CRONACHE D'OSTERIA

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l'oste
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 17 mar 2014 00:30

In settimana stupenda serata "Vecchi vini, vecchi amici" che vorrei condividere, visto che stasera dopo la bellissima mostra di Klimt a Palazzo Reale ho finalmente un attimo di tregua dai due hooligans per mettere due pensieri.
L'idea è stata di berne un po' un po' con amici di lunga data, lunga praticamemte quanto l'età delle stesse bottiglie. Più che amici, fratelli.
A parte un tappo maledetto su un brunello '82 (per fortuna c'era la "consorella" pronta) e un paio di scollinamenti oltre tomba, le bottiglie sono state in gran parte perfette, alcune commoventi.
Menu con raviolo di pasta sfoglia ripieno di patè di fegatini e galletto arrosto al vinsanto su salsa di cipolla rossa a seguire tagliatelle home made impastate con pepe e pecorino e condite con sugo di fagianella in bianco e erbe aromatiche; in chiusura tortini di pasta fillo ripieni di carne di manzo al coltello cotta con verdure e spezie il tutto servito con salsine in cui intingere.

Barolo 1962 - Borgogno (capsula rossa, mai ricolmata). Dizionario del nebbiolo di 50 anni : a come armonia, b come Borgogno, c come che buono. Beato Farinetti che si è comprato tutta la cantina storica dell'azienda. Piaciuto proprio.
Barolo 1970 - Palladino, produttore che non conoscevo, esiste ancora e mi dicono sia anche bravino e qualità/prezzo, ho in programma una visita a breve. A livello grafico le etichette vecchie erano più belle. Riguardo al vino, se non lo avessi aperto e versato di persona avrei pensato ad una sostituzione con un barolo (buono) anni '90. Colore incredibile, rosso rubino solo leggermente aranciato ma di arancio vivo, tipo l'arancia sanguinella che infatti si trova nei profumi che il naso becca per primi. Bocca ancora avvolgente e di peso tannico, sebbene levigatissimo, come un solletico piacevole. Piaciuto proprio e sorpreso moltissimo.
Barolo 1984-1985 - Fontanafredda, due bottiglie entrambe passate a miglior vita. Spero che le bottiglie nella cantina storica siano più longeva, sempre per Farinetti che se l'è comprata (continua a venirmi in mente perchè ho finito da poco il suo libro-intervista, piaciuto abbastanza).
Barolo Sperss 1988 - Gaja, la '89 l'ho goduta e bevuta tre volte, una proprio con il produttore e con piccole differenze è sempre stata una bottiglia eccelsa. La '88 (credo sia la prima annata a nome Sperss), non l'avevo mai incrociata ed è stata una gran bella rivelazione. Al naso escono i profumi classici del nebbiolo agèe, tutti in fila ordinati e puliti, dalla liquirizia ai petali secchi di rosa e viola, un accenno di resina dolce e piacevole, quasi balsamica e poi tutto il resto. Al palato la sensazione generale è di un nebbiolo vecchio stile ma ancora molto giovane, serio, un liquido che sembra poter andare oltre le papille e infiltrarsi in profondità, incantatore. Piaciuto molto.
Brunello 1981 - Poggio Antico, azienda della quale non bevo da moltissimo i vini. Questo '81 era piacevole e integro nei profumi di terra, cuoio, un frutto fumè, ma purtroppo in bocca l'acidità era troppo predominante, impedendo quasi al palato di "sentire" il vino. Piaciutino (ino ino)
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. Leggermente ma tappata.
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. La sorella invece è proprio a posto, un po' si capisce perchè Gaja abbia comprato quest'azienda. Colore vivo, luminoso, rosso con unghia ambrata scura, da farci una divisa di una squadra di calcio. Profumi ancora di frutto, ciliegia delicata, una nota di affumicato da carne, cenni balsamici e di bosco attraversato da un vento sapido che vien dal mare, ma anche sotto terra pare che di tracce secolari marine ve ne siano abbestia. Bocca rotonda, acidità sotto estremo controllo, setoso, scorrevole, saporito e sapido. Piaciuto molto.
Brunello di Montalcino 1983 - Val di Suga, colore più scuro dei precedenti brunello, profumi anche di frutto più scuro, più caldo, inizialmente dominante sugli altri aromi. Poi si apre un ventaglietto di spezie, sottobosco umido e in bocca scivola rotondo, morbido, suadente, acidità non forte, la toscana e il sangiovese si sentono ma come idea di vino era abbastanza bordolese. Piaciuto.
Brunello di Montalcino Campogiovanni 1986 - San Felice , annata minore (?), vino maggiore. Da podio della serata per la sua energia generale, i profumi escono forti, baldanzosi, puliti ma sgomitanti, c'è frutto fresco, una nota di rosmarino con carne. Vino estremamente giovane anche in bocca, ha vigore, come gli venisse in moto perpetuo, non si ferma mai. Piaciuto un bel po'.

Resta sempre una grande emozione bere i vecchi vini ben conservati, anche se guardando i vuoti pensi con un velo di tristezza a bottiglie che non avrai più in quello stato di grazia, ma alla fine prevale il piacere di averli goduti con amici, perchè non ha senso tenere le bottiglie eternamente prigioniere in collezione e bella mostra.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda TracyPtak » 19 mar 2014 07:11

l'oste ha scritto:In settimana stupenda serata "Vecchi vini, vecchi amici" che vorrei condividere, visto che stasera dopo la bellissima mostra di Klimt a Palazzo Reale ho finalmente un attimo di tregua dai due hooligans per mettere due pensieri.
L'idea è stata di berne un po' un po' con amici di lunga data, lunga praticamemte quanto l'età delle stesse bottiglie. Più che amici, fratelli.
A parte un tappo maledetto su un brunello '82 (per fortuna c'era la "consorella" pronta) e un paio di scollinamenti oltre tomba, le bottiglie sono state in gran parte perfette, alcune commoventi.
Menu con raviolo di pasta sfoglia ripieno di patè di fegatini e galletto arrosto al vinsanto su salsa di cipolla rossa a seguire tagliatelle home made impastate con pepe e pecorino e condite con sugo di fagianella in bianco e erbe aromatiche; in chiusura tortini di pasta fillo ripieni di carne di manzo al coltello cotta con verdure e spezie il tutto servito con salsine in cui intingere.

Barolo 1962 - Borgogno (capsula rossa, mai ricolmata). Dizionario del nebbiolo di 50 anni : a come armonia, b come Borgogno, c come che buono. Beato Farinetti che si è comprato tutta la cantina storica dell'azienda. Piaciuto proprio.
Barolo 1970 - Palladino, produttore che non conoscevo, esiste ancora e mi dicono sia anche bravino e qualità/prezzo, ho in programma una visita a breve. A livello grafico le etichette vecchie erano più belle. Riguardo al vino, se non lo avessi aperto e versato di persona avrei pensato ad una sostituzione con un barolo (buono) anni '90. Colore incredibile, rosso rubino solo leggermente aranciato ma di arancio vivo, tipo l'arancia sanguinella che infatti si trova nei profumi che il naso becca per primi. Bocca ancora avvolgente e di peso tannico, sebbene levigatissimo, come un solletico piacevole. Piaciuto proprio e sorpreso moltissimo.
Barolo 1984-1985 - Fontanafredda, due bottiglie entrambe passate a miglior vita. Spero che le bottiglie nella cantina storica siano più longeva, sempre per Farinetti che se l'è comprata (continua a venirmi in mente perchè ho finito da poco il suo libro-intervista, piaciuto abbastanza).
Barolo Sperss 1988 - Gaja, la '89 l'ho goduta e bevuta tre volte, una proprio con il produttore e con piccole differenze è sempre stata una bottiglia eccelsa. La '88 (credo sia la prima annata a nome Sperss), non l'avevo mai incrociata ed è stata una gran bella rivelazione. Al naso escono i profumi classici del nebbiolo agèe, tutti in fila ordinati e puliti, dalla liquirizia ai petali secchi di rosa e viola, un accenno di resina dolce e piacevole, quasi balsamica e poi tutto il resto. Al palato la sensazione generale è di un nebbiolo vecchio stile ma ancora molto giovane, serio, un liquido che sembra poter andare oltre le papille e infiltrarsi in profondità, incantatore. Piaciuto molto.
Brunello 1981 - Poggio Antico, azienda della quale non bevo da moltissimo i vini. Questo '81 era piacevole e integro nei profumi di terra, cuoio, un frutto fumè, ma purtroppo in bocca l'acidità era troppo predominante, impedendo quasi al palato di "sentire" il vino. Piaciutino (ino ino)
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. Leggermente ma tappata.
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. La sorella invece è proprio a posto, un po' si capisce perchè Gaja abbia comprato quest'azienda. Colore vivo, luminoso, rosso con unghia ambrata scura, da farci una divisa di una squadra di calcio. Profumi ancora di frutto, ciliegia delicata, una nota di affumicato da carne, cenni balsamici e di bosco attraversato da un vento sapido che vien dal mare, ma anche sotto terra pare che di tracce secolari marine ve ne siano abbestia. Bocca rotonda, acidità sotto estremo controllo, setoso, scorrevole, saporito e sapido. Piaciuto molto.
Brunello di Montalcino 1983 - Val di Suga, colore più scuro dei precedenti brunello, profumi anche di frutto più scuro, più caldo, inizialmente dominante sugli altri aromi. Poi si apre un ventaglietto di spezie, sottobosco umido e in bocca scivola rotondo, morbido, suadente, acidità non forte, la toscana e il sangiovese si sentono ma come idea di vino era abbastanza bordolese. Piaciuto.
Brunello di Montalcino Campogiovanni 1986 - San Felice , annata minore (?), vino maggiore. Da podio della serata per la sua energia generale, i profumi escono forti, baldanzosi, puliti ma sgomitanti, c'è frutto fresco, una nota di rosmarino con carne. Vino estremamente giovane anche in bocca, ha vigore, come gli venisse in moto perpetuo, non si ferma mai. Piaciuto un bel po'.

Resta sempre una grande emozione bere i vecchi vini ben conservati, anche se guardando i vuoti pensi con un velo di tristezza a bottiglie che non avrai più in quello stato di grazia, ma alla fine prevale il piacere di averli goduti con amici, perchè non ha senso tenere le bottiglie eternamente prigioniere in collezione e bella mostra
.

Impressionante .. E 'sempre bello per trascorrere alcuni momenti di relax con gli amici e la famiglia .. Godetevi alcune bottiglie di vino:)
Ultima modifica di TracyPtak il 19 mar 2014 17:14, modificato 1 volta in totale.
paperofranco
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda paperofranco » 19 mar 2014 09:41

l'oste ha scritto:In settimana stupenda serata "Vecchi vini, vecchi amici" che vorrei condividere, visto che stasera dopo la bellissima mostra di Klimt a Palazzo Reale ho finalmente un attimo di tregua dai due hooligans per mettere due pensieri.
L'idea è stata di berne un po' un po' con amici di lunga data, lunga praticamemte quanto l'età delle stesse bottiglie. Più che amici, fratelli.
A parte un tappo maledetto su un brunello '82 (per fortuna c'era la "consorella" pronta) e un paio di scollinamenti oltre tomba, le bottiglie sono state in gran parte perfette, alcune commoventi.
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Barolo 1962 - Borgogno (capsula rossa, mai ricolmata). Dizionario del nebbiolo di 50 anni : a come armonia, b come Borgogno, c come che buono. Beato Farinetti che si è comprato tutta la cantina storica dell'azienda. Piaciuto proprio.
Barolo 1970 - Palladino, produttore che non conoscevo, esiste ancora e mi dicono sia anche bravino e qualità/prezzo, ho in programma una visita a breve. A livello grafico le etichette vecchie erano più belle. Riguardo al vino, se non lo avessi aperto e versato di persona avrei pensato ad una sostituzione con un barolo (buono) anni '90. Colore incredibile, rosso rubino solo leggermente aranciato ma di arancio vivo, tipo l'arancia sanguinella che infatti si trova nei profumi che il naso becca per primi. Bocca ancora avvolgente e di peso tannico, sebbene levigatissimo, come un solletico piacevole. Piaciuto proprio e sorpreso moltissimo.
Barolo 1984-1985 - Fontanafredda, due bottiglie entrambe passate a miglior vita. Spero che le bottiglie nella cantina storica siano più longeva, sempre per Farinetti che se l'è comprata (continua a venirmi in mente perchè ho finito da poco il suo libro-intervista, piaciuto abbastanza).
Barolo Sperss 1988 - Gaja, la '89 l'ho goduta e bevuta tre volte, una proprio con il produttore e con piccole differenze è sempre stata una bottiglia eccelsa. La '88 (credo sia la prima annata a nome Sperss), non l'avevo mai incrociata ed è stata una gran bella rivelazione. Al naso escono i profumi classici del nebbiolo agèe, tutti in fila ordinati e puliti, dalla liquirizia ai petali secchi di rosa e viola, un accenno di resina dolce e piacevole, quasi balsamica e poi tutto il resto. Al palato la sensazione generale è di un nebbiolo vecchio stile ma ancora molto giovane, serio, un liquido che sembra poter andare oltre le papille e infiltrarsi in profondità, incantatore. Piaciuto molto.
Brunello 1981 - Poggio Antico, azienda della quale non bevo da moltissimo i vini. Questo '81 era piacevole e integro nei profumi di terra, cuoio, un frutto fumè, ma purtroppo in bocca l'acidità era troppo predominante, impedendo quasi al palato di "sentire" il vino. Piaciutino (ino ino)
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. Leggermente ma tappata.
Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. La sorella invece è proprio a posto, un po' si capisce perchè Gaja abbia comprato quest'azienda. Colore vivo, luminoso, rosso con unghia ambrata scura, da farci una divisa di una squadra di calcio. Profumi ancora di frutto, ciliegia delicata, una nota di affumicato da carne, cenni balsamici e di bosco attraversato da un vento sapido che vien dal mare, ma anche sotto terra pare che di tracce secolari marine ve ne siano abbestia. Bocca rotonda, acidità sotto estremo controllo, setoso, scorrevole, saporito e sapido. Piaciuto molto.
Brunello di Montalcino 1983 - Val di Suga, colore più scuro dei precedenti brunello, profumi anche di frutto più scuro, più caldo, inizialmente dominante sugli altri aromi. Poi si apre un ventaglietto di spezie, sottobosco umido e in bocca scivola rotondo, morbido, suadente, acidità non forte, la toscana e il sangiovese si sentono ma come idea di vino era abbastanza bordolese. Piaciuto.
Brunello di Montalcino Campogiovanni 1986 - San Felice , annata minore (?), vino maggiore. Da podio della serata per la sua energia generale, i profumi escono forti, baldanzosi, puliti ma sgomitanti, c'è frutto fresco, una nota di rosmarino con carne. Vino estremamente giovane anche in bocca, ha vigore, come gli venisse in moto perpetuo, non si ferma mai. Piaciuto un bel po'.

Resta sempre una grande emozione bere i vecchi vini ben conservati, anche se guardando i vuoti pensi con un velo di tristezza a bottiglie che non avrai più in quello stato di grazia, ma alla fine prevale il piacere di averli goduti con amici, perchè non ha senso tenere le bottiglie eternamente prigioniere in collezione e bella mostra.


Mi sembra che sia stata una serata fortunata; sulla carta avrei detto che era una bella fila di cadaveri.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 19 mar 2014 11:33

Ohibò e perchè mai avrebbero dovuto essere dei cadaveri ?
Tutte degli anni '80 con qualche 82-85-88.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda paperofranco » 19 mar 2014 12:00

pippuz ha scritto:Ohibò e perchè mai avrebbero dovuto essere dei cadaveri ?
Tutte degli anni '80 con qualche 82-85-88.


Sto attraversando un periodo di pessimismo cosmico..... :mrgreen:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 19 mar 2014 15:43

paperofranco ha scritto:
pippuz ha scritto:Ohibò e perchè mai avrebbero dovuto essere dei cadaveri ?
Tutte degli anni '80 con qualche 82-85-88.


Sto attraversando un periodo di pessimismo cosmico..... :mrgreen:

Ah ecco ! :mrgreen:
Dovresti esserci quando Taste sfodera le tre litri di Barolo mai visto nè sentito degli anni 60. La maggior parte delle volte erano uno spettacolo.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 20 mar 2014 02:20

paperofranco ha scritto:
l'oste ha scritto:In settimana stupenda serata "Vecchi vini, vecchi amici" che vorrei condividere, visto che stasera dopo la bellissima mostra di Klimt a Palazzo Reale ho finalmente un attimo di tregua dai due hooligans per mettere due pensieri.
L'idea è stata di berne un po' un po' con amici di lunga data, lunga praticamemte quanto l'età delle stesse bottiglie. Più che amici, fratelli.
A parte un tappo maledetto su un brunello '82 (per fortuna c'era la "consorella" pronta) e un paio di scollinamenti oltre tomba, le bottiglie sono state in gran parte perfette, alcune commoventi.
Menu con raviolo di pasta sfoglia ripieno di patè di fegatini e galletto arrosto al vinsanto su salsa di cipolla rossa a seguire tagliatelle home made impastate con pepe e pecorino e condite con sugo di fagianella in bianco e erbe aromatiche; in chiusura tortini di pasta fillo ripieni di carne di manzo al coltello cotta con verdure e spezie il tutto servito con salsine in cui intingere.

Barolo 1962 - Borgogno (capsula rossa, mai ricolmata). Dizionario del nebbiolo di 50 anni : a come armonia, b come Borgogno, c come che buono. Beato Farinetti che si è comprato tutta la cantina storica dell'azienda. Piaciuto proprio.
Barolo 1970 - Palladino, produttore che non conoscevo, esiste ancora e mi dicono sia anche bravino e qualità/prezzo, ho in programma una visita a breve. A livello grafico le etichette vecchie erano più belle. Riguardo al vino, se non lo avessi aperto e versato di persona avrei pensato ad una sostituzione con un barolo (buono) anni '90. Colore incredibile, rosso rubino solo leggermente aranciato ma di arancio vivo, tipo l'arancia sanguinella che infatti si trova nei profumi che il naso becca per primi. Bocca ancora avvolgente e di peso tannico, sebbene levigatissimo, come un solletico piacevole. Piaciuto proprio e sorpreso moltissimo.
Barolo 1984-1985 - Fontanafredda, due bottiglie entrambe passate a miglior vita. Spero che le bottiglie nella cantina storica siano più longeva, sempre per Farinetti che se l'è comprata (continua a venirmi in mente perchè ho finito da poco il suo libro-intervista, piaciuto abbastanza).
Barolo Sperss 1988 - Gaja, la '89 l'ho goduta e bevuta tre volte, una proprio con il produttore e con piccole differenze è sempre stata una bottiglia eccelsa. La '88 (credo sia la prima annata a nome Sperss), non l'avevo mai incrociata ed è stata una gran bella rivelazione. Al naso escono i profumi classici del nebbiolo agèe, tutti in fila ordinati e puliti, dalla liquirizia ai petali secchi di rosa e viola, un accenno di resina dolce e piacevole, quasi balsamica e poi tutto il resto. Al palato la sensazione generale è di un nebbiolo vecchio stile ma ancora molto giovane, serio, un liquido che sembra poter andare oltre le papille e infiltrarsi in profondità, incantatore. Piaciuto molto.
Brunello 1981 - Poggio Antico, azienda della quale non bevo da moltissimo i vini. Questo '81 era piacevole e integro nei profumi di terra, cuoio, un frutto fumè, ma purtroppo in bocca l'acidità era troppo predominante, impedendo quasi al palato di "sentire" il vino. Piaciutino (ino ino)
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Brunello 1982 - Chiesa di Santa Restituta. La sorella invece è proprio a posto, un po' si capisce perchè Gaja abbia comprato quest'azienda. Colore vivo, luminoso, rosso con unghia ambrata scura, da farci una divisa di una squadra di calcio. Profumi ancora di frutto, ciliegia delicata, una nota di affumicato da carne, cenni balsamici e di bosco attraversato da un vento sapido che vien dal mare, ma anche sotto terra pare che di tracce secolari marine ve ne siano abbestia. Bocca rotonda, acidità sotto estremo controllo, setoso, scorrevole, saporito e sapido. Piaciuto molto.
Brunello di Montalcino 1983 - Val di Suga, colore più scuro dei precedenti brunello, profumi anche di frutto più scuro, più caldo, inizialmente dominante sugli altri aromi. Poi si apre un ventaglietto di spezie, sottobosco umido e in bocca scivola rotondo, morbido, suadente, acidità non forte, la toscana e il sangiovese si sentono ma come idea di vino era abbastanza bordolese. Piaciuto.
Brunello di Montalcino Campogiovanni 1986 - San Felice , annata minore (?), vino maggiore. Da podio della serata per la sua energia generale, i profumi escono forti, baldanzosi, puliti ma sgomitanti, c'è frutto fresco, una nota di rosmarino con carne. Vino estremamente giovane anche in bocca, ha vigore, come gli venisse in moto perpetuo, non si ferma mai. Piaciuto un bel po'.

Resta sempre una grande emozione bere i vecchi vini ben conservati, anche se guardando i vuoti pensi con un velo di tristezza a bottiglie che non avrai più in quello stato di grazia, ma alla fine prevale il piacere di averli goduti con amici, perchè non ha senso tenere le bottiglie eternamente prigioniere in collezione e bella mostra.


Mi sembra che sia stata una serata fortunata; sulla carta avrei detto che era una bella fila di cadaveri.

La fortuna serve sempre.
Ma anche tenere le bottiglie ferme in una cantina interrata con 75-85% di umidità e temperatura da 8° a 15° tutto l'anno aiutano.
Peccato che sto consumando piano piano tutte le bottiglie degli anni '70 e '80.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 20 mar 2014 02:55

Qualche vinello del mercoledì, vini entry o poco più per una mini panoramica su vitigni "minori".
Rossese di Dolceacqua Luvaira 2008 - Tenuta Anfosso
Scuretto, sapido quasi salato, marino ma a folate acciughino. Bocca piena, ricca, sapida, ma che chiude sull'amarognolino. Piacicchiato.

Schiava Fass nr.9 2011 - Girlan
Rosso rubino chiaro, limpido, profumi di erbe di montagna, un mazzetto di genziana, frutti rossi aspri. Al palato lascia scia di acidità notevole, ha un bel cuore ma freddo, grinta anche, finale con ritorni di rosolio. Piaciuto abbastanza.

Sabbie di sopra il bosco 2011 Nanni Copè
Rosso rubino scuro, demoniaco. Profumi che seducono il naso, poco usuali, balsamici e medicali quasi, erbe profumate. In bocca mi lascia meno contento, troppo di tutto, anche dolce forse per i legni, forse in una fase giovanile, forse il mio gusto. Piaciuto abbastanza.

Coste della Sesia 2011 - Colombera e Garella
Colore da nebbiolo, scarico, tumultuosetto nei guizzi. Profumi nitidi, tra i fiori e la terra, delicati che sembrano girarti attorno. Bocca setosa ma ferma, corpo ovviamente medio ma struttura e sensazioni mai banali. Piccolo spettacolo. Piaciuto proprio.

Viña Bosconia 2003 Reserva - Lopez de Heredia
Tra l'arancio e il bordeaux, più chiaro che scuro. Profumi marini, puliti, salmastro da sottosuoli e poi fiori secchi, gioca a fare il nebbiolo del sud, si sente che ha storia, vigne vecchie. In bocca non sconta l'annata calda, è più alcolico del solito invero, ma prende e si espande dal centro della bocca senza piacionerie, ha il suo carattere, è uno Rioja. Piaciuto proprio.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 04 mag 2014 02:58

Adeguato ad un roast beef di bue-ceronte, viste le dimensioni del costato, salse agrodolce, sojolzen, hot tomato.
Tre sangiovesi (et) del 2007; in rima và, embriaga y borracha, no rules, of course.

Doccio a Matteo, 2007 - Caparsa
Vien di contro scuro in volto,
con odor di vecchia terra,
sembra giovane, ma è colto
La materia è da gran guerra.

Il Campitello 2007 - Monteraponi
Scintillante che t'invita
rose in petali a ciliegia,
una grinta non sopita,
il profilo è roba regia.

Brunello di Montalcino 2007 - Tiezzi
"Chi va là", dice'l vocione,
che dal buio bosco sale
"son la notte per sopire
e curarti d'ogni male"
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Wineduck » 04 mag 2014 10:26

Applausi
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
Peter Frampton
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda diamonddave » 04 mag 2014 13:49

Sempre un piacere leggerti, Oste.
... per intenderci: la differenza fra me ed un sommelier è la stessa che passa fra un porno attore ed un ginecologo. © diamonddave 8)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 18 mag 2014 19:06

Un po' di pinot noir bevuti, vicini tra loro e vicini a del "patè di cortile" notevole, tra le altre cibarie.

Nuits St.Georges 1er cru Les St.Georges 2010 - Chicotot
Il colore è il più nitido dei tre, anche più scarico oltre che trasparente. Profumi fruttati, un netto fumè dolce, non grande stratificazione ma molto intenso. In bocca il meglio, nello stile del produttore, pochi fronzolini aromatici ma parecchia fermezza sul palato, da ipotizzare lunghi invecchiamenti. Piaciuto abbastanza.
C'era anche il suo Borgogne base 2012 e tra l'altro da quel poco che ho bevuto finora è un'annata che aspetterei ma di molto prima di bollare come scarsa...

Nuits St. Georges 1er cru Les St.George 2009 - Thibault Liger-Belair
Colore rosso rubino scuro e torbido visto che il produttore fa quasi una religione del "non filtraggio".
Profumi suadenti, fragoline all'incenso, poi floreali ed esotici, cardamomo, tutti che vengono fuori pian piano di volume, intensità e ricchezza. Il classico vino che all'inizio dici "boh" e dopo esclami "ooh". Bocca non pressante o invadente, non esile ma dritta in verticale, senza sbavature di ciccia inutile. Un NSG didascalico, un "emergente" ancora a buon rapporto q/p che tengo d'occhio da qualche anno e mi sembra su una buona strada. Piaciuto proprio.

Nuits St.Georges 1er cru Les Fleurieres 2005 - Mugneret Gibourg
Colore più scuro di tutti, denso è la sensazione, concentrato. I profumi tardano ad uscire, scuotendo il bicchiere mi sembra di volerli tirar fuori per i capelli. Un vino che alimenta la fama dei 2005 chiusi a riccio, uno dei pochi che mi sono capitati. C'è radice scura, un filo di evoluzione verso uno stadio adulto, ma manca il glamour aromatico classico del pinot noir. Sul palato invece si riconosce la mano femminile del Domaine, grande setosità, scorrevole, succoso, va in giro a curiosare piacevolemente in ogni angolo della bocca con un ritorno di frutto e radice dolce intriganti. Piaciuto.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 23 mag 2014 00:35

Con un po' di formaggi di capra e fettine di culatello, anche se l'abbinamento c'entra nada, due vini che ho trovato notevoli, ma di molto e con due plus identici, pulizia ed equilibrio, seppure siano vini di tipologie lontane e differenti.

Barbaresco Rabaja 2010 - Cortese, una certezza, ormai è la terza volta con quest'annata che ha una grande disponibilità sia aromatica che palatale (ovviamente tenendo presente che ha il tannino di un nebbiolo giovane). I profumi vanno dalla fragoletta selvatica ai fiori secchi, un lieve mix tra nocciola/arachide, anche radici ma dolcine e non troppo "profonde".
Amo e bevo da tanto i vini di Cortese, ma non credo di essere di parte a definirlo uno dei grandi produttori assoluti di barbaresco, soprattutto per la capacità di leggere l'annata e tirando fuori vini coerenti per stile e territorio anche in millesimi meno celebrati. E quando l'annata è come questa magica 2010 (in Langa), il vino vola alto, anche nei punteggi e ad un prezzo molto accessibile. Piaciuto molto.

Brunello di Montalcino Fornace 2008 - Le Ragnaie, altro manico che mi piace molto per la pulizia dei profumi e il sapore, si proprio il sapore dei vini. Oltre alla capacità di tenere in equilibrio tutte le componenti, si muove lentamente ma raggiunge profondità nel tempo a bicchiere aperto. Come un'alba parte scuretto e poi arriva il pieno di luce.
E poi oltre alla pulizia, ricchezza e coerenza aromatica, riesce a darmi la sensazione di un sapore "familiare", che contraddistingue i vini per me buoni, a prescindere dal vitigno. Quel sapore piacevole dell'alcol presente ma controllato, l'acidità viva ma non troppo invadente, qual finale sul palato con una nota dolce, ancora di frutto, di uva buona. Piaciuto molto.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 16 ott 2017 01:22

Colpevole il compleanno, qualche bella bottiglia, qualche meno, bella compagnia di amici stretti, recupero durissimo il giorno dopo. Con formaggi speciali, su tutti il caciocavallo podolico stagionato, un "grana" carsico che da' dipendenza, poi pate' di feagtini con fichi, culatello e pata negra, tagliolini cacio e pepe, tagliata di scottona 40 gg macellazione, cotta su piastra e sale grosso per 2 minuti a lato, "vivo me lo mangio" ( cit. Il grandissimo Faletti/Catozzo).


Fontalloro 1998 - Felsina
Il Tuscan, per me uno dei migliori sangiovese q/p per storia, longevita', costanza. Amo berlo poco giovane, la barrique si sente poco e solo per il "lato buono". Colore vivo rubino scurino, profumi netti puliti, leggero balsamico, grafite, ancora frutto. Piaciuto.

RdM Ragnaie 2011
Piccolo neanche tanto fuoriclasse per tipologia e annata, ormai ne ho finite un paio di cartoni, sempre lui, sempre lo "stile Ragnaie", impronta balsamica, potenza gentile, succosita', sapore mai amarognolo. Piaciuto proprio

Barbaresco 2012 - Rizzi
Colore scuro, profumi scuretti all'inizio, radicoso, poi si apre su una china sotto spirito gradevole, fiori essiccati nel vino. In bocca si prende spazio, un tannino vagamente polveroso, sapore dolce al centro contornato da rabarbaro in contrasto. Intrigante ma poco mobile naso/bocca. Piaciuto abbastanza

Pinot noir riserva Trattmann 2014 - Girlan
Ho bevuto sue annate migliori, ma resta uno dei blauburgunder da podio in Alto Adige. Profumi al solito ammalianti, ricorda borgognosi NSG, stile Vaucrains ma meno orientale, piu' alpino per fiori e frutti. Bocca non vegetale ma molto minerale, tagliente, forse le altre le faccio aspettare un lustrino. Piaciuto abbastanza

Pergole Torte 2013
Sara' il cuore, sara il c ulo, ho bevuto un vino magnifico, ma di una giovinezza embrionale. Pensare cosa potra' diventare tra vent'anni... Luce e trasparenza, potenza e gustosita', puo' diventare un "vino ipnotico" (cit. cascinafrancia/Luca). Piaciuto molto

N.c. disperato per un Vosne 1998 di Engel purtroppo non a posto per muffetta al naso, in bocca era o sarebbe stato incantevole, poi moribondo un barolo Prunotto 1964, monocorde di cenere, peccato, defuntissima una magnum di chianti Badia a Coltibuomo 2002.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda iulo » 16 ott 2017 08:22

l'oste ha scritto:Colpevole il compleanno, qualche bella bottiglia, qualche meno, bella compagnia di amici stretti, recupero durissimo il giorno dopo. Con formaggi speciali, su tutti il caciocavallo podolico stagionato, un "grana" carsico che da' dipendenza, poi pate' di feagtini con fichi, culatello e pata negra, tagliolini cacio e pepe, tagliata di scottona 40 gg macellazione, cotta su piastra e sale grosso per 2 minuti a lato, "vivo me lo mangio" ( cit. Il grandissimo Faletti/Catozzo).


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 16 ott 2017 08:55

iulo ha scritto:
l'oste ha scritto:Colpevole il compleanno, qualche bella bottiglia, qualche meno, bella compagnia di amici stretti, recupero durissimo il giorno dopo. Con formaggi speciali, su tutti il caciocavallo podolico stagionato, un "grana" carsico che da' dipendenza, poi pate' di feagtini con fichi, culatello e pata negra, tagliolini cacio e pepe, tagliata di scottona 40 gg macellazione, cotta su piastra e sale grosso per 2 minuti a lato, "vivo me lo mangio" ( cit. Il grandissimo Faletti/Catozzo).


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 16 ott 2017 11:05

l'oste ha scritto:tagliata di scottona 40 gg macellazione

Immagino sia stata una macellazione estremamente complicata. :lol: :lol: :lol:

Auguri Andrea !
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 16 ott 2017 16:19

pippuz ha scritto:
l'oste ha scritto:tagliata di scottona 40 gg macellazione

Immagino sia stata una macellazione estremamente complicata. :lol: :lol: :lol:

Auguri Andrea !

Ah ah, vero Filippo, mi vedo il macellaio che insegue la vacca e la macella tocco a tocco da viva...
Volevo riferire quel che mi ha detto il guru della carne, macellata da 40 giorni.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 16 ott 2017 16:27

vinogodi ha scritto:
iulo ha scritto:
l'oste ha scritto:Colpevole il compleanno, qualche bella bottiglia, qualche meno, bella compagnia di amici stretti, recupero durissimo il giorno dopo. Con formaggi speciali, su tutti il caciocavallo podolico stagionato, un "grana" carsico che da' dipendenza, poi pate' di feagtini con fichi, culatello e pata negra, tagliolini cacio e pepe, tagliata di scottona 40 gg macellazione, cotta su piastra e sale grosso per 2 minuti a lato, "vivo me lo mangio" ( cit. Il grandissimo Faletti/Catozzo).


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...il suo ritorno ha rinvigorito il forum ...

Ho messo una pastiglia blu nella tastiera?
Esagerato, grazie, approfitto solo di un periodo finalmente con un pizzico di tempo libero da figli, lavoro e vita.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda cascinafrancia71 » 17 ott 2017 11:40

Auguri, Andrea.

Non ci si vede da troppi milioni di anni.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 02 dic 2017 21:52

Complice una ricorrenza amici e famiglia ci siamo scofanati vol au vent con fois gras e quaglietta, spaghettoni cacio pepe e guanciale e un discreto schieramento di formaggi, dal podolico stagionato al vaccino di malga 48 mesi (iperbolico)

Bourgogne 2013 - Chevillon, fruttino goloso giá al naso, golosissimo al palato, poco profondo, pochissima evoluzione ha un sapore croccante, bel vinellino da bersi a damigiane. Piaciuto

Volnay 2015 - Vaudosey-Creusefond, mano leggera, sentori delicati e balsamico, qualcosina di piacevolmente selvatico, tra frutti e carne grigliata, bel finale senza molta persistenza però. Piaciuto abbastanza

Barbaresco Pajé 1999 - Roagna, apertura quasi un paio d'ore prima, colore non scuro, naso delicato, spezie leggere, fiori macerati, un che di terroso, bocca sembra con più aciditá che tannino, un po' mi stupisco, non grandissima complessitá, bel finale. Piaciuto ma pensavo meglio, visto il neo neo blasone (e listini).

Rocce Rosse 2002 - Ar.pe.pe, aperto un oretta prima, naso delizioso al primo colpo, cambia di continuo, c'è ancora frutto, fiori, una speziatura delicata molto piacevole da starci col naso dentro una vita. Bocca tesa senza asperitá, scorre con gioia, un quartetto d'archi, golosetto ma non debordante. Piaciuto un bel po'
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Francesco M » 03 dic 2017 03:54

l'oste ha scritto:Complice una ricorrenza amici e famiglia ci siamo scofanati vol au vent con fois gras e quaglietta, spaghettoni cacio pepe e guanciale e un discreto schieramento di formaggi, dal podolico stagionato al vaccino di malga 48 mesi (iperbolico)

Rocce Rosse 2002 - Ar.pe.pe, aperto un oretta prima, naso delizioso al primo colpo, cambia di continuo, c'è ancora frutto, fiori, una speziatura delicata molto piacevole da starci col naso dentro una vita. Bocca tesa senza asperitá, scorre con gioia, un quartetto d'archi, golosetto ma non debordante. Piaciuto un bel po'

quel che ho bevuto di loro è piaciuto molto pure a me, ma mai annate precedenti al 2010;
resisto resisto, ma prima o poi dovrò comprare qualche batteria di nebbiolo fuori dalle langhe.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 04 dic 2017 09:35

l'oste ha scritto:Barbaresco Pajé 1999 - Roagna, apertura quasi un paio d'ore prima, colore non scuro, naso delicato, spezie leggere, fiori macerati, un che di terroso, bocca sembra con più aciditá che tannino, un po' mi stupisco, non grandissima complessitá, bel finale. Piaciuto ma pensavo meglio, visto il neo neo blasone (e listini).

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Dà da pensare questa cosa eh. :roll:
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Francesco M » 04 dic 2017 11:04

pippuz ha scritto:
l'oste ha scritto:Barbaresco Pajé 1999 - Roagna, apertura quasi un paio d'ore prima, colore non scuro, naso delicato, spezie leggere, fiori macerati, un che di terroso, bocca sembra con più aciditá che tannino, un po' mi stupisco, non grandissima complessitá, bel finale. Piaciuto ma pensavo meglio, visto il neo neo blasone (e listini).

Rocce Rosse 2002 - Ar.pe.pe, aperto un oretta prima, naso delizioso al primo colpo, cambia di continuo, c'è ancora frutto, fiori, una speziatura delicata molto piacevole da starci col naso dentro una vita. Bocca tesa senza asperitá, scorre con gioia, un quartetto d'archi, golosetto ma non debordante. Piaciuto un bel po'

Dà da pensare questa cosa eh. :roll:


io la butto lì, credo che siano due vini concepiti per ottenere due declinazioni di nebbiolo se non antitetici, perlomeno eticamente differenti.
oppure più semplicemente la prima era una boccia sfigata :mrgreen: .

ma se parli solo di prezzo, sono d'accordissimo con te.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 04 dic 2017 12:14

Si, parlo soprattutto di prezzo.
Sono vini sicuramente diversi che io seguo (bevo...) da parecchio tempo, anche andando indietro con le annate.

Roagna mi piace eh, ma spesso ho trovato bottiglie strane; dai meravigliosi Crichet 1982 e 1985 ai cru di barbaresco degli ultimi anni che a volte sono un po' così. Ne ho ancora qualcuno e non so mai se aprirli, anche i famosi Vigna Rionda.
ArPePe invece per quanto mi riguarda è stata un crescendo negli ultimi anni, dai più cupi anni 90 fino a questi di adesso che mi piacciono molto.

Conclusione: prendo tutta la vita ArPePe.
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