Wineduck ha scritto:I corsi di degustazione (che ho frequentato anche io 15 anni or sono) fanno più danni della grandine nei vigneti a settembre. Creano stuoli di "pseudo recensori" che tentano di "rendere oggettivo" ciò che è fisiologicamente ed ineluttabilmente soggettivo. Le schede di degustazione AIS o FISAR poi sono di una cretinaggine assoluta.
Per fortuna poi interviene il tempo (con migliaia di bevute a seguito) a smantellare ogni velleità iniziale di voler comunicare agli altri se hai percepito il limone di Amalfi piuttosto che il "sedano spento" (cit.). Nei primi anni sei talmente concentrato a cercare di individuare gli aromi ed assegnargli i giusti descrittori che perdi di vista quelle poche, pochissime (2-3) cosette che contano veramente: è un vino emozionante? E' abbinato bene? Quanto ti piace?
Bastano ed avanzano.
Tutto il resto è noia.
Concordo si e concordo no
Si perchè i corsi rischiano di irregimentarti, come sostieni. E sta poi solo al desiderio di crescita individuale il trovare la forza di staccarsi da questa impostazione scientista/oggettiva. Io stesso da un paio d'anni mi concentro più sulle sensazioni in bocca che al naso, e trascuro il "catalogo". Amalgama, equilibrio, espressività...cose che a nessun corso ti insegnano ad inseguire. Non siamo alla madeleine di Proust, ma un po' di cammino l'ho fatto.
No perchè non tutti possiedono il dono di saper volare con la fantasia sulle ali dell'emozione che ti può regalare un assaggio, per potere descrivere il lato più intimo e sentimentale di un vino. E qui la tecnicità ti permette di parlare una lingua spoglia, arida, ma conosciuta ovunque. Un po' come se ti esprimessi attraverso concetti matematici invece che declamando poesie (mi viene in mente Natascia Stefanenko che recita Puskin, guarda un po'
).
Il tempo e l'esperienza, a volte, ti consentono di passare dallo stadio di bevitore analitico a quello di cercatori di brividi, di frissons au coeur...molti lettori un tempo presenti, ora silenti, saprebbero indicare la strada. Ai pochi rimasti, il compito di mostrarla ai tanti, meno esperti, che frequentano oggi questo luogo.