Nebbiolino ha scritto:Luca castoldi ha scritto: ma sta moda prima o poi passa, insieme al Munier.
Premetto di saperne davvero pochissimo di champagne, diciamo pure ‘na sega, quindi pesa il giusto le mie parole.
Però devo dirti che a me, il munier, spesso piace, e che qualche buona bottiglia a base di o, addirittura, totalmente fatta con, mi è capitata. Maillart e Bereche mi hanno lasciato bei ricordi.
Vero poi che tante altre volte rappresenta quella quota fruttata un po’ semplice, ma in questi casi ho l’impressione che la colpa non sia sempre del vitigno.
il mio era un discorso generale. Ovvio che ci sono luminose eccezioni. Bereche è una realtà a parte,come Prevost, ma di che si parla? Intanto costa un ottantello, si chiama rive gauche perché viene appunto dal bank sinistro della valle della Marna,uno dei meno nobili delle 17 zone dello champagne. Però quello di Bereche è un lieu dit e la stoffa del produttore fa la differenza, come per Tarlant.
Tolte 3/4 referenze, il resto è carne da macello, imposta da mode scellerate. Qualche scribacchino di blog del settore, quasi sempre compiacente se non lacchè di qualche personaggio "che conta" scopre che esiste qualche munier buono, sai che scoperta, e da lì parte la rumba.
Checazzo, vuoi che non ci sia qualche bottiglia di munier buona? Ma da lì a trovarlo ormai quasi sempre come proposta di vino imprescindibile,beh a me sembra un sogno.
Inao da quando esiste non ha mai eletto uno solo village della rive gauche a premier cru, e un motivo ci sarà ; più o meno nella storia il munier è stato quasi sempre usato per fare assemblage, fatte eccezioni, e anche qui un motivo ci sarà.
Un ettaro di vigne da zone "autres crus" costa infinitamente meno di quelle nelle zone più prestigiose.
E infatti quasi tutte le grandi maison ( ma anche piu piccine e blasonate) hanno saccheggiato queste zone per buttare sul mercato improbabili entrate di gamma e mantenere dei prezzi alla portata di tutti, si fa per dire.
Perché se uno champagne da sottozone va a tavola a 60 o in scaffale a 50, significa che qualcosa è scappata di mano. Ovvio che se Stella di campalto versione rosso costa 50 piu iva al distributore e molti escono dai tombini per spendere 200 per Burlotto o Rinaldi, allora vale tutto.
Ma la colpa mica è di chi vende. Troppi articoli, troppe classifiche, troppi voti e influencer.
Orge di foto social, sciabole, voglia di emulare ricchi sfaccendati che discettano di bottiglie da emirati arabi in un priapismo enologico senza freni, e alla fine è normale che si beva Munier e un rosso di Montalcino a un centello.
Io sono famoso per non avere un gran rispetto del denaro, non vorrei apparire per quello che non sono
Ma non è che possono mettermi l anello al naso mentre dormo e togliermi lo specchio dalla parete del cesso.
infatti nei blog,nei forum, nei bar, in camera da letto e nei bagni delle scuole medie, si ripetono sempre le solite cose: ormai la Borgogna ha prezzi impossibili, per bere un pinot buono devi spendere uno stipendio se no è roba banale, per non parlare di champagne,ora molto di moda etcetc tutte cose ben conosciute.
Quasi sempre discussioni da bar sport.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.