Diario economico

Dove discutere, confrontarsi o scherzare sempre in modo civile su argomenti attinenti al mondo del food&wine e non solo.

maxer
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 04 lug 2018 14:14


Tito Boeri è rimasto uno degli ultimi personaggi credibili che abbiamo in Italia, che basano le loro dichiarazioni su ricerche e dati incontrovertibili, con una ampia visione sul presente e sul futuro del paese.

Notato che gli attacchi più violenti e intimidatori di Salvini, in tipico stile nazi-fascista, tra l'altro senza mai rispondere nel merito (e oltretutto nella sua delicata posizione di ministro dell' Interno), hanno sempre come bersagli chi ha il coraggio (ma sono sempre di meno ...) di parlar chiaro con interventi inappuntabili per cercare di smascherare gli slogan leghisti ? :roll:

Ricordo poi che le stesse persone (in primis Boeri) attaccate ora da Salvini, erano prese di mira e pesantemente criticate anche dai governi piddini di Renzi e Gentiloni. Cambiava solo il tono del linguaggio, certe volte non di molto.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 lug 2018 17:21

maxer ha scritto:

Tito Boeri è rimasto uno degli ultimi personaggi credibili che abbiamo in Italia, che basano le loro dichiarazioni su ricerche e dati incontrovertibili, con una ampia visione sul presente e sul futuro del paese.

Notato che gli attacchi più violenti e intimidatori di Salvini, in tipico stile nazi-fascista, tra l'altro senza mai rispondere nel merito (e oltretutto nella sua delicata posizione di ministro dell' Interno), hanno sempre come bersagli chi ha il coraggio (ma sono sempre di meno ...) di parlar chiaro con interventi inappuntabili per cercare di smascherare gli slogan leghisti ? :roll:

Ricordo poi che le stesse persone (in primis Boeri) attaccate ora da Salvini, erano prese di mira e pesantemente criticate anche dai governi piddini di Renzi e Gentiloni. Cambiava solo il tono del linguaggio, certe volte non di molto.


I metodi del porco verde sono mafiosi. Allude, sottintende, ipotizza. Mai che abbia il coraggio di dire "Voglio togliere la scorta a Saviano ". No, nulla di così diretto. Ma fa capire che gli piacerebbe. Così trova il burocrate di turno, voglioso di ingraziarsi il nuovo potente, che obbedisce.
Il Padrino parte quarta.

Boeri ha la mia massima stima, da sempre.
Comunque prima era attaccato dalla CGIL e da quegli esponenti del PD che a lei si appoggiavano, come Damiano.
Non mi ricordo di tirate d'orecchi da parte dei renziani o di Gentiloni.
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 04 lug 2018 18:53

zampaflex ha scritto:Boeri ha la mia massima stima, da sempre.
Comunque prima era attaccato dalla CGIL e da quegli esponenti del PD che a lei si appoggiavano, come Damiano.
Non mi ricordo di tirate d'orecchi da parte dei renziani o di Gentiloni.

Ovviamente non so come trasferire degli articoli da un sito all' altro (la mia ignoranza in questo campo è leggendaria :? ), ma ti do alcuni indirizzi web dove potrai sbizzarrirti nella lettura riguardo al pentimento di Renzi nell' averlo scelto e alle conseguenti critiche piovute dal suo cerchio (maggico) sul presidente dell' Inps Tito Boeri.

Digitare in Google : POLEMICHE RENZIANI BOERI

Buona lettura :wink:
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 05 lug 2018 11:54

Potrebbe arrivare una boccata d'ossigeno per smaltire con più calma gli NPL. Il governo ha notificato formalmente a Bruxelles la richiesta di estendere di ulteriori sei mesi le garanzie che lo Stato offre alle banche sui loro crediti deteriorati, le cosiddette Gacs (Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze).

Ma non era un provvedimento del governo amico delle banche?
Allora vuol dire che andava bene. ...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 06 lug 2018 14:23

Dall'ultimo rapporto dell'INPS emerge un dato tra tanti altri: il numero di assicurati, cioèdi lavoratori che pagano contributi.
Nel 2017 erano:
21,8 mln di italiani, in calo di 104 mila
1,65 mln di europei, in calo di 18 mila
1,68 mln di extracomunitari, in aumento di 55 mila

Può essere letto in due modi: come sostiene la corrente xenofoba ("rubano il lavoro agli italiani "), o come afferma Boeri ("solo l'immissione di forze fresche terrà a galla i conti").
A voi la scelta. Ma avvisatemi quando troverete un giovane italiano che voglia mungere mucche, fare il saldatore, accudire gli anziani magari infermi.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 06 lug 2018 15:37

zampaflex ha scritto:...Ma avvisatemi quando troverete un giovane italiano che voglia mungere mucche, fare il saldatore, accudire gli anziani magari infermi.


Sono lavori pagati poco, e faticosi. Te lo dico per esperienza "famigliare", a Roma (non so in Brianza!) un operaio-artigiano, intendo muratore, idraulico, falegname, marmista, ecc. prende 1200 euro al mese, lavora al freddo d'inverno e al caldo d'estate, a giornata piena, fa un gran mazzo e soprattutto a 50 anni è distrutto fisicamente.
La nostra potenziale forza lavoro è parcheggiata comodamente in università, a volte di terz'ordine, a studiare scienze delle merendine e non ha nessuna intenzione di affaticarsi.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 07 lug 2018 10:54

Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 07 lug 2018 16:31

zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)


vedranno di farle scappare
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: Diario economico

Messaggioda paolik » 07 lug 2018 21:48

harmattan ha scritto:
zampaflex ha scritto:...Ma avvisatemi quando troverete un giovane italiano che voglia mungere mucche, fare il saldatore, accudire gli anziani magari infermi.


Sono lavori pagati poco, e faticosi. Te lo dico per esperienza "famigliare", a Roma (non so in Brianza!) un operaio-artigiano, intendo muratore, idraulico, falegname, marmista, ecc. prende 1200 euro al mese, lavora al freddo d'inverno e al caldo d'estate, a giornata piena, fa un gran mazzo e soprattutto a 50 anni è distrutto fisicamente.
Faccio parte di una categoria sopra citata, ho 47 anni, fisicamente male non sto, e spero di non scadere fra 3 anni .
Comunque qui in provincia di vicenza ho lavorato per delle manutenzioni in una fabbrica dove ci sono molti saldatori, il capo azienda mi ha confermato che non hanno curriculum da valutare, a settembre avevano assunto un ragazzo di 32 anni, per 4 mesi, a fine anno gli dici ci vediamo ai primi di gennaio che ti assumo a tempo indeterminato, non si è fatto più vedere. Le nuove assunzioni sono solo extracomunitari e gli italiani che saldano sono solo persone che hanno una certa età.
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Re: Diario economico

Messaggioda maxer » 07 lug 2018 22:12

zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)

Però la quasi totalità di questa produzione è su licenza (costosa...) di aziende non italiane (Usa in particolare) per farmaci derivanti dalla ricerca all' estero.
Noi, come sempre, forniamo manodopera sì specializzata, ma a costi più bassi rispetto al paese possessore della licenza, con i soliti e noti ricatti di chiusure e di trasferimento degli stabilimenti.
Ricerca italiana sui farmaci, tanto per cambiare, poca, come per ogni settore all' avanguardia.
Comunque è un settore produttivo che sta "tirando", anche se la presenza di questi due bachi (licenze e scarsa ricerca nazionale) purtroppo lo può mettere in difficoltà in un futuro.
Intanto, bene così.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 08 lug 2018 07:53

maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)

Però la quasi totalità di questa produzione è su licenza (costosa...) di aziende non italiane (Usa in particolare) per farmaci derivanti dalla ricerca all' estero.
Noi, come sempre, forniamo manodopera sì specializzata, ma a costi più bassi rispetto al paese possessore della licenza, con i soliti e noti ricatti di chiusure e di trasferimento degli stabilimenti.
Ricerca italiana sui farmaci, tanto per cambiare, poca, come per ogni settore all' avanguardia.
Comunque è un settore produttivo che sta "tirando", anche se la presenza di questi due bachi (licenze e scarsa ricerca nazionale) purtroppo lo può mettere in difficoltà in un futuro.
Intanto, bene così.

Eh. Un mio amico lavorava in Bracco e mi ha raccontato come di punto in bianco la sciura avesse deciso di abbandonare la ricerca, ben sapendo che l'azienda campa solo sui due liquidi di contrasto ideati negli anni trenta. .. .
L'altra faccia della medaglia.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 08 lug 2018 07:56

paolik ha scritto:
harmattan ha scritto:
zampaflex ha scritto:...Ma avvisatemi quando troverete un giovane italiano che voglia mungere mucche, fare il saldatore, accudire gli anziani magari infermi.


Sono lavori pagati poco, e faticosi. Te lo dico per esperienza "famigliare", a Roma (non so in Brianza!) un operaio-artigiano, intendo muratore, idraulico, falegname, marmista, ecc. prende 1200 euro al mese, lavora al freddo d'inverno e al caldo d'estate, a giornata piena, fa un gran mazzo e soprattutto a 50 anni è distrutto fisicamente.
Faccio parte di una categoria sopra citata, ho 47 anni, fisicamente male non sto, e spero di non scadere fra 3 anni .
Comunque qui in provincia di vicenza ho lavorato per delle manutenzioni in una fabbrica dove ci sono molti saldatori, il capo azienda mi ha confermato che non hanno curriculum da valutare, a settembre avevano assunto un ragazzo di 32 anni, per 4 mesi, a fine anno gli dici ci vediamo ai primi di gennaio che ti assumo a tempo indeterminato, non si è fatto più vedere. Le nuove assunzioni sono solo extracomunitari e gli italiani che saldano sono solo persone che hanno una certa età.

Quando senti fare i classici discorsi sugli immigrati 'che rubano il posto a noi", come reagisci?
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Re: Diario economico

Messaggioda Timoteo » 08 lug 2018 12:06

zampaflex ha scritto:
maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)

Però la quasi totalità di questa produzione è su licenza (costosa...) di aziende non italiane (Usa in particolare) per farmaci derivanti dalla ricerca all' estero.
Noi, come sempre, forniamo manodopera sì specializzata, ma a costi più bassi rispetto al paese possessore della licenza, con i soliti e noti ricatti di chiusure e di trasferimento degli stabilimenti.
Ricerca italiana sui farmaci, tanto per cambiare, poca, come per ogni settore all' avanguardia.
Comunque è un settore produttivo che sta "tirando", anche se la presenza di questi due bachi (licenze e scarsa ricerca nazionale) purtroppo lo può mettere in difficoltà in un futuro.
Intanto, bene così.

Eh. Un mio amico lavorava in Bracco e mi ha raccontato come di punto in bianco la sciura avesse deciso di abbandonare la ricerca, ben sapendo che l'azienda campa solo sui due liquidi di contrasto ideati negli anni trenta. .. .
L'altra faccia della medaglia.


se nessuno si fa rodere il culo per un collegamento ecco una bella storia sul perchè in italia sia difficile fare ricerca

https://www.corriere.it/cronache/18_maggio_28/ilaria-capua-donna-italiana-nemici-virologa-399341b4-71a5-11e8-8802-e09859fdb268.shtml
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 09 lug 2018 11:31

Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)

Però la quasi totalità di questa produzione è su licenza (costosa...) di aziende non italiane (Usa in particolare) per farmaci derivanti dalla ricerca all' estero.
Noi, come sempre, forniamo manodopera sì specializzata, ma a costi più bassi rispetto al paese possessore della licenza, con i soliti e noti ricatti di chiusure e di trasferimento degli stabilimenti.
Ricerca italiana sui farmaci, tanto per cambiare, poca, come per ogni settore all' avanguardia.
Comunque è un settore produttivo che sta "tirando", anche se la presenza di questi due bachi (licenze e scarsa ricerca nazionale) purtroppo lo può mettere in difficoltà in un futuro.
Intanto, bene così.

Eh. Un mio amico lavorava in Bracco e mi ha raccontato come di punto in bianco la sciura avesse deciso di abbandonare la ricerca, ben sapendo che l'azienda campa solo sui due liquidi di contrasto ideati negli anni trenta. .. .
L'altra faccia della medaglia.


se nessuno si fa rodere il culo per un collegamento ecco una bella storia sul perchè in italia sia difficile fare ricerca

https://www.corriere.it/cronache/18_maggio_28/ilaria-capua-donna-italiana-nemici-virologa-399341b4-71a5-11e8-8802-e09859fdb268.shtml
...la navigazione è a pagamento...
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Re: Diario economico

Messaggioda Timoteo » 09 lug 2018 11:47

vinogodi ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
maxer ha scritto:
zampaflex ha scritto:Leggo, incredulo, e non posso fare altro che rallegrarmi.

L'Italia è diventata il primo paese dell'Unione Europea per la produzione di farmaci (dati 2017). 31 mld contro i 30 della Germania (Svizzera esclusa dalla classifica ).
Export cresciuto di 15 volte dal 91 a quota 25 mld.
60% delle imprese sono straniere (e questo è un rischio di lungo termine ) ma a quanto pare si trovano bene.

:)

Però la quasi totalità di questa produzione è su licenza (costosa...) di aziende non italiane (Usa in particolare) per farmaci derivanti dalla ricerca all' estero.
Noi, come sempre, forniamo manodopera sì specializzata, ma a costi più bassi rispetto al paese possessore della licenza, con i soliti e noti ricatti di chiusure e di trasferimento degli stabilimenti.
Ricerca italiana sui farmaci, tanto per cambiare, poca, come per ogni settore all' avanguardia.
Comunque è un settore produttivo che sta "tirando", anche se la presenza di questi due bachi (licenze e scarsa ricerca nazionale) purtroppo lo può mettere in difficoltà in un futuro.
Intanto, bene così.

Eh. Un mio amico lavorava in Bracco e mi ha raccontato come di punto in bianco la sciura avesse deciso di abbandonare la ricerca, ben sapendo che l'azienda campa solo sui due liquidi di contrasto ideati negli anni trenta. .. .
L'altra faccia della medaglia.


se nessuno si fa rodere il culo per un collegamento ecco una bella storia sul perchè in italia sia difficile fare ricerca

https://www.corriere.it/cronache/18_maggio_28/ilaria-capua-donna-italiana-nemici-virologa-399341b4-71a5-11e8-8802-e09859fdb268.shtml
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Re: Diario economico

Messaggioda pippuz » 09 lug 2018 11:48

vinogodi ha scritto:...la navigazione è a pagamento...

Tasto destro: apri in finestra anonima.

Tutto ti devo dire. :lol:
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Re: Diario economico

Messaggioda Timoteo » 09 lug 2018 12:22

pippuz ha scritto:
vinogodi ha scritto:...la navigazione è a pagamento...

Tasto destro: apri in finestra anonima.

Tutto ti devo dire. :lol:


ma davero non si legge?
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Re: Diario economico

Messaggioda pippuz » 09 lug 2018 15:31

Timoteo ha scritto:
pippuz ha scritto:
vinogodi ha scritto:...la navigazione è a pagamento...

Tasto destro: apri in finestra anonima.

Tutto ti devo dire. :lol:


ma davero non si legge?

Dipende dai casi, se uno ha già letto 20 contenuti gratuiti non te o fa leggere.
Se lo apri anonimo si legge comunque.
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 09 lug 2018 15:46

pippuz ha scritto:
Timoteo ha scritto:
pippuz ha scritto:
vinogodi ha scritto:...la navigazione è a pagamento...

Tasto destro: apri in finestra anonima.

Tutto ti devo dire. :lol:


ma davero non si legge?

Dipende dai casi, se uno ha già letto 20 contenuti gratuiti non te o fa leggere.
Se lo apri anonimo si legge comunque.

...è che non ci sto riuscendo lo stesso (ho già aperto 20 contenuti...)
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo 2 » 09 lug 2018 18:57

«Ha funzionato tutto alla perfezione. Sono fiera e trionfante. Non ho sbagliato niente, neanche una misura. Sono riuscita a mettere tutto nell’esatto posto in cui l’avevo immaginato». Ilaria Capua, classe 1966, pluripremiata virologa italiana di fama mondiale ed ex parlamentare, non sta parlando di una delle sue scoperte scientifiche ma di un «trasloco multiplo a croce uncinata». Lo chiama così, scherzosamente, con quell’ironia un po’ amara che le rimane appiccicata addosso, nello sguardo e nelle espressioni del volto, nelle risate ruvide, qualunque sia l’argomento di cui sta parlando. È «il» trasloco: quello di due anni fa, dall’Italia agli Stati Uniti nel pieno della bufera giudiziario-mediatica per l’accusa (da cui è stata prosciolta) di trafficare illegalmente virus (e di molto altro). Lei, che — nel 2006 — dopo aver isolato con i suoi collaboratori il virus africano H5N1 dell’influenza aviaria ha sfidato l’Organizzazione mondiale della sanità mettendo a disposizione di chiunque la scoperta in un database aperto, GenBank, e scatenando il dibattito sulla trasparenza e la condivisione dei dati. «È la cosa più importante che ho fatto nella mia vita da scienziata», asserisce. «Rischiavo l’ergastolo», tiene invece a sottolineare ricordando le accuse rese pubbliche nell’aprile del 2014 da un’inchiesta giornalistica. Fissa l’obiettivo del computer e si prende un’eloquente pausa. Si sta raccontando dagli Stati Uniti, dove vive e dirige l’Health Centre of Excellence for Research and Training dell’Università della Florida dal 2016, l’anno in cui si è sentita costretta a lasciare il suo Paese e l’impegno a Montecitorio. Giocherella distrattamente con la macchinetta del caffè. La indica.«È la prima cosa che ho comprato appena sono arrivata. Il resto era nelle mie due case, quella di Roma e quella di Padova, che ho venduto. Ho impacchettato la mia vita in 400 colli. E ho dovuto organizzare anche gli spostamenti di alcuni mobili da casa di mio padre. È morto nel 2013, mi dispiaceva vederli finire in un mercatino dell’usato e volevo portare dei pezzi di “casa” in America».
È mancato prima delle accuse e del processo, dunque.
«Allora (fa una pausa, ndr), lui è stato una presenza molto importante nella mia vita, come spesso lo sono i padri nella vita delle figlie femmine. Importante e non sempre misurata. Anche quando se n’è andato ha lasciato segni profondi. Io mi ero trasferita a Roma da pochi mesi anche con l’idea di riallacciare i rapporti con la mia famiglia d’origine. La sua morte ha mandato tutti fuori asse. Se n’è andato dopo un breve periodo in ospedale, a 78 anni, per una serie di complicazioni che si sono sommate a un’insufficienza renale grave. Non ce lo aspettavamo, lui per primo che ha lasciato le cose come se fosse dovuto rientrare dopo qualche giorno. Cinque cani che lo aspettavano a casa, un armamentario completo da cacciatore con fucili e una montagna di cartucce da gestire. Insomma, complicato».
Come avrebbe vissuto la vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta?
«Avrebbe sofferto moltissimo. Però, visto che era un avvocato navigato avrebbe potuto sostenermi. Sa cosa mi diceva sempre? Quando gli raccontavo le difficoltà e gli ostacoli che ho incontrato, le strade deviate e le persone che volevano rendermi la vita difficile diceva: “Ilaria, uno di questi giorni devi mettere tutto insieme e scrivere al presidente della Repubblica”. Rimase particolarmente colpito quando mi impedirono di trasferire il mio laboratorio nella Torre della ricerca della Città della Speranza, a Padova. Ed era nulla rispetto a quello che mi aspettava».
Era il 2012, si parlò di un suo trasferimento all’estero anche allora. Poi, nel gennaio del 2013 le arrivò un Sms.
«Di Mario Monti, l’allora presidente del Consiglio. Mi chiese di candidarmi alle elezioni politiche che si sarebbero svolte due mesi dopo (Capua racconta l’episodio anche in Io, trafficante di virus, Rizzoli, 2017, ndr)».
Accettò. Sono passati cinque anni e la scienza rimane un tema non facile da affrontare nel nostro Paese, dentro e fuori dalle aule del Parlamento.
«Quando mi stavo battendo alla Camera perché la direttiva europea sulla sperimentazione animale venisse recepita come era stata emessa da Bruxelles ho cercato di spiegare a un deputato, molto attivo in commissione Sanità, che vietare gli xenotrapianti non voleva dire — come pensavano alcuni in aula — impedire di mettere il cervello di una mucca nella scatola cranica di un criceto ma opporsi, ad esempio, alla cura dei tumori con gli anticorpi monoclonali che si creano ponendo un pezzetto del tessuto del tumore in un topo. Sa cosa mi ha risposto?»
Cosa le ha risposto?
«Che non avevo capito nulla, che loro la direttiva la volevano migliorare. Faccio questo lavoro da 25 anni, da 25 anni mi occupo di sperimentazione animale, perché purtroppo ancora non se ne può fare a meno. Mi sono messa lì, ho impiegato 40 minuti del mio tempo per spiegargli tutto, sugli xenotrapianti e sull’assurdità di vietare le ricerche per le sostanze d’abuso mentre i nostri figli e i figli dei nostri vicini sono esposti alla produzione di droghe nuove ogni settimana. E lui cosa mi risponde? Che non ho capito».
Perché si mette in dubbio la parola degli scienziati con tale leggerezza?
«L’Italia ha sempre avuto uno zoccolo di anti-scientificità. C’è uno scetticismo di base, che forse arriva dalla forte cultura cattolica o da come impostiamo il percorso universitario, non so. Come i musulmani d’altronde, abbiamo una componente culturale da cui è difficile prendere le distanze. Arriviamo a dare addosso a persone come Veronesi, con tutto quello che ha fatto per la ricerca sui tumori. Dobbiamo però distinguere le discussioni oneste da quelle strumentali, e scorrette, di chi cerca di fare presa sulle persone sfortunate che, ad esempio, si trovano ad avere un bambino autistico. Le vaccinazioni non c’entrano nulla ed è stato ampiamente dimostrato, eppure c’è chi ha continuato a insistere su un presunto legame tra le due cose».
Un rimpianto?
«In Parlamento? La mia proposta di legge sui ricercatori indipendenti. L’avevano firmata oltre 60 parlamentari e pur essendo vice presidente della commissione cultura non sono mai riuscita a farla calendarizzare, a dimostrazione di come io sia stata equilibrata e imparziale. È un tema importante, su cui poi sono stati fatti dei passi avanti. La comunità scientifica si muove e cresce anche grazie ai battitori liberi che magari vincono dei premi da milioni di euro all’estero e non possono riportarli in Italia perché il sistema non è molto recettivo. Li abbiamo fatti studiare, li abbiamo formati, si sono fatti le ossa all’estero. Mi sembra stupido farceli scappare».
Gli Stati Uniti l’hanno accolta a braccia aperte, professionalmente. Deve essere un momento storico particolare per viverci. Per lei e per un’adolescente come sua figlia.
«Mi vengono in mente due momenti. L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti: Mia aveva 12 anni e mezzo e stava seguendo con me, mio marito e alcuni amici europei i risultati. Si è messa le mani nei capelli ripetendo “Oh my god”. Poi, quando c’è stata la sparatoria nel liceo di Parkland, qui in Florida (era il 14 febbraio scorso e sono morte 17 persone, ndr), ha avuto una crisi di pianto e mi ha detto che non si sentiva sicura a scuola».
Nelle intercettazioni che sono state rese pubbliche ci sono sue frasi ed espressioni molto forti e colorite. Pensa di aver pagato, in quel caso e durante il resto della sua carriera, anche un atteggiamento e un linguaggio considerati normali per un uomo e che a una donna, forse, non si perdonano?
«Senza dubbio. Ci sono tante cose che non mi sono state perdonate in quanto donna, non sono la prima e non sarò l’ultima: sono una scienziata, non le mando a dire, ho avuto successo, non sono un topo da laboratorio. Sono piacente, insomma. Però mi sono anche resa conto di aver usato un linguaggio troppo colorito, in alcuni casi, e di essermi espressa personalizzando eccessivamente alcuni concetti. “I miei virus”, “i miei ragazzi”, dicevo. Attraversare e sopravvivere a quello che mi è capitato mi ha molto cambiata, ma soprattutto mi ha aperto delle aree di consapevolezza che prima non avevo. C’è sempre da imparare. Anche se non penso che sia comprensibile ai più che cosa significhi essere pubblicamente svergognato per qualcosa che non hai fatto, e avere come unica risposta: “Si sa: la giustizia in Italia è così”. Non ci si riprende facilmente da una cosa del genere».
Adesso si definirebbe felice?
«Felice è una parola grossa. Diciamo che sono orgogliosa di me stessa. Come faccio a dire di essere felice? Ho lasciato la mia vita in Italia, il mio laboratorio. Una madre di 81 anni, suo marito Eligio che ne ha 90 e a cui sono molto legata. Gli amici di una vita. Un Paese che non ho mai voluto abbandonare per fare carriera altrove. Io adesso devo ritrovare serenità ed equilibrio, ma sono orgogliosa di come ho tenuto dritta la barra del timone in questa tempesta. E ora ho una nuova missione.
Mi dica.
«Voglio battermi per una giustizia che sia al contempo più scientifica e più umana».
@martinapennisi
16 giugno 2018 (modifica il 19 giugno 2018 | 17:06)
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 lug 2018 11:29

Sono scese in maggio le sofferenze in bilancio delle banche italiane, attestandosi a livello netto sotto quota 50 miliardi di euro per la prima volta da marzo 2012.
Secondo i dati odierni contenuti nel bollettino 'Banche e moneta' di Bankitalia, a maggio il totale delle sofferenze lorde in capo agli istituti di credito residenti in Italia ammontava a 163,100 miliardi di euro dai 164,772 del mese precedente.
A livello netto le sofferenze scendono a 49,274 miliardi dai 50,926 di aprile, il valore più basso dai 48,625 miliardi di marzo 2012.
Su base annua le sofferenze lorde registrano un tasso di riduzione del 10,0% rispetto al -10,7% di aprile.

SI RAFFORZA CRESCITA DEPOSITI
Sul fronte della raccolta bancaria, nonostante lo scoppio delle tensioni politiche sui mercati italiani legate alla nascita del governo Lega-M5s, in maggio si è rafforza la crescita dei depositi, con un+5,7% annuo rispetto al +4,3% del mese precedente.
Si conferma invece in contrazione la raccolta obbligazionaria, con un -17,6% dal precedente -17,7%.

RALLENTA CREDITO A ECONOMIA
Passando all'attività di credito, il tasso di crescita complessivo dei prestiti delle banche italiane al settore privato rallenta al 2,5% annuo rispetto al 3,0% di aprile.
Nel dettaglio, i prestiti alle imprese sono aumentati dell'1,2% dopo il +2,2% di aprile, che era stato l'incremento più consistente da fine 2011; quelli alle famiglie sono aumentati del 2,8% contro il 2,9% del mese precedente.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 lug 2018 11:57

Grande storia personale da John Mauldin, questa. E molto aderente alla realtà italiana attuale.

Coming to America
I have met some interesting neighbors in my high-rise apartment building (and indeed, as I have traveled the world, hearing many of your personal stories). One neighbor, just a few years younger than I am, has been extremely successful in business. The corporation of which he is now chairman has 20,000+ employees. We became friendly first in the gym and then through regular dinners together, as our wives get along very well. He is from India and I’ve been slowly teasing out his life story. Recently, I really began getting the good stuff. I’m not going to use his last name because he’s well-known in his industry, and I don’t have his permission. I do hope he writes a book about his experiences someday. They are hilarious, unbelievable, and inspiring. He also uses them to teach business principles to his own employees. I hope to help him find a ghostwriter because, as you’ll see, he deserves a great one.

“Prashant” first came to the US in 1976. At the time, the Indian rupee wasn’t readily exchangeable within India, so he arrived with only US$7. He came to Cincinnati to study computer systems. Funny enough, he chose that city because he had heard astronaut Neil Armstrong speak at a large gathering in Mumbai, and Armstrong was then a professor at the University of Cincinnati. He certainly didn’t know where Cincinnati was on the map.
In those pre-internet days, applying and getting accepted was a harrowing process. Getting a student visa was difficult, too, as you had to prove you could pay tuition and support yourself.
His family bought him an “American” suit, and donning his tie, he began his trip to Cincinnati, going through Heathrow and changing planes, staggered at the size of the London airport. When he finally landed, someone gave him enough change to call a friend in Cincinnati. His friend told him to take a bus downtown, but of course Prashant only had seven dollars. He finally got someone to take him to the downtown Greyhound station, where his friend met him. It was his first hitchhiking experience in America, but not his last.
Not ever having been on a plane before, he took none of the food from the stewardesses because he thought he would have to pay for it. He had been flying for 26 hours plus transit time and so when he got to the apartment, his friend offered him a meal that consisted of meat. He was so hungry that he ate meat for the first time in his life. Welcome to America!

A Stranger in a Stranger Land
Like other foreign students, Prashant took any job he could to be able to pay for his expenses. One spring day, walking
through the student union, he saw a sign that read, “Are you a confident person? Are you a leader? Are you focused on your goals? Would you like to run your own business some day? Are you an entrepreneur?”
Prashant wasn’t sure if he was any of those things, but he knew that he desperately needed money for the summer. The sign was recruiting door-to-door salesman to sell books in rural areas. You had to pay $100 to go through their one-week training program and then have enough money left to get to where you were going. He had $150, which he spent on the training and traveling to the very deep South, namely southern Alabama and Mississippi.
Being in the South for the first time, my friend learned of white and colored water fountains. (Yes, they still existed in some places into the 1970s). I grew up seeing those when we went to Fort Worth to buy school clothes in the late 50s. I recall at about age 10 that I wanted to try the colored water because it sounded fun. My mother stopped me and very uncomfortably had to tell me about what it really meant. To this day, I don’t understand the thinking behind that. Every summer, we would go to her parents’ home in Aberdeen, Mississippi where I was with black children for the first time. It was my first exposure to racism, as the small West Texas town I grew up in had no black people. But back to the story…

Prashant traveled with two other young men, one of whom had a car. They would go to a town, find an apartment they could rent, and then divide the city map, knocking on every door in town, with the one who had the car driving to even smaller towns further out. To put this in context, this was the Alabama where George Wallace was governor. The freedom riders were still in force. Prashant went with enthusiasm but little understanding of the culture.
In Meridian, Mississippi, they saw only two three-bedroom apartments listed in the local newspaper. They went to one and the wife agreed to rent to these three nice boys, but she said her totally-blind husband would have to make the final decision. She told my friend not to say anything because they had never allowed a “colored” person into their home.
When they were introduced, the blind husband finally asked to hear the third boy. His thick Indian accent gave him away, and the husband asked if he was colored? Prashant answered truthfully, “Yes, I am colored.” After more questions, the blind man said, “Okay, since my wife said you could come, you can stay.” When they left a month later, that man hugged Prashant and said thank you for teaching him to look beyond what he couldn’t even see.

In those years, the company Prashant worked for would literally have them up and knocking on doors at 7 AM. I quizzed him on that: Did you really knock on her door at 7 AM? Did people tell you that might not be welcome? Not knowing it might be a problem, he did it anyway. Sometimes guns greeted his knock, but he was also invited into the homes of KKK members, who often ended up buying books. He didn’t know anything about the KKK or that he should be scared. Ignorance was bliss.
Prashant would sell cookbooks and Bibles till 9:00 p.m. at night, go back to the apartment, wash his clothes and sleep to the next morning, six days a week. On Sunday during the day, the boys drove three hours to training sessions. He was told to not take time off for meals, but rather figure out a way to ask whoever’s door he knocked on to share a meal. He rarely bought a meal, or needed to, as many hospitality-minded Southerners invited him to eat with them.
Later, he was often told that he was the first “colored” person that had ever been in their homes. In one large mansion, the white-haired patrician and several aggressive dogs greeted him suspiciously. After 90 minutes, the patriarch bought seven sets of books for his grandkids. At one point, Prashant met Wilt Chamberlain. He knocked on every door, rich or poor, regarding everybody he met as a potential buyer.

One family bought books on the condition he would go to church with them. That sounded like a good deal to him because it meant he got to eat lunch on Sunday afternoon. It turns out this large Baptist church had a television show. The pastor, playing to the TV audience, introduced this young man as someone who had come all the way from Bombay (now called Mumbai) just to attend their service. He asked Prashant, “What is your biggest desire in coming to our church?” Prashant, thinking quickly on his feet, said, “I want to meet every member of this church.” He did it, too, and of course sold many books.
Prashant made $7,000 in his first summer selling books. To put that in perspective, his first engineering job paid $16,000 a year. Think about this: A young man from India, well-educated in English but with a thick accent, in the deep, deep South, back when their accents were difficult to understand, too. Talk about a stranger in a strange land.
After graduation, his career took off quickly. He helped build a company to 20,000+ employees. I suspect his net worth must be in the hundreds of millions, but he and his wife are still the humblest couple in the building.
Later, Prashant went to a Harvard executive leadership training course, and they asked at the end of the course how he would rank it against similar experiences he had. He said it was the second best. What was the best, he was asked? “Selling books door-to-door in southern Mississippi and Alabama. There is no better training ground.”

I said earlier Prashant arrived with only $7, but he had more: A special check from his father that would have taken 45 days to clear. He never cashed that check. When his parents came over to visit their son, the father was aghast at what Prashant had done to not take any money from the family. He then took his parents back to Meridian, Mississippi to meet the couple where he had first stayed. They greeted him and his parents with open arms and hugs and tears. I am sure his father was very proud of him.
“Only in America. I love this country. Anybody can do anything if they have the drive and hard work and determination.” Prashant ended up becoming a great business leader, the creator of tens of thousands of jobs, and an inspiration to all who work for him.

I feel a connection to Prashant because I sold Christmas cards and newspapers door-to-door, as young as 10 years old. I started doing one job after another. My father was an alcoholic in those years, and not in a very good place in his life, and my mother had to create her own business. We didn’t have a lot of money. After the fifth grade, I bought all my clothes and everything besides food and a roof over my head. We were that poor. However, we didn’t feel poor. That’s just what you had to do. With a little luck and persistent drive, life has turned out to be very good to me. I, too, love America. But as my Train Wreck series illustrates, I’m not comfortable with the direction we are going.

We need more immigrants like Prashant, who come here with literally nothing and then create thousands of jobs in the heartland, not just Silicon Valley. Our immigration policy is a mess and needs to be reformed. But we need more like Prashant. They along with their children and the descendants of immigrants from the past, which we (99%+) all are, will create our future together.
The problem is we don’t know who the Prashant’s or Sergey Brin’s or the other thousands of successful immigrants will be before they get here. We need a process that will bring young, motivated, educated immigrants who simply want to work and build their own dream, whether it’s a small business or one that ends up becoming a great enterprise. And of course, a process to bring them legally. The immigrant storied names from Silicon Valley all came here legally.

Prashant is now regularly asked to lecture on business and personal development. I have read some of his essays. What struck me was a couple of lines when he talked about what he learned from his early days:
Risk-taking is paramount. I took a risk when I decided to go to the U.S. and chart unknown shores alone and faraway home and family. It was a risk that I gained from.

Curiosity leads to learning. As you expose yourselves to newer and richer experiences; you learn different things—some good, some bad—but all important to the journey of life. It is what you learn is all that matters.
Life teaches you many things. Experiencing different situations and people prepares you for future experiences. Today, when our lives are surrounded by so much negativity, I reflect on those days. There was so much positivity – from strangers, acquaintances and friends – all of who were simply doing their job and being humane. Many of them like N.S. and others did so much to make us comfortable in a total foreign land, which I today proudly call ‘home’.
Prashant feels that corporations should regard new employees as “immigrants” to a new culture, figuring out how to welcome them, train them, and bring them into the family. Would that we do more of that…

Any serious economist worth his salt believes we should allow more immigration, not less. Now they may quibble with each other over what type of immigrants, but more is generally considered good. It’s a simple equation: GDP growth is equal to the growth in productivity times the growth in working population. If you want your GDP to grow (something even Paul Krugman and I can agree on), you need more workers. And America has had a growing population largely because of immigration for 350 years.

I find it a great irony that every generation of immigrants eventually feels that the newer immigrants are somehow taking something from them or not up to their standards. No one wanted my Irish forebears. We did terrible, almost evil, things to keep the Chinese out in the 1800s. We mocked the Scandinavians and their accents… and the Eastern Europeans, and the Italians, etc. Much of Georgia was an English penal colony, who eventually migrated throughout the South.
Students of history know that this is not the first time, nor will it be the last, when immigration is a divisive issue. I find it shameful that our Congress and president cannot agree on a very straightforward immigration bill, letting more join us in pursuing the American dream. That is what will make America great again.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 10 lug 2018 14:37

https://www.istat.it/it/archivio/218556

Con quest'ultimo rapporto l'istat fotografa il lento, ed ormai consolidato, sgretolamento della ricchezza abitativa.
L’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) infatti, che misura l’andamento dei prezzi degli immobili acquistati dalle famiglie per abitazione, nel primo trimestre 2018 è diminuito dello 0,1% rispetto al quarto trimestre 2017 (dato congiunturale) e ha perso lo 0,4% rispetto al primo trimestre 2017 (dato tendenziale). Il grosso di questo calo è da attribuire alle abitazioni esistenti, che hanno perduto lo 0,8%, mentre le abitazioni nuove rispetto al primo trimestre 2017 crescono dell’1,3%. Senonché, il peso specifico delle abitazioni esistenti è molto cresciuto nel paniere che compone l’IPAB, ormai pesano circa l’80%, e questo spiega perché l’accelerazione dei prezzi del nuovo non basti a compensare il calo del vecchio.

Non è chiaro come e perché si dovrebbe interrompere questa tendenza. Ogni anno che passa, e in mancanza di investimenti sull’usato, la qualità del patrimonio immobiliare italiano è destinata a peggiorare e gli andamenti demografici, con le nascite al lumicino, sembrano fatte apposta per scoraggiare gli investimenti sul nuovo.
Amen.
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 10 lug 2018 17:08

harmattan ha scritto:https://www.istat.it/it/archivio/218556

Il grosso di questo calo è da attribuire alle abitazioni esistenti, che hanno perduto lo 0,8%, mentre le abitazioni nuove rispetto al primo trimestre 2017 crescono dell’1,3%. Senonché, il peso specifico delle abitazioni esistenti è molto cresciuto nel paniere che compone l’IPAB, ormai pesano circa l’80%, e questo spiega perché l’accelerazione dei prezzi del nuovo non basti a compensare il calo del vecchio.

Amen.
...si potrebbe aprire una sezione del Compra&Vendi . Hai voglia come aumenterebbero in un amen ... 8)
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 lug 2018 17:54

The difference between $21.1T and $21.2T is $100 billion. That used to be a lot. Now it’s a rounding error.
Anyway, $21.2T is the face amount of all outstanding Treasury paper, including so-called “internal” debt. This is about 105% of GDP and it’s only the federal government. If you add in state and local debt, that adds another $3.1 trillion to bring total government debt in the US to $24.3 trillion or more than 120% of GDP.

Si, gli USA hanno quasi altrettanto debito pubblico quanto noi. 105% federale e 120% comprendendo quello statale e locale.
mmmm...
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