vinogodi ha scritto:maxer ha scritto:gpetrus ha scritto:direi triste constatazione Marco......saro' un romantico ? forse si .....quando poi per fare un esempio un Rivella mi alza il prezzo di 5 euro in un anno beh......mi vien da pensare che in un futuro molto prossimo arriveremo a prezzi stile borgogna . Peccato davvero ...
Ma fra tutti gli arricchiti degli ultimi anni, proprio Teobaldo Rivella sei andato a scegliere come esempio di avidità
?
Che solo quest' anno ha aumentato di ben 5 (cinque) €uro, cifra pazzesca (!), il suo grande Montestefano, dopo averlo venduto sempre allo stesso prezzo da tempo !
Ma per favore ... c'è ben da guardare altrove
(e non mi sembra di aver visto Porsche parcheggiate davanti a casa ... ma forse le ha nascoste
)
...ognuno ha il sacrosanto diritto di ambire ad una dignità economica , fa parte della natura umana. Se il mercato ti da ragione , sarebbe autolesionistico non approfittarne, tutti lo faremmo. La redditività di un prodotto è facile calcolarla , stabilendo il delta fra prezzo di vendita , sottratte tasse e costi variabili e fissi + ammortamenti. Più questo delta si allarga , più ci si guadagna, mica ci vuole un premio Nobel per l'economia per capirlo. Oggi l'articolo tira e il mercato fa il prezzo , i produttori non fanno che assecondare questa tendenza , pena il deprezzamento (anche di immagine) della loro produzione . Da prodotto sottopagato a prodotto superpagato ci sta un mondo di profitto. Ho parlato di auto perché mi è venuto in mente questo esempio, ma assai più palesi sarebbero le cantine de novo che nel frattempo (parlo degli ultimi 20 anni) si sono costruite o ristrutturate a suon di milioni di Euro e questo si è specchio dell'andamento reale del mercato del Nebbiolo...
Purtroppo quest'ultimo incremento di 5€ non è il primo dopo tanto tempo.. credo che 5 anni fa il barbaresco da Rivella lo si pagasse 23-24€ la bottiglia. Detto ciò, ho la sensazione che più che un vero aumento di prezzi in cantina si stia praticando sempre più comunemente lo "sdoppiamento del listino", con uno riservato al turista / piccolo cliente privato (con un notevole aumento dei prezzi negli anni), e uno riservato al rivenditore o professionista (ristoratore, enotecario), il cui prezzo è salito in maniera molto più contenuta.
Ricordo, per dire, di aver visto il Montestefano 2013 di Rivella da Eataly a Torino un mese e mezzo fa a 34€..
Perché questo aumento? Il mercato, certo, la possibilità di guadagno, certo... Ma se poi penso al sig. Rivella, che ho avuto il piacere di conoscere, qualcosa non mi torna: lui e sua moglie hanno questa piccola cantina e due ettari e mezzo di vigna da cent'anni, da sempre lavorata da loro due. Sì ostinano a tenere cinquemila metri di dolcetto in cima al bricco, che se li togliessero e piantassero nebbiolo sarebbero tremila bottiglie in più di barbaresco, faticando uguale (anzi...meno). Insomma, fatico a immaginarmelo come uno alla ricerca di nuovi profitti o con mire espansionistiche..
Discorso analogo lo si può fare per Beppe Rinaldi, Cortese o per la signora Mascarello.
Penso che per alcuni produttori storici l'aumento di prezzo sia in primis un modo per disincentivare il saccheggio delle bottiglie da parte delle orde di turisti o acquirenti stranieri e per tenerne qualcuna per i clienti affezionati, quelli che da quarant'anni ti chiedono i due cartoni e ti dispiace potergliele dare solo più mezzo.
Quando, due anni fa, da Cortese mi sentii (ingenuamente) quasi imbarazzato per aver comprato solo tre bottiglie di barbaresco, lui mi disse: " Magari prendessero tutti poche bottiglie!" In effetti, a pensarci, se invece di 30€ fossero costate 23€, come qualche anno prima, gliene avrei prese sei..
Comunque se i prezzi dovessero proprio impennarsi io punterei il radar sui langhe nebbiolo di aziende poste fuori dai territori di produzione di barolo, barbaresco e roero: comuni come Diano d'Alba, Montelupo Albese, Rodello, Sinio, Roddino, Dogliani, o ancora la zona del moscato (Trezzo Tinella, Neviglie, Mango, Santo Stefano, etc) hanno, in alcuni casi, terreni vocati per il nebbiolo. Qualcosa di interessante già lo si trova.