Wineduck ha scritto:Ma zio porco lo dico io!
Ma dove cazzo vivono quelli che dicono che non esiste un allarme razzismo!
Non so quanti anni hai e in che città vivi. Io ne ho 52 e vivo da sempre a Roma, una città in cui, quando ero ragazzino, negli anni '70, non esisteva nessuna "accortezza" dialettica ne tantomeno il minimo rispetto per chi fosse diverso: i neri erano solo
negri per default e i gay solo
fro ci. Era l'Italia che vilipendeva ed emarginava i meridionali, che dalle campagne si spostavano nelle grandi città in cerca di un futuro migliore. Era l'Italia del bullismo sfrenato, dove a scuola, o in caserma, se eri un pò "soggetto" entravi in un girone dantesco di vessazioni infinite, e senza che nessuna interrogazione parlamentare e/o denuncia potesse fare qualcosa per te.
Era sempre l'Italia che guardava con diffidenza, e il più delle volte con disgusto, i primi immigrati nord-africani (ricordo i marocchini ad ostia beach che vendevano i loro pesanti tappeti!), che guarda caso, nella rossa Firenze, nel lontano 1990, furono oggetto di un violento raid da parte di giovani fiorentini
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/06/applausi-per-giustizieri.htmlIl razzismo (e classismo - sessismo) per il mio punto di vista è un fenomeno antropologico che è sempre appartenuto ad una buona parte degli italiani, ieri come oggi. Mi dispiace dirlo, ma per la mia esperienza personale è così. La realtà di questo "allarme razzismo" è solo da ricercare nel fatto che la società odierna lo ha inquadrato in un percorso, giuridico e culturale, ben definito, cosa che 30/40 anni fa era inimmaginabile. Non è cambiato nulla, siamo gli stessi di sempre.