Bolle (speriamo) beneauguranti

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Smarco
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Smarco » 16 gen 2017 11:24

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zampaflex
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda zampaflex » 16 gen 2017 12:31

Smarco ha scritto:Rientrato proprio ora dopo ben 420 km di cui 380 di acqua e neve, mentre gli ultimi 20 di neve piena


Minchia! Mandala su la neve, che sulle Alpi ci sono ancora le margherite... :roll:
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Smarco
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Smarco » 16 gen 2017 12:37

zampaflex ha scritto:
Smarco ha scritto:Rientrato proprio ora dopo ben 420 km di cui 380 di acqua e neve, mentre gli ultimi 20 di neve piena


Minchia! Mandala su la neve, che sulle Alpi ci sono ancora le margherite... :roll:

se potessi.... volentieri
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda zampaflex » 16 gen 2017 12:46

Mai come stavolta, non potendo stappare in anticipo, si è vista la conoscenza dei vini di Marco nel preparare la line-up.
Come d'abitudine in costante crescita batteria dopo batteria schivando ogni possibile sorpresa o variabilità di boccia.

Giulio: 2005 meno dolce e più futuribile del 2004, è più buono già adesso appena uscito.

WC contro Salon: WC equilibrato e gustoso come sempre ma troppo orizzontale, gli manca quella spinta, quell'allungo che ne farebbero un fuoriclasse. Salon buono, al contrario di WC molto dritto, pecca per il motivo opposto.

Bérèche / Henriot / Selosse: a me la nota di ginger è piaciuta, invece, pur se molto curiosa; il vino c'è, è parecchio buono, e costa una cippa rispetto agli altri. Henriot atipico, meno potente, ma saporito e elegante. Selosse però li pialla.

Dom vs oenothèque: anche scontando l'evoluzione del primo, c'era un bel divario in forza e allungo a favore del secondo.

Billecart contro Bollinger: bel distacco a favore del VVF, che ha tutto per essere nell'empireo degli sciampi.

Krug è sempre buono a prescindere :D il lavoro dello chef de cave si sa che sia impressionante, l'ampiezza delle selezioni a sua disposizione unica, ma vederlo così sfoderato... eh....
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda vinogodi » 16 gen 2017 23:16

...è stato un bel trittico di giornate dedicate alle bolle , Champagnose per la stragrande maggioranza. Praticamente si è bevuto lo scibile di Reims, mancavano solo un paio di chicche ma ... ci sta . Che bello lo Champagne a questo livello, mi vien voglia di ricominciare tutto daccapo ... una decina di giornate, che ne dite? si parte da bollicine base di RM base vs Grandi maison da supermercato ( diciamo entro i 25 Euro , anche per eleggere il miglior Champagne rapporto Q/P)e finiamo con una Krug Story : tre verticaline di Mesnil , Collection e Vintage e le annate fin qui uscite di Ambonnay con in mezzo, in crescendo, tutto il resto nelle 8 giornate centrali... mannò , dai , dedichiamoci ad altro , tanto gli Champy li beviamo ad ogni occasione... all'anno prossimo ... chiaramente alzando l'asticella ... 8)
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda zampaflex » 17 gen 2017 00:14

vinogodi ha scritto:...è stato un bel trittico di giornate dedicate alle bolle , Champagnose per la stragrande maggioranza. Praticamente si è bevuto lo scibile di Reims, mancavano solo un paio di chicche ma ... ci sta . Che bello lo Champagne a questo livello, mi vien voglia di ricominciare tutto daccapo ... una decina di giornate, che ne dite? si parte da bollicine base di RM base vs Grandi maison da supermercato ( diciamo entro i 25 Euro , anche per eleggere il miglior Champagne rapporto Q/P)e finiamo con una Krug Story : tre verticaline di Mesnil , Collection e Vintage e le annate fin qui uscite di Ambonnay con in mezzo, in crescendo, tutto il resto nelle 8 giornate centrali... mannò , dai , dedichiamoci ad altro , tanto gli Champy li beviamo ad ogni occasione... all'anno prossimo ... chiaramente alzando l'asticella ... 8)


Manca Frozza :mrgreen:
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Smarco » 17 gen 2017 09:03

vinogodi ha scritto:...è stato un bel trittico di giornate dedicate alle bolle , Champagnose per la stragrande maggioranza. Praticamente si è bevuto lo scibile di Reims, mancavano solo un paio di chicche ma ... ci sta . Che bello lo Champagne a questo livello, mi vien voglia di ricominciare tutto daccapo ... una decina di giornate, che ne dite? si parte da bollicine base di RM base vs Grandi maison da supermercato ( diciamo entro i 25 Euro , anche per eleggere il miglior Champagne rapporto Q/P)e finiamo con una Krug Story : tre verticaline di Mesnil , Collection e Vintage e le annate fin qui uscite di Ambonnay con in mezzo, in crescendo, tutto il resto nelle 8 giornate centrali... mannò , dai , dedichiamoci ad altro , tanto gli Champy li beviamo ad ogni occasione... all'anno prossimo ... chiaramente alzando l'asticella ... 8)

io mi segno per la prossima allora
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda landmax » 17 gen 2017 17:04

In premessa vorrei rivolgere un enorme grazie a Marco, padrone di casa sempre accogliente e capace di mettere in campo una line-up entusiasmante, se non emozionante.
Una giornata indimenticabile.

Passando ai vini.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004: continua a non piacermi per nulla. Trovo che in quest’annata il dosaggio sia stato eccessivo e contribuisce alla sensazione di un vino “piacione”. Ma non è solo questo: il vino non sembra mostrare nulla di particolarmente interessante, mi sembra privo di dinamica gustativa, stratificazione e complessità e - ciò che è più grave ai miei occhi - piacevolezza di beva. Non datemene. 85/100

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005: qui si cambia registro. Il dosaggio, anzitutto, sembra molto più contenuto. E’ vero, è ancora estremamente giovane (specie al naso, ancora abbastanza in divenire), ma in bocca è lungo e persistente, la bollicina è perfetta e chiude piacevolmente sapido. Non da sgranare gli occhi, ma si beve molto volentieri. 88+/100 (dove il + significa “con margini di miglioramento ulteriore”).

Sir Winston Churchill 1999 Pol Roger: entriamo prepotentemente nel mondo dell’eccellenza con questo champagne, che nelle mie (poche) esperienze si è sempre distinto per eleganza ed equilibrio. Al naso è riconoscibilissimo, con le sue note di pasticceria e cioccolato bianco, polvere di caffè e un tocco di zenzero. In ogni caso più complesso che intenso. All’assaggio è davvero di grande equilibrio e finezza, slanciato, la bolla è cremosissima e di grande persistenza. Da berne a secchi (ad avercene). 93/100

Salon “S” Blanc de Blancs 1997 Le Mesnil: il naso parte molto evoluto, su insistite note di torrefazione. Col tempo, però, si rivela uno degli champagne più mobili della giornata: note iodate e floreali (glicine), di crema, crosta di pane e frutto tropicale si affacciano nitide e affascinanti. L’attacco di bocca è estremamente cremoso, la finezza del perlage è da manuale, l’unico “difetto” è che l’acidità (marcata) è ancora un po’ scissa, probabilmente ha bisogno di tempo. Il finale ne risente un po’ in termini di complessità e persistenza, anche se mi è piaciuta da matti la gessosità finale di questo vino. Da attendere ancora. 92+/100

Reflet d'Antan Bereche et Fils (deg. aprile 2016): a me è piaciuto tanto. Vero, non ha la complessità dei precedenti, epperò: il naso è particolarissimo, giocato com’è tra un florealità che mi ricorda il fiore di sambuco e una controllata ossidazione. In bocca è semplicemente perfetto, senza alcuna sbavatura “naturistica”, di una bevibilità pazzesca e con quel sapore di ginger molto particolare. Gli manca forse un po’ di complessità, ma è davvero uno champagne eccellente. 92/100

Cuve 38 La Reserve Perpetuelle Blanc de Blancs Henriot: un portento, sebbene ancora un bambino in fasce. Che si tratti di un metodo solera nessuno lo sospetterebbe. In effetti, guardando sul sito aziendale, di solera non si parla e io ho il dubbio che non lo sia (forse il tino è chiuso e non aperto). Il naso è delicato, inizialmente molto vanigliato, poi migliora ed escono fiori bianchi e crema chantilly, e una netta nota iodata, complessivamente molto in stile “Oenotheque”. La bocca è splendida, anche se ancora in gran parte inespressa per via della gioventù. L’unico “difettuccio” è una bollicina non perfettamente integrata, ma siamo comunque su livelli molto alti. Da attendere, fiduciosi, per molti anni. 93+/100

Substance Champagne Grand Cru Blanc de Blancs Brut Jacques Selosse (deg. novembre 2013): quando si dice che la sboccatura fa la differenza (sugli champagne è così, c’è poco da fare). Se non gli facessi un’offesa, direi che è “uno zabaione con le bolle”. Sì, perché la nitidezza con cui si percepisce questo inebriante profumo, sia al naso che in bocca, è impressionante. Non è il solo, sia chiaro, col tempo saltano fuori persino la ginestra e il lampone fresco. Bocca potente, vibrante e saporita, che ha raggiunto un perfetto equilibrio, di straordinaria persistenza. 95/100

Dom Perignon Vintage 1996: il solito, splendido Dom Perignon maturo (ma non troppo, eh). I suoi profumi sono il paradigma della complessità champenoise: dai fiori bianchi al miele di tiglio, dalla crema all’ostrica, dalla mela grattugiata alla polvere di caffè, il tutto “shakerato” in un quadro di grande finezza. La bocca, invece, è meno fresca e vibrante di quanto mi sarei aspettato da un DP di quest’annata, tant’è che alla cieca avevo ipotizzato un ’98. Manca un po’ in allungo, magari è una bottiglia leggermente “sottoperformante”, ma è pur sempre un bere delizioso. 91/100

Dom Perignon Oenotheque 1996 (deg. 2008): bottiglia strana, questa di Oenotheque (è la 4° o 5° volta che lo bevo, per cui posso dire di avere un minimo di esperienza con questo vino). Strana, innanzitutto, perché al naso domina una nota di ananas che non avevo mai riscontrato prima. Meno complesso del solito, comunque, tanto da pensare ad un vino di recente sboccatura, mentre così non è. In bocca è il solito splendido Oenotheque, perfetto connubio tra complessità e bevibilità, l’unica sbavatura è che si avvertiva una punta di TCA (davvero minima eh, che tra l’altro non si avvertiva neppure al naso), che “sporcava” appena la bevuta. Opto per bottiglia in cui il tappo non ha lavorato alla perfezione. 92/100 (ma è un vino, per me, che normalmente sta nella fascia 95-100).

Le Clos Saint-Hilaire 1999 Billecart-Salmon: il colore è magnifico, un giallo paglierino con riflessi oro antico/rosati, il vino lo è un po’ meno. Già al naso, dove si sente una nota legnosa un po’ secca e un leggero sentore di grasso animale. Col tempo migliora, ma in ogni caso i profumi sembrano ancora un po’ compressi. La bocca è di un vino ancora in fasce: poderosa, ma un po’ scomposta, priva di dettaglio, con un’acidità tagliente a farla da padrona. Needs time (e, comunque, il 1996 gioca un altro campionato). 91+/100

Vieilles Vignes Francaises Blanc de Noirs 1997 Bollinger: un grandissimo champagne, senza meno. Da notare che l’avevo già bevuto (stesso millesimo) alla schampagnata di 2 anni fa chez Marco e non mi fece la medesima impressione. Segno, anche in questo caso, che un paio d’anni in bottiglia gli hanno giovato, e molto. Raccontare un vino così “alto” è davvero impresa difficile. Dirò soltanto che, lungi dall’essere "muscolare” - come magari qualcuno potrebbe ipotizzare, pensando ad una delle più grandi riserve a base pinot noir – è al contrario dolce, elegantissimo, seppur prodigiosamente profondo. Il finale, con eleganti ritorni di caffè e crema zabaione, è davvero poetico. 96/100

Vintage 1990 Krug: un altro vino straordinario. Complesso e intenso al naso (caffè, crema pasticcera, scorza d’agrumi, fior di sambuco, mela grattugiata e cognac… tra gli altri), molto aperto e “leggibile” oggi, non è da meno in bocca, dove sfodera una potenza semplicemente straordinaria. Finale molto sapido e letteralmente infinito, “a coda di pavone”. 96/100

Collection 1990 Krug (deg. estate 2014): profumi più dolci e meno “austeri” del fratellino (teoricamente) minore, all’assaggio rivela un’acidità vibrante e ancora un pò da amalgamare, ma… che grande vino! Da aspettare qualche anno (minimo). 94+/100

Clos du Mesnil 1989 Krug: le ultime parole che ho appuntato su questo vino sono: “grande interpretazione, grande terroir”. Vorrei partire da qui per rendere omaggio a un vino emozionante, che ha lasciato tutti letteralmente abbacinati. Di un giallo oro intenso e brillante, i profumi sono altrettanto intensi e di grande particolarità: litchi, uva passa, fior di sambuco, zabaione. Al gusto è pura armonia: la dolce pienezza di questo vino è trascinata da (o meglio: fusa con) una freschezza e una gessosità che rimandano lì, alla nobiltà più nobile di uno dei più grandi cru della Champagne. Emotivamente fuori scala, volendo a tutti costi dargli un voto, per me è un 98/100 (la piccola penalizzazione dovuta soltanto a una complessità olfattiva soltanto ottima, ma forse non assoluta). E’ oggi al suo apogeo.

Grands Echezeaux 2002 Dom. Gros Freres et Soeur: Marco non ci fa mancare nulla e così si continua con questo grand cru di Borgogna. I profumi sono semplicemente inebrianti: china, arancia amara, fragola macerata, una nota mentolata ed una... come di linfa. In bocca è più austero di quanto ci si potesse immaginare al naso: il vino sembra senza peso (com’è nello stile del produttore), ma è lungo e persistente, con una chiusura piacevolmente amaricante che rimanda al rabarbaro. 93/100

Barolo Monfortino Ris. 2002 Conterno: a mio parere, a livello olfattivo paga pegno al vino precedente (davvero arioso). Questo è più terroso e lento a distendersi, anche se non privo di sfumature, tutt’altro. La bocca è il solito portento, poderosa, ma molto golosa già ora, più dolce della precedente, con un finale lungo e netto di amarene e more di rovo (e quel quid di affumicato/tabaccoso tipico dei grandi barolo). 92/100

Montilla Moriles Don PX Gran Reserva 1975 Bodegas Toro Albalà: si continua in bellezza con questo Pedro Ximenez, dai profumi quasi caleiodoscopici (noce, prugna essiccata, datteri, uva passa) e con una rinfrescante nota di eucalipto a contrastarne l’evidente dolcezza. All’assaggio mostra un grandissimo equilibrio gustativo, nonostante la marcata dolcezza. Mooolto lungo. Buonissimo. 93/100

Vintage Port (Alto Douro) 1963 Borges & Irmao: dico subito che non l’ho apprezzato. E’ vero, i profumi di fragolina di bosco e rosolio sono davvero intriganti. Il problema è in bocca, dove l’alcol mi sembra davvero un po’ bruciante e non mi invoglia al sorso successivo. 83/100

Ancora un GRAZIE sincero a Marco per la splendida giornata!
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Andyele » 17 gen 2017 19:01

Bravi, vi ho letto con molto piacere.
Belle note landmax!
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda GabrieleB. » 17 gen 2017 19:09

Quoto in pieno l'amico Andrea,bevuta da standing ovation e grande landmax con note che mi hanno davvero dato la sensazione di averli degustati anch'io tanto sono accurate e coinvolgenti,davvero bravo!E come sempre chapeau per vinogodi che mette in pista delle cose straordinarie...
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda vinogodi » 17 gen 2017 20:25

Andyele ha scritto:Bravi, vi ho letto con molto piacere.
Belle note landmax!
...braccino troppo corto , quasi tutti da un paio di voti in più , sul mio personalissimo cartellino. Quindi , cartellino giallo per il giovane , seppur promettente ma troppo pretenzioso, Landmax ... :lol:
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda arnaldo » 17 gen 2017 23:42

Davvero ottime note descrittive...bravo Landmax!!!! :wink:
follow my tasting notes and pics on http://instagram.com/ARNALDO2262/
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venicka
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda venicka » 18 gen 2017 00:24

landmax ha scritto:In premessa vorrei rivolgere un enorme grazie a Marco, padrone di casa sempre accogliente e capace di mettere in campo una line-up entusiasmante, se non emozionante.
Una giornata indimenticabile.

Passando ai vini.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004: continua a non piacermi per nulla. Trovo che in quest’annata il dosaggio sia stato eccessivo e contribuisce alla sensazione di un vino “piacione”. Ma non è solo questo: il vino non sembra mostrare nulla di particolarmente interessante, mi sembra privo di dinamica gustativa, stratificazione e complessità e - ciò che è più grave ai miei occhi - piacevolezza di beva. Non datemene. 85/100

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005: qui si cambia registro. Il dosaggio, anzitutto, sembra molto più contenuto. E’ vero, è ancora estremamente giovane (specie al naso, ancora abbastanza in divenire), ma in bocca è lungo e persistente, la bollicina è perfetta e chiude piacevolmente sapido. Non da sgranare gli occhi, ma si beve molto volentieri. 88+/100 (dove il + significa “con margini di miglioramento ulteriore”).

Sir Winston Churchill 1999 Pol Roger: entriamo prepotentemente nel mondo dell’eccellenza con questo champagne, che nelle mie (poche) esperienze si è sempre distinto per eleganza ed equilibrio. Al naso è riconoscibilissimo, con le sue note di pasticceria e cioccolato bianco, polvere di caffè e un tocco di zenzero. In ogni caso più complesso che intenso. All’assaggio è davvero di grande equilibrio e finezza, slanciato, la bolla è cremosissima e di grande persistenza. Da berne a secchi (ad avercene). 93/100

Salon “S” Blanc de Blancs 1997 Le Mesnil: il naso parte molto evoluto, su insistite note di torrefazione. Col tempo, però, si rivela uno degli champagne più mobili della giornata: note iodate e floreali (glicine), di crema, crosta di pane e frutto tropicale si affacciano nitide e affascinanti. L’attacco di bocca è estremamente cremoso, la finezza del perlage è da manuale, l’unico “difetto” è che l’acidità (marcata) è ancora un po’ scissa, probabilmente ha bisogno di tempo. Il finale ne risente un po’ in termini di complessità e persistenza, anche se mi è piaciuta da matti la gessosità finale di questo vino. Da attendere ancora. 92+/100

Reflet d'Antan Bereche et Fils (deg. aprile 2016): a me è piaciuto tanto. Vero, non ha la complessità dei precedenti, epperò: il naso è particolarissimo, giocato com’è tra un florealità che mi ricorda il fiore di sambuco e una controllata ossidazione. In bocca è semplicemente perfetto, senza alcuna sbavatura “naturistica”, di una bevibilità pazzesca e con quel sapore di ginger molto particolare. Gli manca forse un po’ di complessità, ma è davvero uno champagne eccellente. 92/100

Cuve 38 La Reserve Perpetuelle Blanc de Blancs Henriot: un portento, sebbene ancora un bambino in fasce. Che si tratti di un metodo solera nessuno lo sospetterebbe. In effetti, guardando sul sito aziendale, di solera non si parla e io ho il dubbio che non lo sia (forse il tino è chiuso e non aperto). Il naso è delicato, inizialmente molto vanigliato, poi migliora ed escono fiori bianchi e crema chantilly, e una netta nota iodata, complessivamente molto in stile “Oenotheque”. La bocca è splendida, anche se ancora in gran parte inespressa per via della gioventù. L’unico “difettuccio” è una bollicina non perfettamente integrata, ma siamo comunque su livelli molto alti. Da attendere, fiduciosi, per molti anni. 93+/100

Substance Champagne Grand Cru Blanc de Blancs Brut Jacques Selosse (deg. novembre 2013): quando si dice che la sboccatura fa la differenza (sugli champagne è così, c’è poco da fare). Se non gli facessi un’offesa, direi che è “uno zabaione con le bolle”. Sì, perché la nitidezza con cui si percepisce questo inebriante profumo, sia al naso che in bocca, è impressionante. Non è il solo, sia chiaro, col tempo saltano fuori persino la ginestra e il lampone fresco. Bocca potente, vibrante e saporita, che ha raggiunto un perfetto equilibrio, di straordinaria persistenza. 95/100

Dom Perignon Vintage 1996: il solito, splendido Dom Perignon maturo (ma non troppo, eh). I suoi profumi sono il paradigma della complessità champenoise: dai fiori bianchi al miele di tiglio, dalla crema all’ostrica, dalla mela grattugiata alla polvere di caffè, il tutto “shakerato” in un quadro di grande finezza. La bocca, invece, è meno fresca e vibrante di quanto mi sarei aspettato da un DP di quest’annata, tant’è che alla cieca avevo ipotizzato un ’98. Manca un po’ in allungo, magari è una bottiglia leggermente “sottoperformante”, ma è pur sempre un bere delizioso. 91/100

Dom Perignon Oenotheque 1996 (deg. 2008): bottiglia strana, questa di Oenotheque (è la 4° o 5° volta che lo bevo, per cui posso dire di avere un minimo di esperienza con questo vino). Strana, innanzitutto, perché al naso domina una nota di ananas che non avevo mai riscontrato prima. Meno complesso del solito, comunque, tanto da pensare ad un vino di recente sboccatura, mentre così non è. In bocca è il solito splendido Oenotheque, perfetto connubio tra complessità e bevibilità, l’unica sbavatura è che si avvertiva una punta di TCA (davvero minima eh, che tra l’altro non si avvertiva neppure al naso), che “sporcava” appena la bevuta. Opto per bottiglia in cui il tappo non ha lavorato alla perfezione. 92/100 (ma è un vino, per me, che normalmente sta nella fascia 95-100).

Le Clos Saint-Hilaire 1999 Billecart-Salmon: il colore è magnifico, un giallo paglierino con riflessi oro antico/rosati, il vino lo è un po’ meno. Già al naso, dove si sente una nota legnosa un po’ secca e un leggero sentore di grasso animale. Col tempo migliora, ma in ogni caso i profumi sembrano ancora un po’ compressi. La bocca è di un vino ancora in fasce: poderosa, ma un po’ scomposta, priva di dettaglio, con un’acidità tagliente a farla da padrona. Needs time (e, comunque, il 1996 gioca un altro campionato). 91+/100

Vieilles Vignes Francaises Blanc de Noirs 1997 Bollinger: un grandissimo champagne, senza meno. Da notare che l’avevo già bevuto (stesso millesimo) alla schampagnata di 2 anni fa chez Marco e non mi fece la medesima impressione. Segno, anche in questo caso, che un paio d’anni in bottiglia gli hanno giovato, e molto. Raccontare un vino così “alto” è davvero impresa difficile. Dirò soltanto che, lungi dall’essere "muscolare” - come magari qualcuno potrebbe ipotizzare, pensando ad una delle più grandi riserve a base pinot noir – è al contrario dolce, elegantissimo, seppur prodigiosamente profondo. Il finale, con eleganti ritorni di caffè e crema zabaione, è davvero poetico. 96/100

Vintage 1990 Krug: un altro vino straordinario. Complesso e intenso al naso (caffè, crema pasticcera, scorza d’agrumi, fior di sambuco, mela grattugiata e cognac… tra gli altri), molto aperto e “leggibile” oggi, non è da meno in bocca, dove sfodera una potenza semplicemente straordinaria. Finale molto sapido e letteralmente infinito, “a coda di pavone”. 96/100

Collection 1990 Krug (deg. estate 2014): profumi più dolci e meno “austeri” del fratellino (teoricamente) minore, all’assaggio rivela un’acidità vibrante e ancora un pò da amalgamare, ma… che grande vino! Da aspettare qualche anno (minimo). 94+/100

Clos du Mesnil 1989 Krug: le ultime parole che ho appuntato su questo vino sono: “grande interpretazione, grande terroir”. Vorrei partire da qui per rendere omaggio a un vino emozionante, che ha lasciato tutti letteralmente abbacinati. Di un giallo oro intenso e brillante, i profumi sono altrettanto intensi e di grande particolarità: litchi, uva passa, fior di sambuco, zabaione. Al gusto è pura armonia: la dolce pienezza di questo vino è trascinata da (o meglio: fusa con) una freschezza e una gessosità che rimandano lì, alla nobiltà più nobile di uno dei più grandi cru della Champagne. Emotivamente fuori scala, volendo a tutti costi dargli un voto, per me è un 98/100 (la piccola penalizzazione dovuta soltanto a una complessità olfattiva soltanto ottima, ma forse non assoluta). E’ oggi al suo apogeo.

Grands Echezeaux 2002 Dom. Gros Freres et Soeur: Marco non ci fa mancare nulla e così si continua con questo grand cru di Borgogna. I profumi sono semplicemente inebrianti: china, arancia amara, fragola macerata, una nota mentolata ed una... come di linfa. In bocca è più austero di quanto ci si potesse immaginare al naso: il vino sembra senza peso (com’è nello stile del produttore), ma è lungo e persistente, con una chiusura piacevolmente amaricante che rimanda al rabarbaro. 93/100

Barolo Monfortino Ris. 2002 Conterno: a mio parere, a livello olfattivo paga pegno al vino precedente (davvero arioso). Questo è più terroso e lento a distendersi, anche se non privo di sfumature, tutt’altro. La bocca è il solito portento, poderosa, ma molto golosa già ora, più dolce della precedente, con un finale lungo e netto di amarene e more di rovo (e quel quid di affumicato/tabaccoso tipico dei grandi barolo). 92/100

Montilla Moriles Don PX Gran Reserva 1975 Bodegas Toro Albalà: si continua in bellezza con questo Pedro Ximenez, dai profumi quasi caleiodoscopici (noce, prugna essiccata, datteri, uva passa) e con una rinfrescante nota di eucalipto a contrastarne l’evidente dolcezza. All’assaggio mostra un grandissimo equilibrio gustativo, nonostante la marcata dolcezza. Mooolto lungo. Buonissimo. 93/100

Vintage Port (Alto Douro) 1963 Borges & Irmao: dico subito che non l’ho apprezzato. E’ vero, i profumi di fragolina di bosco e rosolio sono davvero intriganti. Il problema è in bocca, dove l’alcol mi sembra davvero un po’ bruciante e non mi invoglia al sorso successivo. 83/100

Ancora un GRAZIE sincero a Marco per la splendida giornata!


Bravo!
Grandi note, m'è parso quasi di vederli e sentirli i vini.
Zabaione con le bolle miglior definizione di sempre per il substance (madonna che vino).
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda landmax » 18 gen 2017 11:13

Grazie a tutti, ragazzi, mi fate arrossire... :oops:

Detto ciò, il merito è di Marco, che condivide con noi "poveracci" i suoi tesori più preziosi (tranne la figlia, ed è un peccato... :mrgreen: Marco, sto a scherza' eh!!).

Mi piacerebbe anche sentire i pareri di qualcun altro che ha partecipato alla degustazione (come Vinos e Marcolanc, ad es.), anche per confrontare eventuali dissenting opinion.

Quanto al braccino corto, Marco probabilmente ha ragione. In questa occasione come non mai, mi sono accorto di quanto sia difficile dare punteggi a vini che avrebbero bisogno di un "prolungamento di scala"! Pensandoci meglio, forse un punticino in più a ciascuno dei due Krug '90 ci poteva stare, specie al Vintage '90, che ho trovato in forma davvero smagliante.
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zampaflex
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda zampaflex » 18 gen 2017 12:17

landmax ha scritto:Grazie a tutti, ragazzi, mi fate arrossire... :oops:

Detto ciò, il merito è di Marco, che condivide con noi "poveracci" i suoi tesori più preziosi (tranne la figlia, ed è un peccato... :mrgreen: Marco, sto a scherza' eh!!).

Mi piacerebbe anche sentire i pareri di qualcun altro che ha partecipato alla degustazione (come Vinos e Marcolanc, ad es.), anche per confrontare eventuali dissenting opinion.

Quanto al braccino corto, Marco probabilmente ha ragione. In questa occasione come non mai, mi sono accorto di quanto sia difficile dare punteggi a vini che avrebbero bisogno di un "prolungamento di scala"! Pensandoci meglio, forse un punticino in più a ciascuno dei due Krug '90 ci poteva stare, specie al Vintage '90, che ho trovato in forma davvero smagliante.


E' anche progressivamente più difficile dare voti esatti ai vini, quando arrivi al decimo, quindicesimo bicchiere...e i precedenti te li sei trangugiati tutti invece di sputare :D
Il palato ne risente.

Per me per esempio Krug Collection vale più dei 94 che hai dato, come anche Oenothèque.
Mentre sui due rossi hai penalizzato la solita potenza della bocca del Monfo.
:wink:
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda marcolanc » 18 gen 2017 12:28

Al di là dei punteggi, che per me sono spesso troppo riduttivi per dare un'idea di un vino (soprattutto in casi come domenica, in cui mi sono veramente emozionato per più di una bottiglia), mi ritrovo molto nelle descrizioni di Massimo (complimenti: sei stato un "reporter" perfetto!).

Di conseguenza, è inutile aggiungere molto altro...
Cosa mi sono portato a casa dalla bevuta (a parte qualche tappo per ricordo)?
Prima di tutto, la volontà di spendere qualche euro per Bereche (penalizzato dal confronto con due fuoriclasse, ma di una piacevolezza ed una peculiarità notevoli!) e Selosse (Substance non è a buon mercato, ma la bottiglia di domenica era spettacolare...). Riguardo Henriot, non mi pongo il problema: bevuto (con grande piacere e in grande quantità) stavolta e forse mai più... ad ogni modo, unica nota leggermentissimamente non perfettissima: una bolla non proprio da 110 e lode in cremosità (ma di giusta persistenza). Per il resto, chapeau!
La batteria che ha più diviso la sala mi è sembrata quella di Salon vs Winston Churchill, con qualcuno che sosteneva l'assoluta ed indiscutibile superiorità del primo e qualcun altro che sosteneva l'altrettanto certa superiorità del secondo: per i miei gusti, devo dire che ho preferito Churchill, veramente di un equilibrio ed una bevibilità commoventi. Ma per me si tratta solo di gusti: due vini diversissimi e altrettanto eccellenti. Salon ha qualche durezza in più da assestare (questione di tempo), ma ragazzi che bomba! Dovendo investire sul futuro, direi Salon. Dovendo bere adesso, resto su Churchill.
Capitolo Dom Perignon: ammetto che in mezzo a tanti mostri, nonostante l'annata 1996 che tanto amo, stavolta non mi hanno fatto sussultare. In particolare l'Oenotheque, che fortunatamente mi capita di bere abbastanza spesso, è parso anche a me leggermente meno in forma del solito. Oh, sempre una grandissima boccia! Ma in altri frangenti da pelle d'oca. Stavolta (per me) no.
Nel "duello" Clos Saint Hillaire vs VVF, non ho dubbi: per quanto mi sia piaciuto molto il primo, VVF giocava un altro campionato. È senza dubbio uno degli champagne più buoni che mi siano capitati nel bicchiere: bolla perfetta, grande freschezza, mobilità, profondità e persistenza. Un gigante: se non fosse che costa un occhio della testa, non mi stancherei di berlo.
Infine, Krug... Appena ho assaggiato il vintage 1990, ho pensato alle mie bottiglie 1996 (per non parlare delle 2002, per le quali contatterò un notaio, così da lasciarle in eredità ai nipoti): non solo Krug vintage 1990 è pronto adesso, ma per come la vedo io ha ulteriori margini di miglioramento, vista l'acidità bene amalgamata, ma più che pimpante! Ecco, questo è uno champagne da pelle d'oca. E probabilmente lo sarà anche di più il suo coetaneo Collection, che però se avessi in casa aspetterei un po' ad aprire: è evidentemente un fuoriclasse, ma ancora imberbe.
E Clos du Mesnil 1989? Non avendo mai bevuto il 1985, mi fido di Marco, ma davvero non riesco ad immaginare qualcosa di meglio. Non sono portato a dare punteggi, ma se mi chiedessero quanto darei a questo, sarebbe un 99, per tenermi il 100 nel caso in cui un giorno resuscitarsse Dom Perignon e mi portasse una bottiglia direttamente dall'Aldilà. Spero che la mia spiegazione sia stata sufficientemente tecnica. :mrgreen:

Due note a margine su Giulio (concordo totalmente con Massimo: non comprerò nessuna delle due annate, perché per una mera ragione economica, ma dovendo scegliere, 2005 tutta la vita!) e sui due vini finali (di cui capisco ancora meno che di champagne, per cui mi limito a dire che ho preferito il Px per una maggiore bevibilità).

Ah... GRAZIE MARCO!!! Sei veramente grande! (E come sempre abbiamo anche mangiato stra-bene!)
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda marcolanc » 18 gen 2017 12:34

Urca... stavo dimenticando i due rossi! (Ma quanto abbiamo bevuto? :D)

Ecco... devo dire che ho seri dubbi su quale dei due ho preferito. Ma se dovessi bermene una bottiglia domani, credo che andrei sul Monfortino. Echezaux davvero interessante, soprattutto per l'evoluzione per nulla banale in bocca, ma il nostro connazionale veramente pimpante. E allora, una volta tanto, dico W l'Italia!
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda pie2014 » 18 gen 2017 13:36

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 è piaciuto a qualcuno?? :D :lol: :P :mrgreen:
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda vinogodi » 18 gen 2017 13:59

pie2014 ha scritto:Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004 è piaciuto a qualcuno?? :D :lol: :P :mrgreen:

...a tutti : è stato il primo ad essere servito come preaperitivo con lo strolghino di culatello e la Mortadella Veroni ... e c'avevano tutti 'na sete della Madonna...
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Vinos » 20 gen 2017 16:45

Prima di tutto ringrazio Marco e tutta la combriccola, è sempre piacevole e stimolante condividere queste giornate con voi....
Sir Winston Churchill 1999 Pol Roger vs Salon “S” Blanc de Blancs 1997 Le Mesnil: sostanzialmente è "quasi"un pareggio, winston più elegante e raffinato, ottimo in bocca , bolla cremosa e nel frattempo.....è finito :-) Salon più intenso,con una nota predominante di torrefazione che dopo qualche minuto vira su note più nobili di pane tostato e croissant appena sfornato , al gusto non rispecchia le premesse olfattive, l'aciditá predomina e ne compromette l'equilibrio,scappa via un pó in fretta questa volta dalla bocca non dal bicchiere ;-)
Ho scritto quasi ma in realtà vince sir perchè costa 2/3 volte meno, aspetto assolutamente da non trascurare.

Reflet d'Antan Bereche et Fils vs
Cuve 38 La Reserve Perpetuelle Blanc de Blancs Henriot
Vittoria netta di henriot, avevo un bel ricordo dalla scorsa champagnata di bereche, ma questa volta non mi ha entusiasmato per niente , naso strano al limite dello strampo, bocca coerente, in confronto agli altri stonava , forse una delle due bocce era un po così, per me non giudicabile. Henriot è il prototipo dello champagne perfetto, pecca solo di gioventù, "nessuna nota da far pensare ad un metodo solera" SQUISITO.

Substance Champagne Grand Cru Blanc de Blancs Brut Jacques Selosse qui il metodo solera si sente tutto con note mielose e di arancia candita, in bocca è largo e potente, è uno champagne particolare che puó essera amato o odiato, io lo amo.

Dom Perignon Vintage 1996 vs Dom Perignon Oenotheque 1996 ho chiesto io a marco di servirle coperte ma è stato inutile perchè l'oenotheque 1996 ha dimostrato subito di essere tra i migliori champagne in circolazione, borgogna bianca con le bolle, è incredibilmente buono punto. Bevuto 4/5 volte, è sempre una garanzia.
Ps ananas non pervenuto, tca neanche per scherzo, nn sono d'accordo con l'amico massimo..
Il fratellino minore invece non è stato così performante come quello bevuto lo scorso anno da claudio, rimane comunque un bel bere ed in genere è tra le versioni più buone da me assaggiate insieme alla 1985 , forse ha sofferto un pó il confronto.
Ps ho preso una boccia settimana scorsa, non vedo l'ora di scolarmela con la mia lei...

Le Clos Saint-Hilaire 1999 Billecart-Salmon vs Vieilles Vignes Francaises Blanc de Noirs 1997 Bollinger:
È il secondo clos 1999 che bevo è l'impressione è sempre la stessa, potenza senza controllo hehe, ha bisogno di tempo, per carità tanto me ne date tanto ne bevo, ma se ne avete in casa , meglio aspettare.
Vvf il 1999 era il miglior champagne da me bevuto fino a quanto non ho assagiato proprio in questa bicchierata Clos du Mesnil 1989 Krug, la 1997 invece per me non replica il successo, ma attenzione è uno champagne assoluto che se non fosse per il prezzo sicuramente acquisterei. Non basta descriverlo,va bevuto per capire di cosa si tratta.
Vinos
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Re: Bolle (speriamo) beneauguranti

Messaggioda Vinos » 22 gen 2017 10:58

Vintage 1990 Krug vs Collection
Abbastanza simili, il Collection si presenta con un perlage visivamente più persistente e più restio nello sviluppo dei profumi, in bocca entrambi di grande carattere e di inusuale potenza, pazzesca l'acidità , virili ,per palati hard. Per alcuni avevano ancora bisogno di bottiglia, secondo me eccezionali da bere già così.


Clos du Mesnil 1989 Krug: vino della giornata per tutti. Sono d'accordo con max, una complessità olfattiva maggiore lo avrebbe fatto arrivare al fatidico 99/100, ma in bocca era un sogno, cremoso, sferico, ampio, di una persistenza senza fine. Secondo me all'apice, non aspetterei ancora.

Monfortino 2002 vs Grands Echezeaux 2002 , stappati al momento da marco, ..che dire.. subito l'intensità olfattiva del pinot, schiaccia lo sviluppo più timido nebbiolo, ma basta che il vino nostrano prenda un pó d'aria per far venire fuori un l'eleganza e una finezza da vero fuoriclasse.Avrei voluto più tempo per ascoltarli meglio e capirne l'evoluzione nel bicchiere. Comunque entrambi gran bei vini e in una bella fase.

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