Messaggioda emmerre » 09 ago 2021 10:46
Venerdì scorso "Malvasia in porto" a Muggia, con più di trenta produttori distribuiti tra Carso italiano e sloveno, Breg e Istria.
In base ai miei assaggi (una quindicina di produttori) direi che l'annata 2018 ha dato vini potenti e strutturati, mentre la 2017 sconta le piogge cadute nel periodo immediatamente precedente la vendemmia, al termine di un'estate con temperature comunque elevate. I 2019 mi sono sembrati invece particolarmente immediati ed espressivi.
A livello di vinificazione, la macerazione impera: sempre tra i miei assaggi, i non macerati sono stati soltanto 3. Vero è che spesso si tratta di tempi di macerazione relativamente contenuti, di pochi giorni, che diventano però regolarmente due settimane (talvolta anche oltre) per le selezioni o per i produttori più affermati. Ampiamente diffuso anche il ricorso all'affinamento in legno, solitamente in botti di media o grande dimensione (in alcuni casi di acacia), e l'utilizzo di lieviti indigeni.
Per il Carso italiano Skerk era presente con la Malvasia 2018, stratificata e compressa al naso e con un corpo importante, in cui si sente il tannino. Più longilinei i vini presentati da Zidarich, la Malvasia classica 2018 e ancor più la Malvasia Lehte Collection 2017, proveniente da vigne vecchie ma vinificata allo stesso modo. Belle le note di fieno e gusci di conchiglia frantumati a bicchiere vuoto.
Ma il vino che ho preferito è la Malvasia 2019 di Damijan Milic, fermentata e affinata in legno per sei mesi ma senza macerazione e con lieviti selezionati: fragrante, fruttata, con una leggera speziatura e molte sfumature (agrumi, fiori, sabbia bagnata, erbe). Fin troppo sapida e concentrata, ha tuttavia l'acidità necessaria a pulire e rinfrescare il palato.
Passando sul Carso sloveno, nella zona di Komen interessanti i vini di Matej Svara, specialmente la Malvasia 2019 macerata per 14 giorni (ne produce anche una macerata per 10 mesi). Leggermente torbida, colpisce per le note di zenzero, pepe e, soprattutto, una nitida albicocca che torna anche al palato. Nessun sentore di fermentazione sopra le righe e beva più agile del previsto, con una acidità decisamente sostenuta ma anche pulita a dare dinamismo e allungo.
Dalla stessa zona vengono anche i vini di Strekelj, di cui ho apprezzato la ricerca della bevibilità piuttosto che della concentrazione. La Malvasia 2018, prodotta con una macerazione di pochi giorni, appena avvertibile, ha profumi delicati di fiori, erbe, marzapane, che si ritrovano puntualmente alla bocca, dritta e appena salina. Buona anche la Cuvée Moment, sempre 2018 (Malvasia, Vitovska e Chardonnnay in pari quantità): ancora più asciutta, con profumi leggeri di frutta secca e fiori e, se non ricordo male, solo 12 gradi alcolici.
Più a est e nella parte più interna del Carso, ma sempre sul versante sloveno si trova Emil Tavcar: ottima la Malvasia 2016, secca e verticale e con un frutto perfettamente maturo, quasi tropicale; e buona la 2017, un po' più larga e dalla consistenza quasi oleosa, con profumi più aromatici, floreali e marini.
Meno interessanti, a mio avviso, i vini provenienti dalla zona più orientale del Carso e dalla Val Rosandra. Comunque piacevole la Malvasia 2019 di Merlak, fresca e con un bel frutto (pera) in evidenza.
Sulle alture che sovrastano Capodistria da tenere invece d'occhio Razman, la cui produzione, se ho ben capito, sta passando interamente sotto la responsabilità del membro più giovane della famiglia. La Malvasia 2020 è un vino decisamente moderno, semplice e fruttato ma privo di sbavature, realizzato senza macerazione e solo in acciaio. Complessità decisamente maggiore ma ugualmente ben gestita per le due selezioni, macerate e affinate in legno: la Malvasia Petra 2018 e un'altra di cui non ricordo il nome, presentata nella versione 2017.
Poco lontano si trova Vina Montis & Eko Laura, di cui mi è piaciuta la Malvasia 2018, caratterizzata da un intenso e insolito profumo di erbe infuse in spirito (molto meno la versione Laura, più macerata e dai profumi dolciastri, a mio gusto eccessivamente marcati dal legno).
In sintesi una bella manifestazione, con un livello medio superiore a quanto mi aspettassi.