Pagina 1 di 1

Intervista al Citrico

Inviato: 12 gen 2018 18:47
da zampaflex

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 12 gen 2018 19:43
da vino.curioso
mala tempora currunt...

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 12 gen 2018 20:17
da maxer

E che adesso nessuno si azzardi a dare del nostalgico romantico e non al passo coi tempi al mio caro Beppe, la cui limpida coerenza è sempre stata palese ! ! ! :twisted:

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 07:45
da Wineduck
Povero Beppe: i burocrati la parola "cultura" neppure la conoscono o al massimo la confondono con "coltura", convinti quindi di essere nel giusto.
D'altronde stanno proprio facendo questo: allargando la coltura... 8)

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 08:46
da Bordolese78
Grandissimo...da sempre...Testimone di un tempo e di concetti purtroppo ormai lontani; mi verrebbe nostalgicamente da dire riconducibili sia al mondo del vino...che al mondo.

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 10:27
da BarbarEdo
Davanzali ubertosi.... Buongustaio... :D
Bell'idea, ma in questo momento di vacche grasse temo sarebbe una guerra tra comuni, borgate, rappresentanze... Territorio di Alba ma fino a dove? Tutto? E perché Alba sì e Diano, Montelupo, Sinio, Roddino no? E a San Rocco Seno d'Elvio cosa si farebbe? Barolo o barbaresco? Entrambi?
Comunque se è vero che i mercati asiatici devono ancora arrivare (per davvero), non ci sono altre strade... Di bosco resta qualche ettaro sopra Monforte, qualcosa verso Perno, qualche fondovalle (che stanno diventando noccioleti) poi davvero rimangono solo i tetti.

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 11:56
da maxer
BarbarEdo ha scritto:
Comunque se è vero che i mercati asiatici devono ancora arrivare (per davvero), non ci sono altre strade...
Di bosco resta qualche ettaro sopra Monforte, qualcosa verso Perno, qualche fondovalle (che stanno diventando noccioleti) poi davvero rimangono solo i tetti.

Ma sì, facciamo come con il prosecco, tanto, arrivano i cinesi ...
Ho visto che verso Rivarolo ci sono ettari di terreni incolti che potrebbero essere piantati a Nebbiolo e anche nel Pavese sarebbero pronti a sostituire un bel pò di vigneti di Bonarda. Per non parlare della zona di Rovigo, inesplorata ma molto promettente.
Continuiamo così, a distruggere territorio con le monocolture, abbattiamo alberi, piantiamo vitigni in zone non vocate, abbassiamo la qualità per la quantità, facciamo soldi fin che la domanda tira, ché poi si vedrà ...
Si vedrà cosa ? Un territorio, patrimonio Unesco, che viene sempre più sfregiato dalla voracità e stupida assenza di cultura del dio mercato, che anche in questo settore detta le sue leggi.
Ma chi l' ha detto che bisogna sempre inchinarsi a questo sistema folle, senza poter mai opporsi, piegando sempre la testa di fronte alle peggiori scelte ?
Beppe, non sei Don Chisciotte, continua la tua battaglia di una vita: quando si lotta per una causa giusta, non ci sono ostacoli da considerare insuperabili. E soprattutto si è vivi, come lo sei tu.

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 20:13
da paolik
maxer ha scritto:
BarbarEdo ha scritto:
Comunque se è vero che i mercati asiatici devono ancora arrivare (per davvero), non ci sono altre strade...
Di bosco resta qualche ettaro sopra Monforte, qualcosa verso Perno, qualche fondovalle (che stanno diventando noccioleti) poi davvero rimangono solo i tetti.

Ma sì, facciamo come con il prosecco, tanto, arrivano i cinesi ...
Ho visto che verso Rivarolo ci sono ettari di terreni incolti che potrebbero essere piantati a Nebbiolo e anche nel Pavese sarebbero pronti a sostituire un bel pò di vigneti di Bonarda. Per non parlare della zona di Rovigo, inesplorata ma molto promettente.
Continuiamo così, a distruggere territorio con le monocolture, abbattiamo alberi, piantiamo vitigni in zone non vocate, abbassiamo la qualità per la quantità, facciamo soldi fin che la domanda tira, ché poi si vedrà ...
Si vedrà cosa ? Un territorio, patrimonio Unesco, che viene sempre più sfregiato dalla voracità e stupida assenza di cultura del dio mercato, che anche in questo settore detta le sue leggi.
Ma chi l' ha detto che bisogna sempre inchinarsi a questo sistema folle, senza poter mai opporsi, piegando sempre la testa di fronte alle peggiori scelte ?
Beppe, non sei Don Chisciotte, continua la tua battaglia di una vita: quando si lotta per una causa giusta, non ci sono ostacoli da considerare insuperabili. E soprattutto si è vivi, come lo sei tu.


Concordo pienamente, ti sei solo dimenticato un piccolo insignificante problema collaterale della vigna, l'inquinamento che provocano i trattamenti nell'aria, e nel terreno. Io vivo in campagna e mi fa seriamente pensare quando espiantano le vigne vecchie e c'è chi si porta a casa le piante per bruciarle nella stufa. Se solo facessero 2 analisi le porterebbero il più lontano possibile

Re: Intervista al Citrico

Inviato: 13 gen 2018 20:35
da gbaenergiaeco10
Interessante anche la critica ai cru, e al voler scimmiottare la Francia ad ogni costo..
Lancio una provocazione: Rinaldi fa notare come l'assemblaggio da diverse zone serva ad ottenere un vino più equilibrato (quindi potenzialmente migliore)..dunque (secondo lui) la suddivisione in cru è una semplice scelta di marketing..eppure noi da appassionati incoraggiamo tale pratica tessendo le lodi di questo o quel cru..possiamo quindi dire di tenere alla cultura di questo territorio? Insomma perché non leggo mai scritto "il monvigliero è fatto per gli americani, io bevo b. Mascarello"? Certo il calice comanda..se un vino è buono è buono..ma se conta solo questo la cultura è piú una parola con cui ci riempiamo la bocca che una ricchezza da preservare..