zampaflex ha scritto:PS: Riccardo, più avanti provo anche a fare una telefonata a Valentini, chissà...
Luciano, liberi di contattarlo come e quando volete, e di recarVi a Loreto Aprutino (così come molti in privato mi hanno scritto di voler fare); tuttavia permettetemi qualche breve considerazione in OT:
1) sull'arce di Loreto Aprutino, a due passi dalla splendida residenza denominata "Castello Chiola", in Via del Baio n. 2, c'è Palazzo Valentini, sede sociale dell'Azienda agricola Valentini. Perdonate l'indebita similitudine, ma sarebbe come voler visitare l'azienda vitivinicola di San Casciano in Val di Pesa e recarsi, invece, in piazza degli Antinori n. 3, a Firenze, bussando a Palazzo Antinori;
2) a Palazzo Valentini è sì presente la cantina (visitabile in occasione della "festa dello sfuso" solo dai 'cooptati al prelievo'), ma l'azienda non fa vendita diretta a privati, non ha un punto vendita, né spedisce a terzi a mezzo corriere o altro. Chi lo vuole il vino deve andarselo a prendere,
semel in anno, e a questo si addiviene per rigorosa cooptazione da parte dei Valentini, così come era una volta. D'altronde questa filosofia non vuole essere "esclusivista" né "settaria", indipendentemente dal fatto che abbia contribuito (a torto o ragione) ad accrescere il mito dell'Azienda Valentini nel mondo, ma rispondente a criterio di mera opportunità. Anche ai tempi (non lontani) della mezzadria agricola quanto era prodotto nel castello (o nel piccolo borgo oggetto d'incastellamento) era,
in primis, destinato al fabbisogno interno: vale a dire quello dei suoi occupanti e degli abitanti del borgo stesso.
Mutatis mutandis e considerata pur sempre l'esigua produzione (parliamo, a regime, di meno di 50.000,00 bottiglie annue), le eccedenze da destinare a terzi sono ben poca cosa, vista la domanda ed indiscussa fama nel mondo;
3) vi assicuro che i prezzi che ho visto sul forum, proposti in quantità contingentate per il Trebbiano 2012, sono eccellenti e più che allineati, tenuto conto che, ad oggi, con le scorte "a Palazzo" siamo già agli sgoccioli - come si suol dire - in meno di due mesi;
4) il discorso del "vino sfuso" è una storia a sé e, più che una necessità di far cassa è una filosofia aziendale ben precisa, un rito avito che ogni anno a Palazzo Valentini si rinnova; e difatti, di anno in anno, si prende quello che c'è, non quello che si deve a tutti i costi far uscire, come sovente avviene, per necessità di cassa. Ma su quest'ultima affermazione preferisco glissare per non alimentare ulteriori digressioni.
Così, da ogni angolo d'Italia, vecchi "clienti" (blasoni, oserei dire) e volti nuovi concorrono a dar lustro e tributo all'annata passata ed al lavoro dell'uomo, seguendo un protocollo antico (forse il futuro, come dice Francesco Paolo, delle nuove generazioni) per garantire l'approvvigionamento e la potabilità del vino lauretano, sulla propria tavola, fino alla vendemmia successiva.
Non me ne vogliate, amici, non era mia intenzione far sproloqui in OT, ma semplice chiarezza, per quanto mi è dato sapere e nel rispetto dei sentimenti di stima ed amicizia che mi legano alla famiglia Valentini, sulla effettiva impossibilità di vendita diretta a terzi e di visita in cantina presso la nota azienda lauretana.
Ad ogni modo la
civitas vetus di Loreto è molto bella e vale pur sempre una visita!