VINTAGE ...SERIO

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landmax
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda landmax » 16 dic 2017 21:47

vinogodi ha scritto:...domattina levataccia , per aperture impegnative (immagini non dopo le 4 , metto la sveglia. Ribadisco che verseremo , con lentezza esasperante , una boccia alla volta per goderci ogni momento e ogni stilla . Quasi quasi aprirei, come aperitivo, con un D'Antan della Scolca (miglior bolla italiana) matura , d'altronde "Nomen Omen" ... in una giornata vintage ... e per lo stesso motivo , finirei , con il Panettone Artigianale della Panetteria storica di Viadana (La Briciola" ) un Vigna Vecchia di CàD'Gal appena arrivato ... chiaarmente dopo aver sacramentato con l'apertura in diretta di un Porto ultracentenario ...


Ottimo il D'Antan della Scolca maturo, meglio ancora se rosè (miglior bolla italiana in rosa e, forse, tout court). :D
vinogodi
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda vinogodi » 17 dic 2017 11:38

... :shock: ...apperò... nonostante quattro fallanze, ( e ci sta ...quasi un record, ma i sostituti più che OK) ... ci si può divertire... 8)
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maxer
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda maxer » 17 dic 2017 19:37

vinogodi ha scritto:... :shock: ...apperò... nonostante quattro fallanze, ( e ci sta ...quasi un record, ma i sostituti più che OK) ... ci si può divertire... 8)

Stiamo tutti pendendo dalle tue papille in attesa di un tuo preciso e completo resoconto del serio ... Vintage :P
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda zuppadilatte » 17 dic 2017 20:03

Dicci dicci
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda vinogodi » 17 dic 2017 20:40

...beh , nella delusione generale , ho aperto quel che pasa il convento . Giudizi sintetici e personali , poi entreremo nel dettaglio . Da sottolineare un "bomba" di 97/100 data da Landmax che equivale ad un 115/100 di chiunque altro , preso da insolito entusiasmo . Com,unque:

PRepreaperitivo per chi aspettava :
- Champagne Dumenil "Poret" (D.E.L.I.Z.I.O.S.O aperitivo che consiglio al mondo terracqueo...) :D :D :D :)
Preaperitivo :
- D'Antan La Scolca 2000 :D :D :D :)
BOLLE:
- Veuve Cliquot Grande Dame 1990 :D :D :D :)
- Vesselle Gran Brut 1985 :D :D :D :D
- Dom Perignon 1980 :D :D :D :D :)

BIANCHINI :
- Trebbiano Valentini 1990 one :roll: ...no tappo ma qualcosa non andava
- Trebbiano Valentini 1990 Two ... :D :D :D :D
- Criot Batard Montrachet Grand Cru Charles Laurent 1989 :D :D :D :D :D
- Montrachet 1991 Jacques Prieur :D :D :D :D :D :shock:
- Montrachet 1997 Ramonet :D :D :D :D :D :P

ROSSI:
- Barbaresco Gaja 1964 :D :D :D :D :)
- Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1968 :D :D :D :D :D
- Chateau Margaux 1968 :D :D :D :D :D
- Vosne Romanée 1995 "Dernier Année Produit par Henry Jayer :D :D :D :D :D :shock: :shock:
- La Tache 1972 :D :D :D :D :D :shock: :shock:

INTERMEZZO :
- Krug Vintage 1995 :D :D :D :D :)

FINALE:
- Porto Ferreira 1895 :D :D :D :D :D

... si , ci siamo divertiti e fatti gli auguri di buone feste...
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda maxer » 17 dic 2017 21:27

vinogodi ha scritto:...beh , nella delusione generale , ho aperto quel che pasa il convento . Giudizi sintetici e personali , poi entreremo nel dettaglio . Da sottolineare un "bomba" di 97/100 data da Landmax che equivale ad un 115/100 di chiunque altro , preso da insolito entusiasmo . Com,unque:
PRepreaperitivo per chi aspettava :
- Champagne Dumenil "Poret" (D.E.L.I.Z.I.O.S.O aperitivo che consiglio al mondo terracqueo...) :D :D :D :)
Preaperitivo :
- D'Antan La Scolca 2000 :D :D :D :)
BOLLE:
- Veuve Cliquot Grande Dame 1990 :D :D :D :)
- Vesselle Gran Brut 1985 :D :D :D :D
- Dom Perignon 1980 :D :D :D :D :)
BIANCHINI :
- Trebbiano Valentini 1990 one :roll: ...no tappo ma qualcosa non andava
- Trebbiano Valentini 1990 Two ... :D :D :D :D
- Criot Batard Montrachet Grand Cru Charles Laurent 1989 :D :D :D :D :D
- Montrachet 1991 Jacques Prieur :D :D :D :D :D :shock:
- Montrachet 1997 Ramonet :D :D :D :D :D :P
ROSSI:
- Barbaresco Gaja 1964 :D :D :D :D :)
- Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1968 :D :D :D :D :D
- Chateau Margaux 1968 :D :D :D :D :D
- Vosne Romanée 1995 "Dernier Année Produit par Henry Jayer :D :D :D :D :D :shock: :shock:
- La Tache 1972 :D :D :D :D :D :shock: :shock:
INTERMEZZO :
- Krug Vintage 1995 :D :D :D :D :)
FINALE:
- Porto Ferreira 1895 :D :D :D :D :D
... si , ci siamo divertiti e fatti gli auguri di buone feste...

Goduria ... per interposta persona !
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock:
(per un inutile battesimo non c'ero e non mi perdono ... :evil:)
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda zuppadilatte » 18 dic 2017 01:12

Porca troia che bevuta! Invida pura!
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda marcolanc » 18 dic 2017 11:09

È doveroso iniziare ringraziando il padrone di casa, grazie alla cui passione, tramandata da generazioni, abbiamo potuto vivere l’ennesima giornata indimenticabile. In una giornata normale, se risultano compromesse 5 bottiglie, tra cui Batard-Montrachet di Leflaive e Mouton Rothschild, molto probabilmente la qualità della bevuta è irrecuperabile. Marco, senza battere ciglio, le ha sostituite tutte con autentici fuoriclasse. Poi, come sempre, si è mangiato alla grande... davvero, grazie mille a Marco!
Veniamo ai vini.
Confermo la bontà di Dumenil, in qualità di pre-pre-aperitivo: fresco, beverino, pulito. Bella bottiglia!
Al contrario, non mi ha convinto troppo La Scolca, a mio avviso molto al di sotto della sorella bevuta un paio di settimane fa al Marconi: stavolta, le note di ossidazione viravano troppo sull’amaricante, con una presenza alcolica a mio avviso troppo decisa.
La Grande Dame, invece, aveva tutto a posto: molto più integra e piacevole, anche se, a mio avviso, le mancava lo “spunto emozionante” che vorrei trovare in vini di quel prezzo.
Salto di qualità enorme quando siamo passati a Vesselle: una dinamica nel bicchiere eccellente, con sentori di camomilla, rosa canina, che dopo il naso tornavano anche all’assaggio. Veramente un grande champagne agé.
E cosa dire di Dom Pérignon? Ennesima dimostrazione di un’evoluzione splendida negli anni. Ormai, le bolle sono quasi un ricordo, ma la firma di Dom Perignon rimane intatta, pure in una trasfigurazione che ricorda per certi versi la burrosità di un Meursault ed in una interpretazione diversa da quelle recenti (più dosaggio?).
Trebbiano Valentini. Dopo una prima bottiglia non convincente (che stando nel bicchiere ha avuto una degradazione drammatica, a dimostrazione di una bottiglia iellata), Marco con nonchalance ne apre una seconda identica, stavolta potabile. Devo dire che in alcuni casi Valentini mi ha davvero emozionato. Stavolta, complici chi lo ha preceduto e, soprattutto, chi lo ha seguito, molto meno. Anche perché, dopo i primi 10 minuti promettenti, ha mostrato uno spunto acetico non proprio piacevole.
Poi, come ho scritto, è arrivato un trittico memorabile...
Il Criot-Batard-Montrachet di Charles Laurent è stato, se la memoria non mi inganna, il primo che ho bevuto di questa micro-denominazione, per di più, di un negociant mai sentito nominare. E cosa dire? Grande bottiglia davvero! Una profondità, una lunghezza, un equilibrio tra le parti, che mi hanno fatto pensare: “sarà il vino della giornata!”. Ma non potevo immaginare chi sarebbe arrivato dopo...
Il Montrachet di Prieur è definibile con un solo sostantivo: capolavoro. Molti commensali ne hanno elogiato la potenza. Per me, il tratto saliente è stata l’eleganza. Un vino di lunghezza impressionante, senza una nota fuori posto, che inizialmente mi aveva fatto pensare ad uno Chevalier-Montrachet di Leflaive in grandissimo spolvero. Dopo averci dormito su, riconfermo la mia idea di ieri: tra i 5 (per tenermi largo) bianchi migliori della mia vita.
Paradossalmente, il vino precedente ha addirittura messo un po’ in ombra nientemeno che un Montrachet di Ramonet! In questo caso, tanto per dire come tutto sia relativo, credo che altri 6/7 anni in bottiglia, a smorzare ancora un pochino quelle note di legno tipiche dei Ramonet più giovani (molto belle, ma leggermente prevaricanti), potrebbero fargli solo bene. Definire un bianco di vent’anni “giovane” si può? Non saprei... ma, per quanto già buonissimo (senza dubbio, almeno per me, secondo nella classifica dei bianchi, con distacco sui successivi), qualche anno in più gli potrebbe regalare una definizione anche migliore.

Per ora mi fermo... dopo, due impressioni anche sui rossi.
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda tenente Drogo 2 » 18 dic 2017 21:40

per essere serio ci siamo fatti belle risate!
domani metto il mio faccinometro perché sto un po' incasinato per ricopiare le note e metterle in bella (che poi non vi perdete granché)

da vecchio anticlericale direi a Maxer che ogni battesimo è inutile ... mi dispiace, spero alla prossima!
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda maxer » 18 dic 2017 21:54

tenente Drogo 2 ha scritto:per essere serio ci siamo fatti belle risate!
domani metto il mio faccinometro perché sto un po' incasinato per ricopiare le note e metterle in bella (che poi non vi perdete granché)

da vecchio anticlericale direi a Maxer che ogni battesimo è inutile ... mi dispiace, spero alla prossima!

Konkordo per essere anch' io un vecchio laico verace.
L' inutile battesimo era riferito alla figlia di una mia ex-collaboratrice (io ormai non genero più ... :D)
Alla prossima !
carpe diem 8)
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Re: VINTAGE ...SERIO

Messaggioda marcolanc » 19 dic 2017 16:28

Riprendo con i rossi...
I vecchi Gaja per me si riconfermano grandi vini. Questo, ad oltre 50 anni di età, ha ancora una freschezza quasi graffiante, tanto da portare a chiedersi cosa potesse essere al momento dell’uscita. Bevuto veramente volentieri.
Ma, a proposito di grip, il Biondi Santi Riserva 1968 ancora più clamoroso: un Sangiovese con la S maiuscola, che reclama cibo, unendo una forza ed una profondità eccezionali.
Dal punto di vista della presenza tannica, il nostro campione ha dato una bella scoppola anche al successivo signore, che di nome fa Chateau Margaux, ma questo, per me, è stato comunque impressionante per naso e freschezza, totalmente opposti dalla descrizione che ne dà lo stesso sito di Margaux (grazie Vinos per averlo fatto notare): un grande vino, a cui è mancata solo un poco di presenza tannica in più per renderlo memorabile.
I due successivi, però, giocano un altro campionato...
Per quanto mi riguarda, Vosne-Romanée 1995 di Jayer è stato, insieme al Montrachet di Prieur, vino della giornata. Non sapevo cosa aspettarmi, non avendo (purtroppo) mai bevuto nulla di Jayer. Un vino magari un pochino stanco? Uno di quei vini che ti emozionano perché sai che sono un pezzo di storia, ma sotto sotto sai di esserti perso i suoi anni migliori? No. Questo è un vino che forse tra 10 sarà ancora nel pieno della maturità. Adesso, sicuramente lo è: già spettacolare al naso, poi ha una corrispondenza in bocca quasi commovente, con l’agrume rosso che fa da fil-rouge attorno al quale fanno capolino fiori, spezie e sentori piacevolissimi di ogni tipo. Se a questo si coniugano un’acidità sorprendente, un tannino ricamato ed una lunghezza fuori da ogni logica, si comprende il capolavoro.
Una bomba atomica seguita immediatamente dopo da un’altra bomba atomica... È difficile scegliere tra il precedente e La Tâche 1972, per cui eviterò di fare confronti (anche se la mia preferenza va a Jayer), ma questo è un chiaro esempio di quanto spesso troppo frettolosamente si sentenzia che “i rossi di Borgogna invecchiano male”. Non ho idea di come potesse essere vent’anni fa, ma oggi questo vino è assolutamente integro, anzi, direi addirittura dinamico, nella compostezza che comunque ci si aspetta sempre da La Tâche. Compostezza da non confondere con monotematicità: sembra di entrare in un negozio di spezie, in cui, muovendosi tra uno scaffale e l’altro, si scoprono profumi sempre nuovi. Grande!
Passare da questi ad una bolla è sempre un azzardo, ma quando la bolla si chiama Krug, per di più in annata felice come la 1995, non si rischia che venga sopraffatta. È un millesimo di Krug che mi è capitato sovente di assaggiare e l’idea è sempre la medesima: c’è tanta materia da farne tre anziché una bottiglia! Ciò comporta anche che, pur essendo già godibilissimo (le parti sono già bene assemblate, la bolla come sempre precisissima, grande persistenza senza il minimo cedimento, chiusura estremamente piacevole), la prima domanda che mi sorge è sempre quella: cosa diventerà tra qualche tempo?
Infine, il Porto. E qui devo ammettere che la componente “romantica” ha preso il sopravvento sul puro piacere della bevuta. Pensare che questa bottiglia ha attraversato tre secoli, venendo al mondo quando mio bisnonno era un ragazzo, non può lasciare indifferente... Al di là della piacevolezza di questo splendido vino, non posso che ringraziare Marco (e idealmente suo nonno, che lo acquistò) per avermi regalato questa ennesima emozione.

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