vinogodi ha scritto:...mi sono espresso già ampiamente su Intravino nei due thread aperti su questo argomento . Se volete li trasferisco qua , seppur decontestualizzati ...
Riporto solo l'intervento riferito all'ultimo articolo : gli interventi del primo articolo, che iniziò la discussione, sono più contestualizzati . Lo "scandalo" fra appassionati non è dato tanto dal Tavernello , che tutti conoscono, quanto prestare la propria immagine da parte di personaggi di "spessore critico" facendo passare il messaggio che la qualità del Tavernello non è così distante dai "vini costosi" ... da li il putiferio .
Mi sono sentito in dovere di affermare :
" ...il Tavernello piace al consumatore perché costa poco . Non ci fosse il Tetrabrik , sarebbe un altro contenitore , ma il risultato, in termini di successo di vendita, non sarebbe molto diverso . Forse non si hanno le statistiche aggiornate a portata di mano , ma il vino con costo inferiore ai 2,5 Euro/litro copre il 90% del mercato . Quello sotto i 5 Euro il 99 % . Già quello sopra i 10 Euro è nicchia , per buona pace di Nebbiolo , Brunello , Amarone , Bordeaux , Borgogna , Champagne , Rodano e compagnia cantante . Quindi , se vuoi fare soldi con la pubblicità , devi appoggiarti alle grandi realtà che fanno numeri e fatturati , quindi ad allta copertura distributiva . Non penso che Gardini e Gori verranno mai avvicinati da Flavio Roddolo per promuovere il suo Bricco Appiani o da Spiriti Ebbri per il loro SEE (270 bottiglie, seppur meravigliose e splendide splendenti...) ...
...e questo quello che chiuse il primo thread , quando , un po' scoraggiato da alcuni interventi "possibilisti" sul non intendere e volere di chi beve vini di alto livello abitualmente ...:
"...parole chiave, quindi, da marcare a fuoco su ogni tavolo di degustazione del vino: - Degustibus - Soggettività - Autoipnosi - Narcisismo. In conclusione, non esiste il "vino buono" oppure il "grande vino" ma il vino universale , in quanto soluzione idroalcolica , sdoganando il concetto che beviamo con la mente e non con i sensi . I sensi non sono educati al vino , non essendo una necessità fisiologica , a differenza del cibo , quindi quando ci accostiamo al vino siamo necessariamente condizionati da preconcetti o indirizzi mentali ... indirizzati , nel migliore dei casi , dall'ipotalamo , nel peggiore dei casi da interesse personale . Comunque la discriminante oggettiva non esiste , con buona pace del castello di illusorie conoscenze ed esperienze che il vino evoca . Chi beve Tavernello è un illuminato e razionale bevitore attento al soldo e simpatico , come la formichina parsimoniosa vs la cicala scialacquatrice , mentre chi beve Borgogna e Barolo è un povero pirla che vuole esibire e dar sfoggio di censo e cultura che in realtà non gli appartengono , che alla cieca manco saprebbe distinguere uno dall'altro (forse un Tavernello bianco da un Chambertin , ma è tutto da vedere se in bicchieri neri che non lasciano trasparire il colore ) ... si , insomma ... signori delle guide e critici del nulla, produttori di vino , clienti delle enoteche e ristoranti , fatevene una ragione e pascolate fra la GDO a svuotare gli scaffali di vino in tetrabrik , per la gioia dei bilanci famigliari ed un nirvana sensoriale fino ad oggi illusoriamente rincorso ...