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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 15:05

Il movimento del vino di qualita' si sta sgonfiando. Sta finendo un'era, e a livello globale per giunta. Cio' non significa che in futuro i vini saranno peggiori, ma che da un lato la vitivinicoltura perdera' l'immagine molto positiva di cui ha goduto finora, dall'altro il vino verra' venduto e fruito, in tutto il mondo, come una commodity piu' che come un prodotto portatore di valori culturali e "autoriali". Tanti i fattori coinvolti, tutti importanti. Credo che, con calma e un po' alla volta, sarebbe interessante discuterne qui.
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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 15:35

I fattori in gioco sono di molti tipi.

Socio-economici innanzitutto. La classe media dei Paesi a piu' alta cultura vinicola si sta assottigliando e impoverendo, ha molto meno surplus da dedicare agli hobbies, anzi psicologicamente ha gia' iniziato a riplasmarsi, per cui i giovani odiarni, rispetto a quelli di 20-30 anni fa, coltivano meno hobbies. Persono la parola stessa appare ormai un po' desueta, ci avete fatto caso?

In ogni caso ci sono meno soldi par comprare bottiglie di qualita', ma anche per partecipare a corsi, degustazioni, masterclass eccetera, cioe' la "fu" porta d'ingresso alla passione per il vino. Ovviamente anche l'enoturismo, da simpatica alternativa per gite fuoriporta, sta diventando un lusso per pochi adepti.

I paesi emergenti hanno una classe media in ascesa vertiginosa, in termini numerici e di disponibilita' economica, ma si tratta perlopiu' di paesi non produttori, quindi privi di cultura "atavica"del vino, e in vari casi addirittura con forte componente islamica. Questo non significa che in questi paesi non si venda e consumi vino, anzi (io per l'appunto importo e vendo vino in un paese emergente a maggioranza islamica, e i numeri sono molto elevati), pero' l'immagine positiva del vino e' legata al suo essere identificato come bevanda tipica dello stile di vita della classe media abbiente: status symbol economico insomma, non culturale/estetico.
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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 16:01

Parallelamente c'e' un enorme problema legato agli eccessivi ricarichi fatti sui vini, soprattutto (ma non solo) dai ristoranti. Sta diventando sempre piu' normale che un ristorante di buon livello ricarichi il vino del 300%, anche 400%: a queste condizioni anche nei ristoranti "fine dining" girano solo i vini piu' economici (che peraltro sono i piu' pesantemente ricaricati di tutti, ma comunque gli unici a non costare piu' del doppio della cena stessa) e le selezioni, i monovigneto eccetera, cioe' i vini che non sono semplici commodities, schizzano fuori mercato, e diventano "slow moving items", spesso tagliati come costo poco produttivo.

Ovviamente l'impennata dei costi di importazione (costi logistici assurdi, tassazioni crescenti) accentua il fenomeno: sposta ulteriormente l'asticella in alto, per cui sotto rimangono solo i vini-commodities.

Insomma sta saltando l'accoppiata naturale cena gourmet / vino gourmet: si va al ristorante gourmet a spendere cifre gourmet per bottiglie assolutamente non gourmet, e che non ispirano alcun tipo di attenzione particolare: puro accompagnamento della cena, peraltro sempre meno "obbligato".
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Messaggioda vinogodi » 13 nov 2023 16:10

...personalmente, ho opinione personale molto precisa. I fattori del fenomeno di cui parli, parlando con tantissimi produttori, enotecari, commercianti , importatori , critici ... sono molteplici e si sommano in un cocktail micidiale.
1) Non c'è stata una "via di mezzo" fra diminuzione della ricchezza reale dell'occidente ( capacità di spesa) e l'aumento di prezzo del vino , e non solo dei top: speculazione + ricarichi eccessivi ( gonfiati dall'errato concetto del portarsi a casa una parte della catena del valore , con la scusa della speculazione) + spese accessorie aumentate date dalle contingenze internazionali (pandemie, guerre , inflazione) hanno portato un disallineamento fra prezzi proposti e capacità di spesa della borghesia, seppur appassionata , la maggior fruitrice del vino di qualità.I magazzini sono pieni , tanto da pensare ad interventi dello stato per compensare scorte ormai ingestibili. Comprare top Borgogna o top Champagne o top Bordeaux o top Langa è diventato ... immorale , non caro. Quindi un ridimensionamento è duopo. Il problema, tra l'altro, non è nei top, che muovono l'ormone a pochissimi appassionati abbienti, è proprio un prezzo medio del vino quotidiano a scardinare la voglia di bere : trovare un buon Lambrusco, Chianti, Barbera, Soave ecc a meno di 12-15 Euro la bottiglia è cosa rara : se di uso quotidiano ... la famiglia media non ha capacità di gestire, economicamente una spesa del genere ( metti una famiglia che consuma "solo" una bottiglia al giorno ... diventano diverse centinaia di Euro all'anno , che coi tempi odierni...).
b) Deriva salutista : un conto è informare o essere informati, un conto è il terrorismo . Se bevi vino "muori di tumore" , come se fumi ... in un concetto di principio di precauzione, in tantissimi in una situazione di incertezza tale ... preferiscono vivere sereni.
c) La cretineria media del bevitore, soggiogato dall'idiozia degli influencer e del Web .
d) La scomparsa di aree commerciali a capacità infinita di spesa : Russia ( per ovvi motivi) , Cina ( come ormai antagonista e non partner commerciale) , un sud est asiatico sotto pressione, gli arabi che hanno stretto la cinghia ideologica/fondamentalista( mentre prima si concedevano, nei meandri oscuri delle magioni, cose inenarrabili ... da confessioni di amici che sanno...) , Stati Uniti come unico sfogo commerciale presi da protezionismo e falso libero mercato...
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Messaggioda vinogodi » 13 nov 2023 16:15

Kisauni ha scritto:Insomma sta saltando l'accoppiata naturale cena gourmet / vino gourmet: si va al ristorante gourmet a spendere cifre gourmet per bottiglie assolutamente non gourmet, e che non ispirano alcun tipo di attenzione particolare: puro accompagnamento della cena, peraltro sempre meno "obbligato".
...questo è un altro problema, tra l'altro vecchio come il mondo ( della ristorazione) : riversare le incapacità manageriali ( costi di gestione) su un bene profittevole a costo zero , dove l'unica variabile è l'immobilizzo di capitale oppure la capacità personale di gestire gli indici di rotazione ... i Ristoranti , ormai , sono diventati magazzini di stoccaggio vini, non una struttura di servizio ... al servizio dell'eno-gourmet... e via di Tavernello travasato in caraffa a 9 volte il prezzo di acquisto ... 8)
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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 16:39

Una cosa che, vivendo all'estero, non smette di stupirmi, e' il livello di ignoranza (nel senso proprio di "ignorare") e inscalfibile disinteresse verso la comprensione del vino da parte di italiani, francesi, spagnoli, quelli che dovrebbero essere un po' i testimonial del vino nel mondo. TUTTI gli italiani, i francesi e gli spagnoli che ho conosciuto in questi anni, e che lavorano come imprenditori e manager nell'hotellerie e nella ristorazione, conoscono il vino quanto un ventenne pakistano, e come i ventenni pakistani alcuni sono astemi, altri bevono soprattutto per sbronzarsi un po'. La differenza e' che il ventenne pakistano magari un giorno ci si appassiona un po' e inizia ad approfondire, mentre i nostri professionisti dell'horeca ormai sono chiaramente irrecuperabili. I turisti italiani che ho conosciuto uguali: percentuale sorprendente di astemi e quasi totale di "boh, io di vino non ci capisco molto, preferisco il rosso ma quello fruttato, non quello forte. Il bianco mi fa venire mal di testa, specialmente quando li mischio". Insomma qualcosa non ha funzionato nella comunicazione del vino, e quelli che dovrebbero portarne in giro per il mondo le basi della cultura e della narrazione in realta' fanno l'opposto (hanno carte dei vini migliori gli hotel di proprieta' e management polacco, ceco, persino egiziano e kenyota, rispetto agli italiani che, PRATICAMENTE TUTTI, "boh tanto alla gente non interessa" "boh ai miei clienti va bene cosi" 'boh non ho nemmeno i camerieri adatti").
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Messaggioda vinogodi » 13 nov 2023 16:59

Kisauni ha scritto:Una cosa che, vivendo all'estero,..
...giuro ... dal nome mi sembravi casertano oppure barese...certo, la proprietà di linguaggio non ti manca ... :wink:
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Messaggioda andrea » 13 nov 2023 17:05

Bentornato
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Messaggioda arnaldo » 13 nov 2023 17:07

Kisauni ha scritto:il vino verra' venduto e fruito, in tutto il mondo, come una commodity piu' che come un prodotto portatore di valori culturali e "autoriali"..


Il vino è gia' diventato una commodity. Le aste mondiali ormai lo equiparranno alle grandi vetture, ai grandi orologi e via discorrendo. E' finita l era dei valori culturali e autoriali. La colpa ?? Mercati Asiatici ?? Russi ?? boh,. fatto sta che ha fatto comodo a tutti. Perfino a chi produce vinelli che valgono 5 euro e che invece vengono venduti a 30. A chi fa vini naturali che puzzano che non valgono niente perchè fallati e invece vengono venduti a 50 o 100 o se diventano Hype pure 200 ( e diventi pure matto a trovarli). Fine delle trasmissioni.
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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 17:08

Poi c'e' l'aspetto ideologico, che getta un'ombra molto lunga sul vino. L'ideologia "Green" prevede una razionalizzazione esasperata di tutte le attivita' umane, in nome della lotta ai presunti sprechi di risorse e a tutto cio' che e' giudicato inessenziale. Beh il vino non potra' che trovarsi in rotta di collisione con questo tsunami ideologico, e venirne ovviamente travolto. Il vino non e' essenziale come nutrimento, anzi, i vigneti sono milioni di ettari di terreno sottratti ad altro (inclusi pannelli fotovoltaici), la viticoltura inquina e produce CO2 e le cantine sono energivore (lo sapevate che stanno cercando di lancare la moda dei "dark wines", vini fatti senza uso di corrente elettrica?). Se il vento ideologico non cambia direzione, e non c'e' alcun segnale in quel senso, prima o poi la vitivinicoltura subira' un attacco durissimo, sul genere di quello alla carne e agli allevatori in Olanda se non peggio. Sapra' difendersi? Intanto continui giri di vite sull'alcol alla guida (che servono a scoraggiare l'uno ma anche un po' l'altra) e soprattutto l'emergere di un "salutismo di stato" (anzi di sovrastato) sempre piu' minuziosamente interventista, che ha gia' dato origine all'assurdo Nutriscore e che non promette nulla di buono per il futuro delle bevande alcoliche. Insomma la diffusa "simpatia" di cui ha goduto il mondo del vino dagli anni 90 a oggi, sembra destinata, dalle tendenze in atto, a volgersi nel suo esatto opposto.
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Messaggioda arnaldo » 13 nov 2023 17:10

Kisauni ha scritto:. Insomma qualcosa non ha funzionato nella comunicazione del vino,).


Questo è vero. Lo dissi 10 anni fa. Le scuole di Sommelier (tutte) hanno fallito la loro mission. Si sono pure iper frazionate per interessi di bottega, interessi propri, orticelli da mantenere propri, cazzi propri, creando dei gotha a circuito chiuso per intascare denaro dalle fiumane di neofiti che a nulla ha portato se non a migliaia di carta da appendere ai muri,.
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Messaggioda arnaldo » 13 nov 2023 17:14

vinogodi ha scritto:.. i Ristoranti , ormai , sono diventati magazzini di stoccaggio vini, non una struttura di servizio ... al servizio dell'eno-gourmet...)


ne riparliamo tra qualche tempo. Alcuni (4 o 5) ristoranti stellati e non ,Veneti, vivono di alcuni ricconi che andando a mangiare 1 o 2 volte al mese, mantengono le strutture stesse, perchè spendono qualche migliaia di euro tra cibo e vino (soprattutto).
bene. Ma non basta. Di cantine strapiene purtroppo si muore. gia' successo.
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Messaggioda Kisauni » 13 nov 2023 17:16

arnaldo ha scritto:
Kisauni ha scritto:. Insomma qualcosa non ha funzionato nella comunicazione del vino,).


Questo è vero. Lo dissi 10 anni fa. Le scuole di Sommelier (tutte) hanno fallito la loro mission. Si sono pure iper frazionate per interessi di bottega, interessi propri, orticelli da mantenere propri, cazzi propri, creando dei gotha a circuito chiuso per intascare denaro dalle fiumane di neofiti che a nulla ha portato se non a migliaia di carta da appendere ai muri,.

"Quoto" si dice ancora? :D
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Messaggioda arnaldo » 13 nov 2023 17:20

Kisauni ha scritto:Insomma sta saltando l'accoppiata naturale cena gourmet / vino gourmet: si va al ristorante gourmet a spendere cifre gourmet per bottiglie assolutamente non gourmet, e che non ispirano alcun tipo di attenzione particolare: puro accompagnamento della cena, peraltro sempre meno "obbligato".


beh qui rappresento l eccezione,. Siccome sono appassionato anche di cucina (oltre che di vino) spendo per il menu' gourmet ma spendo il meno possibile per il vino gourmet, per i motivi che hai citato. I cosiddetti Wine pairing sono proprio quelli che dici tu. Delle emerite inculate. Le grandi bottiglie le bevo a casa o con amici ( e si condivide ,per fortuna)
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Messaggioda Timoteo » 13 nov 2023 17:25

andrea ha scritto:Bentornato



hai fatto tana pe' bardamu?
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Re: Thread del prossimo decennio...

Messaggioda arnaldo » 13 nov 2023 17:25

Kisauni ha scritto:Poi c'e' l'aspetto ideologico, che getta un'ombra molto lunga sul vino. L'ideologia "Green" prevede una razionalizzazione esasperata di tutte le attivita' umane, in nome della lotta ai presunti sprechi di risorse e a tutto cio' che e' giudicato inessenziale. Beh il vino non potra' che trovarsi in rotta di collisione con questo tsunami ideologico, e venirne ovviamente travolto. Il vino non e' essenziale come nutrimento, anzi, i vigneti sono milioni di ettari di terreno sottratti ad altro (inclusi pannelli fotovoltaici), la viticoltura inquina e produce CO2 e le cantine sono energivore (lo sapevate che stanno cercando di lancare la moda dei "dark wines", vini fatti senza uso di corrente elettrica?). Se il vento ideologico non cambia direzione, e non c'e' alcun segnale in quel senso, prima o poi la vitivinicoltura subira' un attacco durissimo, sul genere di quello alla carne e agli allevatori in Olanda se non peggio. Sapra' difendersi? Intanto continui giri di vite sull'alcol alla guida (che servono a scoraggiare l'uno ma anche un po' l'altra) e soprattutto l'emergere di un "salutismo di stato" (anzi di sovrastato) sempre piu' minuziosamente interventista, che ha gia' dato origine all'assurdo Nutriscore e che non promette nulla di buono per il futuro delle bevande alcoliche. Insomma la diffusa "simpatia" di cui ha goduto il mondo del vino dagli anni 90 a oggi, sembra destinata, dalle tendenze in atto, a volgersi nel suo esatto opposto.


Beh... in questo intervento leggo una drammatizzazione da appuntamento con lo psicologo :lol: ma per fortuna, quando tutto questo sara' sicuramente realizzato noi saremo polvere. e quindi non ci tange. Io che sono un attento osservatore di fenomeni, frequento pure le famose rassegne di vino natural, per scienza e conoscenza, quei vini che in teoria hanno minori trattamenti chimici in tutte le sue fasi. Al netto dei buoni e dei cattivi ( che sono anche nei convenzionali) non credo sia solo moda, ma pure una esigenza di queste generazioni giovani con determinate ideologie. E prende sempre piu' piede. E badate bene, non c entra nulla il discorso " mah...siccome non trovano quelli giusti e buoni perchè inaccessibili". Non c entra una fava
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Messaggioda Chef1984 » 14 nov 2023 13:46

DIco le mie due stupidate in merito..vivendo dentro e fuori Italia ho notato una certa somiglianza nelle dinamiche di consumo che soprattutto nel settore ristorativo si fa notare, l'età media relativamente alta di chi consuma vino sia per il fattore economico che ovviamente tende ad escludere la fascia del 20/30enne, è una fascia che, da quello che vedo nel mio lavoro, ha poco o nessun interesse a consumare vino durante un pasto proprio perche si è persa l abitudine e la cultura del bere a tavola e se lo fanno bevono come molti guardando l etichetta per un solo e semplice motivo che è ostentare.. attualmente chi tira il carretto credo sia il 40/50 enne che economicamente ha un potere di acquisto maggiore ma negli ultimi anni come gia detto anche questa fascia si è assotigliata e chi consumava vino regolarmente oggi ci pensa due volte quando al ristorante gourmet deve ordinare una bottiglia che in carta sta a 400 e nella sua cantina a quel prezzo ne mette 3, io in primis, per non parlare di cosa si comprava solo un paio di anni fa con un cento euro ora non ne basta il doppio, morale della favola al ristorante si consuma molto meno con una spesa piu bassa e a casa si compra qualche bottiglia in meno o in alcuni casi, come il mio, faccio volentieri a meno di bere certe bottiglie vergognosamente fuori prezzo.

In entrambe i casi comunque il vino non ne esce vincitore ahimè..
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Re: Thread del prossimo decennio...

Messaggioda C2H6O » 15 nov 2023 05:37

Kisauni ha scritto:Una cosa che, vivendo all'estero, non smette di stupirmi, e' il livello di ignoranza (nel senso proprio di "ignorare") e inscalfibile disinteresse verso la comprensione del vino da parte di italiani, francesi, spagnoli, quelli che dovrebbero essere un po' i testimonial del vino nel mondo. TUTTI gli italiani, i francesi e gli spagnoli che ho conosciuto in questi anni, e che lavorano come imprenditori e manager nell'hotellerie e nella ristorazione, conoscono il vino quanto un ventenne pakistano, e come i ventenni pakistani alcuni sono astemi, altri bevono soprattutto per sbronzarsi un po'. La differenza e' che il ventenne pakistano magari un giorno ci si appassiona un po' e inizia ad approfondire, mentre i nostri professionisti dell'horeca ormai sono chiaramente irrecuperabili. I turisti italiani che ho conosciuto uguali: percentuale sorprendente di astemi e quasi totale di "boh, io di vino non ci capisco molto, preferisco il rosso ma quello fruttato, non quello forte. Il bianco mi fa venire mal di testa, specialmente quando li mischio". Insomma qualcosa non ha funzionato nella comunicazione del vino, e quelli che dovrebbero portarne in giro per il mondo le basi della cultura e della narrazione in realta' fanno l'opposto (hanno carte dei vini migliori gli hotel di proprieta' e management polacco, ceco, persino egiziano e kenyota, rispetto agli italiani che, PRATICAMENTE TUTTI, "boh tanto alla gente non interessa" "boh ai miei clienti va bene cosi" 'boh non ho nemmeno i camerieri adatti").


Lato professionisti penso faccia parte della popolarizzazione del settore. I gestori, mediamente, sono sempre meno preparati. la domanda è alta e si porta in casa ciò che si trova. Inoltre l'espandersi delle barriere conoscitive fa sì che si percepisca una maggiore ignoranza, perché la cultura generale è aumentata. Esempio, un paio di settimane fa, in un locale neo-fighetto-so-tutto-facciamo-tutto figo- ho chiesto gli IBU di una birra e la cameriera (attendente di sala che dir si voglia) mi ha guardato come fossi un marziano. L'ho giudicata ignorante (nel senso tecnico), ma pensandoci, trent'anni fa chi avrebbe mai fatto una domanda del genere...?
Lato consumatori, è un pò come sopra (troppe cose da conoscere) ed non è detto che un italiano medio debba sapere cos'è la vinaccia o suonare il mandolino, così come non tutti i francesi sanno cucinare una crepes e distiguere un Cremant de Bourgogne da uno Champagne o gli spagnoli sapere di Cava e Pata Negra.
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Messaggioda paperopap » 15 nov 2023 09:09

C2H6O ha scritto:Lato professionisti penso faccia parte della popolarizzazione del settore. I gestori, mediamente, sono sempre meno preparati. la domanda è alta e si porta in casa ciò che si trova. Inoltre l'espandersi delle barriere conoscitive fa sì che si percepisca una maggiore ignoranza, perché la cultura generale è aumentata. Esempio, un paio di settimane fa, in un locale neo-fighetto-so-tutto-facciamo-tutto figo- ho chiesto gli IBU di una birra e la cameriera (attendente di sala che dir si voglia) mi ha guardato come fossi un marziano. L'ho giudicata ignorante (nel senso tecnico), ma pensandoci, trent'anni fa chi avrebbe mai fatto una domanda del genere...?
Lato consumatori, è un pò come sopra (troppe cose da conoscere) ed non è detto che un italiano medio debba sapere cos'è la vinaccia o suonare il mandolino, così come non tutti i francesi sanno cucinare una crepes e distiguere un Cremant de Bourgogne da uno Champagne o gli spagnoli sapere di Cava e Pata Negra.


Le due cose sono spesso conseguentemente connesse: un bacino d'utenza "ignorante" e soprattutto con poca o nulla voglia di andare oltre al "bolle, bianco fermo, rosso" porta spesso ad un impigrimento del gestore (e dei suoi collaboratori). Non più tardi di ieri, in un locale fighetto da aperitivi (collegato comunque ad un ristorante stellato qui in Veneto, quindi non l'ultima delle taverne) la cameriera più di elencare le tipologie di vino alla mescita non sapeva andare (quindi - a mia domanda - doveva andare a controllare che cantina fosse, figurati se potesse avere idea di terroir, vinificazione, maturazione e quant'altro). Ma anche sulla tipologia: ad un certo punto chiedo se vi fosse alla mescita un pinot nero e la sua pronta risposta è stata un deciso no, salvo poi elencarmi tra i rossi un bourgogne rouge...
In simili contesti, le dinamiche costruttive possono (devono) avere due direttive: un'utenza quantomeno "curiosa" se non almeno minimamente preparata e/o una gestione che si impone di presentarti il prodotto come si deve, anche a costo di ricevere per lo più sguardi persi nel vuoto.
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Messaggioda Timoteo » 15 nov 2023 10:51

capisco che ognuno
paperopap ha scritto:
C2H6O ha scritto:Lato professionisti penso faccia parte della popolarizzazione del settore. I gestori, mediamente, sono sempre meno preparati. la domanda è alta e si porta in casa ciò che si trova. Inoltre l'espandersi delle barriere conoscitive fa sì che si percepisca una maggiore ignoranza, perché la cultura generale è aumentata. Esempio, un paio di settimane fa, in un locale neo-fighetto-so-tutto-facciamo-tutto figo- ho chiesto gli IBU di una birra e la cameriera (attendente di sala che dir si voglia) mi ha guardato come fossi un marziano. L'ho giudicata ignorante (nel senso tecnico), ma pensandoci, trent'anni fa chi avrebbe mai fatto una domanda del genere...?
Lato consumatori, è un pò come sopra (troppe cose da conoscere) ed non è detto che un italiano medio debba sapere cos'è la vinaccia o suonare il mandolino, così come non tutti i francesi sanno cucinare una crepes e distiguere un Cremant de Bourgogne da uno Champagne o gli spagnoli sapere di Cava e Pata Negra.


Le due cose sono spesso conseguentemente connesse: un bacino d'utenza "ignorante" e soprattutto con poca o nulla voglia di andare oltre al "bolle, bianco fermo, rosso" porta spesso ad un impigrimento del gestore (e dei suoi collaboratori). Non più tardi di ieri, in un locale fighetto da aperitivi (collegato comunque ad un ristorante stellato qui in Veneto, quindi non l'ultima delle taverne) la cameriera più di elencare le tipologie di vino alla mescita non sapeva andare (quindi - a mia domanda - doveva andare a controllare che cantina fosse, figurati se potesse avere idea di terroir, vinificazione, maturazione e quant'altro). Ma anche sulla tipologia: ad un certo punto chiedo se vi fosse alla mescita un pinot nero e la sua pronta risposta è stata un deciso no, salvo poi elencarmi tra i rossi un bourgogne rouge...
In simili contesti, le dinamiche costruttive possono (devono) avere due direttive: un'utenza quantomeno "curiosa" se non almeno minimamente preparata e/o una gestione che si impone di presentarti il prodotto come si deve, anche a costo di ricevere per lo più sguardi persi nel vuoto.



capisco che ognuno avrà tanti episodi da raccontare, il mio tiene insieme l'ignoranza di clientela e gestori.
c'è un locale grande e sempre pieno vicino al cinema dove vado, una sera era presto per lo spettacolo e ci sediamo in questo locale.
chiedo, per la mia commensale, cosa avessero di vini bio/naturali.
dice "no, abbiamo solo vini secchi".
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Messaggioda lloyd142 » 15 nov 2023 15:41

arnaldo ha scritto:
Kisauni ha scritto:il vino verra' venduto e fruito, in tutto il mondo, come una commodity piu' che come un prodotto portatore di valori culturali e "autoriali"..


Il vino è gia' diventato una commodity. Le aste mondiali ormai lo equiparranno alle grandi vetture, ai grandi orologi e via discorrendo. E' finita l era dei valori culturali e autoriali. La colpa ?? Mercati Asiatici ?? Russi ?? boh,. fatto sta che ha fatto comodo a tutti. Perfino a chi produce vinelli che valgono 5 euro e che invece vengono venduti a 30. A chi fa vini naturali che puzzano che non valgono niente perchè fallati e invece vengono venduti a 50 o 100 o se diventano Hype pure 200 ( e diventi pure matto a trovarli). Fine delle trasmissioni.


Mah... a me, sembra che la colpa sia piu' di quelli che li comprano sti vini anziche' di quelli che li producono.
Se chi compra fosse piu attento ai prezzi , rapportati alla qualita' invece che alle mode, questi produttori si estinguerebbero in modo naturale.
«E coloro che furono visti danzare, vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica»
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Messaggioda vinogodi » 15 nov 2023 16:14

lloyd142 ha scritto:
arnaldo ha scritto:
Kisauni ha scritto:il vino verra' venduto e fruito, in tutto il mondo, come una commodity piu' che come un prodotto portatore di valori culturali e "autoriali"..


Il vino è gia' diventato una commodity. Le aste mondiali ormai lo equiparranno alle grandi vetture, ai grandi orologi e via discorrendo. E' finita l era dei valori culturali e autoriali. La colpa ?? Mercati Asiatici ?? Russi ?? boh,. fatto sta che ha fatto comodo a tutti. Perfino a chi produce vinelli che valgono 5 euro e che invece vengono venduti a 30. A chi fa vini naturali che puzzano che non valgono niente perchè fallati e invece vengono venduti a 50 o 100 o se diventano Hype pure 200 ( e diventi pure matto a trovarli). Fine delle trasmissioni.


... questi produttori si estinguerebbero in modo naturale.
...oppure in attesa del prossimo meteorite... 8)
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zampaflex
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Re: Thread del prossimo decennio...

Messaggioda zampaflex » 16 nov 2023 11:58

vinogodi ha scritto:
lloyd142 ha scritto:
arnaldo ha scritto:
Kisauni ha scritto:il vino verra' venduto e fruito, in tutto il mondo, come una commodity piu' che come un prodotto portatore di valori culturali e "autoriali"..


Il vino è gia' diventato una commodity. Le aste mondiali ormai lo equiparranno alle grandi vetture, ai grandi orologi e via discorrendo. E' finita l era dei valori culturali e autoriali. La colpa ?? Mercati Asiatici ?? Russi ?? boh,. fatto sta che ha fatto comodo a tutti. Perfino a chi produce vinelli che valgono 5 euro e che invece vengono venduti a 30. A chi fa vini naturali che puzzano che non valgono niente perchè fallati e invece vengono venduti a 50 o 100 o se diventano Hype pure 200 ( e diventi pure matto a trovarli). Fine delle trasmissioni.


... questi produttori si estinguerebbero in modo naturale.
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Re: Thread del prossimo decennio...

Messaggioda Smarco » 16 nov 2023 17:11

vinogodi ha scritto:...personalmente, ho opinione personale molto precisa. I fattori del fenomeno di cui parli, parlando con tantissimi produttori, enotecari, commercianti , importatori , critici ... sono molteplici e si sommano in un cocktail micidiale.

esattamente il punto della situazione. Sarebbe impossibile elencare tutti i fattori che hanno contribuito alla frenata della domanda: a partire dalla Cina in recessione totale, considerando poi che fino a poco tempo fa erano totalmente chiusi e non potevano lasciare il paese, consideriamo anche il blocco commerciale tra Cina e Hong Kong; l'uscita del Regno Unito dall'Europa,
il fatto che alcuni vini in solo due anni sono aumentati del 50% (primo esempio che mi viene gaja barbaresco, prima del covid non arrivava a 110 ora siamo a 150 se non qualcosa di più in soli 2 anni... ma ce ne sono un infinità)
politiche commerciali di alcune aziende veramente da sbellicarsi dal ridere, per non parlare delle politiche dei vari importatori italiani al limite del ridicolo che hanno spostato alcuni professionisti sul mercato parallelo esempio di oggi: il primo vino di JJ Prum che si compra tranquillamente a 18€ (l'importatore per l'Italia, quello che dovrebbe venderlo ai professionisti per poi permettergli di guadagnare) lo vende a 27€
il costo dell'energia elettrica che ha fatto storcere il naso a parecchi collezionisti che avevano centinaia se non di più di casse stoccate e hanno visto aumentare spropositatamente il costo per mantenere il loro investimento rilasciando cosi sul mercato buona parte delle loro bottiglie
tralasciamo il discorso Dom Perignon, Krug e compagnia cantando... ci vorrebbe un post solo per loro :roll:
Diciamo che i fattori non sono solo questi, ce ne sono molti altri e il brutto è che sono arrivati tutti insieme nello stesso momento.
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Re: Thread del prossimo decennio...

Messaggioda Patatasd » 16 nov 2023 18:20

lloyd142 ha scritto:Mah... a me, sembra che la colpa sia piu' di quelli che li comprano sti vini anziche' di quelli che li producono.
Se chi compra fosse piu attento ai prezzi , rapportati alla qualita' invece che alle mode, questi produttori si estinguerebbero in modo naturale.


Eh... ma chi è che stabilisce cosa è la qualità? Non mi pare che sia un qualcosa di assodato universalmente e immutabile, ma piuttosto la qualità è legata alla percezione e alla sensibilità di ognuno di noi e sopratutto cambia costantemente nel tempo.

Ovviamente capisco si possa essere d'accordo o meno con determinate percezioni sulla qualità di un prodotto, ma da li addirittura puntare il dito e dare colpe forse mi sembra un po' troppo.

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