Messaggioda alemusci » 04 feb 2018 15:58
Primitivo di manduria, tradizione del nonno, vinicola savese 2010: Granateggiante. Naso marsalato, mi si passi il termine. Sotto la coltre ossidativa emergono, gira e rigira, amarena e caffè. La bocca è una sorpresa: fresca, sapida, piena e con un bel tannino prorompente... chiude in un finale lungo ma che vira verso l’amaricante, l’aspro. Vino austero, contadino, per niente piacione. Abbinamento con mezze maniche speck e radicchio: stranamente felice; l’amaro del radicchio e quello del vino si annullano a vicenda regalando una bella interazione cibo-vino.
Valtellina superiore sassella, sassi solivi 2013: Chiaretto luminosissimo. Naso di petali appassiti. Bocca fresca e sapida, con un tannino bello smantrugioso sul palato. Finale di media lunghezza che ritorna sui petali di rosa. Abbinamento con polpettone in crema di peperoni: armonico direi.
Dogliani, papà celso, abbona 2013: Violaceo compatto. Naso floreale e delicatamente speziato. Boccata piena, gustosa e succulenta. Acidità e componente glicerica sparate ma reciprocamente bilanciate a regalare una bevibilita assassina a una bottiglia che comunque i suoi 14.5* ce li ha tutti. Grande vino, ancora brillantissimo, ma quanto può andare avanti un dolcetto?
Abbinamento riuscito con farro in crema di carote e cumino.
Sfursat di Valtellina, fruttaio ca’ rizzieri, rainoldi 2011: Aranciato. Naso potente, ma fortemente orientato su note legnose: cioccolato, cocco, vaniglia e chi più ne ha più ne metta. Sotto traccia un’amarena matura e una nota velatamente balsamico/mentolata. A random compaiono note terziarie: fungo, tartufo, fogliame. La bocca è piena, carnosa, cicciona e rotonda, con tannino levigatissimo al limite dell’impalpabile e buona lunghezza. Non stanca grazie a una spalla acida notevolissima. Che dire? Pensare al nebbiolo bevendo sto vino è praticamente un atto di fede. Cioè, di cosa parla questa bottiglia? Di territorio? Di tipicità? Tutt’altro, mi sembra invece che ricerchi una certa omologazione. Ciò detto è il classico vino ruffiano, ma non ruffiano e basta, c’è della roba sotto e si sente. E io, a queste condizioni, non ho nulla contro la ruffianaggine, anzi. Certo, non un vino per puristi. È il classico vino che il tuo collega che non sa nulla di vino si aspetta che tu (presunto esperto) gli porti, quando ti invita a cena: potente, piacione e con l’etichetta dorata. Pippe mentali a parte, a me è piaciuto.
Abbinamento con lasagna bianca al taleggio, patate e porcini.
Primitivo, maccone, angiuli donato 2011: Rubino ancora molto vivo. Classico naso muscolare da primitivo ma con un’amarena molto bella: gradevole, delicata anche se ben presente. Fiori appassiti a corollario. Qualche nota rugginosa e sanguigna. La bocca ha una morbidezza gentile, per nulla marcata e pesante pur con 15.5 gradi sul groppone. Tannino cesellato, buona acidità e sapidità. Finale lungo anche se lievemente impastante. Gran bel vino, per gli amanti del genere.
Abbinamento con tortelli in brodo: goduriosamente domenicale
“Dio ha fatto l’acqua, ma l’uomo ha creato il vino” Victor Hugo