littlewood ha scritto:Io la giro in maniera diversa. Fatto salvo il rispetto per i gusti di tutti ma si puo' in un mondo dove uno dei must della nostra passione dovrebbe essere la curiosita' a 360 gradi bere una sola tipologia di vino (es borgogna) senza cercare di capire anche di mondi diversi? secondo me e' uno spreco indicibile!!! e i vini di Gravner come di tanti altri bravissimi produttori di quella zona sono un mondo che vale eccome esplorare in tutte le sue sfaccettature senza correre dietro solo all'araba fenice francofona!
...se hai letto bene quanto ho scritto sono concorde. Visto che è stato chiesto un parere come se non si conoscesse la tipologia, mi sembra giusto , oltre alla visione e gusto personale nell'approcciare il mondo del vino in generale, mettere al corrente delle caratteristiche del vino che possono ingenerare qualche perplessità al neofita o a chi si aspetta uno spartito , direi, classico, dove il riferimento assoluto nei vini bianchi, che piaccia oppure no, rimangono le aree "francofone" di cui si parlava. Nel periglioso cammino della condivisione delle bevute, quando si parla di certa tipologia di vino, foss'anche prodotta da quello che è considerato un maestro o capofila, indipendentemente dal preconcetto acquisito, lo stabilire identità con canoni piu' "precostituiti" rimane un obbligo, proprio per non ingenerare equivoci. ma questo vale per tutta l'area della "biosfera bio-bio" nei rossi e nei "macerati" o "anforati" nei bianchi , aree molte volte che coincidono. Sta di fatto che mi sembrava solo doverosa "l'avvertenza per l'uso" , indipendentemente dal mio gusto personale che li apprezza...
PS: il piccato riferimento ai "francofoni" mostra solo qualche preconcetto di base da parte di chi scrive, abbastanza lungi dalla realtà delle cose: sono nazionalista convinto e quando posso la mia attenzione e sincera ammirazione cerco di dedicarla al prodotto nazionale ... però ...