Riflessioni sul glifosato

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win_67
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Riflessioni sul glifosato

Messaggioda win_67 » 03 feb 2019 13:11

Stamattina ho letto questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-01-30/prosecco-doc-bivio-glifosato-l-addio-072248.shtml?uuid=AFJTMRC&fromSearch=&cmpid=nl_best24

e da buon enoignorante, ignoravo anche dell'esistenza del glifosato.
Non so se fosse lo stesso prodotto, ricordo un report con una signora che si vedeva regolarmente irrorare con elicottero vicino casa in zona prosecco.
Ovviamente non è usato solo nelle vigne, ma anche per mele, grano (quindi pasta).
Vorrei sapere un vostro parere.
Non si prende una decisione e si rimanda, sembra come al solito che della salute dei consumatori (persone) non interessi molto a nessuno.
Confermate o smentite?
Senza fanatismi particolari mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.
Grazie
Vincenzo
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zampaflex
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda zampaflex » 03 feb 2019 13:29

win_67 ha scritto:Stamattina ho letto questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-01-30/prosecco-doc-bivio-glifosato-l-addio-072248.shtml?uuid=AFJTMRC&fromSearch=&cmpid=nl_best24

e da buon enoignorante, ignoravo anche dell'esistenza del glifosato.
Non so se fosse lo stesso prodotto, ricordo un report con una signora che si vedeva regolarmente irrorare con elicottero vicino casa in zona prosecco.
Ovviamente non è usato solo nelle vigne, ma anche per mele, grano (quindi pasta).
Vorrei sapere un vostro parere.
Non si prende una decisione e si rimanda, sembra come al solito che della salute dei consumatori (persone) non interessi molto a nessuno.
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E' cancerogeno, e questo mi basta (nonostante i numerosi studi finanziati dal produttore per tentare di dimostrare il contrario).
Poi dovremmo discutere sul come sia impossibile sfamare tutto il pianeta producendo solo in biologico, ma la situazione è questa.
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littlewood
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda littlewood » 03 feb 2019 13:33

win_67 ha scritto:Stamattina ho letto questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-01-30/prosecco-doc-bivio-glifosato-l-addio-072248.shtml?uuid=AFJTMRC&fromSearch=&cmpid=nl_best24

e da buon enoignorante, ignoravo anche dell'esistenza del glifosato.
Non so se fosse lo stesso prodotto, ricordo un report con una signora che si vedeva regolarmente irrorare con elicottero vicino casa in zona prosecco.
Ovviamente non è usato solo nelle vigne, ma anche per mele, grano (quindi pasta).
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Dubito fortemente lo distribuiscano con l' aereo....
BarbarEdo
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda BarbarEdo » 03 feb 2019 13:44

littlewood ha scritto:
win_67 ha scritto:Stamattina ho letto questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-01-30/prosecco-doc-bivio-glifosato-l-addio-072248.shtml?uuid=AFJTMRC&fromSearch=&cmpid=nl_best24

e da buon enoignorante, ignoravo anche dell'esistenza del glifosato.
Non so se fosse lo stesso prodotto, ricordo un report con una signora che si vedeva regolarmente irrorare con elicottero vicino casa in zona prosecco.
Ovviamente non è usato solo nelle vigne, ma anche per mele, grano (quindi pasta).
Vorrei sapere un vostro parere.
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Dubito fortemente lo distribuiscano con l' aereo....

Sul grano sì, ma lo scopo è appunto farlo seccare... Sulle vigne, grazie al cielo, no :mrgreen:
Davano però dei trattamenti anticrittogamici con l'aereo, anche da noi (Asti) fino a 30 anni fa.
Primum bibere deinde philosophari
littlewood
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda littlewood » 03 feb 2019 14:11

BarbarEdo ha scritto:
littlewood ha scritto:
win_67 ha scritto:Stamattina ho letto questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2019-01-30/prosecco-doc-bivio-glifosato-l-addio-072248.shtml?uuid=AFJTMRC&fromSearch=&cmpid=nl_best24

e da buon enoignorante, ignoravo anche dell'esistenza del glifosato.
Non so se fosse lo stesso prodotto, ricordo un report con una signora che si vedeva regolarmente irrorare con elicottero vicino casa in zona prosecco.
Ovviamente non è usato solo nelle vigne, ma anche per mele, grano (quindi pasta).
Vorrei sapere un vostro parere.
Non si prende una decisione e si rimanda, sembra come al solito che della salute dei consumatori (persone) non interessi molto a nessuno.
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Dubito fortemente lo distribuiscano con l' aereo....

Sul grano sì, ma lo scopo è appunto farlo seccare... Sulle vigne, grazie al cielo, no :mrgreen:
Davano però dei trattamenti anticrittogamici con l'aereo, anche da noi (Asti) fino a 30 anni fa.

Ora come ora penso sia stupido usarlo propio perche' oggi di alternative meccaniche ne esistono molte. Poi e' sempre na' questione di costo. Ovviamente parliamo di vini a basso/bassissimo costo
win_67
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda win_67 » 03 feb 2019 15:15

Come specificato nella puntata di report ricordo benissimo che irroravano i campi vicino alla casa della signora che infatti si chiudeva in casa con porta finestra a vetro e si vedeva l'aereo che irrorava, infatti diceva che lo facevano anche spesso.
Come detto non ricordo se fosse il caso del glifosato o altro.
Sembra che da studi fatti inizialmente fosse stato definito cancerogeno, poi miracolosamente declassato a "probabilmente" cancerogeno.
Per dovere di cronaca ho letto qualche articolo in qua e là.
Ho letto anche che il Presidente francese aveva posto un limite per il 2021 ma che poi tale limite è stato tolto.....
Una volta si diffidava della frutta bacata, adesso bisogna diffidare di quella troppo perfetta.
Nelle vigne è usato come diserbante?
Leggevo anche quella dei prosciutti falsi, forse da questa primavera visto il periodo di stagionatura dei prosciutti dovremmo essere un pochino più sicuri.....spero.
E meno male che l'Italia è uno dei paesi con più controlli per quanto riguarda il settore alimentare.
Credo che la frode alimentare sia uno dei reati più abbietti che ci sia.
Vincenzo
alemusci
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Re: Riflessioni sul glifosato

Messaggioda alemusci » 03 feb 2019 17:35

Dal sito di Altroconsumo (giugno 2107):

Da perfetto sconosciuto a protago- nista di un dibattito scientifico e politico sulla bocca di tutti. Il glifo- sato, l'erbicida più usato al mondo,
sintetizzato per la prima volta dal colosso Monsanto con il nome di Roundup e schiz- zato nei consumi dopo l'avvento delle col- ture Ogm, che gli resistono, è oggetto di un duro scontro tra chi lo vorrebbe bandire per sempre e chi invece ne rivendica non solo l'utilità, ma anche la bassa tossicità. In mez- zo a questo tritacarne di accuse e controac- cuse, scoop giornalistici che denunciano la presenza di conflitti d'interesse sui giudizi scientifici assolutori e di enormi pressioni da parte del gigante dell'agrochimica per minimizzare la questione, i cittadini europei si preoccupano e chiedono risposte.
È pericoloso per la salute?
Purtroppo non c'è ancora una risposta defi- nitiva: in laboratorio questa sostanza provo- ca danni genetici, ma negli studi sull'uomo la cancerogenicità non è stata dimostrata con certezza.
La stessa Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) inserisce il glifosato tra i probabili can- cerogeni e non tra le sostanze che lo sonosicuramente, mentre altre istituzioni scien- tifiche chiamate a dare un parere sono state ancora più rassicuranti, negando categori- camente tale effetto sulla salute dell'uomo.
Gli alimenti che mangiamo contengono glifosato?
A volte sì. Le nostre analisi, condotte su 68 campioni di pane integrale acquistato in sette città italiane hanno rilevato tracce di questo erbicida in poco più della metà dei campioni analizzati. Ma la buona notizia è che i livelli riscontrati sono sempre abbon- dantemente sotto la soglia di sicurezza sta- bilita per legge per questo residuo, e questo anche nel caso massimo.
Per dare un'idea concreta: considerando la dose giornaliera tollerabile stabilita dall'Au- torità europea per la sicurezza alimentare, ciò significa che un bambino di 20 kg, dicia- mo di circa cinque anni, potrebbe mangiare senza correre alcun rischio per la propria salute fino a 244 panini del nostro campio- ne peggiore; una donna 610 panini e un uomo fino a 850 panini, in tutta sicurezza. Certo, questa sostanza può essere assunta anche con altri cibi, ma dati i quantitativi infinitesimali presenti, la sicurezza della nostra alimentazione rispetto alla presen- za di glifosato non è in discussione. Anche nell'acqua potabile, questo erbicida non rappresenta un problema: lo abbiamo cer- cato inutilmente nell'acqua di 14 fontanelle pubbliche presenti in altrettante città italia- ne, compresi alcuni piccoli centri del nord Italia particolarmente votati all'agricoltura (Novara, Vercelli, Cremona, Mantova per citarne alcuni) e in prossimità di fiumi. Pur essendo presente in molti fiumi e laghi so- prattutto del nord Italia, secondo ciò che si desume dai monitoraggi ambientali effettua- ti regolarmente dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il glifo- sato è meno presente nelle falde acquifere profonde da dove pescano gli acquedotti e molto probabilmente viene fermato dai filtri di potabilizzazione prima che arrivi nei rubinetti delle case, come peraltro avviene per altri pesticidi.
Introdotto negli anni '70
Il glifosato è un erbicida che è stato intro- dotto negli anni '70 dalla multinazionale Monsanto. Da allora ha avuto una grande diffusione, anche perché alcune piante modificate geneticamente sono in grado di resistergli: distribuendolo sui campi si eli- mina così facilmente ogni erbaccia o pianta infestante, ma non si nuoce a quella che si intende coltivare, favorendone la crescita e riducendo l'impegno per il coltivatore. Si usa in agricoltura, ma anche per la cura dei giardini, degli spazi verdi e per tenere puliti
i bordi delle strade e i binari delle ferrovie. Con la scadenza del brevetto, nel 2001, mol- te altre aziende chimiche hanno cominciato a produrre erbicidi a base di glifosato.
Perché il suo uso preoccupa
Il glifosato è da molti anni oggetto di studi scientifici, che hanno dato risultati discor- danti, e anche le più importanti istituzioni scientifiche internazionali si sono espresse in modo non concorde sulla sua potenziale pericolosità.
Nel 2015 l'Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato il glifosato nella cate- goria 2A, cioè nel gruppo di sostanze con- siderate probabilmente cancerogene per l'uomo. Questa categoria, in cui rientrano 81 sostanze tra cui l'acrilammide, la carne rossa, i fumi da combustione di legna, gli steroidi anabolizzanti, per citarne soltanto alcune, riguarda le sostanze per cui ci sono prove limitate di cancerogenicità sull'uomo, ma dimostrazioni più significative nei test di laboratorio eseguiti sugli animali.
In particolare, Iarc ha messo in luce una pos- sibile correlazione tra l'aumento del rischio per il linfoma non-Hodgkin e il glifosato.
Le rassicurazioni di tre agenzie
Sempre nel 2015, però, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare arriva a una con- clusione diversa, ritenendo «improbabile» la correlazione tra glifosato e aumento del rischio di linfoma.
Per misura di precauzione, tuttavia, dispone «nuovi livelli di sicurezza, che renderanno più severo il controllo di residui negli ali- menti». Verdetto che viene ribadito nel 2016 da una commissione congiunta Oms-Fao e poi più recentemente da Echa, l'Agenzia eu- ropea per le sostanze chimiche, secondo cui il glifosato non solo non è cancerogeno, ma neanche mutageno, né tossico per la ripro- duzione né genotossico.
Questi pronunciamenti comunitari ades- so potrebbero aprire la strada al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato nel- la Ue per altri 15 anni. Un’autorizzazionescaduta nel 2012 e già prorogata tre volte, l’ultima fino alla fine del 2017, senza il con- senso unanime degli Stati.
Le polemiche non si placano
Le conclusioni della maggior parte della co- munità scientifica, tuttavia, non sono servite a rasserenare gli animi. Il rapporto dell'Efsa è stato accusato di essere sostanzialmente basato su un precedente studio tedesco fi- nanziato dalle aziende produttrici di diser- banti e quindi di non essere obiettivo. Stessi dubbi di conflitti d'interesse sono stati sol- levati sulle conclusioni di Echa: diverse as- sociazioni ambientaliste hanno denunciatola mancanza di imparzialità per la presenza di ricercatori che si erano appena dimessi da posizioni di lavoro nell'industria e l'uso di ricerche non pubbliche - anche queste provenienti dall'industria - per emettere il parere. E hanno lanciato una raccolta di firme per promuovere una legge di iniziati- va popolare contro l'uso del glifosato nella Ue. A questo, si aggiungono i "Monsanto pa- pers", documenti resi pubblici nel quadro di una causa collettiva che si sta svolgendo davanti alla corte federale della California da parte di alcuni lavoratori agricoli colpiti da tumore, che rivelerebbero come il colosso dell'agrochimica fosse a conoscenza già nel 1999 del potenziale mutageno, cioè della capacità di indurre mutazioni cellulari che possono causare il cancro, del suo prodotto faro a base di glifosato.
Le misure per ridurre il rischio
Viste le incertezze che ancora permangono sulla sua sicurezza, la Ue ha emesso un re- golamento per frenare l'uso incontrollato di
questo erbicida, regolamento recepito da tutti i Paesi membri.
In Italia, un decreto del ministero della Sa- lute ha stabilito il divieto di usare questo diserbante «nelle zone frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ri- creative, aree gioco per bimbi, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e struttu- re sanitarie». Ha poi stabilito che i prodotti che contengono, oltre al glifosato, l'ammina di sego polietossilata - una sostanza spes- so usata in combinazione, che secondo il rapporto dell’Efsa potrebbe essere la vera responsabile degli effetti tossici sull’uomo – fossero vietati e ritirati dal commercio. Si tratta in tutto di un'ottantina di prodotti, tra i quali alcune formulazioni di Roundup.
Esiste una via d'uscita?
Il glifosato è uno dei fitofarmaci più utilizzati nel mondo, anche in Italia. Non è quindi strano trovarne tracce - entro i limiti di legge - nel cibo che mangiamo e non è questo che
per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/alimentazione
rappresenta allo stato attuale delle cono- scenze una minaccia concreta per la nostra salute. Ma è la sua diffusione nell'ambiente, in particolare nel terreno e nelle acque su- perficiali, il vero motivo di preoccupazione di molti, perché a lungo andare potrebbe inquinare seriamente l'ecosistema. Secondo gli ultimi dati di monitoraggio ambientale, effettuati in Lombardia e in Toscana, il gli- fosato è stato trovato in quasi la metà dei punti di monitoraggio delle acque superfi- ciali, spesso oltre limiti accettabili. È quindi necessario che a livello regionale vengano fatti controlli regolari sul suo utilizzo nelle aziende agricole e che si incentivino sempre di più i produttori a ridurne l'uso. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha promesso il suo impegno in questo senso, per rendere la nostra agricoltura ancora più sostenibile. Conforta sapere che, stando a un recente studio francese, sarebbe possibile ridurre significativamente l'uso di pesticidi (circa del 30%) senza perdere le rese agricole e gli introiti degli agricoltori.
“Dio ha fatto l’acqua, ma l’uomo ha creato il vino” Victor Hugo

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