Messaggioda Alberto » 02 dic 2023 20:17
Bilancio a consuntivo della giornata: positivo senza dubbio alcuno.
Ordine di comparizione, dopo il brindisi di bevenuto con un Casa Coste Piane, 2022 tappo corona (alla presenza dello stesso Loris Follador, graditissimo partecipante alla bevuta):
Batteriona di Corton Charlemagne + intruso:
1) Bouchard Père & Fils (Domaine), 2015 (14%)
2) Louis Jadot (Domaine), 2015 (13,5%)
3) Louis Latour (Domaine), 2015 (14%)
4) Meursault Les Clous, Verget, 2015 (13% - tappo a vite)
5) Domaine Rapet Père & Fils, 2015 (13,5%)
6) Domaine Antonin Guyon, 2015 (13,5%)
Rouge:
Corton Le Rognet, Domaine Arnoux Père & Fils, 2015 (13,5%)
Caso ha voluto che i CC, ordinati completamente alla cieca dall'amico Andrea, siano stati disposti in perfetto ordine teorico: prima i 3 vini delle case vinicole storiche (tutti in ogni caso provenienti da vigne di proprietà), in scala crescente rispetto all'uso del legno, poi l'intermezzo del "ringer", e per chiudere i 2 vini dei Domaines familiari, ugualmente col primo dei due (relativamente) più sottile del secondo.
Ciò premesso, tutti i vini si sono dimostrati ancora giovanissimi, ma con una capacità di apertura e di dialogo nel bicchiere che mi ha sorpreso: più nervosi che grassi, nessun "carroarmato" (tranne forse l'ultimo, il Guyon, definibile come un "blindato leggero"), nessuna compressione e soprattutto nessun eccesso legnoso in vista.
Premio della finezza e della filigrana al verdolino Bouchard, che ha vigne nella fascia ad Est in alto sopra la zona centrale del Corton Rouge, e si sente (eccezionale poi l'abbinamento con un delicatissimo risotto ai funghi misti). Tra l'altro, 14% alcol senza un plissé.
Premio della gioventù a Rapet, una letterale frustata di agrumi ancora bisognosa di molto tempo in vetro (parcelle nei climats Le Charlemagne ed En Charlemagne, quindi sempre alte, ma con esposizione a Sud-Ovest). Ottimo in questo caso l'abbinamento con dei tortelli di zucca in stile mantovano piuttosto "spinti" nella componente di mostarda, la quale aveva un deciso tocco agrumato anch'essa.
Premio di bottiglia del giorno tout-court a Guyon, vino completo (frutto, acidità, equilibrio), goloso, a fuoco, un medio-massimo veloce di piede ma dal punch discretamente cazzuto. Manico evidentemente di pregio.
Verget molto buono, beccato al tavolo abbastanza presto come intruso, è un "umile" Village (seppure da un lieu-dit abbastanza pregiato, in posizione alta) ma la mano importante di Jean-Marie Guffens si sente tutta, profilo aromatico originale su note quasi idrocarburiche e bocca sostanziosa, golosa.
Latour quello più giocato sull'opulenza (oltre che nettamente il più carico di colore), naso interessante che si esprime anche su note empireumatiche, ma un filo monocorde in bocca, più largo che lungo, con meno spinta acida. 100% legno nuovo, per la cronaca.
Jadot quello nettamente più semplice del lotto: una sorta di via di mezzo tra Bouchard e Latour, nel confronto con gli altri alla distanza si spegne un po', e fa pure uscire una punta di alcol.
Classifica personale, a scendere:
1° Guyon
2* Bouchard
3° Rapet e Verget (ex-aequo)
5° L. Latour
6° L. Jadot
Rosso (da lieu-dit al margine settentrionale del Grand Cru, già in comune di Ladoix-Serrigny), servito inizialmente troppo freddo (tanto da far risaltare delle note vegetali non esaltanti), esce bene alla distanza sempre con impostazione "Ancien Régime", leggi profilo scuro, un po' di pelo, forse anche raspi, e comunque gourmand in bocca ed azzeccatissimo con del petto d'oca appena scottato. Sulla coscia d'oca al forno, stupenda invece la combinazione col CC di Guyon.
Per chiudere, assieme alla pasticceria secca, un umile Tokaji Aszu 6 Puttonyos, Oremus, 1995 (11%). Dolcezza "mangiata" magistralmente dagli anni, acidità a camionate, e fascino da vendere. Peccato non averne avuto a disposizione una mezzina a testa.
Ultima modifica di
Alberto il 02 dic 2023 21:40, modificato 1 volta in totale.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?
For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.