davidef ha scritto:forse c'è un distinguo da fare, mai parlato di Valentini vecchi ma dell'ultima annata, vista con i miei occhi già proposta a 250€, questo capisci bene che cambia un momento le cose
Ignoravo che la Montepulciano 2012 fosse arrivata a tanto; perdona, pensavo ti riferissi a vecchie annate di Edoardo.
davidef ha scritto:la passione porta a fare cose strane, io ne sono una contraddizione ambulante , però il mio discorso si riferiva sulla proiezione del prezzo del grande vino a cascata su vini "minori" o sulla messa in commercio oggi di "supercuvée" già in partenza a prezzi da boutique, esempio tu mi citi il Terlaner Rarity (di cui io non condivido assolutamente il progetto finalizzato a mio avviso al la generazione di un prezzo) ma se guardi in quella regione dopo il Terlaner I in 18 mesi sono spuntati i SuperAltoAtesini come i fuochi, dall'Appius a, Vigna Ganger e via dicendo; pensiamo ai casi Marroneto appunto scambiato a cifre folli sulla base di una opportunità di rivalutazione causa punteggio o di vini nuovi franco cantina a cifre già vicine ai 200€ di partenza, ti posso parlare dell'Hurlo di Garbole, del Raro di Marion esempio e via dicendo ancora
Come darti torto? Di progettI ambiziosi l'Alto Adige è certamente il capofila: vedi anche lo "Epokale" 2009 della Tramin Kellerei, uscito lo scorso giugno, anch'esso riservato alla ristorazione di livello ed agli operatori di settore. Mi permetto solo di eccepire che i numeri della produzione sono leggermente differenti, Davide, rispetto ai vari Supertuscans et affini, per cui si ragiona dalle 7.000 bottiglie annue in media del 'Madonna delle Grazie' alle circa 180.000 taggate RFID tra Ornellaia e Masseto, a differenza delle "Super-cuvée" altoatesine, come le chiami giustamente tu, che - pur non volendo condividere progetto e politica dei prezzi - non superano le 3.000 unità. Diciamo, astrattamente, che la "rarità" è commisurata ad un prezzo di mercato in uscita difficilmente suscettibile di rivalutazioni "speculative" nel tempo. Parliamo pur sempre di prodotti "alti" che hanno subito lunghi (a volte lunghissimi) affinamenti prima dell'uscita in commercio (spesso sporadica) con conseguenti (e differenti) valutazioni -come tu ben sai- sull'impatto del debito su conto economico e cassa aziendali.
davidef ha scritto:purtroppo quando parlo con gli operatori o con i produttori in questione il ritornello comune è "ma se guardiamo i francesi abbiamo margini ancora di crescita", il mio non è un discorso populista perchè alla fine in vino spendo e non poco, anzi veramente troppo a volte ma faccio finta di nulla, il mio è solo un discorso dove in questo momento di prezzi diciamo al traino quando si compra un vino e si legge il prezzo secondo me (per chi compra per bere e non per fare trading appunto) bisogna tornare al pensiero di cosa ci sta dentro alla bottiglia dandogli un valore sulla base di assaggi, storia, capacità evolutiva e capacità di crescita, poi ognuno in base ai suoi gusti sceglie cosa è giusto o sbagliato e magari accetta le moltiplicazioni recenti, io alcuni vini li ho tolti dal mio radar perchè non li ritenevo prezzat giusti e mi sono rivolto ad altro esempio.
il bello di questo mondo è che comunque sono più i vini che abbiamo voglia di comprare o provare di quelli che ci vengono proposti, è un attimo girare la testa in altre direzioni senza soffrire troppo quando le proposte che ci vengono fatte sono non eque per il nostro giudizio
detto ciò io non compro Masseto, fino al 2001 ne ho avuto e bevuto abbastanza, è un vino che non mi dice granchè, sbattermi per averne 3 bottiglie per poi usarle solo per la cassa non mi interessa poi così tanto, quindi su questo prodotto sono fuori focus completamente
Riflessioni assolutamente condivisibili.