Messaggioda Vinos » 16 mar 2018 12:48
Bevuta coi Parmesi:
Ogni volta che squilla il cellulare e sullo schermo appare il nome di Perry è meglio rispondere subito perché sicuramente ha qualcosa di buono da propormi. Grazie ancora per l’invito Filip.
Si parte col botto, les petit clos di vessel 1997 : è uno champagne che ha tutto, la parte floreale, gli agrumi, le lievi note di ossidazione...l’ingresso è morbido con una nota mielosa appena pronunciata che dà un tocco di gran class, ma prontamente un muro di acidità impatta sulla lingua dando un effetto quasi anestetizzante ,una scossa elettrica, buonissimo.
Monvigliero burlotto 2004: olive verdi, china, rabarbaro, i markers del monvigliero di burlotto ci sono tutti, la bocca è femminile, elegante, graziosa, per i più suscettibili è lievemente Tannica,per me che sono un barolista è cashmere ...
Cascina Francia 2004: il vino di Conterno è il monfortino,inutile girarci troppo intorno, cioccolata al latte, gomma, fiori e frutta bianca, in bocca manca l’allungo, la potenza e la profondità del fratello maggiore....
Monfortino 1997 vs monfortino 1999: se il 1997 non avesse avuto il 1999 di fianco sarebbe stato un grandissimo vino; il naso è più caldo e meno cangiante, in bocca ha meno sostanza e ricchezza, distruggerebbe il 99% dei barolo in ottima annata,ma ha di fianco il 1999 che è un mostro, una delle più belle annate degli ultimi 20 anni, favoloso...balsamico, terroso, i suoi fiori secchi sono un inno al Barolo; in bocca dà il suo meglio, è multistrato, profondo,avvolgente,salato, infinito.
Vega Sicilia 1981: una versione con meno fuochi di artificio del solito, più autunnale, più da ascolto.Colore senza il minimo cedimento, ricordi di amarena e tabacco biondo al naso, da ascoltare e seguire con attenzione perché camaleontico nel bicchiere senza mai esplodere, freschissimo per l’età che ha,meno sexy del solito, più rigido e riservato.
Montrose 1996: stappato al volo, parte con delle note di riduzioni poco piacevoli, bisogna dargli tempo, pian piano la parte animale si alleggerisce liberando profumi vegetali e di tabacco, in bocca è appena sbocciato , pulsa l’acidità, l’eleganza e il suo marchio, diamogli ancora un decennio perché può crescere parecchio.
Trinoro le cupole 2000: completamente diverso rispetto alle cupole a cui siamo abituati con le ultime annate, elevata l’intensità olfattiva con un vegetale spinto che ricorda le foglie di insalata iceberg, e una parte sanguigna molto forte che richiama lontanamente la cote rotie più che bordeaux.
Personalmente non mi colpisce molto a differenza degli altri al tavolo ai quali il vino piace e soddisfa.