Verticale di Gianfranco Soldera: 9 persone 9 bottiglie.
Le annate degustate:
2013/2006/2005/2003/2001(insistieti) 2001( case basse)/2000/1998/1995(insistieti).
Ieri giornata indimenticabile, organizzare e partecipare ad una degustazione di brunello case basse è un’occasione più unica che rara.
Da buon degustatore seriale parto con l’intenzione di memorizzare i dettagli,le sfumature aromatiche e di cogliere le pecurialitá delle varie annate.
Si inizia con un confronto tra 95 insistieti e 98 case basse, la prima mostra i segni dell’età, è scuro e con note terziare, mantiene una gradevole freschezza ma lo stacco con la 98 è notevole; il ventunenne è più solare, mediterraneo, sa di frutta candita, fiori macerati, è elegante, dal tannino setoso, coniuga leggerezza e potenza come solo i grandi vini sanno fare; penso: caspita che grande bottiglia!
Mi alzo e inizio a versare il 2000:
frutto sottospirito, agrumi a profusione, è balsamico,teso l’assaggio, ancora scalpitante, ha potere e freschezza da vendere ( ma la 2000 non doveva essere un’annata calda?), completo, grandioso.
Si passa al confronto tra i due 2001, lotto f( case basse) parte fine e concessivo,
variegato nei profumi, lotto g( insistieti) è più austero, misurato,restio a concedersi.
I minuti passano ed i vini mostrano tutta la loro mobilità nel bicchiere, simili nei profumi, sempre di inarrivabile grazia, si avverte il maggiore spessore del vino dal lotto g( più profondo, più prospettico) allunga il passo, ed esce vincitore nel confronto, ma stiamo parlando di sfumature, sono due perle enologiche.
A questo punto verso il 2003, accosto il naso, e dal bicchiere esplodono note di tabacco dolce, ciliegia, la materia è tanta, ma altrettanta è la freschezza, un vino non segnato per nulla dal torrido caldo che ha contraddistinto il 2003... a metá della degustazione non mi resta che fermarmi a riflettere.... mi domando: ha davvero senso continuare a scervellassi, cercando di scavare in fondo alle varie annate quando è la mano di Soldera che parla ad ogni sorso, dribbla l’andamento climatico, si impone a madre natura? La risposta è no!!
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Il suo brunello è sempre un grande vino, inutile girarci intorno, non risente delle annate calde e nemmeno di quelle piovose, se penso al miracolo che ha fatto con la 2002, riesce a far convivere freschezza, dolcezza del frutto, materia, tutto quello che si cerca e si desidera in un vino, un mix esplosivo di saporosa bontà.
I vini post 2004, sembrano più sottili, meno materici, sempre polposi ma meno ricchi, di grande finezza, ancora giovani.
Igt 2013 in questa fase è una spremuta di frutta, con pennellate di incenso, pepe bianco, intenso, leggerissimo in bocca, privo di spigoli, giá goloso oggi.. sará un brunello immenso.
Il 2013 è l’ultimo vino prodotto dal compianto Gianfranco, sono orgoglioso di custodire in cantina tre bottiglie.
Ci manchi.
Tra i vini extra, oltre al brut di bereche( sb 2016) che è sempre una garazia, mi ha colpito il rieslaner spatlese di keller 2001...