Intanto vedo che nessuno ha notizie di "fissità" nel tempo fra le note olfattive degli Asili di Giacosa
?
landmax ha scritto:migliorare ulteriormente la qualita’ dei suoi vini
... riferito a? Come lo realizzerebbe, praticamente?
Intanto grazie mille per il riferimento, veramente utilissimo. Che mi permette anche alcuni ragionamenti; il set di "variabili" che proponi è esattamente quello che avevo in mente io, pur non avendolo esplicitato: ossia, una combinazione lineare di clima, macerazioni, diraspamenti e altro che si voglia in cantina. Tuttavia, non riesco a non pensare al fatto che fossero "immediati" anche i Monfortini pre-2014 (di cui leggo i vostri assaggi, non avendoli purtroppo bevuti
) - cioè ad esempio pre-diraspatrice, e non posso fare a meno di chiedermi se sia allora tutta una questione di raspi.
Non vuole essere un discorso malizioso, ma è possibile che solo facendo piccoli "aggiustamenti" (sempre che passare dal 30-40% di raspi, come penso si facesse, all' 1%, lo sia...) un vino possa avere un'evoluzione così diametralmente opposta?
A leggere i racconti, il Monfortino e i suoi parenti langaroli, prima di 10-15 anni erano imbevibili. Mi sembra meraviglioso (nella più pura accezione letterale) come una cosa così semplice sia in grado di "comprimere" 15 anni di evoluzione, rendendo aperto ciò che era chiuso, e bevibile ciò che non lo era.
Tutto il tannino che prima veniva estratto da raspo... da dove lo si prenderà ora? Come si può affermare - con pretesa di onestà intellettuale - che si avrà un prodotto pari (ma basterebbe simile) a quello del passato?
Mi sembra più un modo per farlo comprare a chi lo vuol bere subito, ma pure a chi sogna di aspettarlo.
PS Ho riletto due volte e mi sono sforzato di non apparire polemico. Ma la sensazione che si voglia tenere il piede in due scarpe, proprio non è per me...