I grand cru di gevrey:
Drappier: naso lattico, leggera nota mielosa,sembra a tratti si ricerchi la nobile ossidazione....
Bocca troppo affilata e indietro, quasi scomposta.
Vino a due facce, una con le rughe l’altra troppo da infante. Vedremo se si sistemerà negli anni...
Ganevat les grand teppes vielles vignes 2011: purtroppo siamo stati sfortunati, bottiglia difettata.
Luis remy meursault genevrieres: bottiglia trascurabile, poco espressiva e senza la grassezza e la sapidità che ti aspetti da un meursault.
Bart chambertin clos de beze: poco convincente, frutto maturo, balsamicitá da legno, statico... non è il primo 2005 che mi capita quest’anno con simili caratteristiche.
Se avessi la cantina piena di 2005 avrei un valore inestimabile in denaro ma non avrei mai voglia di stappare un rosso di borgogna.
Rucchottes- chambertin pacalet: il raspo da un’impronta riconoscibilissima ; olive nere, china, rabarbaro. Un surplus di materia non avrebbe guastato visto che si tratta di un grand cru, seppure tra i più eleganti della denominazione.
Freschezza e piacevolezza nel sorso non mancano. Non è stato apprezzato da tutti, soprattutto da chi non è abituato a bere vini fatti con i raspi.
Trapet chambertin 2006: una leggera quota di legno ancora da riassorbite non penalizza un ventaglio di profumi sfaccettato ed invitante.
Agrumato e floreale, forse il vino più interessante fino a questo momento. Ottima la persistenza ma siamo lontani dai fasti di 2002 e 2001, forse ha bisogno di più tempo?
Grotte chambertin fourrier 2007: vino della giornata, variegato nei profumi,elegante, privo di qualsiasi stonatura, a parte il prezzo a cui è arrivato ai giorni nostri che scoraggia l’acquisto. La borgogna che piace a me, ma non alle mie tasche.
Latriceres chambertin 2002: soffre il confronto con fourrier, ci mette un pó a carburare, non pensavo fosse un 2002, di cui ho ricordi di vini magistrali. Lo aspetto nel bicchiere e pian piano la parte dolce e gioiasa del vino viene fuori liberandosi della cornice legnosa che lo avvolgeva appena versato. Un buon vino non un grande 2002.
Clos saint jacques bruno clair 2006: duro, poco piacevole, ancora incazzato, neanche parente lontano dei csj di fourrier e rousseau bevuti di recente. Baroleggia nel bicchiere, con profumi di liquirizia marcati, non convince appieno ma rispetto a drouin laroze almeno puó rientrare nella categoria buon vino.
Drouin laroze chapelle chambertin 2009: non ci siamo!! Frutto maturo, zero armonia, zero trasporto, un vino lontano da quelli che sono i canoni del cru e bella borgogna classica. Sono severo? La risposta è no.
Mazoyeres chambertin perrot minot 1999: Durerà almeno altri 10 anni.
Colore giovanissimo, molto sul frutto e sull’estrazione, ma mantiene una certa identità senza essere troppo carico o agghindato. Molto buono con ancora del potenziale, mi ha stupito.
Dugat py charmes chambertin 2001: Uno sporcaccione, rustico, di elevata intensità ma poco gradevole, nessuna surmaturazione ma di difficile approccio... ho bevuto vini di bernard migliori, io sono tra quelli che riesce ad apprezzare la sua vigoria e non storce il naso davanti ad una sua etichetta...
Rousseau mazi chambertin : di fianco a dugat py è stato facile distinguerlo, arioso e brioso al naso, scuro e amaro in bocca. Non il miglior rousseau bevuto, dello stesso cru ho preferito il 2007, meno materico ma più a fuoco e goloso.
Vonse romanee Bruno Desaunay Bissey premier les beaux mont 2009: sottile e variegato nei profumi, mi aspettavo più austerità visto il cru, ma guadagna in scorrevolezza e bevibilità. Se stappi in compagnia la bottiglia evapora...
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I 9 grand cru di gevrey
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