Diario economico

Dove discutere, confrontarsi o scherzare sempre in modo civile su argomenti attinenti al mondo del food&wine e non solo.

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harmattan
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 28 ott 2018 18:17

https://www.bloomberg.com/amp/news/articles/2018-10-27/a-bundesbank-economist-has-a-radical-plan-to-halve-italy-s-debt

Dedicato a tutti quelli che: "abbiamo un grande debito pubblico, ma anche tanta ricchezza privata e bla bla bla....."
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 ott 2018 20:22

QUESTO è un tema su cui battagliare in Europa, non il duevirgolaqualcosa che Tom e Jerry si ostinano a proporre.

Dal Lussemburgo all’Estonia: pochi abitanti, migliaia di società fantasma
di R. Galullo e A. Mincuzzi

Cambiando l'ordine dei nomi il prodotto non cambia e dunque, che siano “anonime”, “bucalettere” o “speciali” – tutte, comunque, definite shell company, letteralmente “società conchiglia” – possono rappresentare un veicolo per evasione, elusione, corruzione, lavoro nero o, ancor peggio, riciclaggio. Nessuno mette in dubbio che queste società possano avere scopi legali e legittimi come facilitare l'asse ereditario, le fusioni, joint venture o le pianificazioni strategiche ma il loro ormai frequente uso fuori dalle regole ha «impatti economici, sociali e politici» rilevanti sull'Unione europea.
A denunciarlo è uno studio appena dato alla luce dal Parlamento europeo che, a pochi mesi dal precedente rapporto di marzo, mette sotto la lente sempre i soliti Paesi – a cominciare da Lussemburgo, Belgio, Olanda, Irlanda, Malta, Cipro e Ungheria ai quali si aggiunge il Regno Unito che però sta per lasciare l'Unione –– additati di politiche fiscali aggressive e strategie di attrazione degli investimenti che non guardano troppo per il sottile.


Società in mano straniera
Lo studio evidenzia che nessuno conosce esattamente il numero di “shell companies” presenti in Europa ma proprio il Regno Unito svetta nella classifica delle società di proprietà straniera negli Stati membri, considerato come il primo indicatore del ricorso a uno strumento che presenta molti lati oscuri. La Brexit toglierà agli inglesi questo primato? Difficile da credere, anzi.
Il Parlamento europeo stima che ci siano approssimativamente 420mila imprese a prevalente capitale straniero nei singoli Stati europei e che più della metà – per l'esattezza 227mila – siano registrate nel Regno Unito. Le altre sono divise tra Estonia (33.500), Romania (30mila), Francia (27mila), Slovacchia (26.600) e agli altri 23 Stati membri (75mila).
Questi dati colpiscono soprattutto quando vengo messi a confronto con la popolazione residente. Ebbene si scopre che in Estonia c'è un'impresa a capitale prevalentemente straniero ogni 30 abitanti. Una situazione paradossale solo che si pensi che in un Paese altamente industrializzato come la Francia questo rapporto sale a un'impresa ogni 2.415 abitanti. Alto e anomalo risulta anche il dato del Regno Unito dove la pura statistica dà un'impresa controllata dall'estero ogni 568 residenti. Su questa percentuale incide però moltissimo proprio la presenza delle shell companies.

Gli investimenti esteri diretti
È il secondo indicatore – la massa di investimenti diretti esteri – che svela plasticamente la presenza di una pianificazione fiscale aggressiva che, seppur lecita. distorce la concorrenza tra Stati membri di una stessa Unione europea. Nei Paesi Bassi lo stock di investimenti nel 2015 (ultimo anno utile di confronto omogeneo) è stato di 3.500 miliardi di dollari. Il Lussemburgo, che segue a ruota, ha attratto nello stesso periodo tre mila miliardi di dollari e poi via via Regno Unito, Irlanda, Germania, Francia, Spagna, Belgio e Italia, dove la quota è stata abbondantemente sotto i 500 miliardi di dollari investiti dall'estero.

Proprio il Lussemburgo offre il destro per una riflessione ai ricercatori (Ivana Kiendl Kristo e Elodie Thirion) ai quali ha fatto ricorso il Parlamento europeo. In questo piccolo Paese gli investimenti esteri sono oltre 57 volte il prodotto interno lordo, vale a dire 5.766% del pil . A Malta 17 volte in più, cioè il 1.732% il pil a Cipro nove (905%9 , in Olanda cinque (535%) e in Irlanda tre (311%). In Ungheria 1,6 volte, cioè 161% e in Belgio è leggermente superiore al Pil (102%).
Il ruolo delle multinazionali
A fare la parte del leone, ovviamente, sono le multinazionali che spesso e volentieri ricorrono a società di scopo “speciali” che, si legge testualmente nello studio, «non sembrano voler ricorrere a reali investimenti in determinati Paesi ma piuttosto a flussi finanziari di transito». In altre parole, Stati-veicoli per società di scopo. Maestri, da questo punto di vista, sono Paesi come Malta (dove il rispettivamente il 96% degli investimenti diretti in entrata e il 98% di quelli in uscita passa attraverso società di scopo), il Lussemburgo (95% in ambo le direzioni) e Olanda (rispettivamente con quote dell'80% e del 73%).

E per chi non avesse capito il ruolo delle multinazionali in questo particolare tipo di “shell company” ecco che il rapporto fuga ogni dubbio, riportando alla luce quanto cristallizzato dall'Ocse già nel 2008. «Queste società speciali di scopo – si legge nello studio – si costituiscono e si mantengono a costi relativamente bassi ma sono in grado di offrire vantaggi fiscali, regolamentari e di riservatezza».
Non è dunque un caso se la storia contemporanea ci ricorda che in Lussemburgo i patti tra Governo e multinazionali in primis hanno garantito una tassazione prossima allo zero e se è di queste settimane la notizia relativa alla pressioni che i colossi mondiali presenti in Olanda hanno esercitato sul governo locale al fine di abolire la tassazione sui dividendi. La cancellazione non è avvenuta (anche grazie alle proteste dei dipendenti pubblici e delle forze dell'ordine) ma in cambio tutte le imprese hanno portato a casa un taglio alle imposte.
La forbice nei profitti
L'ultimo indicatore considerato dal Parlamento europeo è quello della differenza di profittabilità tra società straniere e nazionali. I dati dimostrano come in alcuni Paesi la profittabilità delle società a capitale prevalentemente estero sia sistematicamente più alta rispetto a quelle locali. Questo fenomeno paradossale si spiega con il fatto che molte di questa società è in realtà priva di strutture produttive e rappresenta solo un contenitore attraverso il qual far transitare ingenti flussi finanziari.

Per curiosità si riporta il dato del Porto Rico, nel quale i profitti societari ante imposte in relazione alla retribuzione dei dipendenti sono del 1.675% ma è nella Ue che il gap appare in tutta la sua evidenza. In Irlanda i profitti per le imprese straniere, sempre con la stesso indicatore, sono dell'800% rispetto 68% delle imprese locali, in Lussemburgo del 461% (40% per le imprese locali) e in Olanda del 115% (41% per le imprese locali).

In Italia si arriva al punto più basso, secondo il quale il profitto delle imprese straniere è del 16% e quello delle imprese locali è del 48%. Proporzioni simili a quelle tedesche dove le percentuali sono del 18% per le straniere e del 52% per quelle nazionali. I dati relativi a questi due Paesi, che detengono la più alta percentuale di aziende manifatturiere in Europa, rendono ancor più evidente l'anomalia dei piccoli paradisi fiscali quali Lussemburgo, Malta, Cipro e Olanda
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 31 ott 2018 15:34

Terzo trimestre 2018, primo sotto l'egida del dinamico duo gialloverde.

PIL? Fermo. Previsioni del DEF da rivedere, forse anche pesantemente.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/30/istat-pil-fermo-nel-terzo-trimestre-tasso-tendenziale-2018-allo-08/4730174/

Passo successivo, disoccupazione e occupazione. Male.
https://www.repubblica.it/economia/2018/10/31/news/istat_occupazione_settembre-210451778/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T2

E ovviamente, l'indice delle PMI scende ai minimi da due anni
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/10/01/indice-pmi-italia-a-minimo-agosto-2016_de2392db-3fb9-4ced-a59c-cb4e91c727c7.html

Ora, è vero che la Germania, primo nostro partner commerciale, sta sperimentando un rallentamento dovuto in primis alle sanzioni trumpiane; però un certo cambiamento di clima, a livello economico italiano, è percepibile.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 31 ott 2018 16:31

zampaflex ha scritto:
................Ora, è vero che la Germania, primo nostro partner commerciale, sta sperimentando un rallentamento dovuto in primis alle sanzioni trumpiane; però un certo cambiamento di clima, a livello economico italiano, è percepibile.


Siamo invincibili :lol: :lol: :lol:

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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 03 nov 2018 14:59

World GDP per paese, dal 1961 al 2017

https://m.youtube.com/watch?v=b7eJgBikNkw
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 nov 2018 15:47

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Messaggioda harmattan » 05 nov 2018 15:50

Nel 1995 il 16% del reddito lordo delle famiglie italiane veniva risparmiato. Ventidue anni dopo, nel 2017, tale percentuale è crollata al 2,37%. Ci aspettano tempi fantastici! :lol:

https://data.oecd.org/hha/household-savings.htm
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 07 nov 2018 17:43

harmattan ha scritto:Nel 1995 il 16% del reddito lordo delle famiglie italiane veniva risparmiato. Ventidue anni dopo, nel 2017, tale percentuale è crollata al 2,37%. Ci aspettano tempi fantastici! :lol:

https://data.oecd.org/hha/household-savings.htm


Nel 1995 il deficit pubblico era al 7,5% e la spesa per interessi pari all'11,5%. Oggi 2% e 4%.
Vedo facile correlazione.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 07 nov 2018 18:33

Voluntary, a Milano indagati per riciclaggio 18 manager banca svizzera PKB - Procura 07/11/2018 17:06 - RSF

MILANO, 7 novembre (Reuters) - Diciotto manager della banca svizzera PKB, con sede a Lugano, sono indagati dalla procura di Milano per riciclaggio e frode fiscale in relazione alla voluntary disclosure di 198 clienti a partire dal 2015.

Lo ha detto il procuratore capo di Milano Francesco Greco, spiegando che i manager sono perlopiù residenti in Italia ma con centro di interesse in Svizzera.

Oggi la Guardia di Finanza ha perquisito i domicili dei manager italiani e sta effettuando un'ispezione informativa presso Cassa Lombarda, controllata italiana di PKB. Entrambe le banche operano nel private banking.

Un portavoce di PKB, interpellato da Reuters, afferma che alla banca non è stato notificato alcun atto da parte della magistratura italiana. Non è stato possibile al momento ottenere un commento da Cassa Lombarda.

I manager, in base all'indagine condotta dal pm Elio Ramondini, raccoglievano in Italia denaro che sapevano essere frutto di evasione fiscale e lo portavano in Svizzera nelle casse della PKB, ha spiegato Greco.

"Abbiamo analizzato un milione e mezzo di contatti telefonici e mappato tutta l'attività di questi manager, verificando l'esistenza di una stabile organizzazione occulta" ha detto Greco.

L'inchiesta è partita dalla documentazione presentata all'Agenzia delle Entrate da 198 clienti italiani, residenti tra Milano e provincia, per lo più imprenditori e professionisti che hanno aderito alla voluntary disclosure. Nel complesso hanno dichiarato le loro disponibilità estere per 409 milioni di euro.

L'attenzione, ha spiegato poi Greco, si è concentrata su una cinquantina di clienti di PKB (non indagati perché hanno fatto la voluntary), i quali hanno riferito dell'esistenza di una rete di 'relationship manager' impegnati a procacciare clienti in Italia e ad aiutarli a evadere il fisco.

Uno schema molto simile, ha ricordato il magistrato, era emerso nell'ambito dell'indagine su Credit Suisse. In quella occasione era stato scoperto dagli inquirenti una sorta di 'manuale dell'evasore', con una dettagliata serie di istruzioni ai funzionari per aggirare le indagine, come non usare telefonini o pc aziendali, non portare in Italia nessun documento collegabile alla banca o non restare più di tre giorni in uno stesso hotel.

L'attività dei manager di PKB sarebbe stata agevolata dalla controllata Cassa Lombarda.
Quella su PKB non è l'unica indagine aperta sulla banche a Milano. "Stiamo monitorando diverse banche e non ci fermiamo qui" ha detto Greco.

Sotto osservazione, in particolare, ci sono le modalità con cui un istituto di credito fornisce ai clienti 'consigli' su come aggirare il fisco. "L'Agenzia delle Entrate - ha detto il procuratore - ha ricostruito una banca dati dei 130 mila cittadini italiani che hanno aderito alla 'voluntary disclosure' e c'è una lista di 250 banche estere dove sono stati depositati i soldi. La Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate hanno condotto operazioni molto importanti in questi anni e anche molto coraggiose perché, grazie a loro, alcuni soggetti che non hanno pagato le tasse in nessuna parte del mondo hanno cominciato a pagare".

Lo scorso febbraio Finma, l'autorità svizzera di vigilanza sui mercati, ha detto che PKB ha ampiamente infranto le regole sul riciclaggio in attività legate ai gruppi brasiliani Petrobras e Oderbrecht [condannati per corruzione, chiaramente verso politici brasiliani, per cifre molto grosse]. Il procuratore generale svizzero ha aperto un'indagine penale contro la banca per non aver prevenuto l'attuazione di possibili crimini .
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 07 nov 2018 19:00

zampaflex ha scritto:Voluntary, a Milano indagati per riciclaggio 18 manager banca svizzera PKB - Procura 07/11/2018 17:06 - RSF
..........

Purtroppo è solamente l' ufficializzazione di un sistema che continua impunito da decenni, alla faccia di chi le tasse le paga, o le "deve" pagare.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 09 nov 2018 12:47

zampaflex ha scritto:
harmattan ha scritto:Nel 1995 il 16% del reddito lordo delle famiglie italiane veniva risparmiato. Ventidue anni dopo, nel 2017, tale percentuale è crollata al 2,37%. Ci aspettano tempi fantastici! :lol:

https://data.oecd.org/hha/household-savings.htm


Nel 1995 il deficit pubblico era al 7,5% e la spesa per interessi pari all'11,5%. Oggi 2% e 4%.
Vedo facile correlazione.


Va correlato anche che meno risparmio e più tasse è solo una grande incu£ata.

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http://www.fondazioneluigieinaudi.it/pressione-tributaria-in-italia-ecco-i-numeri-degli-ultimi-20-anni/
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Re: Diario economico

Messaggioda beluga » 09 nov 2018 15:47

Bankitalia si è soffermata sui costi del rialzo del differenziale Btp/Bund. L'aumento dello spread ai livelli attuali, ha detto il vice direttore generale Federico Signorini in audizione "è già costato 1,5 miliardi di interessi in più al contribuente negli ultimi sei mesi rispetto a quanto sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile. Costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati". Secondo Bankitalia gli obiettivi di crescita fissati dal governo sono "ambiziosi" mentre, ha messo in guardia, "una politica di bilancio espansiva, pur utile in fasi cicliche avverse, non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare".
Me ne importo
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 13 nov 2018 15:40

Per residuo fiscale si intende la differenza tra quanto un territorio versa sotto forma di tributi allo Stato e quanto da esso riceve sotto forma di servizi

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https://www.truenumbers.it/residuo-fiscale/

Zampaaaaaa, fatti ridare i soldi!!!1 :lol: :lol: :lol:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 nov 2018 17:19

harmattan ha scritto:Per residuo fiscale si intende la differenza tra quanto un territorio versa sotto forma di tributi allo Stato e quanto da esso riceve sotto forma di servizi

https://www.truenumbers.it/residuo-fiscale/

Zampaaaaaa, fatti ridare i soldi!!!1 :lol: :lol: :lol:


So' soldoni, ma anche voi ci lasciate l'obolo in favore di chi sta al piano di sotto...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 nov 2018 01:05

Altro lampante messaggio per chiunque vagheggi il ritorno alla Lira: grafici 2 e 3.
http://scottgrannis.blogspot.com/2018/10/hope-for-argentina.html

L'Argentina, dotata di sovranità monetaria e pulsioni populistiche, ha stampato moneta in maniera ossessiva dal 2010 ad oggi.
Il risultato è che il valore esterno del Peso, misurato contro Dollaro USA, è passato da 0,25 (4 pesos per ogni dollaro) a 0,025 (40 pesos x $).

Disastro annunciato.
E ora risolvere la crisi sarà durissimo.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 23 nov 2018 13:57

maxer ha scritto:
tenente Drogo 2 ha scritto:il DDLN (*) è diventato legge

(*) Decreto Disoccupazione e Lavoro Nero

Questa è tua o di Orfini ? :mrgreen:


visto che avevo ragione?

https://www.corriere.it/economia/18_nov ... 7c3f.shtml
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 26 nov 2018 08:56

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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 26 nov 2018 12:19

Mauldin ( e Dalio) sul debito crescente, e su come potrebbe andare a finire.
Gli USA sono sulla nostra traiettoria, per capirci....
http://www.mauldineconomics.com/frontlinethoughts/double-debt-problem
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 29 nov 2018 15:57

Nel 2017 In Italia per la prima volta il numero di lavoratori extracomunitari ha superato quota 2 milioni. Lo certifica l'Inps secondo cui i cittadini extracomunitari conosciuti dall'Inps perché lavoratori, pensionati o percettori di prestazioni a sostegno del reddito sono stati 2.259.652 (erano 2.189.702 nel 2016).

Nel dettaglio secondo i dati dell'Osservatorio sui cittadini extracomunitari, i lavoratori sono stati 2.042.156 nel 2017 (erano 1.991.544 nel 2016), mentre i pensionati si attestano a 96.743 unità. Nel 2017, i paesi i cui cittadini sono maggiormente rappresentati sono l'Albania (299.731), seguita dal Marocco (262.824), dalla Cina (209.405), dall'Ucraina (166.546), dalle Filippine (117.360) e dalla Moldavia (106.041). Nel complesso queste sei nazioni, totalizzano più della metà del totale degli extracomunitari conosciuti all'Inps (51,4%). La popolazione in cui predominano i lavoratori è la Cina, per la quale su 209.405 soggetti, il 98,7% di essi è lavoratore lo 0,9% è pensionato e lo 0,5% percepisce una prestazione a sostegno del reddito; seguono il Bangladesh (95,1% lavoratori, 1% pensionati, 4% percettori di prestazioni a sostegno del reddito) e l'India (94,2% lavoratori, 2% pensionati, 3,8% percettori di prestazioni a sostegno del reddito).

La percentuale più alta di percettori di prestazioni a sostegno del reddito è invece totalizzata dall'Ucraina per la quale, su 166.546 soggetti, 19.216 sono percettori di prestazioni a sostegno del reddito (11,5% ), l'84,4% sono lavoratori e il 4,1% sono pensionati. Il Paese in cui è presente il maggior numero di pensionati, sia in termini assoluti che relativi è l'Albania, con 21.182 pensionati su un totale di 299.731 soggetti (7,1%).
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 30 nov 2018 13:45

Dati PIL Q3 Italia, rivisti da Istat

Voce Valore % su Q2 % su Q3 '17
Prodotto interno lordo 403.919 -0,1 +0,7
di cui Consumi finali naz. 320.506 -0,1 +0,3
- Spesa delle famiglie 242.025 -0,1 +0,4
- Spesa delle Amm. Pubbl. 78.350 0,0 +0,1
di cui Investimenti lordi 74.584 -1,1 +2,5
- Abitazioni 18.252 +0,6 +3,0
- Fabbricati non residenziali e altre opere 15.106 +0,3 +1,5
- Impianti, macchinari e armamenti 28.674 -2,8 +3,6
- mezzi di trasporto 7.546 -0,7 +18,6
- Risorse biologiche coltivate 155 0,0 -1,3
- Prodotti di proprietà intellettuale 12.495 -0,8 +0,3

Tralasciando l'effetto di importazioni ed esportazioni (in aumento ambedue), è evidente che la frenata del PIL sia stata guidata da minori consumi ma anche da un deciso rallentamento degli investimenti delle aziende (e qui la politica ha inciso eccome, le proteste degli industriali lo dimostrano).
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 02 dic 2018 13:18

Mentre undici associazioni imprenditoriali (praticamente tutto il mondo produttivo italiano) si preparano a incontrarsi a Torino per chiedere una politica industriale che questo governo non ha, l'aspirazione maggiore dell'italiano medio è ancora...il posto pubblico :|
In un sondaggio tenuto a metà luglio ben il 28% lo voleva.
Poi 12% insegnante e quindi, a scendere, tutto il resto.
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Re: Diario economico

Messaggioda albi2 » 03 dic 2018 19:06

zampaflex ha scritto:Mentre undici associazioni imprenditoriali (praticamente tutto il mondo produttivo italiano) si preparano a incontrarsi a Torino per chiedere una politica industriale che questo governo non ha, l'aspirazione maggiore dell'italiano medio è ancora...il posto pubblico :|
In un sondaggio tenuto a metà luglio ben il 28% lo voleva.
Poi 12% insegnante e quindi, a scendere, tutto il resto.


Checco Zalone for president 8)
Don't shoot me, I'm only the Fiano player.

Piccolo forum di chiacchere da cazzeggio con cibo vino e vita
http://www.think-oink.com/forum/index.php
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 03 dic 2018 20:15

albi2 ha scritto:
zampaflex ha scritto:Mentre undici associazioni imprenditoriali (praticamente tutto il mondo produttivo italiano) si preparano a incontrarsi a Torino per chiedere una politica industriale che questo governo non ha, l'aspirazione maggiore dell'italiano medio è ancora...il posto pubblico :|
In un sondaggio tenuto a metà luglio ben il 28% lo voleva.
Poi 12% insegnante e quindi, a scendere, tutto il resto.


Checco Zalone for president 8)

Ci ho pensato, Quo vado era il titolo del film.
Certifica che l'italiano medio, che in percentuale è maggioranza assoluta, vuole uno stato mamma, che lo coccoli, lo indennizzi, lo protegga senza bisogno di sbattersi troppo a pensare, ideare, creare.
Poche mansioni, facili e automatiche.
Un popolo (medio) sviluppatore di una non intelligenza non artificiale.
Darwin che fa la trottola sotto terra.
La storia dei Grandi Italiani del passato nel cesso.
Del resto, il popolo è spesso espressione della classe politica che lo governa,
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Messaggioda zampaflex » 03 dic 2018 20:39

l'oste ha scritto:Del resto, il popolo è spesso espressione della classe politica che lo governa,


Mai come in Italia è vero il contrario: in un paese provinciale e anzianotto, quindi ignorante, epperciò reazionario, il politico è lo specchio del popolo.
Finché esisteva il voto per censo abbiamo avuto Cavour e Giolitti. Per via della guerra abbiamo visto, nonostante il suffragio universale, Einaudi, De Gasperi e Togliatti (che pur essendo un comunista duro e puro, sapeva scendere a compromessi utili per la nazione).

Oggi abbiamo il Truce e Dimail...
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 03 dic 2018 21:36

Ripropongo l' esame di cultura generale prima del voto, con consegna ufficiale della tessera elettorale solamente in caso di brillante superamento dello stesso.
Ovviamente, per i più giovani, diritto (e obbligo) allo studio per tutti fino ai 18 anni.
Per gli altri, corsi serali di recupero.
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