Verticale (ebbene si, ancora lui) di
Osso San Grato giovedì scorso.
Grande prestazione collettiva, le annate migliori presentano risultati molto simili in termini di consenso.
1980: colore più marrone che arancio, sospensione evidente, una certa torbidità, ridotto: nonostante gli indizi, per fortuna non era defunto. Ci mette un po' a pulirsi e a evidenziare note balsamiche e di the, un bel floreale intenso e lievi note fungine. Ovviamente in bocca è sfinato, campa sull'acidità pur conservando una sua dignità.
1985: naso splendido che in pochissimo tempo svaria dal floreale alla cenere, al ferro e alla china, agli agrumi rossi e alla pesca, perfino anguria e nespola. Bocca ferruginosa e di amaro alle erbe. Grande grip, domincato dalla spina acida. Tiene benissimo la durata della degustazione puntando soprattutto su cenere e ferro.
1997: Salmastro, si pulisce ma non si definisce completamente. Arancia. Si sente che sia figlio di annata calda e che pecchi delle componenti che lo rendono grande in annate più fresche (per esempio, è l'unico dove il tannino risulti più marcato dell'acidità). Cede inesorabilmente con il tempo.
1998: annata sfigata questa, vino scomposto con alcool e toni verdi in evidenza e bocca aspra, quasi limonosa. Manca pure di lunghezza. Possibile anche boccia sottoperformante.
1999: Boom. Naso intenso e marcante, fine e stratificato. Ciliegia matura, cenere e ferro, eucalipto, melone. Bocca fresca e coerente, vispa e scattante, di grande classe e persistenza. Per felicità e facilità di espressione, forse il migliore della serata.
Si passa quindi al decennio caldo, e la tendenza è chiaramente avvertibile nel bicchiere. Più confetture, più alcool, ma anche vini ancora giovani, che devono ancora definirsi, stiracchiarsi, con un grande potenziale tutto da sviluppare.
2001 : Prugna, liquirizia, tisana alle erbe, caffé; dopo un primo momento di attacco al palato vigoroso però sembra recedere, nella incompleta fusione degli elementi strutturali. Ma dandogli tempo, emerge pian piano il carattere del vigneto in ottima annata e si arrotonda, si allunga, e chiude con la sua bella dose di applausi.
2004 : altro boom per l'intensità al naso, sul frutto macerato con un particolare fondo ammandorlato. Grande grip, grande intensità, bocca molto ben legata, coerente e lunga. Ma sicuramente un po' indietro sulla strada della maturità. Lascia inoltre la sensazione di una certa dose di elementi vegetali verdi, come se in una annata comunque piuttosto calda si sia dovuto raccogliere prima della piena maturità del grappolo, in particolare dei vinaccioli.
2005 : naso pronto, ma segni addirittura di tostatura (vaniglia); vernice...bocca scarica, poca struttura...lavandinato presto.
2006 : Giovanissimo, con toni salmastri, prugnosi, di confettura e succo di more oltre ai canonici tratti territoriali. Grande naso, bocca ancora da formarsi tant'è che pare meno capace di espandersi sul palato rispetto alle sorelle più riuscite. Arrivare poi per ultimo non aiuta
In aggiunta abbiamo ripescato dal rigattiere
due vecchietti sperando di non doverli inumare subito...
Un discreto Barolo riserva Valfieri del 1964, dal naso poco espressivo, puntato sull'agrume, ma con una notevole freschezza a sorreggere la bevuta chiaramente esile e uno Spanna 1957 di Vallania ossidato e marsalato. Vabbé...