Diario economico

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zampaflex
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 01 apr 2024 19:06

Gabanelli sulla pagliacciata dell'appalto albanese.

Il governo Meloni lo ha promesso: in Italia devono sbarcare meno migranti possibile. I numeri con cui ci stiamo confrontando sono questi: nel 2022 105.131 arrivi, nel 2023 157.651, e al 20 marzo 2024 sono 8.629 poco meno della metà rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo calo con ogni probabilità è frutto del Memorandum d’intesa con la Tunisia del 16 luglio 2023, con cui l’Ue dà al presidente Kaïs Saïed 105 milioni di euro per il controllo delle frontiere. Il progetto del nostro governo è quello di dirottare gli sbarchi dall’Italia all’Albania, con cui il 6 novembre 2023 è stato firmato un Protocollo per costruire a nostre spese due strutture: una per le procedure di sbarco e di identificazione nel porto di Shengjin, l’altra, su un’area di 77 mila mq a Gjadër, dove i migranti staranno in «stato di trattenimento» sul modello Cpr, in attesa di approvazione della domanda di asilo o del provvedimento di espulsione. Sono a carico delle autorità italiane le misure necessarie ad assicurare la permanenza dei migranti all’interno delle aree impedendone l’uscita. Vediamo come funziona l’accordo che ha una durata di 5 anni ed è eventualmente rinnovabile.
Come funziona lo smistamento
Lo smistamento avviene in acque internazionali in concomitanza al salvataggio da parte dei mezzi di soccorso italiani (e non
delle Ong). In Albania vengono portati solo maschi adulti provenienti da Paesi considerati sicuri (come Tunisia, Marocco, Algeria, Nigeria, Senegal). L’ipotesi è di disporre i nostri assetti navali in mezzo al mare dove separare i minori, le donne e gli anziani, che invece sbarcheranno in Italia poiché per legge non possono andare nei centri albanesi. Uno smistamento complicato da fare in mezzo al mare, visto che i migranti viaggiano senza documenti.
Le video-udienze da Roma
Una volta condotti nei centri ubicati al porto di Shengjin e poi a Gjadër, dove la capienza massima è di 3.000 migranti, si procederà all’identificazione e definizione dello status da parte delle nuove Commissioni territoriali. I tempi sono quelli previsti dalle nuove «procedure accelerate di frontiera» entrate in vigore il 6 maggio 2023 con il decreto Cutro: 28 giorni per
l’identificazione e la verifica dei requisiti per l’asilo. Entrando nel dettaglio: la decisione per il riconoscimento della protezione internazionale dovrà essere presa entro 7 giorni tramite video-udienze in collegamento da Roma; in caso di diniego il richiedente potrà presentare ricorso entro i successivi 14; ed entro altri 7 giorni il giudice dovrà decidere se accogliere o respingere. A quel punto chi ha diritto all’asilo entra in Italia regolarmente, per tutti gli altri deve essere effettuato il rimpatrio, che avverrà comunque dall’Italia. Quindi – è il ragionamento della premier Giorgia Meloni – «ogni mese 3.000 entrano e 3.000 escono, pertanto in Albania possono essere gestiti 36 mila migranti l’anno». Un auspicio difficilmente
praticabile.
Le «porte girevoli»
Recita l’articolo 4 del Protocollo: «Il limite temporale di permanenza del singolo migrante, non potrà mai essere superiore al
tempo strettamente necessario a espletare le procedure di accertamento dei requisiti per l’ingresso e soggiorno in Italia e, nei casi previsti, le procedure di rimpatrio». Cosa vuol dire? Che se ogni mese 3.000 migranti escono dai centri albanesi e tornano in Italia, e fra loro 1.000 hanno ottenuto il diritto di asilo, gli altri 2.000 sono da rimpatriare. È qui che la porta girevole si inceppa. Siccome per queste operazioni ci vuole un accordo con il Paese d’origine, mediamente ogni mese ne rimpatriamo 400. E infatti nel 2023, su 150 mila arrivi, ne abbiamo riportati a casa 4.753. Significa che tutti gli altri dovranno stare fino a 18 mesi nei Cpr italiani, dove in totale i posti disponibili sulla carta sono 1.359, ma nella realtà sono meno a causa dei lavori di ristrutturazione in corso, per esempio a Torino e Trapani; mentre i nuovi posti annunciati dal governo non sono pronti. Poi trascorsi i 18 mesi, chi non si riesce a rimpatriare torna a piede libero e diventa clandestino.
L’alternativa fa acqua
L’alternativa è lasciare nei centri di detenzione albanesi chi è in attesa di espulsione e, in assenza di nuovi accordi, riportare in Italia quelle poche centinaia rimpatriabili. In tal caso però non si liberano posti nei centri di Shengjin/Gjadër , e allora il numero di migranti accolti si allontana parecchio dagli annunciati 36 mila l’anno. Comunque alla fine la storia è sempre la stessa: passati 18 mesi i migranti che non si è riusciti a espellere devono essere riportati in Italia e a piede libero.
I conti senza l’oste
Questo andirivieni deve anche fare i conti con la Corte di giustizia europea che dovrà decidere se il «trattenimento» previsto
dalle «procedure accelerate di frontiera» del decreto Cutro (evitabile solo se il migrante versa 5.000 euro di cauzione) è in linea con i diritti umani salvaguardati dalle norme europee. La decisione arriverà a tempo debito, verosimilmente non prima
di un anno. Sarebbe un azzardo portare nel frattempo dei migranti in Albania perché c’è la possibilità che i giudici (la competenza è della sezione specializzata del Tribunale di Roma) possano non convalidare il trattenimento entro le 48 ore previste, come già hanno fatto in Italia. E a Shengjin/ Gjadër i migranti non possono girare a piede libero. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi va comunque avanti: «Nelle more del giudizio siamo disponibili a rivedere la norma sulla cauzione per i migranti che ci pare l’unico dubbio sollevato. Il crono programma procede e il nostro genio civile come i vigili del fuoco sono già al lavoro per una rapida realizzazione dei centri ». Ma quanto ci costa questo giro per il Mediterraneo?
I costi: 653 milioni di euro
Tra costruzione, gestione e apparati telematici le due strutture costeranno quasi 69 milioni di euro: «Poiché sono frequenti i
casi di blackout, è necessario dotare l’area di gruppi elettrogeni – si legge nella relazione tecnica che accompagna il Protocollo –. Poiché sono frequenti i casi di sospensione delle forniture idriche, è necessario dotare l’area di serbatoi di accumulo; l’intera zona non è dotata di fogna pubblica; pertanto, per lo scarico delle acque nere è necessario realizzare un serbatoio di accumulo di idonea capacità da svuotare periodicamente con autospurgo; serve inoltre il collegamento per la rete telefonica e la rete Internet». Altri 25 milioni ci vogliono per la struttura penitenziaria. All’Albania dobbiamo dare 94 milioni
per la sorveglianza esterna: la giurisdizione sarà italiana, ma Edi Rama collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza fuori dalle strutture. Per il viaggio, la diaria, il vitto e alloggio degli uomini dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, i costi in più sono di 260 milioni e 200 mila euro. Per le 5 nuove commissioni territoriali che dovranno esprimersi sul diritto di asilo: 17 milioni e 970 mila. Per 152 nuove assunzioni tra funzionari del ministero dell’Interno e della Giustizia, magistrati, giudici di pace e dirigenti sanitari 42 milioni 507.739. Per l’affitto delle aule a Roma per le video-udienze, luce e riscaldamento 2 milioni e 920 mila euro. Per costruire e allestire 20 aule per le udienze in Albania e per i collegamenti telematici dall’Italia dei difensori 8 milioni 730 mila. Spese di viaggio per avvocati e interpreti 29 milioni 160 mila. «Al termine delle procedure di accertamento – dice l’articolo 9 del Protocollo – le autorità italiane provvedono, a proprie spese, all’allontanamento dei migranti dal territorio albanese». Ovvero li riportano in Italia, e la spesa di noleggio navi, mezzi ed equipaggiamenti è di altri 104 milioni. Costi totali in cinque anni: 653,5 milioni di euro.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 apr 2024 11:55

Stamattina Il Sole24Ore mette in evidenza in un’analisi che dopo 16 anni, il Pil pro capite al netto dell’inflazione (misura del tenore medio di vita) è risalito nel 2023 ai livelli del 2007. La risalita, dopo anni di arretramento è dovuta al cambio di marcia registrato nell’ultimo quarto del periodo, tra il 2019 e il 2023. Quali sono stati i driver di un simile percorso? Fondamentalmente due: l’aumento dell’occupazione in rapporto alla popolazione in età di lavoro e una migliore produttività oraria. Lavorano, quindi, più persone e in modo un po’ più efficiente.

Difatti il tasso di occupazione (persone che lavorano sul totale degli abili al lavoro) sale da diversi anni costantemente (a prescindere dai governi in carica, nonostante l'attuale governo se ne vanti), ed è arrivato a febbraio al 61,9%, tornando vicino al massimo storico del dicembre 23 (62%). Parallelamente si stabilizza il tasso di disoccupazione (persone abili al lavoro, che non lavorano ma lo cercano attivamente) al 7,5% dopo il minimo a cavallo del fine anno (7,3%) ma distante dal minimo ventennale del 5,9% di maggio 2007, poco prima delle due terribili crisi economiche gemelle.

Ciò che è più importante è il tasso di partecipazione al mondo del lavoro, cioè il totale degli abili al lavoro che o lavorano o cercano di farlo, invece di starsene rintanati a casa sul divano o al bar alle macchinette (o che lavorano in nero o nella mala, eccetera), in crescita graduale da tredici anni ed arrivato al 67% (uomini 76%, donne 58%).
Questo è però, a mio avviso, anche un segnale dell'invecchiamento della popolazione: l'onda dei nuovi pensionati apre ampi spazi nell'economia, riempiti a fatica dalle nuove generazioni.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 apr 2024 23:36

Uno sciagurato esempio di quanto il nostro paese sia indietro come mentalità, approccio, e utilizzo dei mezzi per diventare più efficiente. E invece, un disastro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/22/lavorare-in-un-altro-stato-europeo-sul-portale-ue-la-germania-pubblica-800mila-offerte-litalia-solo-45-e-non-sono-nemmeno-le-sue/7519413/

"Quest’anno si celebra il trentennale di Eures, la rete di cooperazione dei servizi per l’impiego europei operativa in tutti i Paesi Ue oltre a Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera. Serve ad attuare l’articolo 45 del Trattato sul funzionamento dell’Ue (TFUE) che assicura la libera circolazione dei lavoratori, e comprende un portale con offerte di lavoro da tutta Europa. Il Regolamento Ue 589 del 2016 impone a tutti gli Stati membri di rendere disponibili sul portale Eures “tutte le offerte di lavoro rese pubblicamente disponibili dai Servizi per l’impiego” (art. 17). Per sapere quante sono le offerte basta andare sul portale, che in questi giorni ne pubblica circa 4,5 milioni, divise per Paese. La Germania ne propone 798.072, il Belgio 728.700 e la Francia 650mila. La Spagna ne pubblica 45.000, l’Italia 45. No, non è un errore, gli zeri non ci sono. Il nostro Paese è il peggiore di tutti i 28 Stati dell’Unione europea. Un bel problema, visto che gli italiani, compresi quelli giovani e preparati, usano Eures, trovano lavoro e se ne vanno all’estero."
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 23 apr 2024 23:37

Altro problema endemico italico, i furti d'auto, che sono molte volte superiori rispetto agli altri paesi europei.

https://www.today.it/attualita/furti-auto-italia-2023-2024-dati-numeri.html

"I dati parlano chiaro: i ladri d'auto sono "in ottima forma", e non sono "dilettanti". Il 2023 ha registrato una nuova crescita dei furti di veicoli in Italia: +7%. Dal 2013 ad oggi sono stati rubati 1 milione e 550mila veicoli: solo 609mila sono stati ritrovati, di quasi 940mila si sono perse le tracce, instradati su mercati esteri o cannibalizzati e utilizzati per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.
A livello europeo il nostro Paese è secondo alla sola Francia, dove però i furti sono in deciso calo. In tutti gli altri Stati membri dell'Ue si rubano meno di 40mila veicoli l'anno. 39mila in Germania, 33mila in Turchia, 22mila in Olanda, 20mila in Spagna. In gran parte dei Paesi Ue il numero dei furti non raggiunge le 1.000 unità."
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