Messaggioda Ludi » 15 ago 2021 14:44
Vino di un anonimo contadino di Cuglieri. Vitigno probabilmente Vermentino. Annata 2020: in Sardegna i doni vanno accettati, sempre. E accettiamo anche questo. Che in effetti al naso stupisce, con note coerenti (pur in contesto decisamente ossidativo) di macchia mediterranea, elicriso, mandorla. In bocca si sfalda miseramente, ma non è privo di suggestioni.
Olianas, Perdixi Bovale 2017: legno a coprire tutta una trama interessante di mirto. Occasione persa.
Montisci, Barrosu Rosato 2014: non amo le classifiche, ma se ci fosse un premio per il vino più piacevole da bere dell'anno, d'Italia, dell'Universo avrebbe buone probabilità di vincere. Residuo zuccherino, color corallo, profumi di corbezzolo. Mettetemi un imbuto e fatemelo bere fino allo stordimento, please.
Quartomoro, MNZ 2014: Piero ama stupire, sempre. Ma il suo sito non riporta il MNZ, e non capiamo cosa sia...Mazuelo? Comunque è godibilissimo servito fresco.
Dettori, Renosu Rosso 2018: Altra bevuta che evoca l'imbuto di Guzzantiana memoria. Nel fantastico agriturismo La Rosa dei Venti a Sennariolo, accompagna efficacemente gli antipasti a km 0.
Paddeu, Minneddu 2018: volatile percepibile, ma signori, che naso, che carattere! Forse un pelino meno convincente in bocca, ma comunque bevuta da segnare.
Quartomoro, Q 2013: Piero Cella, grazie di esistere con i tuoi esperimenti. Vermentino spumantizzato, eccentrico e marino. Molto eccentrico, molto marino. Lo immagino ad accompagnare idealmente una bottarga...io l'ho abbinato ad una fregula con fave e cotiche.
Dettori, Tuderi (ex Tenores) 2011: se Paddeu era fuori dagli schemi, questo li provoca. Nettissima e paradossalmente gradevole volatile, invito al riassaggio, per capire. E quando si capisce, oops! La bottiglia è finita.
Montisci, Barrosu Vino dolce SA: rifermentato senza vergogna. Persino Joly lo troverebbe estremo.