Prima di tutto un grazie ENORME al “baffo sciupafemmine” (
) Ivo! Appoggio in toto la mozione di Mauro Romanèe, anzi: rilancio con una proposta di legge popolare per far dichiarare il Nostro Ivo MONUMENTO NAZIONALE!!!
Scherzi a parte, non ci sono parole per ringraziarlo per giornate come queste.
Vado veloce sui vini, ampiamente descritti da Chicco e Marco, solo per puntualizzare alcune cose:
- Jacqesson 736: a me è piaciuto molto, sia al naso (complesso e articolato) che in bocca, dove dimostra di essere un vero extra brut, senza alcuna concessione alle morbidezze. Ma con mortadella e ciccioli, che goduria! 91/100
- La Gran Dame 1995: curioso. La prima bottiglia (quella col tappo leggermente sbiadito) aveva un naso più giovanile della seconda, ma cedeva un po’ in bocca per carenza di freschezza; mentre la seconda mi è parsa più vecchiotta al naso (note ossidative abbastanza pronunciate), mentre in bocca era decisamente più viva della prima (bella freschezza a contrastarne l’opulenza). Complessivamente meglio la seconda bottiglia e riconferma di che ottima annata sia la 1995 nella champagne (al netto di uno stile che non è proprio il mio, ma che comunque si lascia bere volentieri). 1° bott. 90/100 2° bott. 92/100
- Sassicaia 2009: come notato anche da altri commensali presenti, per me il vino era inficiato da un problemino subdolo (non il “classico” tappo, ma qualcosa che impediva di godere appieno delle sfumature olfattive del vino, specialmente nel frutto). In bocca la cosa si avvertiva meno, e l’impressione è stata di un vino pieno, meno elegante di altre annate, ma comunque di buona lunghezza. 86/100
- Chateau Palmer 1996: conquista immediatamente per la sfacciataggine con cui si dona nel bicchiere, aperto e solare, molto franco nel riconoscimento territoriale. Straordinario il gusto, pieno e teso, figlio di una grande annata, elegante come pochi, tannini saporiti che disegnano un luuungo arco gustativo, profondo e verticale. Gran boccia senza dubbio, lo penalizzo un po’ soltanto perché non mi è parso che abbia avuto una grande evoluzione nel bicchiere, specie al naso (rimasto fermo sulle tipiche note varietali). 92/100
- Chateau Baron Pichon Longueville 1990: condivido i pareri già espressi in precedenza, aggiungo che a differenza del precedente è evoluto magnificamente nel bicchiere, anche se gli mancava forse quella forza propulsiva che aveva il “cuginetto”. 91/100
- Clos des Papes 2006: parlar male di questo vino per me è ingeneroso. Bisogna ricordarsi che è uno chateauneuf! Certo, non sarà il miglior chateauneuf in circolazione (qualche sbuffo alcolico qua e là, evoluzione non prodigiosa), ma di certo uno chateauneuf molto riconoscibile (garrigue, pasta di olive, bocca ricca e alcolica…). 89/100
- Valentini Montepulciano 1987: ecco, qui la mia opinione diverge sensibilmente dagli amici che hanno scritto prima di me. Sulle prime un naso particolarissimo, dove una percettibile volatile richiamava però tante altre cose (oliva, rosmarino, nespola, sfumature iodate). La bocca mi è parsa però da subito scomposta, con una acetica abbastanza fastidiosa. Decido di lasciarlo lì e assaggiarlo dopo una buona mezz’ora. Il vino, invece che evolversi, era diventato una specie di aceto balsamico (di quello buono, per carità) allungato, sia al naso che in bocca. Non che fosse un liquido privo di fascino, ma faccio fatica (forse per un mio limite) a catalogarlo nella categoria “vino”, tanto meno “piacevole a bersi”. Ed infatti l'ho lasciato lì. N.C.
- Monfortino 2002: più “caldo” e sensuale di quanto mi potessi aspettare da un’annata così sventurata, è un vino di fascino estremo, di grande evoluzione nel bicchiere, anche se l’evoluzione (quella vera) gliela potrà dare solo il tempo. Un grande piacere già ora, meno pronto del 2005 bevuto
chez Ivò qualche tempo fa. Ne avessi una sola bottiglia, aspetterei ancora. 93/100
- Chateau Rieussec 1976: semplicemente buono, il sauternes (di livello) che ti aspetti. But not my cup of tea (gli preferisco di gran lunga Climens). 89/100
- Vinsanto di Brisighella casa Diletti 1914: Ivo ci delizia sempre con queste perle rare. Questa bottiglia era forse meno affascinante di altre (si era persa la tipica acidità dell’albana), ma resterà per sempre un mistero quel colore dorato brillante (agricoltura biologica
ante litteram?).
Un grazie ancora al padrone di casa e un augurio di cuore a Claudio Vinumbonum per la nuova splendida avventura che lo aspetta!