gp ha scritto:Poi bisognerà vedere se e dove stanno questi due vinoni nel resto della guida, smembrata come si è detto in tre sezioni tenute insieme con lo scotch...
Questi due vinoni, te lo dico già, non compaiono da nessuna parte nella guida. Non solo, non compaiono neppure i vini "dell'anno" di B. Mascarello, Beppe Rinaldi e Bruno Giacosa, tanto per rimanere in Langa. E se dei primi due si citano due baroli del passato tra i "vini da riassaggiare", dell'ultimo non c'è alcuna traccia nell'intera guida.
Capisco il tuo ragionamento, il livello di arbitrarietà è così alto da far diventare questa guida un prodotto troppo eterogeneo e spiazzante rispetto alle altre guide.
Quello che però volevo sottolineare è: prendiamo il Barbaresco (denominazione). Ci sono circa 200 aziende imbottigliatrici nella DOCG. Di queste, quante sono quelle note al "pubblico degli appassionati"(anche ai frequentatori del forum)? Secondo me tra le 20 e le 40. Cioè tra il 10 e il 20% della denominazione. Ora, ho l'impressione che le varie altre guide (GR, SW, DW, Bib, ecc..) indirizzino il loro obiettivo soprattutto su questo stesso 10-20% di aziende. Il motivo? Beh, evidentemente saranno aziende valide che fanno vini buoni, su questo non discuto. Ma altrettanto evidentemente è impossibile per una guida scandagliare tutta una denominazione, per cui deve essere fatta per forza una selezione su chi assaggiare e chi no ed è verosimile che la scelta ricada sul pool di aziende il cui valore è storicamente noto.
La guida Espresso mi sembra vada in una direzione opposta, ossia: di quel 10-20% di produttori il cui alto valore è noto ne pubblica qualcuno, ma non tutti, in modo da lasciare spazio a una selezione pescata da quell'80% "invisibile". Un esempio: Socrè, Massimo Rivetti, Massimo Diotti, Carlo Boffa, Dezzani, Cascina Baricchi, Cascina Pertinace, Cascina Alberta sono 8 dei 20 barbareschi premiati quest'anno. Non proprio Sottimano o Cortese, come notorietà...
Sì potrebbe obiettare che così facendo si abbassa arbitrariamente la qualità dei vini segnalati. Forse è vero che altri vini "lasciati fuori" sono migliori dei succitati, ma è anche vero che la qualità media (in Langa come altrove) si sta alzando, spesso anche tra quelle cantine non proprio sulla bocca di tutti, ed è bello, secondo me, sacrificare un po' di "precisione" per un po' di novità.
Ho citato una realtà piemontese perché la conosco meglio, ma penso che questo discorso possa estendersi a tutte le altre denominazioni.
Disclaimer: mi chiamo Edoardo, faccio il medico e (purtroppo) non ho alcun conflitto di interesse con la guida Espresso. Giusto per...