Messaggioda vinogodi » 23 mag 2018 16:43
... ho organizzato un paio di secondi livello AIS in azienda , oltre ai tre corsi a cui ho partecipato come studente e alcuni come "supporto" , così ho potuto studiare da vicino la fauna dei partecipanti :
- 60% appassionati duri e puri , di varia umanità ed estrazione, dallo studente universitario, al professionista , all'imprenditore , all'impiegato
- 25% modaioli, perché il vino stava diventando elemento di cultura e sfoggio di saccenza alle cene con amici , oltreché argomento ben visto nei salotti buoni, assai interattivo con discorsi pseudotecnici, agronomici, di arte e cultura varia allontanandosi dallo stereotipo , con relativo affrancamento, della sottocultura dell'abbruttimento da bar e osteria
- 10% del settore, dove una conoscenza approfondita dell'argomento avrebe aiutato nel loro business
- 4,5% camerieri di sala che volevano migliorare la propria condizione di mescitori di minestre e pietanze e volgari trasportatori di piatti, con un pezzo di carta che li valorizzasse professionalmente ed economicamente
- 0,5% (in realtà ne ho conosciuto solo 2) che volevano fare questo mestiere , agognavano alla divisa e al distintivo, e dopo due giorni di corso di primo livello , appena fuori rompevano le balle ad ogni esercizio HoRECa elargendo con profusione in ogni occasione propizia (anche nelle soste agli Street food) la premessa "noi Sommeliers...."
Ciò mi porta ad essere un po' spiazzato rispetto alla richiesta del nostro amico , perché investire tempo e denaro per un lasso di tempo così lungo , comporta sacrifici di varia natura . Per diventare un ottimo professionista inizierei con una introspettiva autoanalisi sul livello di passione che va alimentata nel tempo , quindi approfondimento e studio , che è prerequisito fondamentale.
Visto che bisogna campare , unirei l'utile ... all'utile, proponendomi per lavorare stagionalmente in vendemmia ogni anno in cantine diverse e, perché no , nel post vendemmia , per cui per un tempo ragionevolmente lungo in una attività agricola specifica.
Inutile ribadire che sollecitare i sensi di continuo con assaggi frequenti in compagnia di amici con più esperienza o che condividono un percorso almeno di passione simile , aiuta più di qualsiasi corso .
Non so che studi hai fatto, ma perfezionati nelle lingue : oggi tutti, dico tutti, i ristoranti che possono permettersi un sommelier , hanno respiro e clientela internazionale, per cui chi è a contatto diretto con i clienti , non può esprimersi esclusivamente in dialetto brianzolo o parmense .
Studia, studia, studia, studia (nel senso leggi e apprendi )
PS: in tutta sincerità , chiunque parta con il piede (non uso panegirici o giri di parole , mi perdonino i "metre a penser") per me sbagliatissimo del "non so un cazzo (parto da 0) di vino, ma voglio diventare sommelier e farlo di mestiere " non sortirà nei miei confronti aneliti di affettuoso sostegno morale , perché anche se trova l'argomento "un mondo affascinante" , tanti sono gli indirizzi in cui può cimentarsi con gli stessi presupposti (parto da zero ----> però mi affascina), compreso l'astronauta oppure il petroliere (mestiere che mi ha sempre affascinato pure a me, penso più per vocazione che per interesse economico). Sta di fatto che non esistono ricette per "sfondare" nel mondo dei sommeliers , come in qualsiasi mestiere , se non serietà, impegno, onestà, costanza e passione ... si , insomma , se hai qualità esattamente opposte, meglio la politica...
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)