- Graacher Domprobst Riesling Spatlese 2006 Willi Schaefer: era onestamente molto difficile pensare ad uno Spatlese di Schaefer ed infatti sono rimasto convinto che fosse l'Auslese per 2 giorni. Davvero molto grasso e dal forte residuo, ma nonostante tutto una buona bevibilità la mantiene. A me è piaciuto parecchio, gli amanti dei riesling ultra tirati ed acidissimi probabilmente lo hanno apprezzato meno.
- Brut 2004 Billion: bella interpretazione dell'annata, non fa strappare i capelli, ma il suo dovere di aperitivo lo compie in pieno.
- Puligny Montrachet Les Calillerets 1996 Noel Gagnard: il vino più discusso, per alcuni eccessivamente legnoso, con buccia d'arachide in esagerata evidenza e corto in bocca, per altri invece è un buon vino che ha saputo regegre molto bene agli anni. Mi ritrovo più coi primi che coi secondi, è la Borgogna bianca come mi piace poco.
- Meursault Perrieres 2007 Roulot: questo invece mi piace eccome. Il elgno lo si avverte, ma il vino è perfettamente equilibrato tra grassezza ed acidità, bello al naso e davvero notevole in bocca.
- Schiena d'Asini 2001 Mastrojanni: splendida prova per questo Brunello che non sfigura in un contesto molto difficile. Pesca (ma non a caso
) la batteria con il Monfortino più debole e tutto sommato se la gioca, qualcuno finisce anche per preferirlo. Sangiovese classicissimo, con le classiche note di Carruba, ma anche mora e sangue, bocca davvero succosa, una bella tagliata lo potrebbe valorizzare al massimo (ma non si poteva mettere coi secondi, perché lì avrebbe trovato i mostri).
- Monfortino 2001: ormai le bottiglie bevute sono parecchie e per una volta mi sa che ci avevo preso. Un signor vino, ma una versione tutt'altro che memorabile di Monfortino. Naso dominato dall'anguria e non così profondo, bella bocca, ma forse non nel suo miglior momento, si avverte una lieve chiusura amara. intendiamoci rimane un vino over 90 (non di molto), ma si solito lui fa meglio. Sicuramente avrà sofferto il fratellone, ma era lecito aspettarsi di più
- Falletto 1996: buona bottiglia, ma soprattutto al anso ne abbiamo trovate molte di migliori. come sempre la bocca è un monumento al grande Barolo, ma stavolta non basta per giocarsi seriamente "el clasico" che finisce con un cappotto.
- Monfortino 1996: appena avvicinato al naso, si capisce che ci si trova di fronte ad un mostro. profilo chiarissimo, dove 'anguria si mixa alla perfezione con la scorza d'arancio, la rosa essiccata ed altri fruttini bianchi, la bocca resetta tutto e tutti, perfettamente in equilibrio tra le varie componenti e con un allungo finale che solo i grandissimi hanno, senza un benché minimo cedimento. Capolavoro assoluto. Con ogni probabilità il miglior Monfortino di sempre e conseguentemente il migilior vino italiano di sempre. 100 punti facili, facili, facili. Tra l'altro lui avrebbe il potenziale per durare ancora un centinaio di anni, ma non nella mia cantina
- Monfortino 1982: un filo di evoluzione al naso ne limita in parte la prestazione e venire dopo un mostro non è mai facile per nessuno. Avevo bevuto 82 migliori in passato, ma col tempo tende a migliorare e la bocca rimane quella di un cavallo di razza, godibilissima, con il tannino
- Margaux 2001: vale, accentuato, il discorso fatto per il Monfo 01, assolutamente un buon vino, ma davvero con un deficit di complessità per un'etichetta del genere e questo a 90 non ci arriva. Si era pensato che fosse lui quello con più merlot.
- Lafleur 2001: questo invece, come spesso accade, si fa davvero dare del lei, Pomerol rigorosissimo, nel quale piacevbolezza e complessità si mischiano ed appagano completamente
- Margaux 1986: forse è lui che c'entra la piazza d'onore tra i rossi, davvero una goduria per il naso e soprattutto per il palato.
- La Bota de Palo Cortado 34 Equipo Navazos: mi ha davvero colpito, il ricordo va a certi Marsala di quelli seri, ma è ancora più complesso, difficile da interpretare correttamente la prima volta che si assaggia, ma se il buon giorno si vede dal mattino...
- Madeira Boal Reserva 1922 D'Oliveiras: primo impatto con un Madeira serio e se il naso non ha del tutto convinto, in bocca la sensazione di essere al cospetto di un grandissimo al si avverte completamente. Ciò che colpisce in un vino del genere, con quel volume alcolico e quanto rimanga devastantemente bevibile. Un immenso grazie a Filobianco per avercelo fatto provare.