo contadino della zona piuttosto che una delle stelle più brllanti del panorama champagnistico della Montagna. Lui è il mago del dosaggio, nessuno riesce a dare ai suoi champagne quella dolcezza particolare che li rende suadenti senza che siano mai stucchevoli o sgraziati. Infatti rimani sempre con il dubbio che quella dolcezza dipenda più dalla maturità del frutto piuttosto che dal dosaggio finale, talmente è ben integrata e calibrata. In alcune annate può spiccare un po' troppo ma non in questo '96 che era invece di una grazia veramente regale: raramente ho sentito uno champagne tanto equilibrato fra dolcezza, freschezza, polposità del vino, finezza del perlage e lunghezza post deglutizione. Il sorso è pieno e croccante come in certi Selosse ma in totale assenza delle tipiche ossidazioni di Anselme (che a me non dispiacciono affatto, beninteso). Al contrario la pulizia del frutto e la mineralità cristallina caratterizzano il sorso in maniera sorpredente. Tanto più sorpredente se confrontato con un colore ramato, con riflessi d'oro antico, che non fa onore alla freschezza pimpante del vino sia al naso che in bocca.
Con le acciughe sott'olio del Cantabrico sul burro di Peppino Occelli si davano i bacini d'amore, non avremmo mai smesso di berlo: sarebbe servito un formato magnum per togliere la sete a tutti! :lol:



Ho appena mangiato, ma mi hai fatto tornare fame... E sete... :shock:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Wineduck » 18 gen 2018 15:06

Savagnin Vignes de mon Pere 2004 JF Ganevat
Sono molto più in difficoltà a descrivervi questo vino: mi sono mancati i riferimenti relativi non possedendo un backgound di assaggi sul Jura; quindi è più difficile collocarlo nella propria scala qualitativa. Al naso è affascinante fin da subito e ti rendi conto che è molto lontano dagli chardonnay francesi: lo defineri "valentiniano" ma di quelli buoni, dei suoi migliori Trebbiano, con le erbe appena falciate e la cera d'api, senza miele, senza dolcezze, solo freschezza, quasi pungente ma non scomposta. Naso e colore sono supefacenti: chiarissimo, con riflessi quasi verdognoli, incredibile per un vino di 13 anni. La bocca conferma la sensazione di freschezza, è drittissima ma una ha verticalità diversa da quella degli chablis o dei migliori Loira: c'è consistenza del sorso, a suo modo avvolge ma la salinità ripulisce subito, non lascia scie glicerinose. Rimane una bellissima persistenza coerente con il naso: vegetale fresco e cera d'api, non allarga ma neppure stringe, è lunghissimo ma ti invita di nuovo al sorso.
Davvero un vino strano ed affascinante che meriterebbe di essere risentito con maggiore calma (una bt. in due, ad esempio) e studiato a fondo. Troppo buono per lasciarlo passare via senza la giusta attenzione.
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venicka
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda venicka » 21 gen 2018 14:41

niente, volevo solo dire a wineduck di scrivere più spesso, trovo le tue note sempre caratterizzate da grande dettagliatezza, precisione e analiticità, mi ci ritrovo a bestia (e io non sono manco un fan di beaufort eh).
Complimenti.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda eternauta67 » 21 gen 2018 21:56

Ciao due note su Guigal?

Grazie

Max
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Wineduck » 24 mar 2018 19:10

Ieri sera nuovo appuntamento periodico con il team alcolico toscano (avevamo uno Special Guest: Gianni il "resident wi-jay" della Casa del Vino di Firenze :D )

Abbiamo bevuto:
- Champagne Brut Grande Cuvée Krug: sboccatura non nota ma la bottiglia è rimasta in cantina per almeno tre anni. La cremosità si sentiva tutta, la bolla non era finissima ma la "potenza controllata" di Krug lo faceva splodere sul palato in modo inusuale per un prodotto "base" (se così si può chiamare una cuvée che costa 4 volte un vero base); con il panino al Lampredotto preparato dalla premiata ditta hag-paperofranco ti portava direttamente e rapidamente all'eiuculazione precoce... :mrgreen:

- Ruino 1994 Gravner: bottiglia perfettamente conservata che ha permesso al vino di esprimersi in tutta la sua sottile mineralità scura. Luminoso nei suoi toni granato, fragrante di rovo e di erbe aromatiche dolci, in bocca ha fatto la sua porca figura malgrado fosse in compagnia di vini di altissimo calibro. E' un vino che non comprerei ma me lo sono goduto alla grande.

- Clos de Béze 2006 Domaine Prieuré Roch: una bomba al naso con una gamma floreale che andava dalla rosa all'incenso finissimo, dalla ciliegia appena matura alla pietra bagnata ed un sottilissimo terriccio, fra i più nobili e soffici che si possa immaginare. Colore scarichissimo, grandissima mobilità olfattiva e bocca ...quasi coerente con il naso, nel senso che delude un filino per una progressione non del tutto in linea con le aspettative. Forse l'annata, forse i tannini finissimi non ancora del tutto svolti ma la bocca non è esattamente al livello del naso. Intendiamoci: parliamo di dettagli in un quadro che nel complesso è veramente alto, quasi altissimo. Classico vino da "potenza senza peso" che abbiamo prosciugato fino all'ultima goccia.

- Chateauneuf du Pape Cuvée Marie Beurrier 2005 H. Bonneau: parte compresso e un filino "animale" ma si capisce subito che prenderà un'altra piega... infatti dopo meno di mezz'oretta esplode in un rosmarino provenzale che sembrava tridimensionale; in bocca è ancora più compatto ma con un tannino già da urlo per la definizione e la infinitesima e fittissima sfericità. Da lì in poi una progressione di miglioramento che porta al naso i profumi di tutto l'arco mediterraneo (il cappero finissimo, l'odore lontano della migliore carne alla brace, il frutto rosso di amarene colte belle mature ed un cacao leggerissimo e solo leggerissimamente "spolverato") e che lo fa diventare in bocca sempre più "sottile", leggibile, fresco (adicità da manuale) e con un finale lunghissimo, più lungo della voglia di contare i secondi che infatti diventano minuti. Naturalmente lo stacco dal suo "fratellone" Cuvée de Celestins si sente ancora ma non certo per i demeriti di questo vino (che in sostanza non ha), quanto per la capacità dell'altro (nelle annate migliori) di assurgere a vino di livello olimpico. L'annata è ottima, lo dimostra soprattutto la finezza magistrale dei tannini, e per questo consiglio di non aprirlo per altri 3-5 anni quando dovrebbe giungere a vette ancora più alte.

- Saint Julien Leoville Las Cases 2006: un piccolo mostricciattolo color blu-inchiostro che abbiamo immolato all'altare degli infanti in modo abbastanza sconsiderato. Ancora totalmente prigioniero dei sentori di cedro, china e vaniglia (buona però) anche dopo 3 ore dalla scaraffatura. In bocca non puoi dire che non faccia percepire la qualità dei suoi tannini e della sua freschezza ma è ancora troppo avvolto nelle spire della sua giovanile serratezza per poterlo giudicare adeguatamente (ma soprattutto godere).
Lasciatelo ululare imprigionato dentro il suo sarcofago di vetro e non liberatelo prima di 10-15 anni (IMHO naturalmente).
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2017-18

Messaggioda Vinos » 26 mar 2018 15:40

Wineduck ha scritto:Ieri sera nuovo appuntamento periodico con il team alcolico toscano (avevamo uno Special Guest: Gianni il "resident wi-jay" della Casa del Vino di Firenze :D )

Abbiamo bevuto:
- Champagne Brut Grande Cuvée Krug: sboccatura non nota ma la bottiglia è rimasta in cantina per almeno tre anni. La cremosità si sentiva tutta, la bolla non era finissima ma la "potenza controllata" di Krug lo faceva splodere sul palato in modo inusuale per un prodotto "base" (se così si può chiamare una cuvée che costa 4 volte un vero base); con il panino al Lampredotto preparato dalla premiata ditta hag-paperofranco ti portava direttamente e rapidamente all'eiuculazione precoce... :mrgreen:

- Ruino 1994 Gravner: bottiglia perfettamente conservata che ha permesso al vino di esprimersi in tutta la sua sottile mineralità scura. Luminoso nei suoi toni granato, fragrante di rovo e di erbe aromatiche dolci, in bocca ha fatto la sua porca figura malgrado fosse in compagnia di vini di altissimo calibro. E' un vino che non comprerei ma me lo sono goduto alla grande.

- Clos de Béze 2006 Domaine Prieuré Roch: una bomba al naso con una gamma floreale che andava dalla rosa all'incenso finissimo, dalla ciliegia appena matura alla pietra bagnata ed un sottilissimo terriccio, fra i più nobili e soffici che si possa immaginare. Colore scarichissimo, grandissima mobilità olfattiva e bocca ...quasi coerente con il naso, nel senso che delude un filino per una progressione non del tutto in linea con le aspettative. Forse l'annata, forse i tannini finissimi non ancora del tutto svolti ma la bocca non è esattamente al livello del naso. Intendiamoci: parliamo di dettagli in un quadro che nel complesso è veramente alto, quasi altissimo. Classico vino da "potenza senza peso" che abbiamo prosciugato fino all'ultima goccia.

- Chateauneuf du Pape Cuvée Marie Beurrier 2005 H. Bonneau: parte compresso e un filino "animale" ma si capisce subito che prenderà un'altra piega... infatti dopo meno di mezz'oretta esplode in un rosmarino provenzale che sembrava tridimensionale; in bocca è ancora più compatto ma con un tannino già da urlo per la definizione e la infinitesima e fittissima sfericità. Da lì in poi una progressione di miglioramento che porta al naso i profumi di tutto l'arco mediterraneo (il cappero finissimo, l'odore lontano della migliore carne alla brace, il frutto rosso di amarene colte belle mature ed un cacao leggerissimo e solo leggerissimamente "spolverato") e che lo fa diventare in bocca sempre più "sottile", leggibile, fresco (adicità da manuale) e con un finale lunghissimo, più lungo della voglia di contare i secondi che infatti diventano minuti. Naturalmente lo stacco dal suo "fratellone" Cuvée de Celestins si sente ancora ma non certo per i demeriti di questo vino (che in sostanza non ha), quanto per la capacità dell'altro (nelle annate migliori) di assurgere a vino di livello olimpico. L'annata è ottima, lo dimostra soprattutto la finezza magistrale dei tannini, e per questo consiglio di non aprirlo per altri 3-5 anni quando dovrebbe giungere a vette ancora più alte.

- Saint Julien Leoville Las Cases 2006: un piccolo mostricciattolo color blu-inchiostro che abbiamo immolato all'altare degli infanti in modo abbastanza sconsiderato. Ancora totalmente prigioniero dei sentori di cedro, china e vaniglia (buona però) anche dopo 3 ore dalla scaraffatura. In bocca non puoi dire che non faccia percepire la qualità dei suoi tannini e della sua freschezza ma è ancora troppo avvolto nelle spire della sua giovanile serratezza per poterlo giudicare adeguatamente (ma soprattutto godere).
Lasciatelo ululare imprigionato dentro il suo sarcofago di vetro e non liberatelo prima di 10-15 anni (IMHO naturalmente).


Ciao Ale, bella bevuta e belle note. Il beurrier 2005 ce l’ho in rampa di lancio da un po’, ma a questo punto resisto (se riesco) un altro annetto. :-)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ...fall-winter 2018-19

Messaggioda Wineduck » 13 set 2018 14:38

Tecnicamente siamo ancora in estate (ed anche climaticamente) ma io agogno talmente l'autunno che ho già spostato in avanti le lancette del "Ducks' Nest" :wink:

Dopo un lungo ma tonificante periodo di depurazione per il fegato, ovvero astinenza da vino per 25 giorni consecutivi :shock: :oops: :cry: ), ho ricominciato con una bella bottiglia ed alcune bevute minori come balsone ma degne di nota:

- Quintessence de Corton Charlemagne 2005 V. Girarden: rientro con il botto fra i grandi vini, la borgogna bianca "voluminosa" che piace a me; dopo un po' di ossigeno esce l'affumicatura di C.Charlemagne e tanti fiori gialli per un finale infinito. "Top Model boteriana".

- Riesling Rosenberg 2011 Albert Mann: alsazia teoricamente "minore" (non è indicato il Cru di provenienza) ma che metterebbe in fila il 90% dei Grand Cru; comincia a sbuffare un po' di idrocarburo ed ha un filo di residuo dolce ma acidità e sale compensano tutto in un trionfo di fioricini lilla. Perfetto con una pasta piccante ma senza pomodoro. "Nordico sensuale".

- Chianti Classico Riserva Vigneti La Selvanella 1999 Melini: i miei commesali non gli hanno dato più di 10 anni di vita, qualcuno anche 5. Se penso a quante volte ho tentato di vendere questa bottiglia :lol: Per fortuna senza successo! Un dizionario Treccani del Chianti: freschezza a go-go, tannino della miglior seta comasca, terra finissima più di sasso che di humus, qualche visciola qua e là. "Sciant-Musignì".

- Fiano di Avellino 2014 Colli di Lapio Romano Clelia: dopo opportuna areazione si è snellito talmente tanto che è stato letteralmente prosciugato in pochi minuti. Anch'io ho fatto fatica ad avere il tempo di capirlo a fondo. Ricodo solo che la frutta gialla diventava sempre più fresca e la componente minerale si affincava sempre di più alla dolcezza della castagna. Da risentire con calma. "Montano con il cuore caldo".

- Cometa 2013 Planeta: berlo dopo il fiano irpino non gli ha giovato soprattutto perchè la larghezza sembrava maggiore di quanto oggettivamente non fosse. Molto tropicale ma non banale, ha sicuramente una fama peggiore della sua resa nel bicchiere. Fra i non enostrippati può essere un gran bel bere. "Erotico con i fianchi a pera".

Presto tornerà in pista il gruppo dei brutti ceffi toscani ed allora il livello delle bottiglie si alzerà... :wink:
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