Domaine Leccia, Patrimonio Blanc 2014: ottimamente marino, quasi salato, molto territoriale. Bel vinello, tra l'altro di ottima beva.
Fratelli Revello, Barolo 1996: scuro e concentrato,fruttato e vanigliato: er Voerzio de noantri.
Dom Ruinart 2002: delizioso, di una splendida verticalità e di un merlettato agrume: grande Champagne, che da qui in poi può solo migliorare.
Domaine Prieur, Montrachet 1994: crepuscolare ma ancora vivo, gioca il suo struggente afflato su note di bergamotto e di ostrica. Esperienza unica.
J.L. Chave, Hermitage 2000: parte benissimo su note di frutta, pepe nero e salamoia, poi dopo un'oretta si sfalda letteralmente su un inaspettato e non gradevolissimo versante animale. Perplesso.
Penfolds Grange 1995 : tre anni che non beccavo un tappo, e quando capita è su una bottiglia da 300 euro....
Penfolds Grange 1996: denso, masticabile, balsamico, pieno di erbe aromatiche e cioccolato: in una parola, nel bene e nel male, Grange al top.
Real Vinicola, Porto Vintage 1985: sorprendentemente diafano, ma rigoroso nella profonda speziatura e nella misurata dolcezza. Bel vino.
Valle Reale, Cerasuolo "Notte" 2015: non mi era dispiaciuto assaggiato in cantina un anno fa. Ora non sa di nulla, ma proprio di nulla.
Bea, Arboreus 2009: eccellente al naso, in bocca ha inizialmente acidità leggermente scomposta, ma riscaldandosi risolve ogni problema e si rivela una bella bevuta, molto gravneriana nell'ispirazione.
Bea, Sagrantino Pagliaro 2005: Giampiero ritiene la 2005 una delle migliori annate di sempre, e ogni volta che ci ritorno ho una nuova, positiva sorpresa: tannino magicamente setoso, naso giovanile ma di rara complessità, equilibrio perfetto. Tra i migliori Sagrantino mai prodotti, non solo da Bea.