Messaggioda egio » 17 apr 2018 12:42
Rientrato ieri sera, ho avuto tempo di lasciar decantare i ricordi di una giornata brisighellese che, come sempre accade quando si è ospiti del baffuto speziale, signore tra gli anfitrioni, è nutrimento per l'anima oltre che in misura debordante e eccelsa per il corpo.
Difficile spiegare l'emozione da bambino all'ingresso al lunapark che accompagna ogni volta il momento in cui spingo la porta della farmacia, per i saluti dell'arrivo.
Scendiamo nella magica cantina, dove la splendida confusione degli arrivi scaglionati di ospiti e crescentine, con vinogodi concentrato alle prese coi sugheri, le bottiglie di champagne nel mega secchiello (quasi un paiolo da polenta di quelli dei rifugi, per le dimensioni) che paiono stapparsi da sole una dopo l'altra, tutti questi elementi sono la cornice al momento del ritrovarsi, che rimane sempre un passaggio carico di divertimento e emozione.
Dumenil, da magnum, è più che degno calice di ingresso a questo momento; oltre al naso accattivante, col passare dei (pochi) minuti che ne precedono lo sgocciolamento, acquista anche maggior dimensione in bocca. Philipponnat segue piacevole ma mi risulta più largo che profondo. Bene il Perlé BIanco, che non avevo mai sentito. Il Voirin Zero l'ho preferito al naso, mentre il Jean Valentin pur meno blasonato del precedente, devo dire che a me ha colpito positivamente. I crostini di porcini e fagiano si sono volatilizzati, ed è stato un bene perché dopo i primi 4 non avrei smesso di afferrarne.
A tavola!
Pappardelle clamorose. Anche qua va inserito l'autolimitante, ma la voglia di bis e tris si sentirebbe eccome. Capitolo Pinot Noir: Leroy bicchiere di grande piacevolezza, predispone al meglio a quel che arriverà. Il Tortochot non pulitissimo e appena smaltato al naso inizialmente, si è poi sistemato; rimasto comunque un poco sotto le mie aspettative. Notevole il BS, ha tutto al posto giusto e parrebbe anche già approcciabile, anche se sentendo poi i Bordeaux si capisce meglio invece quanta strada abbia ancora davanti a sè.
Beccacce!!!
Ornellaia molto goloso, bello pieno, paga un poco questa sua dimensione se raffrontato ai successivi, ma è una bottiglia che presa da sola di sicuro renderebbe appagante ogni tavola di ciccia.
Palmer piaciutissimo, il Margaux che inizia a distendersi, ma in questa fase è ancora bello croccante e nervoso. Naso centratissimo, sorso pieno ma senza alcun eccesso. Succulento. Io impazzisco per queste bottiglie e son convinto che tra 4-5 anni sarà ancor più compiuto, armonioso, coinvolgente. Gran bella boccia.
Pichon Comtesse su cui avevo molta curiosità, annata per la quale ricevette in momenti diversi anche critiche non molto lusinghiere. Adesso trovo nel calice eleganza pura, un vino risolto e appagante, non dico sussurrato, ma declamato con grazia. Certo non urlato. Non ha molto del '90, insomma, ma decisamente bene.
Uccellini vari da abbuffata pantagruelica, sabato davvero preparati meglio che mai.
Sull'Amarone ho probabilmente un palato più bendisposto di alcuni tra gli altri al tavolo, per ragioni geografiche di imprinting giovanile...Sta di fatto che, sebbene non mi convinca fino in fondo al naso rispetto a altre bevute in precedenza, in bocca è di soddisfazione totale. Un Amarone come si deve.
Kurni V.V., ovviamente al primo mio incontro con questa bottiglia entrata nella leggenda. Provato col parmigiano, rimane in realtà più intelliggibile bevuto di per se stesso, almeno in questa fase. Vorrei poter sentire questa bottiglia con una dozzina di anni in più sulle spalle. Concordo con Landmax, potrebbe anche in qualche modo richiamare l'idea di un Porto in fase giovanile. Di certo, un vino esagerato ma tutt'altro che una caricatura.
L'Albana passito aveva un naso incantevole e incantatore. In bocca era assai lontano, ma è sempre un'esperienza approcciarsi a questi esempi di enologia d'altri tempi.
Il Ferreira clamoroso, fantastico, bellissimo. Ivo sa che la mia passione per il Porto è infinita, e ho una gratitudine enorme per queste bottiglie che recupera non so dove, custodisce a lungo e apre in compagnia di noi golosastri, mandandoci in visibilio totale. Bravo!
Caffè e varnelli di rito al bar della piazza, con brezzolina impagabile e toscanello dal solito spacciatore, con camminata digestiva su alla via degli asini, poi il saluto a Brisighella che già muove a nostalgia, e senti la voglia di tornare, che ancora stai partendo.
Grazie Ivo.