Diario economico

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Dedalus
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Re: Diario economico

Messaggioda Dedalus » 05 set 2018 14:45

Ma pensa, e io che mi pensavo che la sovranità monetaria era la cornucopia, tu ti riprendi la moneta sovrana e puff! le fontane danno vino.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 06 set 2018 12:34

Dedalus ha scritto:Quanto a chi percepisce nun reddito fisso, vigono singolari pratiche chiamate adeguamenti salariali, la cui base di riferimento è proprio l'inflazione. Questa pratica è tuttavia tenuta quasi segreta e solo una parte dei cittadini ne è a conoscenza. Si chiamano alfabetizzati economici.


che non riescono a compensare l'inflazione
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 06 set 2018 12:38

Dedalus ha scritto:Ma pensa, e io che mi pensavo che la sovranità monetaria era la cornucopia, tu ti riprendi la moneta sovrana e puff! le fontane danno vino.


"Negli altri paesi si esercita la sovranità monetaria, che per definizione esclude la possibilità di fallimento dello stato."

:lol: :lol: :lol: :lol:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 06 set 2018 14:31

Fattoide del giorno, intervista a Boeri.

"L'Inps riceve ogni anno circa 12 milioni di certificati di lavoratori privati assicurati per la malattia e 6 milioni di certificati di dipendenti pubblici nel cosiddetto Polo Unico. A fronte di 18 milioni di certificati e, quindi, di malattie potenziali destinatarie di controlli medico fiscali, l'attuale capacità produttiva dell'Istituto, si attesta intorno al milione di visite di controllo all'anno, ossia il 5%. Da qui la necessità di scegliere con cura dove, quando e come eseguire le visite".

Anche perché, ha dettagliato ancora Boeri, le risorse che si mobilitano con quei certificati sono ingenti: "L'Inps spende ogni anno circa 2 miliardi di euro per indennità di malattia per i dipendenti privati che sono a carico delle imprese invece nei primi 3 giorni di assenza, mentre le giornate di assenza dei pubblici dipendenti valgono circa 2,8 miliardi su base annua quando vengono calcolati in termini di retribuzione corrisposta al lavoratore in caso di malattia". Tanto che Boeri ha rimarcato: "Sono numeri importanti".

L'Inps, ha spiegato ancora Boeri, "ha circa 400 medici di ruolo, che dovrebbero esaminare manualmente 30 mila certificati pro capite, cui andrebbero aggiunti i 15 mila pro capite dei lavoratori pubblici del Polo Unico. Il fondamento della selezione su riscontri obiettivi e procedure informatiche è importante anche per garantire una uniformità di trattamenti su tutto il territorio nazionale e scoraggiare potenziali comportamenti collusivi che ci potrebbero essere a livello locale tra medici fiscali e lavoratori assenti per malattia".

Dopo l'intervento del Garante a marzo l'Inps ha sospeso la "programmazione intelligente delle visite" per procedere a un'estrazione causale dei malati da sottoporre a controllo. Ciò ha portato, ha detto Boeri, a una riduzione del 39,5% delle visite che prevedono una riduzione della prognosi.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 07 set 2018 16:47

Quanti immigrati si fermano da noi?

il fenomeno dell'allontanamento volontario determinato da varie ragioni, tutte peraltro note, è un fenomeno vecchio e molto consistente per alcune nazionalità. Quanto sia consistente lo dicono i dati: dal 1997 al 2017 (cioè negli ultimi 20 anni) sono state presentate 728mila domande di asilo a fronte di 1.069.000 persone sbarcate. Quindi il 32% di loro non ha presentato domanda di asilo.
Questo non vuol dire che non sono bisognosi di protezione o d'accoglienza ma, più semplicemente, che non vogliono restare in Italia. Una circostanza che il Viminale ha utilizzato, anche favorendo l'allontanamento delle persone (affinché non pesassero sul nostro sistema d'accoglienza), a tal punto che l'Ue ha dovuto introdurre procedure e strumenti (gli hot spot) per impedire quelli che sono chiamati movimenti secondari interni, che disattendono il Regolamento di Dublino.
Questa è anche la ragione per cui sono stati ripristinati i controlli in molte frontiere interne all'Ue, sospendendo per lunghi periodi gli accordi di Schengen e la libertà di circolazione, mettendo in discussione le basi della stessa Ue.
Tra le persone maggiormente coinvolte in questo fenomeno dei movimenti secondari ci sono proprio gli eritrei. I dati del Viminale dicono che dal 2012 al 2017 gli eritrei sbarcati nel nostro Paese sono stati 113mila (parliamo quindi di persone identificate), ma quelli che hanno chiesto protezione in Italia nello stesso periodo sono meno di 16mila, ossia il 14% circa. Anche tra i somali a fronte di circa 35mila sbarcati sulle nostre coste negli ultimi 6 anni, hanno presentato domanda di asilo poco più di 9.500 (circa il 27%). Per non parlare dei siriani: su 62mila arrivati in Italia negli stessi anni, solo 5.800 hanno presentato domanda di asilo, ossia il 9%. Il record è però dei sudanesi: su 30mila sbarcati in Italia, poco più di 1000, ossia il 4%, ha presentato domanda di asilo.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 07 set 2018 18:31

un contributo interessante di Boldrin

https://www.nextquotidiano.it/boldrin-s ... blica-usa/
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 10 set 2018 18:32

a proposito di neoliberismo che viene sempre tirato in ballo
qualche cifra per dimostrare che tutto questo neoliberismo in Italia non c'è

http://www.econopoly.ilsole24ore.com/20 ... 6_Es9ytYL3
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 set 2018 10:56

Malta è stata in piedi durante le ultime due crisi.
Vendendo passaporti e riciclando denaro sporco...

https://www.bloomberg.com/news/features/2018-09-11/why-the-eu-is-furious-with-malta
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 set 2018 11:51

Questa pagina raccoglie sinotticamente le rilevazioni del PMI (indice delle aspettative dei responsabili acquisti) delle maggiori economie con due anni di storico.
Rilevate come le aspettative italiane siano in calo dalla primavera con correlazione a quelle tedesche, ma in misura maggiore: misurabile qui l'influsso negativo sull'economia dovuto alle incertezze legate alle politiche del nuovo governo, se non perché ritenute dannose dalle imprese, almeno perché hanno introdotto elementi di incertezza, fino a quando gli annunci non si saranno trasformati in legge.

https://www.bloomberg.com/graphics/global-pmi-tracker/
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 set 2018 15:04

Uscito il rapporto ISTAT sull'occupazione, con i dati a fine giugno scorso.

"Nel secondo trimestre 2018 si contano 205 mila occupati in più rispetto al secondo trimestre 2008. Si è raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 e il tasso di occupazione 15-64 anni non destagionalizzato è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)".

"Negli ultimi dieci anni si sono manifestate profonde trasformazioni nella composizione dell'occupazione sia in termini di soggetti coinvolti, sia in relazione alle caratteristiche dell'occupazione", dicono gli statistici. "Oltre all'invecchiamento della forza lavoro, su cui hanno inciso anche il calo della popolazione giovanile, il prolungamento dei percorsi di studio e l'aumento dell'età pensionabile, importanti cambiamenti si riscontrano per le componenti di genere e le ripartizioni territoriali, interessate in maniera differente dalla crisi e dalla successiva ripresa".

Nell'ultimo periodo analizzato - il secondo trimestre 2018 - al lavoro si conta mezzo milione di donne occupate in più rispetto al 2008 (+6,3%; il relativo tasso +2,6 punti). "Per loro, infatti, la crisi ha arrestato un processo di crescita di lungo periodo che è poi ripreso dal secondo trimestre 2014. Diversamente gli uomini sono stati duramente colpiti dalla congiuntura negativa (circa un milione di occupati in meno tra il 2008 e il 2013), soprattutto nell'industria, e il recupero avviatosi a partire dal secondo trimestre 2014 non è stato sufficiente a colmare il gap con il 2008 (-380 mila, -2,7%; il tasso -2,7 punti)".

Anche la geografia di questa ripresa occupazionale non è uniforme. Spiegano ancora dall'Istat: "Nel Centro-nord la ripresa è iniziata prima e ha portato al recupero delle perdite occupazionali dovute alla crisi già nel secondo trimestre 2016 mentre nel Mezzogiorno, dove il calo degli occupati ha riguardato complessivamente 700 mila unità fino al 2014, il saldo rispetto al pre-crisi è ancora ampiamente negativo (-258 mila, -3,9%; il relativo tasso -1,6 punti)". Nel Centro-Nord invece l'occupazione è salita di 463 mila persone.

Per terminare infine con la 'qualità' del lavoro e le sue caratteristiche. "Il recupero interessa esclusivamente il lavoro alle dipendenze, specialmente nella componente a termine. Difatti, se per il tempo indeterminato al recupero avvenuto alla fine del 2015 è seguita una debole crescita che ha determinato livelli di poco superiori a quelli del 2008, per il tempo determinato la consistente crescita dell'ultimo periodo ha comportato oltre 700 mila occupati a termine in più rispetto al pre-crisi (+30,9%). A questa crescita fa da contraltare la perdita di circa 600 mila indipendenti (-10,2%) nonostante l'aumento nell'ultimo trimestre".
"In dieci anni gli occupati part time sono aumentati di quasi un milione, a fronte di una diminuzione di poco inferiore di quelli a tempo pieno. Se da un lato ciò si spiega con la forte crescita del part time involontario (da 37,4% a 63,7% in dieci anni), dall'altro la ricomposizione dell'occupazione per settori di attività economica ha aumentato il peso di comparti con una maggiore quota di lavoro a tempo parziale (alberghi e ristorazione, servizi alle imprese, sanità e servizi alle famiglie) e diminuito quello di settori con più occupati a tempo pieno (industria in senso stretto, costruzioni e servizi generali della pubblica amministrazione)".
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 13 set 2018 14:33

Record di tasse nel 2017: versati 497 miliardi

https://www.truenumbers.it/tasse-in-italia-2017/

Praticamente quasi 500 miliardi di pizzo..uhm..scusate..di tasse inglobate dallo Stato e 900 miliardi di entrate complessive su 1500 miliardi (circa) di PIL. Della serie la cattifa evasione fiscale italica è un grosso problema che sottrarrebbe prezioso gettito allo Stato. Si, si come no!
Invece nessuno che scrive che il carrozzone dello Stato fagocita sempre più soldi (dei contribuenti!) asfaltando il settore privato in cambio di servizi che manco in Sierra Leone
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 set 2018 17:45

harmattan ha scritto:Record di tasse nel 2017: versati 497 miliardi

https://www.truenumbers.it/tasse-in-italia-2017/

Praticamente quasi 500 miliardi di pizzo..uhm..scusate..di tasse inglobate dallo Stato e 900 miliardi di entrate complessive su 1500 miliardi (circa) di PIL. Della serie la cattifa evasione fiscale italica è un grosso problema che sottrarrebbe prezioso gettito allo Stato. Si, si come no!
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Convinci i tuoi amichetti della giunta Raggi a tagliare la spesa pubblica del Cupolone in cambio di un taglio delle tasse, dovremo pure cominciare da qualche parte, no? :wink:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 14 set 2018 15:35

Sempre meno stranieri vogliono detenere il nostro debito. A giugno, secondo quanto si ricava dalle tabelle della Banca d'Italia, i soggetti non residenti detentori di titoli della Repubblica sono scesi da 698 miliardi a 664 miliardi (sul totale di quasi 2.000 miliardi di euro) dopo che già a maggio si era registrata diminuzione rispetto ad aprile (722 miliardi).
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 14 set 2018 19:03

Il futuro è roseo.
Grazie alla nuova legge saranno vendute più armi e proiettili, in Italia è ancora uno dei settori produttivi d'eccellenza.
Gli obbiettivi sono tanti, far crescere il pil, favorire l'indotto e sfoltire i migranti.
Il futuro è rodeo.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 16 set 2018 09:22

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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 20 set 2018 11:18

I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 21 set 2018 14:57

L'intervista a Cottarelli
https://quifinanza.it/soldi/cottarelli- ... re/224882/

E il commento di Boldrin, Codagnone e Manfredi
https://m.youtube.com/watch?v=GIGrnGXMYe4
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 21 set 2018 16:33

La Commissione europea - che da tempo ci chiede con altri organismi internazionali di tassare di più i consumi e di meno il lavoro - certifica che anche nel 2016 l'Italia è stata la prima per l'evasione di Iva, in valore nominale. Alle casse dello Stato sono venuti a mancare 35,9 miliardi.

L'Italia è invece terza per il maggior divario tra gettito previsto e riscosso con il 25,9%, dietro solo a Romania (35,88%) e Grecia (29,2%). Rispetto al 2015 c'è stato un lieve miglioramento in termini, in quanto l'evasione si è ridotta dello 0,23% scendendo dal 26,13%, anche se in termini nominali (35,7 miliardi) c'è stato un piccolo aumento.

Nel complesso, dal 2012 al 2016 l'Italia è riuscita a ridurre l'evasione del 3%, con un divario tra atteso e incassato effettivamente calato dal 29% a poco meno del 26%.

Nel suo insieme, l'Ue ha registrato perdite di introiti sull'Iva per 147,1 miliardi di euro, in calo di 10,5 miliardi rispetto all'anno precedente con una riduzione del gap dello 0,9%, scendendo al 12,3% dal 13,2%. I Paesi Ue in cui l'evasione dell'Iva è la più bassa sono Lussemburgo (0,85%), Svezia (1,08%) e Croazia (1,15%).

----

Vi ricordo come nel 2017 l'IVA pagata sia stata di 129,6 mld, per cui i 35,9 mld evasi rappresentano quasi il 22% del totale dell'IVA che avrebbe dovuto essere pagata.
Trentasei miliardi, equivalgono a 900 euro a disposizione per ognuno dei 41 milioni di contribuenti, 900 euro che non ci sono per colpa degli evasori, che potrebbero essere usati per tagliare le tasse o fornire servizi migliori o gratuiti.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 21 set 2018 17:03

Spoiler: contiene polemica che può diventare feroce

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-09-13/colf-braccianti-muratori-ecco-lavori-che-sparirebbero-senza-immigrati-165141.shtml?uuid=AE8dAurF

Colf, baby sitter, badanti. Ma anche venditori ambulanti, operai specializzati, artigiani edili. Sono questi i profili che spiccano nella top ten dei mestieri a maggior presenza di lavoratori stranieri, che dal 2008 al 2017 sono passati da 1,7 a 2,4 milioni (+41%). Nello stesso periodo, così, il peso della componente straniera sul totale degli occupati in Italia è passato dal 7,3% al10,5 per cento, secondo le elaborazioni realizzate dalla Fondazione Moressa su dati Istat (contenute nel Rapporto 2018 sull’economia dell’immigrazione, che verrà presentato a Palazzo Chigi il prossimo 10 ottobre).
Oggi, in base agli ultimi dati disponibili riferiti al 2016, il contributo al Pil degli stranieri è di oltre 130 miliardi di euro, pari al 9% della ricchezza nazionale.
Il tasso di occupazione degli stranieri dalla crisi del 2008 a oggi è sempre stato maggiore di quello degli italiani. «Un caso quasi unico in Europa - spiega Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Moressa - dovuto principalmente alla normativa sull’immigrazione e alla forte quota di italiani inattivi, soprattutto donne e al Sud». Oggi, in base ai dati del secondo trimestre del 2018 gli stranieri occupati sono il 62,2%, mentre gli italiani sono il 58,7per cento.
[cioè molti italiani NON vogliono fare quei lavori che oggi vengono svolti dagli stranieri]
Osservando la distribuzione degli occupati italiani e stranieri per tipologia di lavoro emerge chiaramente la differenza tra i due gruppi.
La maggioranza degli stranieri è occupata in lavori di media e bassa qualifica. In particolare, oltre un terzo degli immigrati (34%) svolge professioni non qualificate. Il 28% degli stranieri ricopre funzioni da operaio specializzato e solo il 7% è un professionista qualificato. Quattro italiani su 10 invece ricoprono ruoli qualificati e tecnici, il 31% è impiegato o addetto alle vendite nel commercio e nei servizi, il 22% è operaio o artigiano, mentre l’8,3% è rappresentato da personale non qualificato.
Colf e badanti: sono i due mestieri in cui la presenza degli stranieri è al top, mentre quella degli italiani è ridotta al lumicino. Sette colf su dieci non sono italiane, al pari del 57% delle badanti. Due lavori, questi, che gli italiani sembrano snobbare. «La maggior parte dei lavoratori nel campo dell’assistenza alle famiglie - conferma Gianni Scaperrotta, direttore generale dell’agenzia Articolo1 specializzata nel recruiting di questo tipo di figure - arriva dai Paesi dell’Est Europa e prima di cominciare il lavoro spesso seguono dei corsi di formazione mirati».
Tra i venditori ambulanti, invece, è un testa a testa: gli stranieri sono 47%, gli italiani al 53 per cento. Gli italiani invece svettano nelle professioni tecniche, tra i docenti delle scuole superiori, tra informatici, matematici e contabili.
«L’elevata segregazione occupazionale degli immigrati - sottolinea Tronchin - viene evidenziata anche dal fatto che le prime 10 professioni per specializzazione di stranieri raggruppano il 52% degli occupati stranieri, mentre le prime 10 degli italiani solo il 17% degli occupati italiani».
Se a livello generale gli occupati stranieri rappresentano (come detto) il 10,5% del totale, questa incidenza sale al 30,4% tra gli operai edili, al 32% tra i braccianti agricoli e addirittura al 69% tra i collaboratori domestici. «In altri termini - aggiunge Tronchin -, senza la manodopera immigrata scomparirebbero badanti, colf, braccianti agricoli, muratori e manovali, professioni poco appetibili per i giovani italiani».
«La crisi economica ha evidenziato alcuni rischi di competizione al ribasso tra lavoro degli immigrati e lavoro dei cittadini italiani delle classi sociali più basse - commenta Alessandro Rosina, ordinario di demografia e statistica sociale dell’università Cattolica di Milano - ma come mostrano i dati della Fondazione, il lavoro tende ad essere più complementare che sostitutivo». Un lavoro legato ai servizi per le famiglie, in risposta all’aumento degli anziani, assorbito in prevalenza da settori che difficilmente troverebbero manodopera senza immigrazione. «Nella prospettiva di un Paese che vuole tornare a generare sviluppo, in uno scenario demografico che vedrà ancor più invecchiare la popolazione e ridurre le fasce d'età lavorative centrali - aggiunge Rosina - l'immigrazione va considerata un fattore strategico a sostegno dei processi di crescita. Ma questo solo a condizione di inserimento positivo dell’immigrazione all’interno di un piano di sviluppo solido e coerente del Paese, che consenta sia di tutelare gli immigrati dal rischio di sfruttamento, sia di contribuire ad alimentare un circuito virtuoso in cui lavoro crea lavoro e allarga la torta per tutti».
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 set 2018 13:26

E' possibile lavorare ed essere poveri allo stesso tempo, almeno secondo la banca dati della Commissione europea che ha recentemente, e per la prima volta, censito i lavoratori con retribuzioni così basse da essere annoverati tra i poveri. Un approfondimento statistico che rende giustizia a tutti coloro che sono stati assunti con stipendi da fame o con orari di lavoro ridottissimi. Ma che piazza gli occupati del nostro Paese tra i meno fortunati.

L'Italia, tra i Paesi di cui sono disponibili i dati per il 2017, è in quarta posizione per lavoratori poveri. Ci superano soltanto la Romania (col 17,4% di poveri tra gli adulti over 18 occupati), la Spagna, col 13,1%, e la Grecia a quota 12,9%. Ma a differenza di questi Paesi l'Italia è l'unica nazione europea in cui la percentuale è in crescita costante da anni: nel 2016 eravamo all'11,7%, mezzo punto sotto il dato del 2017, pari al 12,2%. Nel 2008, quando in Italia si sentirono gli effetti della crisi economico-finanziaria esplosa negli Stati Uniti, spiegano dalla Commissione europea, la quota di lavoratori italiani che dovevano fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese ammontava al 9 per cento. E la "disastrata" Grecia ci superava di cinque punti abbondanti.

In questi nove anni il Paese che ha dato i natali a Socrate ha lavorato per ridurre il più possibile questa categoria di lavoratori, mentre in Italia si è registrato un continuo aumento. Fino al punto, nel 2017, in cui le due nazioni sono distanti appena 0,7 punti percentuali. Francia, Germania e Regno Unito, ma i dati disponibili sono quelli del 2016, si trovano abbondantemente al di sotto della soglia del 10%, con i transalpini sotto l'8%.

Ma cosa vuol dire per Eurostat essere lavoratore a rischio di povertà? Si tratta di quegli operai e impiegati (per esempio i lavoratori a progetto o quelli dei call center) con "un reddito disponibile equivalente al di sotto della soglia del rischio di povertà, che è fissata al 60% del reddito disponibile equivalente medio nazionale", spiegano da Bruxelles. Un individuo è, inoltre, registrato come occupato se è stato assunto per oltre la metà dell'anno di riferimento.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 24 set 2018 12:04

https://www.zerohedge.com/news/2018-07-03/cac-four-letter-word-italian-debt-financial-disaster-waiting-happen


"......La situazione finanziaria italiana è diventata più sensibile quando nel maggio scorso si sono verificate turbolenze nei confronti del nuovo governo italiano: i BTP italiani (Buoni del Tesoro Poliennali) hanno perso l'8% in valore.Se i prezzi restano sotto pressione, le banche italiane dovranno vendere queste obbligazioni a un prezzo inferiore e con enormi perdite per garantire che la loro solvibilità non sia ulteriormente minacciata. Per rispettare il rapporto debito / capitale europeo, devono raccogliere nuovo capitale o aumentare i tassi di interesse e concedere meno prestiti.........".
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 24 set 2018 12:50

Un bell'aggiornamento sulla guerra commerciale tra Trump ed il resto del mondo (spoiler: non ha la minima idea di cosa stia facendo). E si, possiamo mettere anche la Cina tra gli stati che in un non determinabile futuro "ripartiranno" da un debito artificialmente ristrutturato.

http://www.mauldineconomics.com/frontlinethoughts/china-for-the-trade-win
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 24 set 2018 12:54

harmattan ha scritto:https://www.zerohedge.com/news/2018-07-03/cac-four-letter-word-italian-debt-financial-disaster-waiting-happen


"......La situazione finanziaria italiana è diventata più sensibile quando nel maggio scorso si sono verificate turbolenze nei confronti del nuovo governo italiano: i BTP italiani (Buoni del Tesoro Poliennali) hanno perso l'8% in valore.Se i prezzi restano sotto pressione, le banche italiane dovranno vendere queste obbligazioni a un prezzo inferiore e con enormi perdite per garantire che la loro solvibilità non sia ulteriormente minacciata. Per rispettare il rapporto debito / capitale europeo, devono raccogliere nuovo capitale o aumentare i tassi di interesse e concedere meno prestiti.........".


Articolo pesantemente disinformativo e distorcente la realtà.
L'autore non ha la minima idea di quale sia il costo storico dei BTP in pancia alle banche, in primis (ciò che è stato comprato dal 2012 al 2014 per esempio offre guadagni in conto capitale notevoli).
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 25 set 2018 09:41

zampaflex ha scritto:
Articolo pesantemente disinformativo e distorcente la realtà.
L'autore non ha la minima idea di quale sia il costo storico dei BTP in pancia alle banche, in primis (ciò che è stato comprato dal 2012 al 2014 per esempio offre guadagni in conto capitale notevoli).


I guadagni in conto capitale notevoli a cui fai riferimento purtroppo rischiano di essere gettati alle ortiche. Grazie al governo gialloverde il sistema bancario italiano continuerà ad andare alla deriva, aspetta che le tre zoccole del rating ci declassano a livello junk e poi saranno veramente catzi amari. Sull'argomento ti posto quest'interessante articolo (ininglese).

https://internationalbanker.com/banking/why-italys-banking-crisis-is-far-from-over/

".......Il sell-off dei titoli di stato in previsione di tale confronto ha innescato una massiccia ondata di rendimenti obbligazionari e una caduta precipitosa dei loro valori, e come risultato, ha consumato riserve di capitale delle banche. In effetti, il sell-off ha indotto UniCredit e Intesa a perdere circa un terzo di punto percentuale del capitale di base, mentre Jefferies Group si aspetta una ulteriore riduzione da 0,15 a 0,20 punti percentuali a entrambe le banche durante questo terzo trimestre in corso, in base agli attuali livelli di rendimento obbligazionario....."

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