Sbicchierata alla cieca, con unica regola d'ingaggio che fosse sangiovese. Come ogni volta abbiamo capito, o per lo meno ho capito, che con le bottiglie coperte è un gran casino... Premio di consolazione: abbiamo beccato i fuori Toscana, yeah!
Champagne des Jours et de Muids Brut Nature - Paul Gosset. Colore intenso, con qualche riflesso buccia di cipolla, sembra Champagne vecchio stile, ed infatti la retro etichetta parla di una parte di reserve perpetuelle, e dopo la partenza sui frutti rossi, ribes, arriva la spezia ed un bel sottofondo di ossidazioni. Al sorso perde qualche punto in equilibrio, per via di qualche nota rustica, finale sapido. Bollicina di carattere direi.
Pian del Ciampolo 2021, Isole e Olena 2019 e Podere Luisa Ris 2018 sono stati assaggi estemporanei, da bottiglie aperte la sera prima, e dei tre vince facile l'eleganza e leggiadria del Montevertine, I&O più ricco e cupo, mentre Giunò regala volatile e note più rustiche. Bottiglie scoperte, per avvinare la bocca, sia mai che ne stappiamo troppo poche...
Romagna Sangiovese Predappio Riserva Le Lucciole 2020 - Chiara Condello. Dal colore ancora violaceo, fragrante e floreale, ancora giovane, sorso di medio corpo e buona freschezza, tannino fitto fitto ma piacevole, la sensazione di astrigenza consiglia comunque di attendere. Bevuta piacevole, fuori contesto avrebbe figurato meglio probabilmente. Poi quando mi hanno riferito la fascia di prezzo ha perso qualche punto... astringenza che rimane anche il giorno successivo. Decisamente però fuori dallo stereotipo del sangiovese romagnolo, e mi pare comincino ad essere in molti, in zona.
Toscana Montevertine 2006 - Montevertine. Prima bottiglia. Quante possibilità ci sono che due commensali, alla cieca, portino stesso vino e stessa annata? probabilmente ben più di quanto si possa pensare... lotti differenti, ed ovviamente tappi che hanno lavorato in modo differente. "Non esistono grandi vini ma grandi bottiglie" immagino l'abbiate già sentita... comunque: tappo difficoltoso, decanter, ma poi versato subito, e questa prima bottiglia si rivela più evoluta, seppur evoluta bene: velato nel bicchiere, spezia, foglie secce e terriccio, comunque poco espressivo al naso, ha buona freschezza ed allungo, ma sembra un pelo più magro del gemello diverso...
Toscana Uno 2016 - Tenuta di Carleone. Parte speziato, con qualche nota di speziatura da legno, ma piuttosto elegante, per poi aprirsi sulla frutta matura, sorso di buon grip, giusta pienezza, intenso, alla cieca lo piazziamo a Montalcino, magari lato nord... Vedeteci un po' quello che volete, io leggerei la cosa in positivo, e quindi piaciuto.
Toscana Montevertine 2006 - Montevertine. Seconda bottiglia ed altro lotto. Sughero integro. Tanta spezia, qualche radice, cuoio, per poi risvegliarsi pian piano, sorso teso e succoso, più fresco e vitale della gemella. Allo spoglio la sorpresa...
Chianti Classico Riserva Il Poggio 2006 - Monsanto. Anche qui il profilo è maturo, spezia scura, cuoio, liquirizia, col tempo polvere di caffè e note più balsamiche, per un profilo mobile ma cupo, che a me ha convinto meno che ad altri al tavolo. Soprattutto perchè di solito è vino che apprezzo parecchio. Comunque si riscatta in bocca, con un sorso convincente e lungo. Ah, per la serie delle coincidenze, alla bottiglia precedente esclamai: potrebbe essere Il Poggio... beccato, ma precox, vale lo stesso?
Montevertine Riserva 1990 - Montevertine. Tappazzo malefico, eccheccazz... Sostituiranno la bottiglia? me sa de no.
Marche Sangiovese Orano 2011 - Maria Pia Castelli. Vino intenso e di buon impatto, frutta matura e note dolci al naso, sorso pieno ma finisce presto, si sente che gli manca la stoffa... seppur privo di difetti.
Brunello di Montalcino 1981 - Biondi-Santi. Ei fu... molto fu...
Brunello di Montalcino 2008 - Le Macioche. Visto che il mio solito gran kulo ha portato ad un tappo ed un ossidato, recupero con questo... Beh, devo dire che se per un periodo si parlò piuttosto bene di questo produttore qualche motivo c'era: tutto il lato solare ed agrumato del sangiovese, con qualche tocco di pepe bianco, sorso vitale e succoso, tannino carezzevole, buona freschezza, ancora giovanile. Colpisce senza strafare. Uscito qualche anno dopo dalla cantina, con già l'etichetta moderna.
Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice 2004 - Bindella. E meno male che qualcuno pensò anche al Sangiovese in veste dolce... questo lo apprezzo sempre, per la capacità di unire note ossidative ad un sorso avvolgente e goloso, un po' in stile Avignonesi, anche se più in piccolo: caramello, un fico secco molto ben definito, uva passa, avvolgente e goloso come già detto, con giusta freschezza a sorreggere. Classico vino che definirei solo con "squisito", e via.
Malvasia di Bosa Alvarega 2018 - Columbu. Avviso ai naviganti: lo danno per vino dolce, ma è poco più che secco, con un sorso di ottimo equilibrio, ma per il quale non potrei meglio spendere l'abusata definizione di "da meditazione". I dolcetti mangiateveli n'altra volta... Uva spina e fiori d'arancio, scorze d'agrumi e note più esotiche, profondamente diversa dalla versione "secca", ma non meno affascinante, forse più facile, quello si.
Il podio? diversi vini direi che sgomitano sul podio, nonostante non ci siano fuoriclasse assoluti... rivedendo gli appunti direi Uno, Montevertine (seconda bottiglia
) e Macioche. Ma poi c'è anche Il Poggio, e l'occhio di pernice... Va beh, podio allargato.