gremul ha scritto:Bella serata, buon pesce e ottima compagnia (tra cui un’inattesa Amica Speck in grandissima forma e vari produttori veronesi)
Dal basso in alto (secondo la mia sindacabilissima classifica personale)
Selosse Origine sboccatura 1997, purtroppo ossidazione spinta, bottiglia non a posto
Dom Perignon 1988, si apre con un bel naso fresco, a tratti gessoso, la bocca è leggermente dolce, poi abbastanza velocemente si siede ed escono al naso note di caffè e vaniglia un po’ stucchevoli, anche la bocca perde di incisività, non è il mio genere
Philipponnat Clos Des Goisses 1988 : una leggera punta di ossidazione di troppo ne pregiudica un po’ il giudizio, al naso comunque vengono fuori note « bianche » gradevoli, in bocca ancora buona acidità, c’è da dire che è stato assai penalizzato dall’avere di fianco un mostro assoluto come Krug 88
Dom Perignon Oenotheque 1990, naso imprigionato su note di legno non ancora risolto, la bocca è di grande materia ma al momento, per i miei gusti, un po’ troppo bloccata, da risentire. Comunque privo di quelle eccessive “dolcezze” degli altri DP
Bollinger RD 1990, naso impressionante di fungo porcino, nettissimo, sottobosco e terra, bella acidità in bocca e corrispondenza, non si muove però dal fungo che alla fine diventa quasi esagerato. Sui generis
Dom Perignon 1985, colore oro antico carichissimo, naso barocco di cedro candito, brioche appena sfornata, bigné, bocca un po’ dolcina ma di grande materia, non è il mio genere ma devo riconoscere che si tratta di un prodotto di grande fascino, non lascia indifferenti
Dom Ruinart BdB 1988, parte un po’ chiuso poi invece alla distanza viene fuori molto bene, grande freschezza, gesso e agrumi, bocca dalla beva trascinante, mi ha sorpreso. Il suo unico limite forse risiede nel perlate un po’ grossolano, ma sono dettagli a questi livelli.
Krug 1982, qua cominciamo ad arrivare nell’olimpo, eleganza strepitosa, naso finissimo di mela golden, anche un po’ di uvetta forse, il tutto molto sussurrato, bocca di estrema sapidità, uno Champagne che non impressiona al momento ma che ha bisogno di tempo nel bicchiere.
Krug 1988, un mostro assoluto, un monumento, il più giovane della serata senza se e senza ma, naso di anice, liquirizia, calcare, agrumi, in bocca è di un' integrità e acidità mostruose, a tratti quasi imbarazzante, come bere roccia, sembra un 1996, avrà ancora una vita davanti, da risentire tra una decina d’anni, chapeau!
Salon 1990, qui siamo alla perfezione assoluta, al Nirvana dello Champagne, immensamente più in forma della bottiglia bevuta tempo fa a casa di Andrea, colore oro splendido, luminosissimo, naso di un’eleganza rara, limone succoso e maturo e gesso, anice e altre sensazioni difficili da descrivere, bocca di una materia impressionante, quasi da Sauternes, se mi posso permettere il paragone azzardato, pur rimanendo finissimo e di beva trascinante, acidità elevata ma equilibrata, difficile bere altro, e non parlo solo di Champagne, dopo questa bottiglia, chapeau bas.
sarei stato curioso di assaggiare il Ruinart è un bel pò che manco con annate "vecchie", quando Ruinart se la giocava con tutti.