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Messaggioda zampaflex » 04 apr 2017 12:55

pippuz ha scritto:
zampaflex ha scritto:Come volevasi dimostrare, non riescono a farne una giusta nemmeno se si impegnano.

https://www.nextquotidiano.it/programma-energia-movimento/

Eccomprati sta Tesla e nun rompe li cojoni :lol: :lol: :lol:


Che sarebbe anche una bella macchina 8)
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Messaggioda pippuz » 04 apr 2017 13:04

Però, a parte tutto, i fini sono condivisibili anche se i metodi per arrivarci sono vaghi.
C'è da dire che In ItaGlia non si sono nemmeno posti il problema delle macchine ibride (non quelle elettriche eh), il gruppo FCA al massimo produce dei catorci a GPL e non c'è uno straccio di incentivo.
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Messaggioda tenente Drogo » 04 apr 2017 18:23

I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

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Messaggioda Timoteo » 04 apr 2017 20:46

pippuz ha scritto:Però, a parte tutto, i fini sono condivisibili anche se i metodi per arrivarci sono vaghi.
C'è da dire che In ItaGlia non si sono nemmeno posti il problema delle macchine ibride (non quelle elettriche eh), il gruppo FCA al massimo produce dei catorci a GPL e non c'è uno straccio di incentivo.


Io, per la serie meno pugnette, ne ho appena comprate tre ibride.
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Messaggioda tenente Drogo » 08 apr 2017 16:53

I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Messaggioda Timoteo » 09 apr 2017 13:19

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Messaggioda pippuz » 10 apr 2017 10:56


Guarda che qui si spaventano per le cose ignote.
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Messaggioda tenente Drogo » 11 apr 2017 12:10

metodi squadristi
anche questo è il segreto del successo presso i tanti italiani che auspicano "l'uomo forte"
http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... 162714133/
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Messaggioda tenente Drogo » 11 apr 2017 12:54

vi rendete conto che il fascismo è iniziato così?

qualcuno se ne rende conto e sotto sotto gli piace, moltissimi sottovalutano
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Messaggioda zampaflex » 23 apr 2017 20:56

Sergio Rizzo sul Corriere di oggi:

Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo. ] Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo.
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Messaggioda Timoteo » 23 apr 2017 21:49

zampaflex ha scritto:Sergio Rizzo sul Corriere di oggi:

Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo. ] Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo.


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Messaggioda zampaflex » 24 apr 2017 11:43

Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:Sergio Rizzo sul Corriere di oggi:

Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo. ] Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo.


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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Timoteo » 24 apr 2017 11:56

zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:Sergio Rizzo sul Corriere di oggi:

Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo. ] Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipalizzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteismo sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutamente nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenza e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamoci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipalizzate della Capitale, sono particolarmente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteismo. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciuto in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificati di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociativa fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuito a ridurre la reputazione della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo.


volevi essere sicuro che avremmo capito?


Pensavo proprio a te. Troppo ouzo :mrgreen:


comunque resta il fatto che è impossibile far lavorare i pubblici.
normalmente sono assunti per clientela e non per merito.
quindi metti pure che arrivasse uno x che vuole far lavorare il lazzarone y invece di farsi i cazzi suoi.
solo che il lazzarone y è protetto dal superlazzarone z (l'orgia del potere) e quindi se x si azzarda z fa il culo a x.
e y continua a cazzeggiare.
la soluzione c'è: mengele come capo del personale
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Messaggioda pippuz » 27 apr 2017 16:55

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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Timoteo » 27 apr 2017 18:09



Te piacerebbero i centurioni a Milano, invidioso!
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Messaggioda pippuz » 28 apr 2017 09:24

Timoteo ha scritto:


Te piacerebbero i centurioni a Milano, invidioso!

Sarebbero tutti morti di freddo stamattina.
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Messaggioda zampaflex » 28 apr 2017 20:57

Bravissimo Panebianco!
http://www.corriere.it/opinioni/17_aprile_28/i-lamenti-dell-italia-immobile-98b64626-2b76-11e7-9442-4fba01914cee.shtml

I lamenti dell’Italia immobile

Il consueto riferimento al provincialismo spiega poco o nulla. Da che cosa dipendono gli eccessi di «esterofilia» di cui sono periodicamente preda tanto la politica quanto il mondo della comunicazione? Da dove nasce l’irresistibile impulso a chiedersi, di volta in volta, chi sarà mai il futuro Mitterrand italiano, il futuro Blair, la futura Merkel, il futuro Sarkozy, e oggi, naturalmente, il futuro Macron? Il suddetto impulso, e le connesse parole in libertà, nascono probabilmente dall’esigenza di ribadire quel (finto) odio di sé, quel (finto) viscerale disprezzo per se stessa che l’Italia pubblica è tenuta a manifestare ogni giorno. Esiste da tanto tempo una convenzione sociale religiosamente osservata dai più. Consiste nel ribadire in ogni minuto che Dio manda in terra che l’Italia è il peggio del peggio, forse il Paese più corrotto di tutto il mondo occidentale, nonché
il più inefficiente, quello che sta in fondo a tutte le possibili classifiche, quello che esce malconcio in tutti i confronti internazionali. A leggere certi commenti sembra che al di qua delle frontiere, in Italia, imperi il vizio e che basti attraversarle, entrare in un qualunque altro Paese europeo per trovarsi a diretto contatto con la virtù e la perfezione umana. Se l’Italia, come risulta dalle suddette descrizioni, è il peggio, non resta che aggrapparsi ai «modelli stranieri»: importare i Blair, i Macron e via discorrendo.

Questa immagine caricaturale, si suppone, serve a uno scopo (dovrà pur servire a qualche cosa, ad esempio, avere dichiarato davanti al mondo che la Capitale d’Italia è o era in mano alla mafia, con il corollario che se lo era la sua Capitale, lo era l’Italia intera). Lo scopo sembra essere quello di garantire il più totale immobilismo. Se pensiamo che ci siano alcune «cose che non vanno», accanto ad altre che funzionano, allora potremo concentrare risorse e attenzione per migliorare tali cose. Ma se ci convinciamo che «tutto va male», allora viene a mancare lo spazio, e anche la disposizione d’animo, per l’azione ragionevole tesa a risolvere qua e là, problemi. Resta solo la possibilità della lamentazione. Se «è tutto sbagliato, è tutto da rifare», allora il compito di rimediare va al di là delle capacità umane e, per conseguenza, nulla verrà rifatto. Nell’Italia pubblica che si auto-fustiga fingendo di disprezzarsi l’esigenza non è quella affrontare, cercando di risolverli, i problemi, ma di lamentarsi per l’esistenza dei problemi.

Ai nostri vizi, sia quelli veri sia quelli immaginari, non intendiamo rinunciare. E guai se qualcuno dà l’impressione di fare qualcosa di concreto per migliorare un po’ le cose. Soprattutto ci teniamo a non rinunciare al nostro principale (autentico) difetto: istituzioni congegnate per garantire l’ingovernabilità. Tutti ora in Italia parlano di Macron. Ma se qualcuno proponesse seriamente di adottare anche da noi istituzioni simili a quelle della Repubblica di cui Macron potrebbe diventare il presidente si leverebbero grida di orrore e raccapriccio. C’è gente che è riuscita a considerare come una «minaccia autoritaria» persino una modesta proposta di superamento di quell’obbrobrio istituzionale che è il parlamentarismo paritetico. Cosa direbbe quella stessa gente se messa di fronte al progetto di una repubblica presidenziale nella quale il capo dello Stato dispone di estesissimi poteri, ivi compreso quello di dichiarare lo stato d’emergenza? La suddetta gente non tirerebbe subito in ballo Hitler o Pol Pot?

Tutti sanno che in un’Italia senza più i forti partiti di un tempo la legge proporzionale porterà instabilità politica e governi deboli. Ma ciò va benissimo a tanti. Se, ad esempio, vuoi provare a scaricare ancora una volta sui contribuenti il peso di mantenere in vita una azienda decotta a vantaggio di pochi, ti conviene avere a che fare con governi deboli e maggioranze parlamentari rissose e scollate. Ci sono più probabilità di riuscire a spuntarla. Più in generale: quanto più è frammentato il quadro politico, tanto più prosperano i poteri di veto (sulle decisioni altrui). E la presenza di forti e diffusi poteri di veto garantisce l’immobilismo. Un quadro politico frammentato, ad esempio, assicura che non ci sarà mai una guida sufficientemente salda e coesa per imporre un po’ più di efficienza alla macchina burocratica togliendo spazio alle rendite di posizione, grandi e piccole, che da sempre la condizionano negativamente. In realtà, c’è una parte consistente del Paese — solo apparentemente irrazionale — che mentre denuncia i mali d’Italia, sia quelli veri che quelli immaginari, anche calcando la mano più del lecito, contemporaneamente resta avvinghiata allo status quo.

È la ragione, paradossale solo in apparenza, per cui qui da noi l’antipolitica trionfa ma, guarda un po’, si tratta di un’antipolitica di tipo particolare: un’antipolitica che chiede ancora più Stato (e quindi, inevitabilmente, anche più politica) di quello che già ora c’è. In sostanza, ci si rammarica perché Roma non è Londra o Parigi o Berlino ma, contemporaneamente, si trattano con indulgenza o addirittura simpatia proposte che se adottate accentuerebbero i nostri difetti, renderebbero l’Italia simile al Venezuela.

Nella vita pubblica (di qualunque Paese) circolano sempre, inevitabilmente, molte insensatezze. Non sono mai innocue. Non lo è nemmeno l’italica esterofilia.
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Messaggioda zampaflex » 02 mag 2017 21:49

Abravanel sul Corriere.

Il M5S e’ considerato un movimento innovativo. E’ nato grazie al web , e sostiene che la rete fara’ ripartire l’economia (per esempio grazie a start up tecnologiche) e ridurrà i prezzi dei prodotti per i consumatori grazie all’e-commerce.

Vero, ma c’ e’ dell’altro . Durante le vacanze pasquali, alcuni suoi dirigenti hanno aggiunto che l’ e-commerce renderà anche inutili le aperture domenicali dei negozi , salvando le domeniche dei lavoratori italiani e rendendo obsolete le liberalizzazioni «sfascia-famiglie» . Un pensiero coerente con l’ideologia del M5S che aborrisce la concorrenza selvaggia che impoverisce i piccoli imprenditori che devono quindi essere protetti. Come i tassisti che vanno protetti da Uber; le piccole imprese che esportano vanno difese dall’euro e i negozianti che devono essere protetti dagli shopping-malls. Il nemico ? Le grandi imprese , soprattutto le multinazionali e, ovviamente, l’euro.

Ideologia nuova ? No. Sono idee che Beppe Grillo, quando faceva ancora il comico, ha professato per 30 anni . Gli attacchi alle liberalizzazioni , ai supermercati, alle banche , alle multinazionali dei vaccini, tutti alleati con i politici corrotti a spese dei cittadini e lavoratori (mentre l’euro non poteva essere criticato perche’ ancora non c’era ). Grillo lo ha fatto quando non era ancora un politico e puntava con la sua satira sulle multinazionali che lo invitavano ai loro convegni e lo applaudivano quando prendeva in giro i loro dirigenti.

Ma questo tipo di idee non sono solo vecchie. Sono anche idee sbagliate, anche causa della drammatica situazione del paese e degli attuali problemi di molti suoi elettori . La protezione delle Pmi e’ figlia di quel «piccolo e’ bello» che si e’ rivelato invece molto brutto . Le liberalizzazioni «sfascia famiglie», da noi sono fallite e per anni le aperture domenicali sono state osteggiate non solo dai vescovi ma anche dalle lobby dei piccoli commercianti che non riuscivano a competere con i supermercati per restare aperti sette giorni su sette; cosi’ si sono penalizzati i consumatori , soprattutto molte donne che cominciavano a lavorare e volevano fare la spesa di domenica.

Per tutto ciò’, negli ultimi 50 anni, il paese non ha sfruttato la era post-industriale dell’innovazione nel commercio e nei servizi e la classe media ha sofferto piu’ che altrove.L’era digitale rende simili idee ancora piu’ pericolose , non piu’ credibili e corriamo il rischio di perdere questa sfida come abbiamo perso quella precedente. «Piccolo e’ (ancora piu’)brutto» nell’era digitale: l’Italia e’ il fanalino di coda nell’ e-commerce perché le aziende sono troppo ridotte per organizzarsi per sfruttarlo .

Il M5S può condannare oggi Apple, Google, Amazon e Microsoft, come Beppe Grillo ha tuonato nel secolo scorso contro Exxon e Goldman Sachs. Ma la colpa della immobilita’ e dello impoverimento del paese non e’ delle multinazionali (che sono quelle che oggi valorizzano di piu’ le nostre risorse umane), ma della incapacità della nostra classe dirigente di sfruttare lo sviluppo mondiale degli ultimi 50 anni.

Per questo la piu’ importante ricetta di politica economica del M5S , il reddito di cittadinanza ,e’ una ricetta che si fonda sugli errori precedenti . Viene giustificata dicendo che è vero che il web e’ il futuro , ma che , per evitare i traumi sociali di tutti coloro che perderanno il lavoro per colpa dei computer , bisogna garantire a tutti un reddito. Non si tratta quindi di una elemosina populista ma di un diritto ad essere liberi dallo sfruttamento delle multinazionali (che dovranno ovviamente finanziarlo con le loro tasse). Ma, se a un giovane che guadagna mille euro al mese ne vengono promessi 800, non lavorerà più (e non studierà più) e si continua con le politiche del passato che hanno disincentivato il lavoro e portato a una partecipazione al lavoro tra le più basse: giovani che studiano fino a 30 anni e donne che lavorano molto meno degli uomini.

La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano .

Bisognerà riscrivere molte regole della economia, della società e della scuola per sfruttare la opportunità ed attenuare la disruption sociale del digitale. Saranno regole e leggi piu’ difficili di quelle che si sono scritte nel secolo scorso. Lo hanno dimostrato le riforme fallite della finanza mondiale che non hanno protetto milioni di consumatori e quelle sul climate change che non riescono a proteggere l’ambiente dal riscaldamento globale . Pensiamo davvero che a riscriverle possa essere chi professa idee della classe politica che ci ha portato al disastro di oggi ? (<- cioè nemmeno i 5stelle, chiaro)
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Timoteo » 02 mag 2017 21:56

Esiste uno/a che si chiama Abravanel?
Veramente?
Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.
Aricominciamo?
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Wineduck » 02 mag 2017 22:52

Timoteo ha scritto:Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.


Leggi tutto, fino in fondo:

"La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano".
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Timoteo » 03 mag 2017 09:10

Wineduck ha scritto:
Timoteo ha scritto:Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.


Leggi tutto, fino in fondo:

"La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano".


Grazie per il taglia ed evidenzia.
Che dopo le 5 righe di solito mi rompo i cojoni.
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda zampaflex » 03 mag 2017 10:47

Timoteo ha scritto:
Wineduck ha scritto:
Timoteo ha scritto:Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.


Leggi tutto, fino in fondo:

"La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano".


Grazie per il taglia ed evidenzia.
Che dopo le 5 righe di solito mi rompo i cojoni.


Ma non stai in spiaggia a rigirateli vanamente, i cojoni? :mrgreen:
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda Timoteo » 03 mag 2017 12:51

zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
Wineduck ha scritto:
Timoteo ha scritto:Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.


Leggi tutto, fino in fondo:

"La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano".


Grazie per il taglia ed evidenzia.
Che dopo le 5 righe di solito mi rompo i cojoni.


Ma non stai in spiaggia a rigirateli vanamente, i cojoni? :mrgreen:


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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda harmattan » 03 mag 2017 16:19

Wineduck ha scritto:
Timoteo ha scritto:Ma poi non è bastato parlare (male) di Berlusconi per 20 anni?
Senza proporre un cazzo.


Leggi tutto, fino in fondo:

"La ricetta giusta è un’altra. Dobbiamo favorire chi lavora e proteggere chi guadagnerà meno (per esempio con una Irpef negativa ), chi studia nelle università che offrono davvero opportunità ( borse di studio per l’alloggio e meritocrazia -competizione nelle università ), aiutare le imprese a crescere perché senza grandi aziende le innovazioni non si sviluppano".



La ricetta giusta non esiste. In Italia proteggere gli esclusi significa solo aumentare la spesa di Stato, e con i numeri che ci ritroviamo la vedo impossibile. L'irpef negativa poi è un sogno. Magara!!! :lol:

Scherzi a parte, il turbocapitale se ne frega se al posto del camionista che porta le merci c'è un drone che ti atterra in giardino con il pacchetto regalo. Addirittura il promotore finanziario è in via d'estinzione, ora ci sono i robo-advisor che gestiscono il tuo portafoglio finanziario.
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Re: 5 stelle , finalmente!

Messaggioda beluga » 03 mag 2017 16:44

harmattan ha scritto:ora ci sono i robo-advisor che gestiscono il tuo portafoglio finanziario.


Che non si devono nemmeno vaccinare per il morbillo evitando inutili polemiche.
Me ne importo

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