LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

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gp
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gp » 27 feb 2018 19:29

Wineduck ha scritto:Tutto questo pippone per dire cosa?
Per ribadire quello che ho già espresso in massima sintesi: anche nel vino si fa largo uso di "sostanze aggiuntive" che non siano l'uva e la solforosa, tutte lecite ed innocue. Non solo tannini in polvere ma, avevo dimenticato nel post precedente, anche i lieviti selezionati. Senza i quali anche noi appassionati beremmo vini decisamente peggiori di quelli di cui possiamo godere.
Anche su questi dico, in modo "politicamente scorretto": li usano "tutti". Le eccezioni esisteranno sicuramente ma da consumatore sinceramente giudicherei "un cretino" un produttore che si ostinasse a non utilizzare prodotti (leciti e non nocivi) che migliorano il risultato delle bottiglie prodotte. Soprattutto, visti i prezzi raggiunti dai vini di alto livello, spendere tutti quei soldi per scoprire che "qualcosa è andato storto" (in vinificazione, in imbottigliamento, in affinamento, ecc.) mi farebbe girare gli zebedei in modo irreversibile!
Quindi per me fanno benissimo ad utilizzarle. Punto.

Qui sopra cito solo quello che ho letto, quello che precede ha una lunghezza proibitiva per cui l'ho saltato. D'altronde tu stesso lo definisci bene alla prima riga qui sopra. Mi sembra di capire che non contiene la famosa lista che avevi promesso, chi l'avrebbe mai detto...

Il tuo """ragionamento""", è come al solito un teorema sganciato dalla realtà per come la conosciamo. A parte chi non usa i lieviti selezionati per espressa contrarietà (un fenomeno di cui forse avrai sentuito parlare), ci sono molti produttori che non li usano perché non ne hanno bisogno, nel senso che le loro fermentazioni si svolgono in modo soddisfacente grazie ai lieviti presenti in cantina. Quindi l'affermazione "li usano "tutti" " (checché significhino le tue virgolette) è priva di fondamento, così come l'idea (assai poco originale) che chi non li usa ottiene "vini decisamente peggiori".
Riguardo ai tannini aggiunti (esistono sia in polvere, sia liquidi), per quello che ne sappiamo, risulta siano usati solo in casi particolari dai produttori di vini di qualità, quindi il "largo uso" è un'altra tua chimera.
Perché non ci parli invece degli influssi delle scie chimiche sul vino? Potresti aprirci nuovi orizzonti.
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda Wineduck » 27 feb 2018 20:19

gp ha scritto:
Wineduck ha scritto:Tutto questo pippone per dire cosa?
Per ribadire quello che ho già espresso in massima sintesi: anche nel vino si fa largo uso di "sostanze aggiuntive" che non siano l'uva e la solforosa, tutte lecite ed innocue. Non solo tannini in polvere ma, avevo dimenticato nel post precedente, anche i lieviti selezionati. Senza i quali anche noi appassionati beremmo vini decisamente peggiori di quelli di cui possiamo godere.
Anche su questi dico, in modo "politicamente scorretto": li usano "tutti". Le eccezioni esisteranno sicuramente ma da consumatore sinceramente giudicherei "un cretino" un produttore che si ostinasse a non utilizzare prodotti (leciti e non nocivi) che migliorano il risultato delle bottiglie prodotte. Soprattutto, visti i prezzi raggiunti dai vini di alto livello, spendere tutti quei soldi per scoprire che "qualcosa è andato storto" (in vinificazione, in imbottigliamento, in affinamento, ecc.) mi farebbe girare gli zebedei in modo irreversibile!
Quindi per me fanno benissimo ad utilizzarle. Punto.

Qui sopra cito solo quello che ho letto, quello che precede ha una lunghezza proibitiva per cui l'ho saltato. D'altronde tu stesso lo definisci bene alla prima riga qui sopra. Mi sembra di capire che non contiene la famosa lista che avevi promesso, chi l'avrebbe mai detto...

Il tuo """ragionamento""", è come al solito un teorema sganciato dalla realtà per come la conosciamo. A parte chi non usa i lieviti selezionati per espressa contrarietà (un fenomeno di cui forse avrai sentuito parlare), ci sono molti produttori che non li usano perché non ne hanno bisogno, nel senso che le loro fermentazioni si svolgono in modo soddisfacente grazie ai lieviti presenti in cantina. Quindi l'affermazione "li usano "tutti" " (checché significhino le tue virgolette) è priva di fondamento, così come l'idea (assai poco originale) che chi non li usa ottiene "vini decisamente peggiori".
Riguardo ai tannini aggiunti (esistono sia in polvere, sia liquidi), per quello che ne sappiamo, risulta siano usati solo in casi particolari dai produttori di vini di qualità, quindi il "largo uso" è un'altra tua chimera.
Perché non ci parli invece degli influssi delle scie chimiche sul vino? Potresti aprirci nuovi orizzonti.


Il tuo ideologismo manicheo è più irritante dela formaldeide (per me ovviamente). A parte il fatto che io non avevo promesso alcuna lista (indicami dove avrei fatto una simile promessa), se avessi letto la premessa avresti capito benissimo quello che per ottusità ideologica fai finta di non capire. Rispiegartelo è perlomeno inutile.
In massima sintesi io e te apparteniamo a due mondi diversi: tu pensi che l'uomo sia fondamentalmente buono, rispettoso delle regole ed onesto con se stesso e gli altri. Quindi secondo te la maggioranza dei produttori non usa lieviti selezionati e tanto meno tannini aggiunti. Ci sono poi le eccezioni dei "cattivoni" che ovviamente sono principalmente aziende grandi o medio grandi, imbottigliatori senza scrupoli ma soprattutto speculatori della peggior risma, ossessionati dal profitto e quindi che hanno in odio il desiderio, intellettualmente sopraffino, di condividere con altri simili la bellezza estetica di un vino prodotto solo con mezzi naturali e con la massima "trasparenza ed onestà".
Io più semplicemente credo che un'azienda vinicola sia principalmente un'azienda "tout-court" e che abbia il DOVERE, prima ancora che la possibilità, di utilizzare tutti i mezzi tecnici e tecnologici utili a soddisfare il proprio mercato di riferimento (ogni azienda se ne sceglie uno specifico, se vuole sopravvivere), purchè rimanga nei binari della legalità.

...e niente :roll: , siamo su due galassie opposte, quindi ogni nostro scambio di messaggi può solo degenerare. Io continuerò ad evitarti e sarebbe simpatico se lo facessi anche tu così eviteremmo questi teatrini che rischiano di annoiare o scocciare i lettori.
Così tu potrai continuare a sognare il mondo che vorresti ed io a descrivere il mondo che vedo (e che mi guardo bene da definire la Verità con la "V" maiuscola).
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gp » 28 feb 2018 12:38

Wineduck ha scritto:Così tu potrai continuare a sognare il mondo che vorresti ed io a descrivere il mondo che vedo (e che mi guardo bene da definire la Verità con la "V" maiuscola).

Illustrazione icastica dell'espressione: il bue che dice cornuto all'asino. :D
Comunque ho imparato a leggere i tuoi post: limitarsi rigorosamente alle ultime righe, dove ti sforzi di condensare il tuo "pensiero".
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda Wineduck » 28 feb 2018 12:44

gp ha scritto:
Wineduck ha scritto:Così tu potrai continuare a sognare il mondo che vorresti ed io a descrivere il mondo che vedo (e che mi guardo bene da definire la Verità con la "V" maiuscola).

Illustrazione icastica dell'espressione: il bue che dice cornuto all'asino. :D
Comunque ho imparato a leggere i tuoi post: limitarsi rigorosamente alle ultime righe, dove ti sforzi di condensare il tuo "pensiero".



Sei povero nello spirito tanto quanto è scarno il tuo nick. Non dice niente, come tu non dici niente di emozionante, niente che sia degno di quella che dovrebbe essere la grandezza del genere umano. Sei solo un Rag. Filini del vino. Torna alle tue statistiche ed ignorami come io tornerò ad ignorare te, per il bene di tutti.
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 28 feb 2018 14:24

Degustazione Montepulciano d'Abruzzo ieri sera nel Milanese
Alla cieca Valentini 12 in vetta con la riserva di sipio 12, medaglia d'argento per pepe 14..
Mie personali impressioni: sono stato tra quelli a mettere di sipio in vetta, mi è sembrato il più godibile ed equilibrato ad oggi..al naso frutto dolce, maturo, liquirizia, pepe bianco..al palato bormido, calibrato, parte acida e alcolica bilanciate, chiude non troppo lungo, bella la retrolfazione speziata

Pepe:pelliccia, cuoio, frutto scuro, amarena..bocca fresca e compatta, una concentrazione importante che dona austerità e lunghezza

Valentini: naso sfaccettato, cangiante, sentori animali mitigati da spezie carnose e brodo, ingresso bocca deciso, palato gentile, tannino addomesticato da un'acidità in evidenza..il finale pare essere un po' smorzato, viziato da una lieve sensazione amara..nel complesso il più profondo e articolato dei 5, ma a mio gusto personale non il migliore..

Ancora in splendida forma il Masciarelli 99..balsamico con un tannino ancora vivo
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda Ziliovino » 28 feb 2018 20:18

Chavignol Rosé 2015 - Pascal Cotat. Appena stappato vuol fare il vino bianco, con bella florealità, bocca verticale e sapida, con buon corpo, col tempo arrivano anche i fruttini rossi, preciso e senza sbavature, piaciuto parecchio. Anzi direi che rientra sicuramente nella mia Top Ten rosé...

Crozes-Hermitage Blanc Particuliere 2013 - Domaine de Remizieres. Appena stappato mi ha ricordato un qualche Lugana, floreale e fruttato, col tempo arriva una bella nota di finocchietto, sorso tutto sommato equilibrato, più largo che verticale e con l'immancabile nota ammandorlata finale.

Collio Ribolla 1995 - Gravner. Colore ancora perfetto, naso che abbisogna di aria per aprirsi, ancora tutto sul frutto e fiori, piuttosto profondo, qualche spezia dolce. Sorso un po' squilibrato a centro bocca che non conferma quanto concesso al naso. Comunque non male eh...

Dolceacqua Testalonga 2015 - Perrino. Ancora decisamente in fasce e non definitissimo, ha sempre una bella energia, sul fruttato acidulo al momento, acidità in evidenza, da attendere...

Costa d'Amalfi Furore rosso 2012 - Marisa Cuomo. Più aperto e concessivo del precedente, decisamente mediterraneo con una bella macchia, sorso facile e poco impegnativo.

Sauternes 2002 - La Tour Blanche. Bel naso equilibrato ed elegante, tutto sul frutto maturo e un po' di pasticceria, avrei preferito più tensione in bocca ma in quanto a piacevolezza non gli si può dire niente...

Colli Tortonesi Barbera Marsén 2016 - Pomodolce. Al naso alcol, tanto alcol, un po' di frutta fragrante e poi alcol e quasi note di rum... meno male che in bocca è invece decisamente più godibile, rotonda e piaciona.
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(Anonimo, bomboletta spray su muro)

"Il vino non lo scegli... è lui che sceglie te"
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda merlotto85 » 28 feb 2018 21:11

Cuna 2013 Podere Santa Felicita

Naso complesso di sottobosco,  incenso , frutto rosso e nero , in bocca buona acidita , struttura , lungo con un finale di spezie frutto e cenni balsamici..molto buono
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda vinogodi » 28 feb 2018 21:28

...di recente , al Pan Brusée di Reggio nell'Emilia, con un bel manipolo di amici (20) , tutto in tripla o doppia bottiglia:

Aperitivo : tripla di Loazzolo millesimato 2011 di Borgo Maragliano ... si fotte il 46% dei Franciacorta :D :D :D :)
POi:
Prima Batteria :
- Barbaresco Montefico Rivella 2012 :D :D :D :D
- Barbaresco Pajoré 2014 Sottimano :D :D :D :)
- Sito Moresco 2014 Gaja (provocazione ... ma davvero buona) :D :D :D :)

Seconda Batteria :
- Barolo F.lli Giacosa 2012 :D :D :D
- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)
- Barolo Villero 2013 Mascarello :D :D :D :D +

Terza Batteria :
- Inferno Fiamme Antiche 2010 Ar.Pe.Pe :D :D :D :)
- Gattinara Osso San Grato 2001 Antoniolo :D :D :D :D
- Barolo Riserva Vigna Rionda Massolino 1996 :D :D :D :D :)

FINALE:
Tripla di Moscato D'Asti "Vigna senza nome" Giacomo Bologna :D :D :D :)
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda maxer » 28 feb 2018 22:17

vinogodi ha scritto:- Barbaresco Montefico Rivella 2012 :D :D :D :D

Montestefano, Marco, Montestefano ... :D
(sempre un grande Barbaresco !)
carpe diem 8)
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda vinogodi » 01 mar 2018 09:43

maxer ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Barbaresco Montefico Rivella 2012 :D :D :D :D

Montestefano, Marco, Montestefano ... :D
(sempre un grande Barbaresco !)
:oops:
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda pumpkin » 01 mar 2018 13:01

vinogodi ha scritto:- Gattinara Osso San Grato 2001 Antoniolo :D :D :D :D
- Barolo Riserva Vigna Rionda Massolino 1996 :D :D :D :D :)



Marco, qualcosa di più su questi due?
grazie!
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gp » 01 mar 2018 13:28

vinogodi ha scritto:- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)

Acclivi 2013 ha avuto un buon successo di pubblico e di critica: per dire, Vinous l’ha valutato 94/100 (ma bisogna tener conto che Galloni è rimasto abbagliato dai baroli di Burlotto in questa annata), è un Grande Vino secondo Slowine 2018 e ha fatto stravedere “Merum”, che ha una sua idea precisa su come dovrebbe essere il Barolo.
L’ho bevuto qualche mese fa e non mi ha convinto: mi è sembrato un super-Nebbiolo più che un Barolo, voluminoso, dalla grande dolcezza matura e opulenta, con una vena vegetale e poco sale. Molto godibile nell’immediato, soprattutto se piacciono i dolci, ma dalla prospettiva poco chiara. D’altronde mi sembra che tutto torni: per evocare la classificazione borgognona, di fatto è un “village” di un comune periferico (Verduno) che ha sicuramente qualche “premier cru” (Monvigliero, per qualcuno “grand cru”), ma per il resto nulla di particolarmente notevole.
Per dare anche un po’ di “lista positiva”, in questa annata mi sono sembrati di tutt’altro livello il Lazzairasco di Porro, il Cannubi di Brezza e ultimamente il Villero di Sordo. Tutti vini più indietro nello sviluppo, ma dalla “barolità” inconfondibile, ivi compresi una certa furia acida e tannica e qualcosa di serio da dire sul piano minerale.
Mi avrebbe incuriosito confrontare l’Acclivi con gli altri baroli di Burlotto (Cannubi e Monvigliero) per farmi un’idea di quanto del suo carattere si poteva attribuire allo stile della casa e quanto al terroir, ma erano esauriti. A proposito di Galloni, le sue valutazioni di questi vini sono state entusiastiche (Cannubi 97+/100 e Monvigliero 100/100): se devo giudicare dall’Acclivi, facendo una tara di 7-8 punti probabilmente saremmo d’accordo…
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda vinogodi » 01 mar 2018 14:54

gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)

Acclivi 2013 ha avuto un buon successo di pubblico e di critica: per dire, Vinous l’ha valutato 94/100 (ma bisogna tener conto che Galloni è rimasto abbagliato dai baroli di Burlotto in questa annata), è un Grande Vino secondo Slowine 2018 e ha fatto stravedere “Merum”, che ha una sua idea precisa su come dovrebbe essere il Barolo.
L’ho bevuto qualche mese fa e non mi ha convinto: mi è sembrato un super-Nebbiolo più che un Barolo, voluminoso, dalla grande dolcezza matura e opulenta, con una vena vegetale e poco sale. Molto godibile nell’immediato, soprattutto se piacciono i dolci, ma dalla prospettiva poco chiara. D’altronde mi sembra che tutto torni: per evocare la classificazione borgognona, di fatto è un “village” di un comune periferico (Verduno) che ha sicuramente qualche “premier cru” (Monvigliero, per qualcuno “grand cru”), ma per il resto nulla di particolarmente notevole.
Per dare anche un po’ di “lista positiva”, in questa annata mi sono sembrati di tutt’altro livello il Lazzairasco di Porro, il Cannubi di Brezza e ultimamente il Villero di Sordo. Tutti vini più indietro nello sviluppo, ma dalla “barolità” inconfondibile, ivi compresi una certa furia acida e tannica e qualcosa di serio da dire sul piano minerale.
Mi avrebbe incuriosito confrontare l’Acclivi con gli altri baroli di Burlotto (Cannubi e Monvigliero) per farmi un’idea di quanto del suo carattere si poteva attribuire allo stile della casa e quanto al terroir, ma erano esauriti. A proposito di Galloni, le sue valutazioni di questi vini sono state entusiastiche (Cannubi 97+/100 e Monvigliero 100/100): se devo giudicare dall’Acclivi, facendo una tara di 7-8 punti probabilmente saremmo d’accordo…
...è semplicemente ... più "semplice " dei due fratelloni . Materia elevata ma "lineare" , senza l'austerità di Cannubi o la personalità e forza espressiva (fin troppo riconoscibile) di Monvigliero , in quest'ultimo dove c'è un connubio terroir-manico assolutamente unici . Acclivi di cui sopra ha ottime caratteristiche fruttate , trama tannica finissima senza quel volume ridondante che enunci o che non riscontro personalmente (faccio sempre gli irriverenti paragoni , per esperienza, con le aree di Monforte o Serralunga , forse perché certi volumi sono abbastanza misconosciuti dell'area e del produttore, tutto sommato fini seppur di grande complessità. Galloni l'adora perché viene da una cultura di "sostanza" e dai Barolo si aspetta energia e forza , cosa che hanno abbondantemente i Barolo di Burlotto 2013 , compreso il suo "Barolo base" , davvero delizioso , e l'altrettanto delizioso Nebbiolo D'Alba . Li ho sentiti tutti vicini e , devo dire , la riconoscibilità è netta , così come netta la mano del vigneron , secondo me ispiratissimo come raramente ho avuto la fortuna di sentire , ma personalmente ho sempre apprezzato i suoi vini da epoca non sospetta, non sono certo un Galloniano di estrazione , anche se , devo ammettere, abbiamo gusti simili , riguardo alle Langhe .Con qualche distinguo : apprezzo Vietti, ad esempio , ma non ho per i suoi vini il grip che ha Galloni ...
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gp » 01 mar 2018 15:23

vinogodi ha scritto:
gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)

Acclivi 2013 ha avuto un buon successo di pubblico e di critica: per dire, Vinous l’ha valutato 94/100 (ma bisogna tener conto che Galloni è rimasto abbagliato dai baroli di Burlotto in questa annata), è un Grande Vino secondo Slowine 2018 e ha fatto stravedere “Merum”, che ha una sua idea precisa su come dovrebbe essere il Barolo.
L’ho bevuto qualche mese fa e non mi ha convinto: mi è sembrato un super-Nebbiolo più che un Barolo, voluminoso, dalla grande dolcezza matura e opulenta, con una vena vegetale e poco sale. Molto godibile nell’immediato, soprattutto se piacciono i dolci, ma dalla prospettiva poco chiara. D’altronde mi sembra che tutto torni: per evocare la classificazione borgognona, di fatto è un “village” di un comune periferico (Verduno) che ha sicuramente qualche “premier cru” (Monvigliero, per qualcuno “grand cru”), ma per il resto nulla di particolarmente notevole.
Per dare anche un po’ di “lista positiva”, in questa annata mi sono sembrati di tutt’altro livello il Lazzairasco di Porro, il Cannubi di Brezza e ultimamente il Villero di Sordo. Tutti vini più indietro nello sviluppo, ma dalla “barolità” inconfondibile, ivi compresi una certa furia acida e tannica e qualcosa di serio da dire sul piano minerale.
Mi avrebbe incuriosito confrontare l’Acclivi con gli altri baroli di Burlotto (Cannubi e Monvigliero) per farmi un’idea di quanto del suo carattere si poteva attribuire allo stile della casa e quanto al terroir, ma erano esauriti. A proposito di Galloni, le sue valutazioni di questi vini sono state entusiastiche (Cannubi 97+/100 e Monvigliero 100/100): se devo giudicare dall’Acclivi, facendo una tara di 7-8 punti probabilmente saremmo d’accordo…

(...) Acclivi di cui sopra ha ottime caratteristiche fruttate , trama tannica finissima senza quel volume ridondante che enunci o che non riscontro personalmente (...) Galloni l'adora perché viene da una cultura di "sostanza" e dai Barolo si aspetta energia e forza , cosa che hanno abbondantemente i Barolo di Burlotto 2013 (...)

La nota dolce la ricordo come fosse ora (non sto parlando di zuccheri residui, ovviamente). Sul volume devo rileggere la scheda per il "centimetraggio" preciso, ma certo non era un peso welter: in particolare, ricordo l'impatto glicerico.
Interessante il riferimento alla cultura di "sostanza" di Galloni. Mi viene da pensare che rispetto alla “barolità” che dicevo, questa cultura implichi la preferenza per baroli
    d'impatto, quindi più pronti di altri
    più golosi / "concessivi" (brutto aggettivo, ma è usato) che austeri / verticali
    più sul frutto che sul sale
    più muscolari che nervosi (due tipi in parte diversi di energia).
Ultima modifica di gp il 01 mar 2018 15:31, modificato 2 volte in totale.
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda vinogodi » 01 mar 2018 15:25

gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:
gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)

Acclivi 2013 ha avuto un buon successo di pubblico e di critica: per dire, Vinous l’ha valutato 94/100 (ma bisogna tener conto che Galloni è rimasto abbagliato dai baroli di Burlotto in questa annata), è un Grande Vino secondo Slowine 2018 e ha fatto stravedere “Merum”, che ha una sua idea precisa su come dovrebbe essere il Barolo.
L’ho bevuto qualche mese fa e non mi ha convinto: mi è sembrato un super-Nebbiolo più che un Barolo, voluminoso, dalla grande dolcezza matura e opulenta, con una vena vegetale e poco sale. Molto godibile nell’immediato, soprattutto se piacciono i dolci, ma dalla prospettiva poco chiara. D’altronde mi sembra che tutto torni: per evocare la classificazione borgognona, di fatto è un “village” di un comune periferico (Verduno) che ha sicuramente qualche “premier cru” (Monvigliero, per qualcuno “grand cru”), ma per il resto nulla di particolarmente notevole.
Per dare anche un po’ di “lista positiva”, in questa annata mi sono sembrati di tutt’altro livello il Lazzairasco di Porro, il Cannubi di Brezza e ultimamente il Villero di Sordo. Tutti vini più indietro nello sviluppo, ma dalla “barolità” inconfondibile, ivi compresi una certa furia acida e tannica e qualcosa di serio da dire sul piano minerale.
Mi avrebbe incuriosito confrontare l’Acclivi con gli altri baroli di Burlotto (Cannubi e Monvigliero) per farmi un’idea di quanto del suo carattere si poteva attribuire allo stile della casa e quanto al terroir, ma erano esauriti. A proposito di Galloni, le sue valutazioni di questi vini sono state entusiastiche (Cannubi 97+/100 e Monvigliero 100/100): se devo giudicare dall’Acclivi, facendo una tara di 7-8 punti probabilmente saremmo d’accordo…

(...) Acclivi di cui sopra ha ottime caratteristiche fruttate , trama tannica finissima senza quel volume ridondante che enunci o che non riscontro personalmente (...) Galloni l'adora perché viene da una cultura di "sostanza" e dai Barolo si aspetta energia e forza , cosa che hanno abbondantemente i Barolo di Burlotto 2013 (...)

La nota dolce la ricordo come fosse ora (non sto parlando di zuccheri residui, ovviamente). Sul volume devo rileggere la scheda per il "centimetraggio" preciso, ma certo non era un peso welter: in particolare, ricordo l'impatto glicerico.
Interessante il riferimento alla cultura di "sostanza" di Galloni. Mi viene da pensare che rispetto alla “barolità” che dicevo, questa cultura implichi la preferenza per baroli
    d'impatto, quindi più pronti di altri
    più golosi / "concessivi" (brutto aggettivo, ma è usato) che austeri / verticali
    più sul frutto che sul sale
    più muscolari che nervosi (due tipi in parte diversi di energia).
...proprio così. Almeno , da quel che leggo sui suoi giudizi che coincidono quasi sempre con le sue "sintesi numeriche" (voti) ...
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Re: LE BEVUTE DI FEBBRAIO 2018

Messaggioda gp » 01 mar 2018 15:41

vinogodi ha scritto:
gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:
gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Barolo Acclivi Comm.Burlotto 2013 :D :D :D :D (tutti i 2013 di Burlotto sono piccoli capolavori)

Acclivi 2013 ha avuto un buon successo di pubblico e di critica: per dire, Vinous l’ha valutato 94/100 (ma bisogna tener conto che Galloni è rimasto abbagliato dai baroli di Burlotto in questa annata), è un Grande Vino secondo Slowine 2018 e ha fatto stravedere “Merum”, che ha una sua idea precisa su come dovrebbe essere il Barolo.
L’ho bevuto qualche mese fa e non mi ha convinto: mi è sembrato un super-Nebbiolo più che un Barolo, voluminoso, dalla grande dolcezza matura e opulenta, con una vena vegetale e poco sale. Molto godibile nell’immediato, soprattutto se piacciono i dolci, ma dalla prospettiva poco chiara. D’altronde mi sembra che tutto torni: per evocare la classificazione borgognona, di fatto è un “village” di un comune periferico (Verduno) che ha sicuramente qualche “premier cru” (Monvigliero, per qualcuno “grand cru”), ma per il resto nulla di particolarmente notevole.
Per dare anche un po’ di “lista positiva”, in questa annata mi sono sembrati di tutt’altro livello il Lazzairasco di Porro, il Cannubi di Brezza e ultimamente il Villero di Sordo. Tutti vini più indietro nello sviluppo, ma dalla “barolità” inconfondibile, ivi compresi una certa furia acida e tannica e qualcosa di serio da dire sul piano minerale.
Mi avrebbe incuriosito confrontare l’Acclivi con gli altri baroli di Burlotto (Cannubi e Monvigliero) per farmi un’idea di quanto del suo carattere si poteva attribuire allo stile della casa e quanto al terroir, ma erano esauriti. A proposito di Galloni, le sue valutazioni di questi vini sono state entusiastiche (Cannubi 97+/100 e Monvigliero 100/100): se devo giudicare dall’Acclivi, facendo una tara di 7-8 punti probabilmente saremmo d’accordo…

(...) Acclivi di cui sopra ha ottime caratteristiche fruttate , trama tannica finissima senza quel volume ridondante che enunci o che non riscontro personalmente (...) Galloni l'adora perché viene da una cultura di "sostanza" e dai Barolo si aspetta energia e forza , cosa che hanno abbondantemente i Barolo di Burlotto 2013 (...)

La nota dolce la ricordo come fosse ora (non sto parlando di zuccheri residui, ovviamente). Sul volume devo rileggere la scheda per il "centimetraggio" preciso, ma certo non era un peso welter: in particolare, ricordo l'impatto glicerico.
Interessante il riferimento alla cultura di "sostanza" di Galloni. Mi viene da pensare che rispetto alla “barolità” che dicevo, questa cultura implichi la preferenza per baroli
    d'impatto, quindi più pronti di altri
    più golosi / "concessivi" (brutto aggettivo, ma è usato) che austeri / verticali
    più sul frutto che sul sale
    più muscolari che nervosi (due tipi in parte diversi di energia).
...proprio così. Almeno , da quel che leggo sui suoi giudizi che coincidono quasi sempre con le sue "sintesi numeriche" (voti) ...

C'è poi l'affezione USA (ma non solo) per il lato varietale, che indubbiamente ha la sua importanza, ma oltre e più di queste "note di testa" in altri approcci sono importanti le "note di fondo": questo è un ingrediente della distinzione a cui accennavo tra "super-Nebbiolo" e Barolo.
Comunque non sono solo gli USA, anche da noi si ricercano e premiano sempre più spesso i baroli sulla base dei quattro criteri che ho succintamente elencato, anche da parti imprevedibili. Per esempio su Winesurf tra i primi due classificati su 161 baroli 2013 c'è quello di A. M. Abbona (un village da Castiglione Falletto, nato da poco): l'ho aperto ieri, è un barolo onestissimo nella sua linearità e ha pure qualche spunto più complesso, ma ritrovarlo sul podio del panorama nazionale dovrebbe far venire qualche dubbio.
gp

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