gp ha scritto:Magari se ci fate sapere anche a noi, con gli omissis che ritenete -- si tratterebbe di dettagli che penso non siano essenziali, quello che è utile ai fini del thread è confrontare descrizioni sintetiche e giudizi sul vino in questione.
Nelle more, provo a sfruttare la funzione "scout" di Francvino per chiedergli di questi due "Grandi vini" di Slowine:
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Dino 2015, Filodivino
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Selva di Sotto 2015, La Staffa
e di questo "Vino quotidiano":
Verdicchio dei Castelli di Jesi Suprino 2016, Broccanera
Del primo e del terzo non so nulla né dell'azienda né del vino, del secondo l'azienda è nota ma il vino è nuovo, e so che nasce con grandi ambizioni -- il che non è necessariamente garanzia di risultato, a volte anzi è un handicap.
Ciao GP. Rispondo alle tue curiosità.
Specifico che parlo a titolo personale, non altro.
Filodivino è un bel progetto sorto nella campagna di San Marcello. Lì i filari sono contesi tra lacrima e verdicchio. I proprietari sono arrivati da Milano qualche anno fa e hanno creato dal (quasi) nulla un bellissimo resort e una cantina ancor più spettacolare (attiva dalla vendemmia 2018, anno in cui potranno fregiarsi anche del bollino Bio). Hanno come enologo Matteo Chiucconi, proprietario di Angeli di Varano, piccola realtà con possedimenti nell'area del Conero.
Lo stile dei loro vini tende all'intensità e alla ricchezza come conviene al territorio. Non dei vini esilini tutta acidità ma vini di buona polpa e struttura. Eccezion fatta per il Verdicchio Serra 46, ma stiamo parlando del vino base. Già con Matto e Filotto si sale sino ad arrivare alla Riserva Dino. La versione 2015 è ricca, forse con un po' di residuo ben contrastato dalla sapidità. Il naso ha un bel timbro di frutta matura ma anche qualche leggera nota più wild, probabilmente attribuibile al timbro "natural con giudizio" che l'azienda sembra perseguire. Fa affinamento di 8 mesi sulle fecce fini. Se ti posso dare un riferimento stilistico potrei dirti Salmariano (ma senza legno) di Marotti Campi. Insomma, non un vino per chi apprezza tratti sussurrati o profili verticali.
il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Selva di Sotto 2015 è la Riserva fortemente voluta da Riccardo Baldi. Se ne farà un gran parlare nei prossimi giorni/mesi, ti risparmio tutte le notazioni tecniche. E' un bel vino, di gran temperamento, più portato per chi ama i vini con una bocca così buona e convincente da far perdonare qualche "imprecisione" aromatica.
(oggi è sempre più difficile parlare di imprecisione aromatica: per molti, tra cui per Slow che l’ha premiato, è perfetto così).
Esce ad un prezzo importante, spero aiuti a valorizzare meglio la denominazione. Adesso non mi far svelare tutto, ne riparleremo quando ci saranno stati i primi assaggi in giro. Si parte con Montecatini già da domani.
Broccanera sta ad Arcevia, ai piedi del Parco Regionale Gola della Rossa, un massiccio preappenninico. Clima molto fresco. Un tempo sarebbe stato un territorio di confine. Con il riscaldamento globale è diventato una nuova frontiera, sebbene sia fuori dalla zona Classica.
Azienda ben gestita, seguita da un ottimo enologo (Sergio Paolucci, uno specialista con consulenze a tante aziende importanti nel mondo del Verdicchio). Come sono i vini? Acidi, acidissimi, taglienti. Hai presente quando dicono "ecco, oggi vanno di moda le spremute di limone" per additare i vini alla Collestefano? Qui siamo oltre: trovo che l'acidità ne smagrisca il tratto sino a togliergli sapore. Poi nelle annate calde i vini sono un po' meglio ma in quelle fredde sono lame e tradiscono qualche vegetalità di troppo.
La cantina è moderna, spaziosa, fatta di legno e pietra ed è circondata dai propri vigneti. L'esperienza sta crescendo così come l'età delle vigne. Giorgio Santini è una brava persona e un lavoratore instancabile, saprà trovare maggior equilibrio in futuro.
Se vuoi approfondire qualche aspetto chiedi pure.
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]