zampaflex ha scritto:Più della crisi dello yuan, dovuta al necessario ribilanciamento del valore di una moneta che si era rivalutata molto, facendo perdere competitività e quindi crescita alla Cina (non credete alle loro statistiche che configurano una crescita del 7%, sono false), vale la legge anticorruzione varata lo scorso anno. E voluta dai massimi vertici. Il calo della domanda cinese di articoli di lusso nasce lì.
Sì, Luciano, la tua analisi è corretta, ma, c'è anche da dire che - secondo molti analisti - quello che sta accadendo dal 12 giugno sui mercati finanziari cinesi è molto simile alla "bolla della new economy" del '99, legata - come Tu ben sai - ai titoli "dotcom". Buona parte della crescita "drogata" della borsa di Shanghai è "trainata" da ChiNext, l'indice che raccoglie le più importanti società tecnologiche della Cina: anche questa volta abbiamo assistito ad un 'eccessiva euforia' per le nuove aziende digitali, così come fu per quelle statunitensi 16 anni or sono.
Inoltre, a proposito del tuo saggio consiglio di non credere ai loro dati sulle 'crescite miracolose', leggevo che il settore immobiliare in Cina (altra nota dolente), rappresenta il 20% del PIL cinese (negli Stati Uniti, agli esordi della crisi del 2008, rappresentava il 6% del PIL), con una situazione attuale a dir poco catastrofica: circa 50 mln di nuove case vendute a credito e non ancora abitate; 3,5 mln di case invendute ed un decremento di valore del mattone - solo nell'ultimo anno - del 6%. Per non parlare del miraggio 'real estates' che, alle prime avvisaglie di crisi, lo scorso anno, ha fatto spostare tutta l'attenzione degli investitori privati sulla volatilità dei mercati finanziari, facendo crescere le borse come quella di Shanghai fino all'80% in nove mesi, pur in presenza d'inequivocabili e drammatiche evidenze di rallentamento dell'economia nazionale e di brusco calo dei profitti societari.
Come ha scritto Richard Vague: "la Cina sta seduta sulla sommità della più grande accumulazione di debiti inesigibili e di sovracapacità dell'intera storia umana".
Sul discorso delle misure anti-corruzione cinesi, che in particolare hanno 'colpito' il mercato di Macao è quello di Hong Kong, nulla da eccepire, Luciano. Tanto sappiamo benissimo entrambi che i vari Prada ed LVMH sapranno apportare i necessari correttivi e prendere nuove misure per aumentare il ritorno di efficienza, a livello globale, dei loro affari (vedi "aumento delle vendite dei marchi del lusso in Corea del Sud", nuova El Dorado per buona parte della - corrotta - dirigenza cinese).