Cena da Altriménti mercoledì per la compagnia milanese ariosa, tema Bordeaux.
Alla seconda bottiglia fallata una cassandra si è premurata di dire che negli anni 80 la zona era martoriata dai tappi, qui abbiamo allegramente sbordato e fatto manita. Kirwan, Clos du Marquis in magnum, Beauséjour HDL, Sociando Mallet andate, anche pesantemente, e Beaufort che sbandava pericolosamente.
Dunque:
Jacquesson - Extra Brut Cuvée 743Gesso e agrume, tendente in retrolfazione all'arancia a marcare la presenza del pinot; asciutto, rugoso, non ben integrato e di media lunghezza, chiaramente da attendere. Non sembra versione eccellente, annata 2015
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Beaufort André - Demi Sec Réserve Polisy 2014Straccio bagnato e stop, al naso. La variabilità delle sue bottiglie, peggio di Mascarello G, colpisce. Peccato perché poi in bocca si sviluppa bene, avendo pazienza di lasciarlo nel bicchiere largo, tradendo con un residuo importante la sua natura freak (chi lo fa oggi uno champagne così dosato? desueto) su crema, limone e cedro, suggestioni che si intuiscono in nuce, comunque ha fascino e si berrebbe ad libitum.
NG
Chateau La Couspaude - Saint-Émilion 2007Caffè, mou su fruttini, segno di affinamento inadeguato alla materia (vedi sorso un po' fine e corto) e non ancora digerito; è leggero e cortino, fumé e poca spinta, vino minore nel panorama produttivo e nella serata. In parte giovane, in parte debole.
San Felice - Vigorello 2004Più muto e terroso, ha bocca più piena, sopra la media della serata con un frutto intenso, mediterraneo, infine balsamico. Ovvio non si tratti di Bordeaux, ma la grazia dello sviluppo tattile di questo blend è davvero notevole anche rispetto agli altri supertuscans. Bel vino.
Chateau Léoville Barton - Saint-Julien 2000Prugna, edera, fruttini a fronte di un tannino ancora indietro, che frena e chiude su una lieve nota amaricante. Medio corpo, caldino, non tiene perfettamente a bada l'alcool.
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Chateau Pontet-Canet - Pauillac 1996Vegetalissimo al naso e poco oltre, ma bocca virile, serrata, lunga e integrata, di bella potenza dietro ad un tocco aggraziato, che mi fa subito scattare l'attenzione, infatti per me sarà da podio.
Chateau Bel Air Marquis D'aligre - Margaux 2000Balsamico e marino, caffè, fondo bruno; tannino un po' duro che frena, poi con il tempo molla un poco la presa, retro su cacao, albicocca e umami. Variegato e perciò intrigante, non si ferma al cliché della biturica media, vuole giocare di creatività.
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Chateau Figeac - Saint-Émilion 1995Naso non fortissimo, nella media e perciò poco notato, ma bocca classy, con un bel grip, entra bene e si sfina piuttosto velocemente su fumé e fruttini. Come a dare tutto subito e poi non averne abbastanza. Un po' stretto, alla fine, e perciò lo penalizzo perché fino a due terzi del sorso sarebbe stato tra i top.
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Clos Du Marquis - Saint-Julien 1993Vegetale, brodo. Definito, nitido su persistenza media, pesca in retro. Manca potenza però, si limita alla sufficienza abbondante.
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Chateau Cos D'estournel - Saint-Estèphe 1988Carne bruciata, fumé, bocca tosta e grintosa, quasi imperiosa, lieve balsamico, lungo, definito. Bello e sviluppato, forte e gentile.
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Chateau Lascombes - Margaux 1986Pulitissimo, esemplare di cosa una volta era un Claret, cenni di fragola; retro fruttata su arancia, durone, tocco fine e fresco, delicato, altra era meteorologica purtroppo, quando questo sviluppo da merletto era consuetudine.
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Chateau Sigalas-Rabaud - Sauternes 2001Spezia limitata e gentile, gaudio perché il troppo stroppia, sorso delicato e mentolato, persistente e di media strutturazione. Perfetto in abbinamento col dessert che conteneva tracce di zafferano, mai soverchiante, un Sauternes che si fa bere anche distrattamente da quanto è accondiscendente e non dimostrativo.
Panel diviso sull'esito, qualcuno ha messo sul podio Figeac, diversi non hanno considerato il toscano, tutti ci siamo divertiti parecchio.