Simpatici burloni

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Luca castoldi
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Simpatici burloni

Messaggioda Luca castoldi » 10 apr 2023 12:00

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Parto da un thread ( quello dei nomi) che mi ha abbastanza colpito per fare qualche considerazione su come i comuni consumatori di vino ( che sono la maggioranza nei forum e nei locali pubblici) abbiano bisogno di essere rassicurati sui nomi e dei rischi che non vogliono correre uscendo dalla confort zone.
Il discorso è lungo, chi è interessato si metta comodo.
Partiamo dall assunto che sono riconosciuti, quasi sempre a ragione, dei fuoriclasse nel mondo del vino.
Anzi, sono fuori dal mondo del vino reale.
Pochi se li possono permettere, un po come Messi e Mbappé, etc etc.
Poi c'è un mondo elitario, vario e variegato, fatto di top players, ottimi e storici produttori, nuovi arrivati.
Questo mondo, identifichiamolo con bt che vanno dai 100 ai 1000 euro per essere approssimativi ,è abbastanza un casino.
Una persona 100 per un vino ogni tanto è disposta a spenderle, 4 amici appassionati mettendo però 200 e passa euro a testa, possono stappare una boccia da 1000.
Per questo è un mondo che ha una certa continuità, è il mercato in cui nuotano quei pesci.
Questo mondo , elitario ma raggiungibile, ha un diretto contatto con quello appena sottostante, il mercato delle bt 50/100 euro.
Due mondi comunicanti, fatti di clienti che possono spendere 80 ma magari una sera 300, specie se in gruppo.
Non necessariamente hanno il tempo o la voglia per essere preparati.
Sono degli amanti del vino, magari leggono questo o quell'articolo sui giornali, qualche guida, si imbattono in qualche corso di Sommelier, insomma affollano questi mondi.
Questi clienti hanno bisogno di essere rassicurati.
Questa è la premessa. Perché cmq 70,100,300 euro sono soldi.
Frequentano ristoranti, enoteche e comprano online.
Molti ristoratori sono incompetenti in materia di vino, molti non hanno tempo o voglia per mettere il naso fuori dalla finestra.
Sanno che il cliente vuole giustamente essere rassicurato.
Meglio dare al cliente un prodotto da 100 che ha "nome" che rischiare con uno da 60 dal discutibile appeal. Cit.
Specie se non lo hai mai bevuto...
Il ristoratore, l enotecaro, ogni tanto però compra qualcosa direttamente.
E lì in teoria il cliente dovrebbe tirare un sospiro di sollievo perché i prezzi dovrebbero calare di molto. Uhm...
Comprano direttamente troppo poco spesso, p uò succedere sì, come sfizio personale, per fare una gita in campagna, ma di base comprano dagli agenti delle distribuzione, sulla base del rapporto che hanno con loro, di fiducia o meno, di simpatia, in base a quello che conoscono da guide e articoli vari, in relazione anche ai clienti che ha.
Magari è un ristoratore vispo e curioso ma difficilmente si prenderà briga di far uscire il cliente dalla confort zone ( gli enotecari spesso sono più avventurosi, boh)
Cui prodest?
Spesso non ha le personalità oltre che la competenza per uscire in mare aperto.
O voglia e tempo, come si disse.
Siccome si entra in un terreno un po minato , dove è facile farsi inimicizie ( ed infatti :-)), sgombro il campo e faccio chiarezza.
Molti sanno che sono un piccolo importatore e distributore, ma non è il mio lavoro.
Vendere mi sposta poco, viaggio per comprare vino, conoscere e curiosare. Vendo a un pugno di posti ed ho un ristorante/enoteca ad Arezzo, in cui lavora la mia socia e dove vengono poco enosnob o fighetti della bottiglia.
Quindi nessuna invidia o gelosia di sorta mi spinge ad affrontare un discorso delicato, quello del rapporto tra ristoratore/enotecaro ed agenti della distribuzione, grande o piccola che sia.
Ultimo cmq arriva il cliente, quello che rimane col cerino in mano.
Gli agenti girano con dei book. Spesso tanti book.
IPad pieni di vini, di nomi e nozioni.
2/3/4/5 e più cataloghi, mille listini.
Beh devono vendere, ovvio.
Sono più o meno preparati.
Più o meno simpatici.
Più o meno comunicativi.
Non è però detto che sappiano esattamente cosa cazzo c'è in mille cataloghi.
Di sicuro sanno perfettamente cosa deve essere venduto.
Magari hanno dei gioielli ma non è detto che sappiano di averli, se non hanno il nome affermato e buona stampa.
Essi sono il tramite tra il distributore/importatore ed il proprietario del locale.
Il 99% dei prodotti che vendono non sono scelti da loro.
Sono frutto di scelte di distribuzioni, più o meno grandi, piu o meno interessanti e competenti.
I proprietari delle distribuzioni hanno più o meno competenze, possono essere dei semplici e benestanti appassionati come dei puri imprenditori.
Spesso per la selezione dei vini si avvalgono di professionisti del settore, sommelier , giornalisti di lunga esperienza, qualche battitore libero.
Siccome non si vive di solo Selosse o Leroy, devono trovare altri prodotti, più o meno interessanti.
Se anche non saranno interessanti, avere Selosse o il nome famoso di turno, aiuterà a venderli.
I nomi importanti faranno da traino ad altri, più difficili da piazzare, vuoi perché incosistenti ma che costano poco e se rivenduti bene di buon profitto, vuoi perché buoni ma dal nome non affermato.
Questi professionisti del settore hanno le più diverse sensibilità in materia di vino e saper distinguere il profumo della rosa canina appassita o della peonia primaverile non necessariamente è garanzia di nulla.
Essere un buon tecnico non necessariamente significa avere un palato talentuoso.
Giudicare è diverso da selezionare.
Però spesso conoscono i gusti della gente ed insieme ai proprietari della distribuzione hanno spesso dei legami molto stretti con chi poi scrive di vino, nelle guide, sui blog di vino, nei libri.
Questa piramide sarà quella che permetterà ad un produttore di vino buono ma non necessariamente un campione, di diventare un vino di moda, ricercato e rassicurante o quel famoso produttore per cui è meglio spendere 100,preferendolo allo sconosciuto ( magari orrendo magari buonissimo) da 60.
Questo è il meccanismo che permette di vendere a 40 euro più IVA dei vini che se ci provassi a vendere io, mi riderebbero in faccia.
Al netto di a volte indiscutibili meriti, è il meccanismo che permetterà ad un vino che nasceva a 20 euro di passare a 50 nel giro di poco tempo.

Le capacità mediatiche di quell importatore unite alle virtù di qualche bravo professionista della carta stampata, faranno fare a molti vini un salto di status e di immagine non necessariamente legato alla sua reale qualità.
I proprietari dei locali, spesso per paura di sbagliare, di essere criticati, poco sicuri delle loro scelte, si affideranno più facilmente a prodotti dall'immagine sicura .
Questa immagine ha però un prezzo, che sarà il cliente finale a scontare.

Questi ultimi due anni mi hanno insegnato tante cose nuove.
Intanto che le donne sono molto meno legate a cliché, mode di bere, escono e bevono di più.
Hanno un palato attento pur prive di particolari conoscenze.
Stappano serene, poche foto , seghe varie ed escono tanto.
E che tanta gente, pur avendo la possibilità di bere marchi griffati, si affida serenamente ad altre realtà.
Dagli la scelta
Il problema è che se un vino fa 3 passaggi e devi pure pagare la fama, meritata o meno che sia, generata dal peso specifico del venditore e dagli amici giornalisti, allora va a finire che paghi 100 euro una bt il cui valore è 20 euro.
A essere di manica larga.
Così ad uno tocca lucidare dei pensionati per bere lo svedese volante dell'Aube.
Che va over 100 insieme ad altri simpatici burloni, del cui nome vogliamo essere rassicurati.
Un professionista del settore non dovrà essere un coraggioso leone per provare a far capire ad un cliente che qualsiasi bevanda gassata sui 20 euro è meglio del base di Pol Roger.
E che se uno avesse la curiosità e la voglia, scoprirebbe per esempio che Diconne a Auxey Duresses ha vini con note medie superiori a quelli di Pacalet.
E costa un quarto.
Non su guide o qualche rivista di fantasiosi pennarelli che si divertono ad eleggere le migliori cantine del mondo e a sparare centesimi a cazzo di cane ma presso Jasper Morris ( non vendo Diconne e lo nomino ora per la prima volta).
Cosa fa Morris? Intanto conosce la zona come nessuno, gira da solo e testa i vini senza demandare a nessuno.
E i punteggi li dà in base anche dall area di provenienza e costo del vino.
Eh si perché se costi 1000 e stai a Richebourg, il tuo vino deve valere quei soldi e quei punteggi .
E si meraviglierebbe del fatto che sia più facile trovare in un ristorante o in un enoteca il volnay di Maréchal piuttosto che quello eterno di Lafarge.
I due distributori hanno ben diverso peso specifico, ovviamente.
E il tipo di zona che aveva Lafarge non ne ha mai venduta una bt.
In compenso altri hanno riempito la provincia di Maréchal.

Che nei listini dei ragazzi che girano a vendere vino, possono esserci dei piccoli gioielli e che magari, se si danno una mano l'uno con l'altro, il cliente potrebbe esserne avvantaggiato.
Che i professionisti del settore, tutti inclusi, dovrebbero più spesso mettersi dall'altra parte del banco o degli scaffali.
Probabilmente la nuova generazione di ristoratori, con l'online sempre più crescente e maggiori possibilità di conoscenza, si staccherá un po dalla logica che ho indicato e da questo meccanismo evidente ma secondo me sgradevole.
Non lo so me lo auguro, perché è meglio che un vino costi quello che vale piuttosto di quello che scrivono o dicono che vale
E che gli tolgano le esclusive.
Vedi che passa la voglia di inventare i prezzi.
Prosit
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda eno » 10 apr 2023 13:57

20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda zampaflex » 10 apr 2023 15:22

eno ha scritto:20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’


Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Timoteo » 10 apr 2023 18:17

zampaflex ha scritto:
eno ha scritto:20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’


Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:


hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?
non lo so eh, manco conosco il vino.
chiedo.
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda zampaflex » 10 apr 2023 20:40

Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
eno ha scritto:20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’


Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:


hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?
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È che prima i fessi li dovevi trovare uno ad uno, oggi vai di paranza...
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Raido » 11 apr 2023 12:17

zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
eno ha scritto:20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’


Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:


hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Timoteo » 11 apr 2023 14:22

Raido ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
eno ha scritto:20 anni e passa fa, io che non ho il dono della penna come hai tu, me l’ero sbrigata in una riga: tanti bevono l’etichetta piu’ che il vino. Dal tuo bel post intuisco che non siacambiato un granche’


Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:


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Re: Simpatici burloni

Messaggioda sbrega » 12 apr 2023 11:16

Timoteo ha scritto:
Raido ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Si invece che è cambiato. Adesso con i social ci si mette molto di meno a pompare un produttore (vedi per esempio quella canagliata fatta con Henin, roba da reato penale). :mrgreen:


hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Timoteo » 12 apr 2023 11:32

sbrega ha scritto:
Timoteo ha scritto:
Raido ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?
non lo so eh, manco conosco il vino.
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capisco che "roba da reato penale" scritto da zampa era una figura retorica ma insomma... pure ieri sui giornali dice che il tribunale se ti fai inqulare dalla banca ti da pure torto perchè sei un cojone quindi...
Nebbiolino
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Nebbiolino » 12 apr 2023 14:11

Timoteo ha scritto:hanno obbligato qualcheduno che non intellige a comprare sto vino?


Sarebbe meglio procedere per differenza.
Alessandro11
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Alessandro11 » 05 mag 2023 15:29

In realtà il primo post aveva molto senso, non ho capito subito di cosa si trattasse, ma dopo averlo letto un paio di volte mi ha colpito.
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Alessandro11
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Re: Simpatici burloni

Messaggioda Alessandro11 » 05 mag 2023 15:30

Ottimo post, grazie!
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